- La Svizzera è uscita dalla black list italiana stilata nel 1999 con il DM del 4 maggio.
- La black list è una lista dei Paesi con particolari regimi fiscali agevolati, noti anche come paradisi fiscali.
- Per i lavoratori frontalieri in smart working vengono presi nuovi accordi provvisori, che saranno applicati fino al 30 giugno 2023.
Nella giornata del 20 aprile 2023 la consigliera federale Karin Keller-Sutter e il ministro delle finanze italiano Giancarlo Giorgetti hanno firmato una dichiarazione politica che porterà all’uscita della Svizzera dalla black list italiana.
L’Italia prevede una black list dei paradisi fiscali, un elenco dei Paesi relativo alla presunzione di residenza fiscale per le persone fisiche gestito dall’Agenzia delle Entrate.
Fino al 2016 la Svizzera non ha garantito lo scambio di informazioni con l’Italia e per tale motivo è rimasta nella black list italiana. Tuttavia, dal 2017 in poi, con l’entrata in vigore degli accordi sulla cooperazione finanziaria, sono venuti a mancare i presupposti che mantenevano la Svizzera all’interno di questa lista.
Durante l’incontro sono stati discussi anche altri temi legati all’esclusione della Svizzera dalla black list, come il lavoro agile e i frontalieri.
Indice
Svizzera fuori dalla black list: cosa cambia
Con l’uscita della Svizzera dalla black list italiana la principale conseguenza è che non sarà più prevista l’inversione dell’onere della prova, finora a carico del soggetto espatriato.
Ciò significa che il soggetto espatriato non sarà più chiamato a dimostrare il suo effettivo radicamento in Svizzera per far in modo che cada la presunzione legale di residenza in Italia.
Perciò, il soggetto italiano che si trasferisce in Svizzera, e trasferirà lì anche la sua residenza fiscale, non dovrà più provare che il suo trasferimento non è fittizio.
Sarà, invece, compito dell’Amministrazione finanziaria provare gli effettivi elementi di collegamento con l’Italia del soggetto espatriato.
Di conseguenza, uno degli effetti a cui si potrà assistere sarà un incremento dei trasferimenti dall’Italia alla Svizzera e ad una riduzione dell’attività di accertamento.
Ciò non liberà, tuttavia, il soggetto dall’obbligo di iscriversi all’AIRE e di trasferire il proprio centro di interessi dall’Italia al paese di destinazione.
Un’altra conseguenza importante riguarda le sanzioni legate al monitoraggio fiscale. Infatti, fino ad oggi il residente in Italia che non dichiarava attività finanziarie svizzere era tenuto a pagare sanzioni doppie rispetto a quelle ordinarie, quindi invece di una sanzione che va dal 3% al 15%, era tenuto a pagare sanzioni che andavano al 6% al 30%.
Frontalieri con la Svizzera e smart working
Con l’accordo preso, i due ministri hanno anche concordato una soluzione transitoria per quanto riguarda i lavoratori frontalieri in smart working, in vigore fino al 30 giugno 2023.
I ministri di Italia e Svizzera hanno, infatti, stipulato un nuovo accordo amichevole che sarà firmato nel momento in cui l’Italia avrà varato le basi legali per lo stralcio del paese svizzero dalla black list.
Il nuovo accordo sarà una soluzione transitoria relativa all’imposizione del telelavoro per i frontalieri, in base a quanto stabilito dall’accordo del 1974.
Sulla stessa tematica la Svizzera aveva già concluso accordi con la Francia concordando per una “Dichiarazione congiunta relativa all’istituzione di un accordo provvisorio applicabile ai lavoratori transfrontalieri al fine di ottenere norme fiscali permanenti per il telelavoro”.
Si attendono, quindi, le novità per capire quali saranno i dettagli del nuovo accordo, che sarà la prosecuzione del precedente accordo scaduto nel mese di febbraio.
Svizzera fuori dalla black list: le novità per i frontalieri
Ill 23 dicembre 2020 i due Paesi avevano firmato un nuovo accordo sull’imposizione dei lavoratori frontalieri e un protocollo che mirava ad evitare le doppia imposizione.
L’obiettivo era quello di adeguare il quadro giuridico-fiscale per eliminare, così, le doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe dei lavoratori frontalieri. Questo testo disciplina anche il trattamento economico dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia.
Secondo il nuovo accordo, i redditi degli italiani guadagnati in Svizzera saranno tassati per l’80% in Svizzera, e dovrà essere poi presentata la dichiarazione dei redditi in Italia.
È anche previsto un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano (o hanno lavorato fino al 2018) in Svizzera, per cui si applica un regime di tassazione esclusivao in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell’accordo.
Invece, la Svizzera verserà fino alla fine del 2033 una compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine. Questa sarà pari al 40% dell’imposta alla fonte prelevata dalla Svizzera.
Intanto il ministro italiano Giorgetti, a capo del Ministero delle Finanze, si è mostrato fiducioso che a breve il nostro Parlamento ratificherà il nuovo accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri risalente nel 2020. Tale accordo era stato già approvato dalle Camere federali nel marzo 2022.
Black list: cos’è e la lista dei paradisi fiscali
La black list è la lista gestita dall’Agenzia delle Entrate che raccoglie tutti gli stati fiscalmente privilegiati ai fini Irpef. Molti soggetti vedono questi paesi come luoghi ideali per aprire attività di impresa e ottenere l’accesso ad un regime di tassazione vantaggioso.
In base a questa lista, sono considerati residenti italiani tutti quei cittadini cancellati dalle anagrafi della popolazione residente ed emigrati in stati o territori aventi un regime fiscale privilegiato.
L’obiettivo di questa lista è la lotta all’evasione e all’elusione fiscale internazionale. Oggi i Paesi inseriti nella lista dei paradisi fiscali sono:
- Alderney;
- Andorra;
- Antigua e Barbuda;
- Antille Olandesi;
- Aruba;
- Bahama;
- Bahrein;
- Barbados;
- Belize;
- Bermuda;
- Brunei;
- Costa Rica;
- Dominica;
- Emirati Arabi Uniti;
- Ecuador;
- Filippine;
- Gibilterra;
- Gibuti;
- Grenada;
- Guernsey;
- Hong Kong;
- Isola di Man;
- Isole Cayman;
- Isola Cook;
- Isole Marshall;
- Isole Vergini Britanniche;
- Jersey;
- Libano;
- Liberia;
- Liechtenstein;
- Macao;
- Malaysia;
- Maldive;
- Mauritius;
- Monserrat;
- Nauru;
- Niue;
- Oman;
- Panama;
- Polinesia Francese;
- Principato di Monaco;
- Sark;
- Seicelle;
- Singapore;
- Saint Kitts e Nevis;
- Saint Lucia;
- Saint Vincent e Grenadine;
- Taiwan;
- Tonga;
- Turks e Caicos;
- Tuvalu;
- Uruguay;
- Vanuatu;
- Samoa.
Vi è, poi, una suddivisione dell’elenco tra:
- lista nera: paesi e territori che non si sono impegnati a rispettare gli standard internazionali;
- lista grigia: paesi e territori che si sono impegnati a rispettare gli standard internazionali, ma che hanno siglato degli accordi per rispettarli in futuro;
- lista grigio chiara, ovvero paesi propensi ad aggiornarsi per rispettare gli standard.
Svizzera fuori dalla black list italiana – Domande frequenti
La principale conseguenza dell’uscita della Svizzera dalla black list è che non sarà più prevista l’inversione dell’onere della prova a carico dei soggetti espatriati.
La black list è la lista dei Paesi considerati paradisi fiscali che presentano un regime fiscale privilegiato. Ecco l’elenco completo.
La Svizzera, considerata un Paese a fiscalità privilegiata, dal 2017 era fuori dalla “lista nera”, ma ancora iscritta alla “lista grigia”. Tuttavia, il 20 aprile 2023 i ministri di Italia e Svizzera hanno firmato una dichiarazione politica che porterà all’uscita ufficiale della Svizzera dalla lista.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale