- Il nuovo governo, insieme al Decreto Lavoro, provvede ad applicare un netto taglio al cuneo fiscale, semplificando molte imposte e riducendo le tasse per diversi contribuenti.
- Il taglio al cuneo fiscale porterà ad un leggero aumento delle buste paga per i lavoratori.
- Aumenta la soglia dei fringe benefit detassati, fino a 3.000 euro.
Il governo Meloni ha annunciato da diversi mesi l’intervento sul sistema fiscale complessivo, tramite un taglio al cuneo fiscale che coinvolge lavoratori e imprese. Con il Decreto Lavoro vengono introdotte diverse misure che modificano alcune imposte, riducendone il peso sui contribuenti.
Per il lavoro si parla principalmente di uno sgravio di tipo contributivo sulle somme a carico dei lavoratori, calcolato in percentuale in base al reddito annuo effettivo. Questo intervento viene applicato dal governo coinvolgendo almeno 19 milioni di lavoratori dipendenti, tuttavia il periodo di accesso allo sgravio è piuttosto limitato, perché si parla di sei mesi.
Nel frattempo anche i fringe benefit subiscono alcune variazioni: aumenta la soglia detassata, passando da 268 euro a 3.000 euro, solamente per lavoratori dipendenti con figli a carico. Vediamo nell’articolo tutti gli interventi previsti e cosa cambierà per lavoratori e imprese con il taglio al cuneo fiscale.
Indice
Taglio al cuneo fiscale 2023: cosa prevede
Il taglio al cuneo fiscale è uno dei principali interventi del Decreto Lavoro, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. Il decreto interviene con misure specifiche in diverse direzioni: a partire dal taglio delle tasse a carico dei lavoratori dipendenti all’introduzione di una misura alternativa al reddito di cittadinanza, con l’assegno di inclusione.
Il Decreto Lavoro in particolare va a rafforzare ulteriormente l’intervento sul cuneo fiscale, incrementando il taglio delle tasse previsto inizialmente dalla Legge di Bilancio 2023. Si tratta di un intervento che coinvolgerà almeno 19 milioni di lavoratori dipendenti, che vedranno un leggero aumento in busta paga come effetto collaterale del taglio delle tasse.
Il taglio al cuneo fiscale quindi arriverà insieme ad altri interventi previsti per il lavoro, dall’apposito decreto, che per le imprese interviene anche sulla flessibilità dei contratti lavorativi. A questo proposito infatti per le aziende sarà più facile rinnovare i contratti a tempo determinato dopo i primi 12 mesi.
Per ciò che riguarda il taglio delle tasse, in governo ha annunciato un intervento specifico, finanziato da 4 miliardi di euro, che avrà effetto solamente per un periodo limitato di tempo, ovvero dal 1 luglio 2023 al 31 dicembre 2023. Il taglio al cuneo fiscale si allarga quindi di altri 4 punti percentuali.
Taglio al cuneo fiscale: simulazione
Per fare una simulazione di come verrà applicato il taglio al cuneo fiscale, bisogna prendere come riferimento il reddito annuo dei lavoratori dipendenti. Principalmente le modifiche saranno le seguenti, e coinvolgeranno i redditi medio bassi:
- redditi fino a 25.000 euro: lo sgravio contributivo passa dal 3% al 7%;
- redditi fino a 35.000 euro: lo sgravio contributivo passa dal 2% al 6%.
Il taglio del cuneo fiscale agisce quindi direttamente sulla quantità di contributi previdenziali versati dal lavoratore, per un periodo di sei mesi. Non è ancora chiaro come verrà applicato il taglio contributivo invece a partire dal 2024, per cui si ipotizza che dovranno essere destinati nuovi fondi per l’intervento.
Con una rapida simulazione, si può ipotizzare che un taglio del cuneo fiscale di questo tipo avrà come effetto collaterale un aumento in busta paga delle somme percepite dal lavoratore. Tale aumento varia all’aumentare del reddito annuo percepito.
Per fare qualche esempio, un lavoratore che percepisce 10.000 euro lordi in busta paga, vedrà un aumento di circa 45 euro al mese. Chi invece percepisce un reddito fino a 35.000 euro lordi all’anno, vedrà in busta paga un aumento che si avvicina a 100 euro mensili.
Secondo quanto previsto dal tagli al cuneo fiscale, questo non inciderà sulla tredicesima, mentre i dipendenti che percepiscono reddito superiore a 35.000 euro annui non ne verranno di fatto coinvolti.
I fondi per il taglio alle tasse
Come anticipato, i fondi a disposizione del governo per intervenire con un taglio al cuneo fiscale di questa portata sono di 4 miliardi di euro, e l’intervento avrà una conclusione a fine dicembre 2023. Tuttavia si fanno già le prime ipotesi per ciò che riguarda il 2024.
Per poter eventualmente prorogare questo taglio al cuneo fiscale, il governo dovrebbe accantonare almeno altri 12 miliardi di euro per tutto il 2024, cifre che al momento sembrano molto lontane dalle somme a disposizione per ulteriori interventi.
Il taglio al cuneo fiscale quindi potrebbe terminare quest’anno, e avere una durata temporale piuttosto breve, di sei mesi. Per intervenire in questa direzione inoltre, il governo è intervenuto sul deficit, pur rimanendo entro le soglie previste.
L’intervento riguarderà un’ampia platea di lavoratori, che potranno ricevere un aumento direttamente in busta paga, in linea con gli obiettivi del governo di facilitare il potere di acquisto dei cittadini. Insieme al Decreto Lavoro tuttavia arrivano anche altri tipi di interventi, come le nuove misure a sostituzione del reddito di cittadinanza.
Non solo taglio al cuneo fiscale: l’intervento sui fringe benefit
Un intervento che viene introdotto insieme al taglio del cuneo fiscale, e che inciderà direttamente sulla busta paga dei lavoratori, è quello sui fringe benefit.
Si parla a questo proposito di una conferma alla recente proposta del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti di aumentare la soglia dei fringe benefit detassati per i lavoratori con figli a carico.
A questo proposito con il Decreto Lavoro viene confermato anche un intervento mirato ai lavoratori con figli, ovvero un innalzamento di tale soglia da 268 a 3.000 euro.
Anche questo intervento viene programmato per consentire un vantaggio maggiore ai lavoratori dipendenti, in linea con quanto è stato già fatto precedentemente con questo beneficio.
Reddito di cittadinanza sostituito dall’assegno di inclusione
Un intervento di larga scala è anche quello previsto dal Decreto Lavoro sul reddito di cittadinanza, che viene definitivamente accantonato. Al suo posto arriva l’assegno di inclusione, a partire da gennaio. La misura è rivolta alle famiglie in cui è presente una persona non occupabile, ovvero un minore, un disabile o un soggetto over 60.
In questi casi si parla di una erogazione mensile di 500 euro, maggiorata di 280 nel caso in cui la famiglia vive in affitto. Una ulteriore maggiorazione viene garantita ai nuclei familiari in cui sono presenti solamente persone non occupabili.
La misura verrà applicata per 18 mesi, a cui seguirà un mese di sospensione e un’eventuale proroga ulteriore di 12 mesi. Come per il reddito di cittadinanza, anche per l’assegno di inclusione è necessario rispettare alcuni requisiti all’accesso.
Si parla della residenza in Italia per almeno di 5 anni, con ISEE minore di 9.360 euro, e un reddito famigliare inferiore a 6.000 euro. Sono anche applicati particolari requisiti per ciò che riguarda le proprietà immobiliari e di veicoli.
Taglio al cuneo fiscale – Domande frequenti
Il taglio al cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti è previsto a partire da maggio 2023, tuttavia per il periodo che va da luglio a dicembre viene aumentato lo sgravio, secondo questi parametri.
Con il taglio al cuneo fiscale voluto dal governo Meloni, chi percepisce un guadagno inferiore a 35.000 euro lordi all’anno avrà alcuni benefici in busta paga: ecco la simulazione.
Il governo ha approvato l’allargamento della soglia detassata dei fringe benefit fino a 3.000 euro per lavoratori con figli a carico.
Salve se il mio lordo annuo è di 35.050 euro, rientrerò nel taglio del cuneo?
Buongiorno,
sembrerebbe di no, purtroppo.
Grazie per averci scritto