- Il venditore porta a porta è colui che ha l’incarico da parte di una società committente di vendere una serie di prodotti e servizi presso il domicilio o l’abitazione di un cliente.
- Per diventare venditore porta a porta professionale, devi avere una serie di requisiti, aprire partita IVA e ottenere una lettera di incarico da una società committente.
- Dal punto di vista fiscale, sulle provvigioni che andrai a guadagnare si applica un’imposta forfettaria al 23%. L’attività di venditore a domicilio è quindi incompatibile con il regime forfettario.
Con la diffusione degli e-commerce, la vendita online è tra i sistemi più utilizzati per comprare un prodotto o un servizio. Eppure, negli ultimi anni, tra le forme di commercio si sta di nuovo facendo strada quella del venditore porta a porta, o anche definito a domicilio.
Si tratta di un professionista specializzato nella vendita di un’ampia gamma di prodotti, dai cosmetici a quelli dedicati alla cura della persona, dagli articoli elettronici a quelli per la casa e per i viaggi.
Il contatto diretto con il venditore e la possibilità di toccare e vedere concretamente la merce sono alcuni fattori che hanno permesso alle vendite a domicilio di resistere nonostante la digitalizzazione e la crisi del commercio al dettaglio. Oggi può essere considerata una valida opportunità per iniziare un’attività commerciale con un investimento minimo e un ritorno economico immediato.
Indice
- Chi è il venditore porta a porta
- Come vendere a domicilio: serve la partita IVA?
- Come diventare venditore porta a porta con partita IVA
- Come aprire partita IVA da venditore porta a porta
- Quanto guadagna un venditore a domicilio
- Vendita porta a porta: regime fiscale
- Venditore porta a porta con partita IVA: posizione INPS
Chi è il venditore porta a porta
Il venditore porta a porta (a domicilio) è un soggetto che promuove la vendita presso un’abitazione del cliente di prodotti e servizi di una o più imprese, definite mandanti o società committenti. La vendita a domicilio rientra tra quella attività al dettaglio che puoi svolgere senza vincolo di subordinazione, con una lettera di incarico e che esula dai normali rapporti professionali degli agenti di commercio.
Il tuo compito è quello di convincere un cliente ad acquistare la merce di un particolare brand, ad esempio di una società specializzata nell’estetica, nei prodotti per il corpo o per la casa, concludendo un certo numero di ordini. Su ognuno di essi otterrai un ritorno economico definito provvigione. Questa forma di vendita prevede specifiche caratteristiche:
- puoi svolgerla in modo continuato oppure occasionale;
- hai piena libertà di scegliere a chi rivolgerti;
- può avere carattere territoriale;
- prevede la vendita al dettaglio diretta al cliente;
- richiede una serie di competenze in quanto a persuasione e capacità di relazionarsi con il cliente.
Come vendere a domicilio: serve la partita IVA?
La risposta dipende da come svolgi l’attività di venditore porta a porta. Infatti, puoi dedicarti:
- in modo occasionale: non è necessaria la partita IVA;
- in modo professionale: devi aprire partita IVA.
Per essere definito come lavoro occasionale, deve rientrare in specifici requisiti temporali ed economici. L’attività dovrà essere svolta in modo non continuato e sporadico, per un massimo di 30 giorni in un anno solare. Inoltre, superati i 5.000€ annui del totale delle prestazioni effettuate, è necessario aprire una posizione previdenziale.
Se la prestazione è occasionale, hai un serie di esenzioni:
- dalla dichiarazione dei redditi, se il guadagno come venditore porta a porta occasionale è l’unica fonte di reddito e si rimane nella no tax area;
- dalle scritture contabili;
- dall’apertura di partita IVA.
Svolgere l’attività di venditore porta a porta occasionale può essere un’idea se vuoi avvicinarti a questo lavoro, oppure se già possiedi un altro stipendio. Tuttavia, i guadagni sono limitati. Ciò porta a considerare l’altra opportunità, ovvero quella di svolgere la vendita porta a porta in modo professionale aprendo partita IVA. Vediamo come fare.
Come diventare venditore porta a porta con partita IVA
L’attività di venditore porta a porta rientra tra quelle del commercio a dettaglio. Come tale in base al D.lgs. 114/98 per svolgerla dovrai avere precisi requisiti personali. Infatti, come per le altre attività legate alla vendita di prodotti e servizi, non puoi iniziarla se sei stato dichiarato fallito, almeno fino alla chiusura del procedimento. Inoltre, vengono esclusi i seguenti soggetti:
- coloro che hanno avuto la condanna per un delitto penale con una pena pari o superiore ai 3 anni;
- soggetti che sono stati sottoposti a condanna per frode, usura, bancarotta fraudolenta, rapina ed estorsione;
- coloro che hanno ricevuto una condanna per frode in commercio di beni alimentari.
Se hai i requisiti per diventare venditore a domicilio i passi successivi sono:
- aprire partita IVA;
- sottoscrivere un contratto di vendita porta a porta;
- conoscere cosa puoi vendere;
- gestire gli aspetti fiscali e contributivi.
Entriamo nel dettaglio.
Come aprire partita IVA da venditore porta a porta
L’apertura della partita IVA è oggi una procedura telematica, che puoi fare in autonomia, presso il sito Fisconline dell’Agenzia delle Entrate, oppure rivolgendoti a un professionista. Quest’ultima soluzione può essere la migliore se non conosci la procedura e vuoi evitare errori nella compilazione degli appositi form. Per esercitare l’attività di vendita porta a porta dovrai selezionare il seguente codice ATECO:
- codice Ateco 46.19.02: procacciatori di affari di vari prodotti senza prevalenza alcuna.
Grazie ad esso andrai a definire anche il regime fiscale e quello contributivo. Prima di analizzarli, consideriamo però alcuni aspetti pratici necessari per svolgere l’attività di venditore a domicilio: cosa puoi vendere, il contratto, il rilascio del tesserino identificativo e il compenso.
1. Cosa puoi vendere a domicilio
La disciplina della vendita porta a porta è regolata dal Dlgs 114/98 e sue successive modifiche con la Legge 173/2005. Le due norme vanno a stabilire anche alcune incompatibilità nella vendita a domicilio. Infatti, anche se puoi vendere un ampio numero di prodotti e servizi, sono previsti alcuni limiti. Ecco cosa non puoi proporre a un cliente:
- servizi finanziari;
- servizi assicurativi;
- contratti per la costruzione di immobili;
- vendita di beni immobili;
- contratti di locazione di beni immobili.
2. Aspetti contrattuali
L’attività di venditore porta a porta prevede un incarico da parte di un’impresa, definita mandante o committente, a vendere un certo numero di prodotti. Quindi il primo passo è trovare una società che preveda questa tipologia di business model, ad esempio un’azienda incentrata su prodotti di bellezza, una società di distribuzione di prodotti per la casa, oppure di articoli tecnologici.
A questo punto dovrai contattarla e ottenere un documento che attesti il tuo ruolo di venditore a domicilio, autorizzandoti a procedere con la vendita della merce. Potrai ricevere:
- una lettera di incarico;
- un contratto di agenzia.
È indifferente la tipologia di contratto che va a definire il tuo ruolo di venditore a domicilio, ma è importante che sia per iscritto. Inoltre, dovranno essere indicate le competenze del venditore, ad esempio specificando cosa puoi vendere, se vi sono limiti in una specifica zona territoriale, se puoi riscuotere il corrispettivo della vendita, oppure applicare sconti e promozioni.
3. Tesserino identificativo
Oltre al contratto, la legge 114/98 obbliga anche al rilascio di un tesserino identificativo, specificando cosa deve contenere:
- identificare l’azienda che lo ha emesso;
- un numero identificativo, da aggiornare ogni anno;
- presenza della foto;
- nome e cognome del venditore;
- firma del venditore e quella del responsabile che l’ha rilasciato.
Come venditore porta a porta, devi mostrare il tesserino al cliente e dovrai restituirlo se decidi di non svolgere più l’attività di vendita con un’azienda.
Quanto guadagna un venditore a domicilio
Quasi sempre al momento della chiusura di un ordine non incasserai la vendita, salvo esplicita indicazione all’interno della lettera di incarico, ma il pagamento del cliente avverrà direttamente all’impresa che rappresenti.
Il tuo guadagno è collegato al numero di ordini chiusi e regolarmente pagati dal consumatore. Su di essi prenderai le provvigioni, ovvero un importo che potrà essere equivalente a:
- una percentuale sul valore complessivo dell’ordine;
- un fisso per ogni singolo ordine.
Il pagamento quasi sempre avviene mese per mese, ma varia per i singoli settori e in rapporto alle specifiche indicate nel contratto.
Vendita porta a porta: regime fiscale
Dal punto di vista fiscale, come venditore porta a porta dovrai fare riferimento al sistema degli agenti di commercio. In base all’ 25-bis del TUIR ecco cosa considerare:
- le provvigioni sono soggette a ritenuta a titolo d’imposta pari al 23% (quota più bassa dei nuovi scaglioni IRPEF);
- si applica una deduzione fiscale forfettaria del 22%.
Quindi, per stabilire l’aliquota fiscale, non farai riferimento agli scaglioni IRPEF sul reddito annuale generato, ma a una ritenuta a titolo di imposta fissa equivalente al 23%. Quest’ultima sarà applicata alla fonte, dato che l’azienda per cui lavori andrà a svolgere la funzione di sostituto d’imposta. Ciò vuol dire che:
- la provvigione che ricevi è già al netto delle tasse;
- sei esonerato dalla compilazione della dichiarazione dei redditi, se il reddito percepito come venditore a domicilio è l’unico.
La società committente sarà tenuta a versare tramite F24, ogni 16 del mese, la ritenuta di imposta e rilasciarti ogni anno la Certificazione Unica.
Un altro aspetto che caratterizza il regime fiscale dei venditori a domicilio è la modalità con cui andrai a definire il reddito imponibile. In questo caso si applica una deduzione forfettaria pari al 22%. Quindi, l’aliquota fiscale del 23% è calcolata non sull’intero reddito percepito in un anno, ma sul 78%. Infine, come venditore a domicilio sei esonerato dall’IRAP.
Venditore porta a porta e incompatibilità con il regime forfettario
È possibile aprire partita IVA come venditore porta a porta con regime forfettario? La risposta è no. Infatti, tra le incompatibilità previste per la vendita a domicilio, vi è quella di utilizzare un regime agevolato.
Questo perché l’aliquota che abbiamo visto prima corrisponde già ad un regime di favore per questa particolare categoria di lavoratori.
Venditore porta a porta con partita IVA: posizione INPS
L’apertura di partita IVA come venditore porta a porta implica anche l’attivazione della posizione previdenziale per il versamento dei contributi IVS.
Dovrai effettuare l’iscrizione presso la Gestione Separata INPS, seguendo la procedura online sul sito dell’Ente previdenziale, se sei in possesso di SPID, oppure rivolgendoti a un CAF o a uno studio di commercialisti abilitato. I contributi da versare sono pari a:
- 20%: se già sei iscritto a una forma previdenziale obbligatoria;
- 26,23%: se non hai altre forme previdenziali obbligatorie attive.
Inoltre, il versamento dovrà avvenire per:
- 1/3 a carico tuo, come venditore;
- 2/3 dovranno essere versati dalla società committente.
Dal momento in cui viene attivata la posizione presso la Gestione Separata INPS, scatta anche l’obbligo del versamento dei contributi entro il 16 del mese successivo al pagamento delle provvigioni, tramite modello F24. Infine, come venditore a domicilio non sei tenuto ad aprire una posizione INAIL.
Venditore porta a porta con partita IVA – Domande frequenti
Per vendere porta a porta, devi aprire partita IVA come veditore a domicilio e sottoscrivere un contratto di incarico con una società committente.
Sulla provvigione come venditore a domicilio si applica un’imposta forfettaria del 23%, trattenuta alla fonte dalla società committente.
Il venditore porta a porta è colui che ha l’incarico da parte di una società committente di vendere al consumatore una serie di prodotti e servizi.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale