Tassazione in Italia per stranieri: la guida completa

Tutto ciò che c'è da sapere sul sistema di imposizione fiscale italiano e come si applica al cittadino straniero che intende avviare un'attività.

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tassazione in Italia per stranieri
  • Il sistema fiscale italiano è complesso e include imposte dirette e indirette, come IRPEF e IVA, per finanziare le spese pubbliche e ridistribuire la ricchezza.
  • Gli stranieri residenti in Italia sono tassati sui redditi globali, ma esistono accordi per evitare la doppia imposizione e agevolazioni come la flat tax per nuovi residenti.
  • Le agevolazioni per stranieri includono il regime di tassazione agevolato, visti per investitori, benefici per lavoratori rimpatriati e visti con residenza elettiva.

La scelta di avviare un’attività in Italia comporta la necessità di comprendere appieno il complesso sistema fiscale del paese. Il Bel Paese offre infatti numerose opportunità per imprenditori stranieri, ma allo stesso tempo presenta una serie di normative fiscali che richiedono un’analisi approfondita.

In questo articolo offriremo una guida dettagliata partendo dalla struttura stessa della tassazione in Italia, tra imposte dirette e indirette, per poi arrivare alle agevolazioni fiscali e gli incentivi disponibili per gli stranieri. Inoltre, esamineremo gli aspetti legati alla residenza fiscale, le convenzioni internazionali per evitare la doppia imposizione e i vantaggi del regime di flat tax per i nuovi residenti.

Come funziona la tassazione in Italia: tutto ciò che devi sapere

Il sistema fiscale italiano è tra i più complessi d’Europa, e comprende una varietà di imposte e contributi gestiti sia a livello statale che locale. Il sistema si basa, per riassumere, su una combinazione di imposte dirette e indirette, con l’obiettivo di finanziare le spese pubbliche, ridistribuire la ricchezza e sostenere il funzionamento dello Stato. Vediamo più nel dettaglio quali sono.

1. Imposte dirette

Le imposte dirette colpiscono direttamente il reddito e il patrimonio delle persone fisiche e giuridiche. La più rilevante è l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), che si applica ai redditi prodotti da persone fisiche residenti in Italia e, in alcuni casi, anche ai redditi prodotti all’estero.

L’IRPEF è un’imposta progressiva, suddivisa in scaglioni di reddito con aliquote crescenti:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi superiori ai 28.000 euro ma inferiori ai 50.000 euro;
  • 43% per i redditi superiori ai 50.000€.

Esiste tuttavia un sistema di deduzioni e detrazioni, “sconti” sulla tassazione che possono ridurre l’ammontare dell’imposta dovuta, come quelle per carichi familiari, spese mediche e interessi sui mutui.

Le imprese sono soggette all’Imposta sul Reddito delle Società (IRES), applicata ai redditi delle società di capitali e degli enti commerciali residenti in Italia. L’IRES ha un’aliquota proporzionale del 24%. Inoltre, le imprese devono pagare l’Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP), che grava sul valore della produzione netta derivante dall’attività svolta nella regione di appartenenza.

2. Imposte indirette

Le imposte indirette colpiscono invece i consumi e le transazioni. L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), all’estero spesso conosciuta come VAT, si applica alla vendita di beni e servizi. L’aliquota ordinaria dell’IVA è del 22%, ma esistono aliquote ridotte per particolari beni e servizi, come generi alimentari, farmaci e servizi turistici.

3. Altre imposte e contributi

Oltre alle imposte principali, esistono altre tasse e contributi specifici:

  • l’Imposta di Registro si applica alla registrazione di atti e contratti;
  • l’Imposta di Bollo è dovuta su determinati documenti ufficiali;
  • l’Imposta sulle Successioni e Donazioni colpisce il trasferimento di beni per causa di morte o per donazione.

4. Sistema di previdenza sociale

Il sistema di previdenza sociale prevede il pagamento di contributi obbligatori per finanziare pensioni e prestazioni assistenziali. I contributi previdenziali sono versati dai lavoratori dipendenti, dai datori di lavoro e dai lavoratori autonomi che hanno una partita Iva.

L’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) gestisce generalmente la riscossione dei contributi e l’erogazione delle prestazioni previdenziali, anche se esistono casse previdenziali specifiche per diversi ordini professionali.

5. L’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate è l’ente principale per la gestione delle imposte e si occupa dell’accertamento, della riscossione e del contenzioso tributario. Utilizza strumenti come i controlli documentali, le verifiche sul campo e l’incrocio delle informazioni fornite dai contribuenti.

Strumenti telematici come la fatturazione elettronica e la dichiarazione dei redditi precompilata semplificano gli adempimenti fiscali e riducono l’evasione.

Residenza fiscale in Italia: regole per stranieri

Ora che abbiamo più chiaro il sistema complessivo di tassazione in Italia e tutte le sue dimensioni, passiamo a un altro punto cruciale che uno straniero che decide di fare affari nel Bel Paese deve conoscere: la residenza fiscale. Una persona fisica è considerata fiscalmente residente in Italia se, per la maggior parte dell’anno fiscale (almeno 183 giorni), soddisfa una delle seguenti condizioni:

  • è iscritta all’Anagrafe della Popolazione Residente;
  • ha il domicilio in Italia;
  • ha la residenza in Italia.

Con residenza si intende il luogo della dimora abituale, mentre il domicilio è la sede principale degli affari e interessi di un determinato soggetto.

Gli stranieri che desiderano stabilirsi in Italia devono registrarsi presso l’anagrafe del Comune di residenza per ottenere il riconoscimento della residenza ufficiale e accedere a vari servizi pubblici.

Una volta registrati, devono dichiarare tutti i redditi globali, non solo quelli prodotti in Italia. Esistono accordi di doppia imposizione per evitare che una persona paghi le imposte due volte sullo stesso reddito, ma questo aspetto verrà approfondito in seguito.

Per gli stranieri che trasferiscono la loro residenza in Italia, esistono inoltre agevolazioni fiscali come il regime dei “neo residenti”, che offre un’imposta sostitutiva sui redditi esteri per chi non è stato residente fiscale in Italia nei precedenti nove anni su dieci. Il regime prevede un’imposta forfettaria annuale su tutti i redditi esteri, rendendo il trasferimento della residenza fiscale in Italia particolarmente attraente per individui ad alto reddito.

Determinazione della residenza fiscale

C’è un’aspetto fondamentale a cui prestare attenzione, che ha messo molti stranieri con interessi economici in Italia nei guai. Le autorità italiane considerano infatti il “centro degli interessi vitali” per determinare la residenza fiscale, valutando dove una persona ha i legami personali ed economici più significativi.

Ad esempio, se una persona lavora in Italia, ha famiglia e proprietà nel paese, è probabile che sia considerata residente fiscale, anche se non trascorre fisicamente la maggior parte dell’anno in Italia.

Tassazione in Italia per stranieri: una panoramica

agevolazioni fiscali per cittadini stranieri


La tassazione per gli stranieri in Italia si basa quindi sul principio della residenza fiscale, ma c’è da fare un’importante distinzione: gli stranieri residenti fiscalmente in Italia sono tassati sui redditi globali, mentre i non residenti sono tassati solo sui redditi prodotti in Italia.

Esistono inoltre accordi bilaterali tra l’Italia e molti altri paesi per evitare la doppia imposizione, stabilendo quale paese ha il diritto di tassare specifici tipi di reddito. La doppia imposizione può verificarsi quando lo stesso reddito è tassato due volte da due diverse giurisdizioni fiscali.

Questo può accadere, ad esempio, quando un individuo o un’impresa percepiscono redditi in un paese estero che vengono tassati sia nel paese di origine che nel paese di residenza.

Per evitare questa situazione, esistono appunto accordi bilaterali, noti come convenzioni contro la doppia imposizione, che stabiliscono quale paese ha il diritto di tassare specifici tipi di reddito e spesso permettono di compensare le imposte pagate all’estero con quelle dovute nel paese di residenza.

Gli stranieri residenti in Italia sono comunque soggetti all’imposta sulle successioni e donazioni per i beni situati sia in Italia che all’estero, mentre i non residenti sono tassati solo sui beni situati in Italia. Esistono aliquote differenti a seconda del grado di parentela e sono previste alcune esenzioni e franchigie.

Come vengono tassati i redditi esteri in Italia

La normativa prevede che i residenti fiscali dichiarino e tassino tutti i redditi percepiti, indipendentemente dal luogo di produzione, seguendo il principio della tassazione mondiale.

I redditi esteri devono quindi essere inclusi nella dichiarazione dei redditi annuale nel Modello Redditi PF (ex Modello Unico), specificamente nel Quadro RW per il monitoraggio fiscale degli investimenti e delle attività finanziarie detenute all’estero.

Le plusvalenze derivanti dalla vendita di beni mobili e immobili situati all’estero sono anch’esse soggette a tassazione in Italia.

I residenti all’estero devono pagare l’IMU sugli immobili situati in Italia e dichiarare tali redditi nella loro dichiarazione dei redditi italiana, assoggettandoli all’IRPEF. I redditi di capitale, come interessi e dividendi, sono soggetti a una ritenuta alla fonte applicata dall’ente pagatore italiano.

Tassazione redditi prodotti in Italia da residenti all’estero

Per i residenti all’estero che mantengono legami economici o patrimoniali con l’Italia, la tassazione italiana si applica solo ai redditi prodotti nel territorio italiano.

I non residenti devono quindi dichiarare i redditi prodotti in Italia e pagare le relative imposte. I redditi includono:

  • redditi da lavoro dipendente e autonomo;
  • redditi derivanti da proprietà immobiliari;
  • redditi di capitali italiani;
  • redditi d’impresa generati da attività commerciali in Italia.

Flat tax in Italia per residenti stranieri: vantaggi e requisiti

La Flat tax per residenti stranieri è una misura fiscale che prevede un’imposta sostitutiva sui redditi esteri, pari a 100.000 euro annuali per il richiedente e 25.000 euro per ogni familiare incluso, regime destinato a nuovi residenti fiscali in Italia che non hanno risieduto nel paese per almeno nove degli ultimi dieci anni.

Tra i vantaggi della flat tax troviamo innanzitutto la semplicità e la certezza fiscale, che facilita la pianificazione d’impresa. Permette di includere familiari nel regime e prevede esenzioni su alcune imposte, come quelle di successione e donazione relative ai beni situati all’estero.

Il regime è opzionale e rinnovabile fino a un massimo di 15 anni. Nonostante i vantaggi, i residenti che optano per la flat tax non possono usufruire dei crediti d’imposta per le tasse pagate all’estero e il regime potrebbe non essere vantaggioso per chi genera redditi esteri inferiori alla soglia della flat tax.

Agevolazioni partita Iva per cittadini stranieri

Negli ultimi anni, i vari governi hanno introdotto diverse iniziative legislative per attrarre investitori e lavoratori stranieri, che offrono benefici fiscali e amministrativi per coloro che decidono di trasferirsi e fare affari in Italia. Ecco un riassunto delle principali agevolazioni:

  • Visto per investitori stranieri: questo visto semplifica l’ingresso in Italia per chi investe significative somme in titoli di stato, società, start-up innovative o progetti filantropici. Il visto ha una durata di 2 anni, rinnovabile per altri 3, con possibilità di ottenere la residenza a lungo termine dopo 5 anni;
  • Benefici fiscali per lavoratori impatriati: questi incentivi fiscali sono destinati a ex-lavoratori italiani e stranieri qualificati che si trasferiscono in Italia. Prevedono una tassazione ridotta del 30% del reddito imponibile per 5 anni, che può scendere al 10% se la residenza è stabilita nel Sud Italia. L’agevolazione può essere estesa per altri 5 anni in determinate condizioni. Questa spetta anche per i redditi d’impresa prodotti dai lavoratori impatriati che avviano l’attività aprendo partita Iva in Italia;
  • Visto con residenza elettiva: questo visto è rivolto agli stranieri che vogliono risiedere in Italia che non sta lavorando. Richiede l’acquisto o l’affitto di una casa, un reddito annuo di almeno €32.000 e un patrimonio finanziario stabile non derivato da attività di tipo lavorativo. Potrebbe comportare obblighi fiscali in Italia se si soggiorna per più di 183 giorni l’anno. Questo permesso può essere rilasciato a chi ne ha già uno percepito per lavoro autonomo in Italia, subordinato o per motivi familiari.

    Con tali agevolazioni, i legislatori mirano a rendere l’Italia una destinazione attraente per investimenti avvio di nuove imprese, contribuendo così al rilancio economico del paese.

    Dichiarazione dei redditi in Italia per stranieri residenti

    La dichiarazione dei redditi permette all’Agenzia delle Entrate di verificare, calcolare e riscuotere tasse, imposte e contributi previdenziali da cittadini e residenti ed è quindi un obbligo fiscale per tutti, compresi gli stranieri. La dichiarazione può essere fatta attraverso il Modello 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche, a seconda della tipologia di redditi percepiti.

    1. Modello 730: lavoratori dipendenti e pensionati

    Il modello 730 è una dichiarazione dei redditi semplificata utilizzata dai lavoratori dipendenti e dai pensionati in Italia per comunicare al fisco i propri redditi e le eventuali detrazioni o deduzioni a cui hanno diritto.

    Questo documento precompilato è particolarmente vantaggioso perché non richiede calcoli complessi e consente di ricevere eventuali crediti o pagare eventuali debiti direttamente tramite il datore di lavoro o l’ente pensionistico.

    La compilazione può essere fatta autonomamente, ma è comune rivolgersi a professionisti del settore fiscale o a centri di assistenza fiscale (CAF) per garantirne la correttezza.

    Il modello 730 include informazioni sui redditi percepiti, come salari e pensioni e consente di dichiarare oneri deducibili e detraibili, come spese mediche, interessi sui mutui, assicurazioni e contributi previdenziali. Al termine della compilazione, il modello viene inviato all’Agenzia delle Entrate che provvede al calcolo delle imposte dovute o dei rimborsi spettanti.

    2. Modello Redditi Persone Fisiche: imprenditori e lavoratori autonomi

    Questo modello sostituisce il tradizionale Modello 730 per coloro che hanno redditi particolari, come:

    • redditi da lavoro autonomo;
    • redditi d’impresa;
    • redditi di partecipazione;
    • redditi di capitale non tassati alla fonte.

    Il modello Redditi Persone Fisiche, indicato per chi ha una partita Iva, è composto da diverse sezioni che permettono di dichiarare tutte le tipologie di reddito percepito durante l’anno fiscale, comprese le detrazioni e le deduzioni a cui si ha diritto. Questo modello consente anche di compensare eventuali crediti d’imposta con debiti verso lo Stato.

    Per compilare il modello Redditi Persone Fisiche, è necessario raccogliere tutta la documentazione relativa ai redditi percepiti, come:

    Una volta compilato, il modello deve essere presentato all’Agenzia delle Entrate entro i termini stabiliti dalla normativa fiscale italiana, quest’anno entro il 15 ottobre 2024, in riferimento ai redditi del 2023.

    Autore
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    Francesca Di Feo

    Redattrice Partitaiva.it

    Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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