- Quella del travel blogger è una figura professionale nata di recente, con la possibilità di guadagnare viaggiando, sia attraverso il blog che attraverso le collaborazioni e le sponsorizzazioni.
- Un travel blogger può aprire la Partita Iva come libero professionista o come ditta individuale.
- In alcuni casi i travel blogger possono aderire al regime forfettario e pagare i contributi al 5% per i primi 5 anni di attività.
Sei appassionato di viaggi e vuoi farne un lavoro, diventando travel blogger, ma non sai se è necessario aprire la Partita Iva? Negli ultimi anni si è sviluppata questa nuova figura professionale, che concilia la passione per i viaggi con il digitale, attraverso la condivisione di esperienze, recensioni e consigli.
Oggi sempre più persone prima di viaggiare si informano sul web, cercando consigli sui luoghi più belli da visitare, gli hotel in cui alloggiare e le esperienze da non perdere, e scelgono di affidarsi proprio ai travel blogger che raccontano i loro viaggi.
Questa professione può essere svolta sia per dare consigli utili agli altri viaggiatori, sia per raccontare le proprie esperienze agli altri. Ma per fare questo tipo di lavoro è necessario aprire la Partita Iva? La risposta è sì, ma dipende da alcuni fattori che andremo a scoprire in questa guida.
Indice
Travel blogger: di cosa si occupa
A tantissimi viaggiatori piace condividere le proprie vacanze sui social network, ma non tutti riescono a farne un lavoro. Infatti, il travel blogger non si limita a postare qualche foto o a scrivere qualche articolo sul proprio blog raccontando i luoghi visitati, i cibi tipici e quali sono i migliori hotel in cui hanno alloggiato.
Diventare travel blogger professionista è molto più impegnativo di quanto si possa pensare. Prima di tutto, è necessario aprire un blog dedicato ai viaggi e curarlo nel tempo. Per guadagnare da questo, spesso è necessario sviluppare altre competenze affini.
Infatti, è necessario acquisire le giuste competenze per far crescere il blog e raggiungere quanti più visitatori online possibili. Può essere utile quindi conoscere le tecniche Seo per scalare la Serp fino a raggiungere le prime posizioni delle ricerche su Google, ma anche analizzare i risultati con i giusti tool e strumenti. Il travel blogger ha diversi modi per guadagnare, ad esempio:
- pubblicità sul blog;
- affiliazioni;
- vendita di prodotti;
- sponsorizzazioni.
Quindi un travel blogger può, ad esempio, guadagnare una percentuale per ogni utente che ha prenotato presso un hotel con cui ha avviato un rapporto di affiliazione, oppure in base ai visitatori del sito grazie ai banner pubblicitari. Insomma, sono tante le opportunità per guadagnare con il proprio blog di viaggio.
Partita Iva travel blogger: è obbligatorio aprirla?
Per poter monetizzare come travel blogger è necessario aprire la Partita Iva. Infatti, come nel caso della figura dello youtuber che è tenuto ad aprire la Partita Iva, anche il travel blogger guadagna in modo continuativo dalle sponsorizzazioni e dalle pubblicità.
Di conseguenza, un travel blogger che guadagna dai banner pubblicitari o con l’affiliate marketing è tenuto all’apertura della Partita Iva. Questo perché per le leggi italiane la Partita Iva è necessaria quando si soddisfa la caratteristica dell’abitualità, indipendentemente dal guadagno ottenuto.
Nel caso in cui, invece, si guadagni attraverso prestazioni di tipo occasionale, non è obbligatorio aprire subito la Partita Iva. Fermo restando ciò, in genere il guadagno dei travel blogger, per la pubblicità sul blog o per le affiliazioni, è caratterizzato proprio dall’abitualità, quindi è necessario procedere con l’apertura della Partita Iva.
Con la Partita Iva, il travel blogger potrà versare le tasse e i contributi in base al regime contabile a cui sceglie di aderire, e diventare così un soggetto economico ai fini fiscali.
Partita Iva travel blogger: come aprirla
Aprire la Partita Iva è semplice e gratuito, ma è prima di tutto necessario individuare il Codice Ateco più adatto alla figura professionale e del regime contabile.
Per l’apertura della Partita Iva è necessario compilare il modello AA9/12 indicando tutti i dati richiesti sia personali che relativi all’attività, e consegnarlo entro 30 giorni dall’inizio dell’attività all’Agenzia delle Entrate, scegliendo una delle seguenti modalità:
- sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
- presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate con un documento d’identità valido;
- con raccomandata A/R allegando una copia del documento d’identità in corso di validità.
In alternativa è possibile procedere con l’appoggio di un commercialista. Nel modello bisognerà inserire:
- il Codice ATECO;
- il regime fiscale;
- l’iscrizione alla cassa previdenziale.
Ditta individuale o libero professionista?
Prima di aprire la Partita Iva è necessario stabilire diversi aspetti, come il regime contabile e il Codice Ateco da indicare. In più, i travel blogger, in base all’attività che svolgono, possono figurare per il fisco come libero professionista o come ditta individuale. La principale differenza tra queste due tipologie sta nei contributi previdenziali previsti che si andranno a pagare.
Infatti, se il travel blogger guadagna solamente dai testi scritti o per le consulenze sui viaggi potrà figurare come libero professionista. Invece, nel caso di guadagni derivanti da sponsorizzazioni, banner pubblicitari e vendita di servizi o prodotti dovrà figurare come ditta individuale. Di conseguenza, come ditta individuale sarà necessario iscriversi alla Camera di Commercio e al Registro delle Imprese.
Codice Ateco per travel blogger
Per l’apertura della Partita Iva è necessario individuare il giusto codice Ateco, ossia quel numero che identifica la tipologia di attività svolta dal professionista. I travel blogger, in base all’attività svolta, devono indicare uno dei seguenti codici Ateco:
- 73.11.02 “Conduzione di campagne di marketing”;
- 70.21.00 “Pubbliche Relazioni e Comunicazione”.
In ogni caso, per una Partita Iva è possibile inserire più di un Codice Ateco, per cui è possibile utilizzare entrambi. Successivamente a questo step, è necessario scegliere il regime fiscale più adatto a questa tipologia di attività.
Regime forfettario per travel blogger
I travel blogger possono aderire al regime contabile forfettario, che offre una serie di vantaggi fiscali e burocratici. La Partita Iva forfettaria è rivolta sia ai liberi professionisti che alle ditte individuali. I principali requisiti da rispettare per rientrare nel regime forfettario sono:
- fatturazione inferiore ai 65.000 euro lordi annui;
- fatturazione inferiore ai 30.000 euro lordi annui per lavoratori dipendenti;
- spese per il personale inferiori a 20.000 euro.
I vantaggi di questo regime contabile sono:
- nessun obbligo di fatturazione elettronica per ricavi inferiori a 25.000 euro;
- imposta sostitutiva al 15% (5% per i primi 5 anni);
- nessun obbligo di applicazione dell’Iva in fattura;
- nessun obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili.
Nel caso in cui non si rispettino i requisiti previsti dal regime forfettario, i travel blogger dovranno aderire al regime contabile ordinario o semplificato.
Regimi contabili ordinario e semplificato per travel blogger
Il regimi ordinario e semplificato prevedono imposte più elevate rispetto a quelle previste dal regime forfettario, con un’aliquota a scaglioni che varia in base al fatturato e ai guadagni. Prevedono anche maggiori obblighi e adempimenti burocratici, come:
- fatturazione elettronica;
- applicazione dell’Iva in fattura;
- tenuta dei registri Iva, di incassi e pagamenti, dei beni ammortizzabili, Libro Unico del lavoro.
È anche necessario effettuare il versamento dell’Iva mensilmente o trimestralmente, presentare la dichiarazione Iva all’Agenzia delle Entrate, la comunicazione dell’esterometro e la compilazione del modello ISA per la verifica dei ricavi e dei compensi.
Per aderire al regime semplificato vi sono ulteriori requisiti, sempre relativi ai ricavi, che non devono superare i 400.000 euro per attività che effettuano prestazione di servizi e di 700.000 euro per tutte le altre attività.
La differenza principale tra i due regimi sta nel principio di cassa per cui il reddito si determina in base a ciò che è stato incassato e non in base alla competenza. Le aliquote previste per i contributi Irpef vanno dal 23% fino al 43%.
Partita Iva travel blogger: cassa previdenziale
Come abbiamo anticipato, al momento della compilazione del modello AA9/12 per l’apertura della Partita Iva bisogna anche indicare la cassa previdenziale a cui si è iscritti.
I travel blogger che guadagnano dalla vendita di spazi pubblicitari o attraverso le sponsorizzazioni, e quindi figurano come ditta individuale, dovranno iscriversi alla Gestione Commercianti INPS. In questo caso l’importo da pagare all’INPS è:
- circa 3.900 euro per redditi inferiori a 16.243,00 euro annui;
- circa 3.900 euro + 24,48%, sulla sola parte eccedente del reddito per redditi superiori a 16.243,00 euro annui.
In più, i travel blogger che aderiscono al regime forfettario e si iscrivono la Gestione Separata degli Artigiani e dei Commercianti, potranno usufruire della riduzione del 35% dei contributi complessivi da versare.
Invece, i liberi professionisti dovranno versare i contributi iscrivendosi alla Gestione Separata INPS. In questo caso, i travel blogger che non sono iscritti ad un albo pagano i contributi con aliquota del 26,23% sul reddito.
Partita Iva travel blogger – Domande frequenti
Si, i travel blogger devono aprire la Partita Iva nel momento in cui l’attività si svolge in maniera abituale e non occasionale. Scopri come qui.
I travel blogger possono aderire al regime contabile forfettario purché rispettino i requisiti sulla fatturazione (inferiore ai 65.000 euro annui o ai 30.000 annui per i lavoratori dipendenti) e sulle spese del personale (inferiori a 20.000 euro).
Il codice Ateco per i travel blogger più utilizzato è 73.11.02 “Conduzione di campagne di marketing”, ma per chi non guadagna dalle pubblicità e dalle sponsorizzazioni il codice Ateco è 70.21.00 “Pubbliche Relazioni e Comunicazione”.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale