- Per avviare un’attività di videomaker, è necessario valutare l’apertura di una Partita IVA, scegliere il regime fiscale a cui aderire e informarsi sulle forme di accantonamento dei contributi a fini pensionistici disponibili.
- Aprire la Partita IVA come Videomaker non comporta costi elevati, se non quelli inerenti alla strumentazione necessaria per lavorare, e quelli di gestione della Partita IVA, per esempio tramite il pagamento del servizio di un commercialista.
- L’attività di Videomaker può essere svolta anche senza l’apertura della Partita IVA, occorre però avere ben presente quale dovrà essere l’inquadramento ufficiale di legge.
Una delle professioni che negli ultimi anni ha avuto una grande diffusione fra i giovani è quella del Videomaker. L’avvento del web ha favorito una crescita di attenzione nei confronti di questa attività, che negli ultimi anni è stata intrapresa da tantissimi neolaureati, che hanno deciso di cominciare questa carriera.
Trattandosi di un’attività non ancora regolamentata da una normativa specifica, non ci sono obblighi particolari, vi è solo la necessità di un certo periodo di pratica dopo gli anni di studio, presso una struttura avviata che possa trasmettere la professionalità necessaria.
In questo articolo vedremo cosa è necessario sapere e come muoversi all’interno di un settore affascinante come quello delle videoriprese: quale partita IVA aprire, come aprirla e quali sono gli obblighi previdenziali di un videomaker, sono i temi di questo post.
Se vuoi avviare questo tipo di attività continua a leggere la guida, troverai tutte le utili indicazioni per iniziare la tua nuova professione.
Indice
Che cosa fa un Videomaker?
Se ti interessa intraprendere la tua carriera come Videomaker, ci sono alcuni punti da considerare per metterti in regola con la legislazione vigente in tema di lavoro in proprio.
Una delle principali diatribe in questo settore è quella di capire se l’attività che ti stai accingendo ad iniziare rientra nell’ambito della libera professione o dell’attività artigianale. Oppure se desideri svolgere questo lavoro come autonomo freelance, oppure se desideri avviare una vera e propria impresa, anche con l’aiuto di collaboratori e dipendenti.
Per iniziare ad analizzare la questione e condurti verso la scelta più giusta andiamo a vedere nel dettaglio quali sono le scelte possibili.
Libera professione per Videomaker
Se la tua scelta è quella di rivolgerti a clienti privati o aziende per la realizzazione di filmi matrimoniali o per altre ricorrenze, ma anche per la realizzazione di brevi spot pubblicitari, la tua attività rientrerà nel novero delle libere professioni. L’apertura, e la gestione della nuova attività, in questo caso, risulta molto più semplice, come vedrai tra poco.
La partita IVA è funzionale per poter operare con il proprio lavoro in modo indipendente, cioè senza essere lavoratori regolarmente assunti presso un’azienda. Tuttavia è anche possibile, entro l’importo massimo di 5.000 euro annuali di guadagno, lavorare in modo autonomo senza aprire partita IVA.
Attività artigianale per Videomaker
Se la tua attività consisterà nel rivendere ad aziende clienti dei filmati, o più in generale, qualunque prodotto provenga dal tuo ingegno, sarai da considerare un artigiano/ditta individuale. In questo caso l’iter ed i tempi di apertura dell’attività si allungheranno ed anche in questo caso, più avanti vedremo come procedere.
Esiste anche una terza tipologia di attività che consiste nella produzione di film e/o documentari, e delle relative fasi di montaggio e post – produzione.
In questi casi verrai ricompreso in un’altra categoria di impresa, e gli adempimenti burocratici saranno ancora diversi. In tutti i casi esposti quindi la tua scelta dovrà essere fatta in base al tipo di produzioni che vorrai realizzare, in modo da avere chiaro quale dovrà essere l’iter da seguire.
Aprire la Partita IVA come Videomaker
Nonostante si tratti di un’attività che oggi, grazie alle tecnologie e ad internet, possa sembrare semplice da svolgersi, l’attività di videomaker comporta la costruzione di una solida base formativa; già dalle scuole superiori (nei licei artistici) si può iniziare a conoscere i primi rudimenti dell’attività, per poi proseguire con l’università nelle Accademie di Belle Arti.
Ma non basta solo la base teorica: per raggiungere una buona professionalità spendibile nel mondo del lavoro occorre, come si suole dire, “andare a bottega”, cioè imparare l’attività presso un’agenzia avviata o uno studio di produzione video, od ancora presso un’agenzia di realizzazione eventi.
Dopo un periodo iniziale di formazione e lavoro, la cui durata sarai tu stesso in grado di valutare, sarai pronto per metterti in proprio e realizzare il tuo sogno di iniziare la tua attività indipendente, ed in questo caso dovrai occuparti da solo di tutti gli adempimenti burocratici necessari.
Dovrai quindi aprire la tua Partita IVA (diversa, secondo i casi di cui abbiamo parlato), e ti servirà, se del caso, aprire una posizione presso la Camera di Commercio della tua Provincia, e visti i tempi, è altrettanto importante capire come assicurarti i tuoi contributi previdenziali per gli anni della pensione.
L’iter di apertura della partita IVA sarà diverso in relazione al genere di attività di videomaker che vorrai fare; però ti diciamo subito che qualunque sia la tua scelta, l’apertura della Partita IVA in sé non comporta il sostenimento di alcun costo ed anzi negli ultimi anni la procedura è molto semplificata.
Se hai del tempo da impiegarci ed un po’ di attenzione, potrai anche non rivolgerti ad un commercialista ed eseguire tutta la procedura on line.
Vediamo singolarmente per ogni tipologia di Videomaker, quali sono gli steps da intraprendere.
Videomaker libero professionista
Questa scelta prevede un percorso più semplice. È infatti sufficiente scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate il modulo AA9/12, compilarlo e inviarlo alla stessa agenzia.
Nella compilazione dovrai fare attenzione al Codice attività ATECO (lo vedremo tra qualche riga) che sceglierai, perché sarà quello che determinerà la natura della tua attività agli occhi del fisco.
In un giorno, o anche meno, riceverai il modulo di apertura e l’indicazione del numero. Si tratta di documenti molto importanti e preziosi per la tua attività, che vanno conservati con cura.
Videomaker come ditta individuale
Questo caso richiede un po’ più di tempo e di attenzione. Non che sia particolarmente complicato, ma i passaggi sono un po’ di più e i tempi si allungano, perché dovrai, come nel caso precedente, aprire la tua partita IVA con le stesse modalità del libero professionista, ma con un codice ATECO diverso.
Con la comunicazione che ti invierà l’Agenzia delle Entrate, dovrai richiedere l’iscrizione alla Camera di Commercio (CCIAA) della tua provincia, come ditta individuale. Questo ti comporterà un attesa di alcuni giorni in più e l’effettuazione di un pagamento dovuto a questo ente, esborso che poi dovrà ripetersi annualmente.
Nella ditta individuale, il titolare è responsabile dell’impresa, tuttavia può richiedere la collaborazione di professionisti esterni, oppure assumere dipendenti. In questo caso è necessario, anche con il supporto di servizi appositi come quelli dei Dottori Commercialisti, rispettare alcuni obblighi di natura fiscale e previdenziale, come il versamento delle imposte e dei contributi per ogni dipendente.
Videomaker per montaggio e produzione video
Questa ipotesi comporta l’indicazione di un ulteriore codice ATECO diverso dai primi due, e anche se la procedura è più lunga rispetto a quella per la libera professione, ricalca il caso precedente.
Nell’ottica della semplificazione burocratica e con l’avvento di internet, negli ultimi anni queste strade amministrative si sono semplificate, ed in genere per espletare l’iter di queste pratiche di avvio di un’attività, si può utilizzare un sistema informatico che semplifica la strada e che si chiama “ComUnica”.
Si tratta di una procedura cumulativa e che comprende le richieste alla CCIAA, ed anche l’inoltro della domanda di iscrizione previdenziale (che vedremo successivamente) all’INPS.
Codice ATECO per Videomaker
Ecco uno degli aspetti più importanti dell’apertura della partita IVA se vuoi metterti in gioco come videomaker.
Qui ti forniamo l’indicazione di quelli che dovranno essere i codici ATECO da indicare nella richiesta di apertura, o comunque, da comunicare al tuo commercialista, se vuoi fare seguire l’iter da lui, in base alle attività viste sopra:
- Videomaker libero professionista: 74.20.19 – Altre attività di riprese fotografiche;
- Videomaker ditta individuale: 74.20.19 – Altre attività di riprese fotografiche;
- Attività di produzione e montaggio video: 59.11.00 – Attività di produzione cinematografica, video e programmi televisivi (considerandola sempre come una ditta individuale).
Gli aspetti previdenziali dell’attività di Videomaker
Ai nostri giorni, in cui l’INPS, l’ente previdenziale italiano principale, vive uno stato di crisi particolarmente grave, le prospettive di ottenimento di un adeguato importo pensionistico, non sono così chiare, per cui diventa molto importante iniziare a pensare a quanto accantonare per la pensione.
Per questo, contestualmente all’apertura della Partita IVA ed alla posizione presso la Camera di Commercio, è bene pensare di aprire una posizione previdenziale, che per quanto non sarà di importo adeguato, perlomeno potrebbe essere una buona base da integrare ad altre forme pensionistiche.
Essendo quella del Videomaker libero professionista una professione relativamente nuova, e non essendo prevista una cassa previdenziale specifica, l’iscrizione all’INPS deve essere effettuata all’interno della cosiddetta Gestione Separata, in cui versano tutti quei soggetti che non hanno una cassa previdenziale prevista dalla loro attività, come invece avviene per architetti, ingegneri, avvocati e così via.
Questi professionisti sono tenuti al versamento della propria quota annua, alla data del 30 Novembre, senza un importo predefinito e fisso, ma in percentuale rispetto al ricavo annuo, considerando una voce specifica all’interno di ogni fattura di vendita emessa.
Si tratta di una quota calcolata sul reddito imponibile per il 2022 con aliquota al 26,23% in base agli aumenti a cui si assiste quest’anno, conseguenti all’introduzione di alcune misure di previdenza e di natura assistenziale.
Diverso è invece il caso della ditta individuale. Questo tipo di attività economiche sono tenute al versamento di una quota fissa di € 3.850, indipendentemente dal reddito prodotto; superando un fatturato minimo, di € 15.953 devono versare una quota aggiuntiva sull’eccedenza, che si differenziata in due casi:
- Se il titolare ha un’età al di sotto dei 21 anni si calcola un’aliquota del 22.44%;
- Se il titolare supera i 21 anni l’aliquota è del 24%.
Albo dei Videomaker
Come abbiamo avuto modo di accennare, ad oggi non esiste un albo professionale per i videomaker, mentre invece esistono associazioni professionali che riuniscono i professionisti della categoria, cercando di supportarli con varie attività
L’associazione Nazionale dei Videografi, associazione non – profit, si pone come obiettivo la divulgazione della conoscenza della professione, con workshop, dibattiti e corsi di formazione su tutto il territorio nazionale.
I soci godono di numerosi vantaggi, quali la formazione professionale, sconti su attrezzature e software utili alla professione ed assistenza qualificata su questi. Possono godere inoltre di una vetrina personale sullo stesso sito dell’associazione e la visibilità sul blog e la newsletter periodica.
Sempre di questo tipo è l’Associazione Nazionale dei filmaker e Videomaker, al cui interno possono trovare spazio varie tipologie di professionalità come tecnici del suono, direttori di fotografia, scenografi, sceneggiatori, montatori ed altri.
Si tratta di un’associazione che ha prodotto, nel corso degli anni, diversi programmi e documentari, vincendo anche premi prestigiosi.
Un vantaggio di aderire ad un’associazione di questo tipo, è la possibilità di dialogo con professionisti che ogni giorno si confrontano con il mercato come te, attraverso una community dedicata.
Il dialogo con i professionisti che ogni giorno si confrontano con il mercato come te, attraverso gruppi anche virtuali, che fanno la tua stessa attività e si possono sostenere vicendevolmente, rappresenta senza dubbio un aspetto da coltivare costantemente, e da cui dipende la crescita professionale.
Videomaker senza partita IVA
Svolgere questa attività con una partita IVA è sempre importante, soprattutto per i committenti con cui verrai in contatto, ma quando vuoi iniziare ad avviare questa professione in modo in autonomo, oppure svolgi un’attività professionale diversa, o ancora sei dipendente, la normativa italiana ti dà la possibilità di operare anche senza il numero identificativo dell’attività.
Puoi svolgere infatti la professione attraverso l’inquadramento nell’ambito della prestazione occasionale.
La prestazione occasionale è un tipo di rapporto, che si instaura tra professionista e committente, che prevede lo svolgimento dell’attività senza vincolo di orari, postazione e periodicità.
La legge non prevede per questa forma di collaborazione un particolare tipo di contratto, ma nonostante questo è sempre bene attrezzarsi in tal senso onde evitare malintesi che possono incrinare il rapporto professionale.
Per svolgere una prestazione occasionale è necessario tenere presente che non può essere superato il limite di 5.000 euro percepiti. Una volta superata tale cifra è necessario aprire una Partita IVA, e un aspetto importante riguarda i contributi a fini previdenziali: se viene superato questo limite chi effettua la prestazione deve iscriversi alla Gestione Separata dell’INPS, di cui abbiamo già parlato.
Il consulente, una volta effettuata la sua prestazione, è tenuto al rilascio di una ricevuta per prestazione occasionale, che conterrà l’importo del servizio reso e l’indicazione della ritenuta d’acconto (20%) che verrà trattenuta dal committente e versata da lui entro il giorno 16 del mese successivo al pagamento.
L’importo che il consulente riceve, invece, va indicato in sede di dichiarazione dei redditi nel quadro “redditi diversi”.
Un aspetto che bisogna tenere in considerazione è quello relativo al soggetto al quale si rilascia la ricevuta; questo perché non tutti i soggetti tenuti al versamento della ritenuta d’acconto sono sostituti d’imposta (unici che sono tenuti a farlo).
Questi soggetti possono essere soltanto:
- imprese;
- professionisti che non aderiscono al regime dei minimi o forfettario;
- enti ed associazioni;
- condomini.
Allo stesso tempo non tutti i professionisti possono effettuare una prestazione occasionale; da questa possibilità sono infatti esclusi:
- i dipendenti pubblici;
- i professionisti iscritti ad albi (ingegneri, avvocati, architetti etc.);
- i soggetti che fanno parte di organi amministrativi e di commissioni o enti sportivi riconosciuti.
Quanto costa avviare una attività come Videomaker?
Per chi sta per iniziare una propria attività come Videomaker, è consigliato affidarsi inizialmente ad un esperto che segua tutta la parte relativa alla burocrazia. Dall’aspetto fiscale a quello relativo al versamento dei contributi, un Dottore Commercialista o uno studio in questo ambito possono sostenere inizialmente il lavoratore nel completamento di tutte le azioni necessarie a lavorare in regola.
Per quanto riguarda i costi da sostenere, vanno incluse nel budget iniziale proprio le spese, anche se esigue, per l’apertura della partita IVA e dell’attività specifica. Inoltre nel budget vanno inseriti anche i costi relativi alle strumentazioni da utilizzare per svolgere il lavoro di Videomaker.
Anche se in commercio ci sono prodotti di qualità anche a prezzo limitato, in ogni caso acquistare una videocamera e tutta la strumentazione di supporto (come le lampade per illuminare l’ambiente, monitor, microfoni, ma anche software per l’editing) può essere molto costoso. Per questo motivo prima di iniziare un’attività in questo ambito è necessario avere fondi a sufficienza per il materiale da utilizzare.
Molti strumenti possono arrivare a costare diverse centinaia di euro, per cui prima di procedere all’acquisto è consigliato valutare attentamente la scelta di avviare questa professione. Una volta avviata l’attività, è anche possibile guadagnare somme interessanti.
I costi possono essere ampiamente ripagati se la qualità dei video è tale da attirare l’attenzione di diversi clienti e aziende. Un Videomaker ben avviato può anche guadagnare cifre che si aggirano intorno a 1.000 euro per ogni video.
Partita IVA Videomaker: i nostri consigli
Aprire una partita IVA è sempre un passo molto importante, perché bisogna fare attenzione a tutti gli aspetti burocratici. Lo stesso tipo di meticolosità bisogna avere anche da un punto di vista commerciale, e per questo riveste una importanza notevole la formazione professionale.
Prendi nota di tutto quello che ti abbiamo indicato, sia in tema di partita IVA, sia in tema di previdenza, ti sarà utile nel momento in cui dovrai andare dal tuo commercialista di fiducia per iniziare la tua attività.
Inoltre è consigliato avere a disposizione un budget iniziale, soprattutto quando si comincia da zero, da impiegare per l’acquisto della strumentazione utile al lavoro e per accedere al servizio offerto dai Dottori Commercialisti per la gestione dell’aspetto fiscale collegato alla partita IVA.
Un ultimo consiglio da considerare è quello inerente il regime fiscale a cui aderire per l’apertura della partita IVA: l’adesione al regime forfettario, dove è possibile, può essere piuttosto vantaggioso in termini di imposte, ridotte rispetto a quelle presenti nel regime ordinario.
Aprire la partita IVA come Videomaker è molto semplice: si tratta di una procedura che può essere eseguita sia online che attraverso moduli cartacei, e l’aspetto più rilevante è quello dell’individuazione del codice ATECO in cui ricade l’attività. Ecco qual è, nella guida.
La scelta del codice ATECO da inserire nella richiesta di apertura Partita IVA è importante perché riflette la natura dell’attività. Prima di aprirla considera se vuoi svolgere l’attività come libero professionista o nella forma di attività artigianale, perché quel codice sarà diverso secondo i casi, e così anche la procedura di avvio dell’attività.
Il guadagno per chi svolge questa professione è molto variabile: tutto dipende dal prezzo del video. Un Videomaker ben avviato può anche chiedere più di 1.000 euro per un video. Tutte le informazioni su questa professione nella nostra guida.
Alessandro Creazzo
Consulente aziendale e marketing d'impresa