- La tassa sugli extraprofitti viene applicata alle grandi aziende produttrici e venditrici di energia elettrica e gas.
- La tassa comporta il pagamento di un contributo in base alla quota di fatturato extra che eccede di almeno il 10% quello dei quattro periodi di imposta precedenti, per le aziende produttrici e venditrici di energia e gas.
- La tassa sugli extraprofitti subisce alcune variazioni nel 2023 a seguito del Decreto Bollette.
Si è parlato molto della cosiddetta tassa sugli extraprofitti, con la quale finanziare le misure messe in atto dal Governo per contenere gli aumenti di luce, gas e carburanti. A dover pagare questa tassa sono le grandi aziende produttrici e venditrici di energia.
Questa imposta tuttavia non avrebbe condotto al gettito sperato alle casse dello stato, e da un lato è stata criticata come anticostituzionale, dall’altro vista come un flop.
La tassa sugli extraprofitti, viene pagata da grandi aziende come Eni ed Enel. Con l’arrivo del Decreto Bollette 2023, arrivano alcune novità sull’imposta, per cui si parla di una tassa che porterà allo stato un’entrata economica minore, nella misura di 400 milioni di euro in meno.
Indice
Tassa sugli extraprofitti: come funziona
Il Governo guidato da Mario Draghi aveva preso una decisione accompagnata da non poche polemiche: introdurre la tassa sugli extraprofitti, che va a colpire direttamente le aziende che operano nel settore energetico.
Una decisione che, oltre ad aver alimentato un ampio dibattito, ha generato molte speculazioni sulle aziende coinvolte.
Un secco no su questo progetto era arrivato subito da Confindustria, che aveva provveduto a bocciare la misura del Governo, sottolineando come questa era considerata deludente e anticostituzionale. La tassa è stata applicata, tuttavia non ha raggiunto i risultati sperati dal governo in termini di gettito.
Inizialmente l’imposta prevedeva che le aziende che hanno avuto un aumento di saldo superiore a 5 milioni di euro, dovevano versare il 10% dei profitti ulteriori superata la soglia. Successivamente la percentuale è stata innalzata al 25%, tuttavia il governo non ha raccolto le somme ipotizzate inizialmente.
A cosa serve la tassa sugli extraprofitti
La tassa sugli extraprofitti di fatto è un prelievo straordinario. Si tratta, in estrema sintesi, di una tassa vera e propria, applicata direttamente all’extraprofitto, nel caso in cui questo sia superiore a 5 milioni euro.
I soggetti, che saranno costretti a pagarla, sono i produttori ed i rivenditori di energia elettrica, prodotti petroliferi e gas, che hanno ottenuto grande fatturato negli scorsi mesi. L’imposta è stata introdotta con l’obiettivo di sostenere le diverse misure di aiuto a famiglie e imprese a fronte dell’aumento di prezzo di energia e gas degli ultimi anni.
Ma come si arriva ad ottenere l’extraprofitto? In un modo molto semplice: si procede a sottrarre tutte le operazioni attive e quelle passive, al netto dell’Iva, fatturate nel periodo compreso tra il 1° ottobre 2020 ed il 31 marzo 2021, da quelle effettuate nello stesso periodo a cavallo tra il 2021 ed il 2022. In questo modo si riesce a capire quali sono le aziende che devono pagare questo obolo.
Il Governo aveva stimato di incassare qualcosa come 9 miliardi di euro, tuttavia tali soglie non sono state raggiunte. Si è parlato nel momento iniziale della misura di un accumulo di appena 1,2 miliardi di euro. Molte delle somme dovute non sono state versate, e in parte le aziende energetiche hanno rifiutato di fatto di pagare queste cifre.
La tassa sugli extraprofitti è incostituzionale?
La tassa sugli extraprofitti ha aperto la porta a molti dubbi e a molte perplessità, legate non solo ai conti effettuati dal governo. Partiamo da una considerazione: questa nuova imposta ha come base imponibile i profitti, che le aziende hanno realizzato nel semestre in scadenza: è quindi una tassa retroattiva. Quindi ritenuta da molti incostituzionale.
L’Istituto Bruno Leoni aveva correttamente sottolineato che istituire per decreto un tributo dalle caratteristiche nuove cozza con lo Statuto del Contribuente. La tassa sugli extraprofitti è innovativa, perché va a collocarsi a metà strada tra un’addizionale Ires e Iva.
Ma la misura ha fatto sorgere diverse questioni: è corretto far passare il concetto che le società maturino dei profitti extra? Quale dovrebbe essere il limite massimo degli utili di un’azienda?
Ma soprattutto perché questo principio dovrebbe valere solo e soltanto per alcune imprese e per altre no? Nonostante le iniziative siano già state messe in campo dal governo, i dubbi rimangono molteplici.
Tassa sugli extraprofitti 2023: novità
Per il 2023 questa tassa potrebbe ancora subire delle variazioni. Il Decreto Bollette infatti ha modificato alcune caratteristiche della misura, andando ad escludere dalla base imponibile su cui si calcola la cifra dovuta, l’utilizzo di riserve in sospensione d’imposta.
Come conseguenza diretta, sarà ancora minore l’entrata economica verso lo stato: si parla di almeno 404 milioni di euro in meno. Il ricalcolo della base imponibile viene determinato con un’esclusione dal reddito complessivo di Ires 2022, l’uso di riserve del patrimonio netto in sospensione d’imposta e per la copertura di vincoli fiscali.
la riduzione della base imponibile su cui calcolare la tassa è stimata nei termini di 1,6 miliardi di euro. Come bilanciamento, vengono ridotte le risorse finanziarie connesse alla manovra 2023, per 4,9 miliardi di euro.
Tuttavia rimangono attive per il 2023 diverse misure di sostegno per famiglie e imprese contro il caro bollette. In conclusione, con le modifiche diminuisce ancora il gettito atteso da questo tipo di imposta.
Tassa sugli extraprofitti 2023 – Domande frequenti
Devono provvedere al pagamento le aziende che operano nel settore energetico, che hanno cumulato grande fatturato negli scorsi anni. Scopri quali aziende devono pagarla nell’articolo.
La tassa sugli extraprofitti a carico delle aziende che producono e rivendono energia si calcola a partire dal profitto aggiuntivo generato dalle aziende che producono e vendono energia nel corso degli ultimi anni.
Con il Decreto Bollette diminuisce la base imponibile su cui calcolare questa tassa: ecco tutte le novità da conoscere.
Valeria Oggero
Giornalista