Streaming e tasse: le nuove regole IVA in vigore dal 2025

Tutte le novità da sapere per gli organizzatori di eventi in streaming a pagamento che operano su scala internazionale: ecco dove andrà versata l'IVA.

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streaming e tasse
  • L’Italia assimila la direttiva europea 2022/542 sulla gestione dell’IVA applicabile agli eventi in streaming a pagamento.
  • Con le nuove regole, in vigore a partire dal 1 gennaio 2025, l’imposta si applicherà nel paese di residenza del cliente.
  • La normativa si applica esclusivamente agli eventi in streaming a pagamento, condizione che non riguarda ad esempio Twitch, dove i contenuti sono gratuiti o sostenuti da altre forme di monetizzazione.

Con il DLGS n. 180/20241, l’Italia recepisce ufficialmente la direttiva europea 2022/542 per introdurre importanti novità in merito alla gestione dell’IVA applicabile agli eventi in streaming a pagamento, come concerti, conferenze, spettacoli teatrali e mostre trasmessi esclusivamente online.

Le nuove regole, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2025, puntano a risolvere alcune ambiguità normative sorte con l’esplosione delle piattaforme digitali. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e come adeguarsi.

Eventi in streaming e tasse

Fino a oggi, le regole sulla territorialità IVA prevedevano che per gli eventi culturali, artistici, sportivi o simili, in cui era previsto il pagamento di un biglietto per l’accesso, l’imposta si applicasse nel luogo in cui si svolgeva fisicamente l’evento.

Il sistema, però, non era più adeguato all’era digitale. Con l’avvento dello streaming, gli spettatori possono infatti seguire spettacoli, concerti, mostre o conferenze da qualsiasi parte del mondo. La normativa, ormai obsoleta, non specificava però come trattare eventi esclusivamente virtuali e dunque gli operatori non avevano regole uniformi su come dichiarare e versare l’IVA per gli spettatori residenti in diversi paesi.

La direttiva europea 2022/542, che regola la tassazione degli eventi virtuali a pagamento, ha così razionalizzato un principio chiaro: l’IVA per gli eventi in streaming si applica nel paese di residenza del cliente, sia esso un privato o un’azienda. Questo significa che:

  • per i privati, committenti non soggetti passivi IVA, l’IVA si paga nel paese in cui il cliente ha la residenza abituale o il domicilio. Ad esempio, uno spettacolo teatrale trasmesso in streaming a spettatori italiani sarà soggetto all’aliquota IVA italiana, anche se l’organizzatore è stabilito all’estero;
  • per le aziende, committenti soggetti passivi IVA, l’IVA si applica nel paese in cui il cliente è stabilito o ha la sede operativa. Ad esempio, se un’azienda italiana acquista un webinar trasmesso dalla Germania, la prestazione è soggetta all’IVA italiana.

Streaming e IVA: ecco come adeguarsi

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Gli organizzatori di eventi in streaming a pagamento dovranno dunque premurarsi di determinare il paese di residenza o domicilio abituale degli spettatori. Per i privati è un po’ più semplice, mentre per le aziende, anche quelle che operano a livello internazionale, sarà invece necessario verificare la sede legale o operativa.

Per semplificare la gestione dell’IVA nei diversi paesi dell’UE, gli organizzatori utilizzeranno il sistema OSS (One Stop Shop), di cui comprenderemo il funzionamento in seguito. Per ora, basti sapere che il sistema calcola automaticamente l’importo dell’IVA per ciascun paese e permette di versarla tramite piattaforma digitale, che si occupa a sua volta di distribuirlo alle autorità fiscali competenti.

Cos’è e come si usa il sistema One Stop Shop

Il sistema One Stop Shop (OSS) è una piattaforma digitale introdotta dall’Unione Europea per semplificare la gestione dell’IVA nei casi di transazioni internazionali.

Se un organizzatore di eventi desidera vendere biglietti per eventi in streaming a clienti residenti in diversi Stati membri, l’OSS consente di dichiarare e versare l’IVA in un unico luogo, senza la necessità di doversi registrare fiscalmente in ogni paese in cui operano i clienti. Ecco i passaggi per utilizzarlo:

  • il primo passo è effettuare la registrazione attraverso il portale messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate del tuo Stato membro in cui sei stabilito. Una volta registrato, l’utente riceverà un identificativo che gli permetterà di accedere al sistema;
  • per ogni transazione, l’utente dovrà raccogliere informazioni sul paese di residenza del cliente, poiché è qui che verrà applicata l’aliquota IVA;
  • ogni tre mesi, il contribuente dovrà accedere al portale OSS e compilare una dichiarazione che includa tutte le vendite effettuate nei diversi Stati membri. Il sistema calcola automaticamente l’importo dell’IVA dovuta per ciascun paese in base alle rispettive aliquote nazionali;
  • una volta confermata la dichiarazione, sarà possibile saldare l’IVA in un unico pagamento e sarà il sistema OSS a distribuire le somme ai vari Stati membri.

    Come dichiarare le entrate su Twitch?

    Un caso particolare riguarda però gli streamer su piattaforme come Twitch, che monetizzano attraverso diverse fonti di guadagno. Per quanto riguarda gli abbonamenti, l’IVA viene gestita direttamente dalla piattaforma, che applica l’aliquota del paese di residenza dello spettatore e si occupa di versarla alle autorità competenti.

    Le donazioni, invece, se gestite dallo streamer tramite servizi come PayPal, non rientrano nell’IVA poiché non rappresentano una vendita di beni o servizi.

    Così come gli introiti derivanti da pubblicità e partnership, che sono considerati reddito professionale e sono dunque soggetti alle regole fiscali ordinarie previste per questa tipologia di entrate. Le nuove norme si vanno ad applicare esclusivamente sugli eventi trasmessi in streaming, di tipo culturale, artistico, sportivo o scientifico. 

    1. Decreto legislativo 13 novembre 2024, n. 180, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it
      ↩︎

    Autore
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    Francesca Di Feo

    Redattrice Partitaiva.it

    Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.

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