- Nel regime forfettario le tasse si pagano secondo un’imposta sostitutiva che può essere al 5% per le nuove attività, oppure al 15% per tutte le altre.
- Per calcolare le tasse da pagare nel regime forfettario devi moltiplicare il reddito imponibile per il coefficiente di redditività, togliendo i contributi versati e applicando l’imposta sostitutiva.
- Le partite IVA che operano in regime forfettario non sono tenute al pagamento dell’IVA, ma devono inserire in fattura la marca da bollo, dove prevista.
Un dubbio frequente per coloro che hanno aperto da poco la partita IVA riguarda il metodo di calcolo delle tasse nel forfettario, identificato come il regime fiscale più conveniente per coloro che prevedono incassi inferiori a 85.000 euro l’anno.
Oltre a precise scadenze per i versamenti di acconti e saldi, ci sono anche metodi di calcolo differenti in base alla tipologia di attività svolta. Infatti, ogni attività economica possiede un codice Ateco che la identifica e che permette di calcolare, conoscendo il reddito imponibile e i contributi previdenziali versati, l’ammontare delle tasse da pagare.
Le tasse nel regime forfettario si calcolano applicando l’imposta sostitutiva unica al 5% per le nuove attività oppure al 15% per le altre: scopriamo come e quanto si paga, come si effettua il calcolo e quali sono le scadenze da rispettare.
Indice
Tasse forfettario 2024: quali sono e chi le paga
Il regime forfettario consente alle partite IVA di godere di numerose agevolazioni fiscali e contabili: una delle più importanti riguarda le tasse, pagate secondo un’aliquota sostitutiva unica.
A differenza del regime ordinario, nel quale si considerano gli scaglioni di reddito, nel forfettario esistono due aliquote agevolate:
- la prima al 5% destinata alle nuove attività, nei primi cinque anni dal loro avvio;
- l’altra al 15%, che si applica a partire dal sesto anno.
Per godere dell’imposta sostitutiva al 5% devi rispettare alcuni requisiti fondamentali:
- aver aperto la partita IVA da meno di cinque anni e non essere stato titolare di partita IVA nei 3 anni precedenti;
- l’attività in questione non deve risultare la prosecuzione di un’attività precedente (eccetto il praticantato);
- se prosegui l’attività di qualcun altro, quest’ultimo non deve aver superato il limite di 85.000 euro di incassi annui.
Tasse forfettario primo anno: quanto si paga
Se hai appena aperto la partita IVA aderendo al regime forfettario, puoi godere di alcune agevolazioni sulle tasse per il primo anno e per i quattro successivi: infatti, in questo regime è prevista l’applicazione di un’imposta sostitutiva unica al 5% per le nuove attività.
L’aliquota agevolata al 5% si applica sul reddito imponibile moltiplicato per il coefficiente di redditività della tua attività, escludendo i contributi previdenziali versati alla cassa di riferimento.
Dal sesto anno in poi dovrai pagare il 15% di imposta sostitutiva. Ovviamente alle tasse bisogna anche aggiungere i contributi previdenziali, la cui spesa varia in base alla cassa di riferimento.
Inoltre dovrai mettere in conto anche la spesa per il commercialista e per eventuali software di fatturazione elettronica, per la PEC e per eventuali forniture per svolgere il lavoro, tenendo presente che non puoi detrarre i costi.
Calcolo tasse regime forfettario ed esempio
Per effettuare il calcolo delle tasse di un forfettario, a prescindere dal fatto che si tratti di un freelance o di un dipendente con partita IVA, bisogna considerare il reddito imponibile e il codice Ateco della sua attività. Questo codice consiste in sei cifre e identifica la tua attività economica: per calcolare le tasse dobbiamo considerare i primi due numeri, che identificano il coefficiente di redditività.
Un social media manager, per esempio, ha un coefficiente di redditività pari al 78%: per calcolare le tasse da versare dovrà applicare tale coefficiente al reddito imponibile. Successivamente dovrà sottrarre a tale importo i contributi previdenziali versati alla propria cassa di appartenenza.
Per fare un esempio pratico, Lucia è una social media manager che opera nel regime forfettario al secondo anno di attività: ha quindi diritto all’agevolazione delle tasse al 5%. Consideriamo un incasso di 20.000 euro nell’ultimo anno, un coefficiente di redditività pari al 78% e 2.000 euro di contributi versati.
Il suo imponibile è pari a 13.600 euro ovvero il 78% di 20.000 euro meno i contributi. Le tasse che deve versare Lucia, quindi, sono pari a 680 euro, ovvero il 5% di 13.600 euro. Decorsi i primi cinque anni dall’avvio dell’attività, si applica l’imposta sostitutiva tradizionale pari al 15%.
Calcolo tasse con il forfettario se svolgi più attività
Se oltre all’attività principale (di social media manager nel nostro esempio) svolgi anche altre attività diverse (per esempio attività di e-commerce), dovrai effettuare il calcolo delle tasse in modo diverso: nel primo caso, infatti, il coefficiente di redditività è pari al 78%, mentre nel secondo caso è pari al 40%.
Dovrai quindi moltiplicare gli incassi ottenuti da ciascuna attività per il rispettivo coefficiente. Per esempio, se hai incassato 15.000 euro come social media manager e e 30.000 euro dall’attività di e-commerce, il tuo imponibile sarà la somma del 78% di 15.000 più il 40% di 30.000, quindi 23.700 euro.
Godendo dell’aliquota agevolata per i primi cinque anni di attività, pagherai il 5% di 23.700 euro, quindi 1.185 euro di tasse.
Tasse forfettario: quando si pagano
Il pagamento delle tasse nel regime forfettario si basa sul sistema di acconti e saldi: solitamente nell’anno in corso si pagano le tasse relative all’anno precedente e poi quelle relative all’anno corrente. I metodi di calcolo di acconto e saldo sono due:
- il metodo storico;
- il metodo previsionale.
Il metodo storico considera quanto devi versare per l’anno precedente e divide il pagamento in un acconto pari al 50% dell’imposta e un saldo pari al 50% restante, da dividere eventualmente in due acconti.
Ad esempio, se per l’anno 2023 hai versato 500 euro, gli acconti per l’anno 2024 saranno pari a 250 euro entro il 30 giugno 2024 e 250 euro entro il 30 novembre 2024.
Il secondo metodo è quello previsionale, che si basa sulla previsione degli incassi dell’anno successivo: in altre parole, devi stimare quali saranno i tuoi incassi nell’anno successivo e sulla base delle previsioni effettuare il calcolo delle tasse. Se però, alla chiusura dell’anno fiscale, la stima risulta sbagliata, dovrai versare una sanzione pari al 30% dell’imposta dovuta.
In questo caso pagherai le tasse in due momenti successivi: entro il 30 giugno (saldo dell’anno precedente e primo acconto dell’anno in corso) ed entro il 30 novembre (secondo acconto per l’anno corrente) di ogni anno. In ogni caso è consigliato il supporto di un commercialista per ogni passaggio.
Tutte le scadenze del regime forfettario
Per pagare le tasse devi utilizzare il modello F24, che puoi pagare direttamente tramite home banking, oppure presso qualsiasi sportello abilitato. In alternativa, puoi utilizzare la tua area personale sul sito web dell’Agenzia delle Entrate, dopo aver registrato il tuo IBAN.
Le scadenze da ricordare per il versamento delle tasse nel forfettario sono due:
- 30 giugno per il versamento saldo dell’anno precedente e primo acconto dell’anno corrente;
- 30 novembre per il versamento del secondo acconto dell’anno corrente.
Se l’importo da pagare risulta inferiore a 258 euro, puoi pagare l’intera somma in un’unica soluzione entro la scadenza del 30 novembre 2024.
Tasse forfettario – Domande frequenti
Le partite IVA che aderiscono al regime forfettario solitamente devono pagare le tasse in due occasioni: entro il 30 giugno (saldo e primo acconto) ed entro il 30 novembre (secondo acconto) di ogni anno.
Le nuove attività, nei primi cinque anni dalla loro apertura, godono di un regime agevolato con imposta sostitutiva pari al 5%. Dal sesto anno in poi, l’imposta sale al 15% del reddito imponibile.
Partendo dal reddito imponibile, per calcolare l’imposta occorre sottrarre le somme pagate come contributi previdenziali e moltiplicare l’importo così ottenuto per 15% (o per 5% se la tua è una nuova attività).
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor