Tassazione rendite finanziarie 2024: come funziona e ultime novità

La riforma fiscale del governo Meloni ha modificato e semplificato il calcolo delle tasse sulle rendite finanziarie. Scopri quali sono le novità e le aliquote fiscali oggi applicate.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Tassazione rendite finanziarie
  • La tassazione sulle rendite finanziarie è oggi pari al 26% su tutti gli investimenti, salvo alcune eccezioni in cui rimane un’aliquota fiscale agevolata.
  • La Riforma del governo Meloni ha semplificato il calcolo della tassazione sulle rendite finanziarie unificando fiscalmente i redditi da capitale e i redditi diversi.
  • La tassazione agevolata si applica sui titoli di stato italiani, i bond aderenti alla white list, i fondi pensioni e le pensioni integrative.

La Riforma fiscale del governo Meloni ha introdotto diverse novità sulla tassazione delle rendite finanziarie per il 2024. A partire  dal 1° luglio, l’aliquota fiscale per i guadagni derivanti dalle attività di investimento è pari al 26%.

Rimangono però alcune tipologie di investimenti con una tassazione agevolata. Inoltre, è stato semplificando il calcolo del capital gain con una compensazione delle plusvalenze e delle minusvalenze.

Di seguito abbiamo fatto chiarezza sulle novità legate alla tasse sulle rendite finanziarie, con le aliquote fiscali per ogni singolo strumento finanziario e su come funziona il calcolo della tassazione.

Quali sono le rendite finanziarie

Le redite finanziarie sono i guadagni generati da un investimento, che puoi ottenere sotto forma di pagamento di rate, di cedole e di interessi. In base all’art 44 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), le rendite possono essere di natura diversa derivanti da:

  • redditi da capitale: sono i guadagni generati da investimenti di capitale che permettono di ricevere un’entrata costante nel tempo;
  • redditi diversi: dovuti a guadagni generati dalla vendita di uno strumento finanziario.
Redditi da capitaleRedditi diversi
Interessi da conti remuneratiVendita azioni
Interessi sui conti depositoCessione di titoli
Dividendi di azioniGuadagno dalla vendita di altri strumenti finanziari
Cedole obbligazioni (BTP)Vendita di criptovalute
Rendimenti ETFCessioni di redditi da capitale
Rendimenti Crowdfunding 
Utili per partecipazione al capitale di società 
Rendimenti di prestazioni pensionistiche complementari 

Le rendite finanziarie possono generare un guadagno che dovrà essere soggetto a tassazione.

Nuova tassazione rendite finanziarie 2024

La riforma sulle rendite finanziarie del governo Meloni ha unificato fiscalmente i redditi da capitale con i redditi diversi, con un una serie di vantaggi nella compensazione delle plusvalenze e minusvalenze.

Infatti, fino ad oggi, i redditi da capitale erano tassati al lordo: dovevi inserire il capital gain ottenuto senza l’applicazione di eventuali perdite o spese. Invece, per i guadagni derivanti da redditi diversi, la tassazione era al netto, quindi con il riconoscimento di spese e delle minusvalenze.

Tasse rendimenti

Oggi non vi è più questa distinzione. La Legge di Riforma ha inserito un nuovo sistema di tassazione per qualunque rendita legata a un investimento, con un’imposta sostitutiva pari al 26%. Si calcola sui redditi realizzati in un anno solare, stabilita in modo matematico, come differenza tra plusvalenze e minusvalenze. Inoltre, hai la possibilità di riportare eventuali eccedenze degli anni precedenti.

Ciò semplifica il calcolo ai fini delle tasse, oltre a rendere più facile la compilazione del modello redditi persone fisiche e l’inserimento delle rendite finanziarie all’interno dei bilanci delle società di persone e di capitali.

Rimane invece invariata la tassazione per alcune tipologie di asset soggetti ad aliquota fiscale agevolata. Nella tabella seguente abbiamo riportato quali sono le percentuali applicate dal 2024.

Tassazione al 26%Tassazione agevolata
Trading onlineTitoli di Stato
CriptovaluteBond di Stati inseriti nella white list
ETFFondi pensioni
Interessi conti remuneratiPrestazioni pensionistiche integrative
Interessi conti deposito italiani ed esteriRITA
Rendimenti da altre attività di investimento 
Crowdfunding 

Tassazione agevolata rendite finanziarie 2024

La riforma fiscale ha mantenuto una tassazione delle rendite finanziarie con un’aliquota agevolata per i proventi derivanti dai Titoli di Stato italiani e i bond di Paesi esteri che rientrano nella white list. Quindi, le tasse sui BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) i BOT (Buoni ordinari del tesoro) e i CCT (Certificati di credito del tesoro) rimangono al 12,5%.

Questa aliquota si applica sia per i guadagni collegati alla vendita dello strumento, sia per le cedole ricevute. Nel caso di prodotti finanziari che contengono al loro interno titoli di stato, prendi il caso di un ETF, si determina la seguente tassazione:

  • 12,5%: sui guadagni derivanti dai titoli di stato;
  • 26%: per il capital gain degli asset che non si includono tra i buoni del tesoro.

La tassazione scende al 12,5% anche per i proventi dei fondi comuni e i fondi previdenziali legati ai titoli di stato.

Tasse su prestazioni pensionistiche e complementari

Per i rendimenti dei piani di risparmio (PIR), si mantengono le agevolazioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2017. Quindi, vi è un’esenzione del 100% ai fini fiscali per i redditi generati da un PIR, se mantenuto per almeno 5 anni. Ciò vale anche per la tassazione di rendite finanziarie di persone giuridiche, come le PMI, per gli investimenti su piani di risparmio a lungo termine che vanno da un minimo di 30.000€ a un massimo di 150.000€.

Invece, per i rendimenti su un fondo pensione, si applica un 20% di aliquota, mentre per quelli collegati alle pensioni integrative, si calcola il 15%, con aliquota che scende dello 0,30% per ogni anno di permanenza fino a un minimo del 9%.

Il medesimo calcolo vale per chi ha richiesto il RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), ovvero una rendita che puoi ottenere prima del raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia.

Tasse su capital gain 2024: trading online

Per la tassazione sui guadagni dal trading online si mantiene l’aliquota fiscale del 26% stabilita con il Decreto-legge 66/2014. Devi però considerare le novità degli ultimi anni per il settore delle crypto. Anche in questo caso si è semplificato il calcolo: su qualunque guadagno derivante da vendita o rendimento legato alle criptovalute c’è l’imposta sostitutiva del 26%.

Ciò vale anche per quelle attività svolte attraverso piattaforme di risparmio gestito, ovvero siti autorizzati dai clienti ad investire in modo automatico il capitale, in base a uno specifico obiettivo e a un livello di rischio.

L’unica eccezione, come indicato precedentemente, è su quegli asset che hanno diritto a una tassazione agevolata.

Tassazione rendite finanziarie in Europa: investimenti esteri

tasse e trading online

Se, come cittadino residente in Italia, sei in possesso di titoli esteri, sui rendimenti si applica sempre un’aliquota del 26%, tranne per i bond di stato inclusi nei Paesi della white list, su cui si avrà la tassazione agevolata.

Il 26% vale per qualunque tipologia di rendimento, anche quello legato agli interessi di un conto deposito o di un conto remunerato di un istituto di credito estero. A questo si aggiunge il versamento dell’IVAFE e l’obbligo del monitoraggio fiscale.

Tasse sui rendimenti dei conti correnti e conti deposito italiani

Non vi sono cambiamenti per la tassazione dei rendimenti sui conti correnti remunerati e quelli deposito in Italia. Ecco cosa considerare:

  • rendimenti sul conto corrente: 26%;
  • guadagni sugli interessi conto deposito: 26%.

Ricordiamo che il calcolo del rendimento avviene in base all’interesse composto, con un incremento del capitale iniziale. La tassazione è applicata direttamente dalla banca che svolge la funzione di sostituto d’imposta.

Come funziona la nuova tassazione sulle rendite finanziarie

Con la nuova riforma, l’aliquota del 26%, salvo alcune eccezioni, si applica sulla plusvalenza (guadagno) generata dai proventi derivanti da qualunque investimento, a cui si possono sottrarre le minusvalenze (perdite). Il calcolo del capital gain è effettuato in base al regime finanziario scelto. Puoi valutare tra:

  • regime dichiarativo;
  • regime amministrato;
  • risparmio gestito.

Il regime dichiarativo si utilizza per quegli intermediari finanziari che hanno sede all’estero. Quindi devi essere tu a indicare nella dichiarazione dei redditi le plusvalenze e le minusvalenze. L’operazione non è sempre semplice, soprattutto se hai svolto diverse transazioni mensili.

Certo molti intermediari ti offrono un supporto, fornendoti a fine anno il calcolo dei guadagni e delle perdite. Devi però essere tu a compilare la dichiarazione dei redditi, inserendo gli importi nelle apposite sezioni.

Questo processo può portare a degli errori, con la conseguenza di pagare più tasse del dovuto, oppure di esporti a sanzioni. Per questo se hai il regime dichiarativo, ti consigliamo di farti supportare da uno studio di commercialisti, o di avvantaggiarti da siti specializzati nel calcolo dei proventi finanziari come MoneyViz.

Invece, per i proventi di investimenti effettuati con una piattaforma con sede in Italia e che svolge funzione di sostituto di imposta, puoi valutare di utilizzare il regime amministrato. Sarà l’intermediario finanziario a calcolare in automatico l’aliquota fiscale in base alla tassazione. Non devi inserire i proventi ottenuti nella dichiarazione dei redditi.

Infine, l’ultima opzione è quella del regime di risparmio gestito, applicato solo da quelle società che offrono il servizio di gestione di un portafoglio titoli. Anche qui sarà l’intermediario ad effettuare direttamente il versamento delle tasse. In questo caso il calcolo è eseguito sottraendo al capital gain il pagamento della prestazione per l’attività di gestione.

Tassazione su rendite finanziarie – Domande frequenti

Come vengono tassati gli investimenti?

Con la riforma fiscale del Governo Meloni gli investimenti vengono tassati al 26%, salvo in caso di alcuni asset su cui si applica una tassazione agevolata.

Quali sono i tre regimi di tassazione delle rendite finanziarie per le persone fisiche?

Sono tre le forme di regime fiscale per la tassazione delle rendite finanziarie: dichiarativo, regime amministrato, regime di risparmio gestito.

Quali sono i titoli tassati al 12,5%?

Gli asset che hanno una tassazione agevolata sono i BTP, i BOT, i bond di Paesi che rientrano nella white list, ma anche gli ETF e i fondi pensione per la parte del portafoglio che include titoli di stato.

Autore
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 21 Dicembre 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

2 commenti su “Tassazione rendite finanziarie 2024: come funziona e ultime novità”

  1. Buongiorno, grazie per l’articolo, molto chiaro. Avrei una domanda: l’unificazione tra rendite di capitale e rendite finanziare in un’unica categoria, con possibilità di compensazione tra minus e plusvalenze (indipendentemente dalla natura dello strumento finanziario, quindi ad es. anche tra ETF), e la tassazione per cassa (che renderebbe non tassabili ad esempio le plusvalenze sugli ETF al momento della successione, ma solo al momento di una eventuale successiva vendita da parte dell’erede) sono già attuate con decreti legislativo e quindi vigenti? Se no, ci sono previsioni (se non erro, max. 24 mesi dalla legge 111 del 9/8/2023)? Grazie per l’attenzione

    Rispondi
    • Buongiorno,
      attualmente, non risultano essere stati pubblicati decreti legislativi che attuino specificamente l’unificazione tra rendite di capitale e rendite finanziarie in un’unica categoria con possibilità di compensazione tra minus e plusvalenze, né la tassazione per cassa delle plusvalenze sugli strumenti finanziari, come previsto dalla legge delega per la riforma fiscale (legge 111 del 9 agosto 2023).

      Sebbene siano stati già pubblicati undici decreti legislativi che attuano varie parti della riforma fiscale, non sembra che tra questi siano inclusi i decreti che rendono operative le specifiche disposizioni riguardanti la fiscalità dei capitali e la tassazione per cassa. Tuttavia, la legge delega prevede un termine massimo di 24 mesi dalla sua entrata in vigore (9 agosto 2023) per l’adozione dei relativi decreti attuativi, il che significa che tali misure dovrebbero essere implementate entro agosto 2025.

      È quindi necessario continuare a monitorare l’emanazione dei decreti legislativi futuri per verificare quando queste specifiche disposizioni entreranno in vigore.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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