- La retribuzione oraria media lorda in Italia è di 16,8 euro, ma scende a 15,9 euro per le donne, rilevando un gender pay gap non indifferente. Per calcolare il netto bisogna ancora togliere da queste cifre contributi e tasse, ottenendo circa 12 euro.
- I giovani under 30 sono i più svantaggiati: guadagnano il 36,4% in meno rispetto a chi ha superato 50 anni.
- Il costo del lavoro per un’impresa italiana è mediamente di 29,8 euro all’ora, includendo oltre alla paga per il lavoratore anche tasse, contributi, scatti di anzianità, straordinari, versamenti INAIL e altre indennità.
Nel nostro paese la retribuzione media, in riferimento a dati Istat appena pubblicati1, è di 15,9 euro per le donne e di 16,8 euro per gli uomini, all’interno di imprese con almeno 10 dipendenti. Queste cifre fanno riferimento in questo caso ad ottobre 2022.
Ma gli importi sono da considerarsi al lordo di imposte e contributi: in Italia lo stipendio netto orario si può calcolare a togliendo dalla paga lorda, ovvero dall’importo complessivo, i contributi da versare all’ente previdenziale e le tasse per lo Stato. Nella pratica quindi il lavoratore percepisce in busta paga una cifra ancora più bassa.
Oltre ad una sostanziale differenza tra uomini e donne nelle retribuzioni, che variano anche in base alla zona in cui ci si trova e al settore di appartenenza, spicca anche una critica differenziazione di età: i giovani guadagnano nettamente meno rispetto a chi ha più anni di esperienza, elemento che aggrava la condizione di questa categoria.
Indice
Stipendio orario medio in Italia
La situazione dei salari in Italia continua ad essere preoccupante, se paragonata a quello che accade in altri paesi: siamo infatti sotto alla media europea. Nonostante la presenza di diversi CCNL divisi per settore, la mancanza di un vero e proprio salario minimo comporta la presenza di situazioni critiche in cui un lavoratore non può permettersi di comprare casa o pagare un affitto con il proprio stipendio.
L’Istat ha individuato nella cifra di 16,8 euro l’ora l’importo medio percepito dai lavoratori, ma bisogna considerare che a questo importo vanno sottratti i contributi per la pensione e le tasse da pagare allo Stato. Nella pratica, facendo un calcolo veloce, si ricevono poco più di dieci euro all’ora netti.
La retribuzione lorda media annua, ovvero la RAL, dei lavoratori italiani è di 37.302 euro, tenendo presente la paga di un lavoratore a tempo pieno in riferimento ad ottobre 2022. Le lavoratrici donne percepiscono importi ancora più bassi, ovvero una media di 33.807 euro annui. Per ottenere il netto, bisogna togliere una grossa fetta di tasse e contributi.
Se questi sono gli stipendi medi percepiti, va considerato che possono oscillare di molto in base alla zona in cui ci si trova, all’età e al settore in cui si lavora.
Stipendio orario medio in Italia per genere
La retribuzione oraria media si differisce in base al settore in cui ci si trova, ma anche in base al sesso: il gender gap in Italia è ancora molto elevato, rilevando disparità evidenti tra uomini e donne. Gli importi in tabella sono indicati come lordi per singola ora lavorata, in riferimento ad una media matematica.
Per ogni ora di lavoro svolta, una donna in Italia percepisce 15,9 euro lordi, mentre un uomo ne riceve 16,8. Per calcolare il netto orario (ovvero l’importo che il lavoratore effettivamente riceverà in busta paga) bisogna sottrarre tasse e contributi.
Settore | Retribuzione oraria donne | Retribuzione oraria uomini | Retribuzione oraria, media totale |
Industria in senso stretto | 13,8€ | 16,0€ | 15,4€ |
Costruzioni | 13,1€ | 13,8€ | 13,7€ |
Servizi di mercato | 13,3€ | 15,5€ | 14,6€ |
Altri servizi | 18,6€ | 21,2€ | 19,6€ |
Totale | 15,9€ | 16,8€ | 16,4€ |
Come calcolare lo stipendio orario netto
Vediamo come conoscere l’importo netto orario, ovvero la paga corrisposta direttamente al lavoratore. Per fare un rapido esempio, se abbiamo 16,4 euro lordi e siamo soggetti all’IRPEF, con circa 34.000 euro lordi annui rientreremo nel secondo scaglione, al 35% di tassazione. Utilizzando il nostro calcolatore di stipendio netto, specifichiamo ad esempio di avere un contratto indeterminato con 13 mensilità nella regione Piemonte.
Otteniamo una retribuzione media lorda di 2.615,38 euro mensili, che corrisponde ad un netto di 1.929,35 euro. Ogni mese pagheremo 240,35 euro all’INPS e 445,68 euro di IRPEF, ma avremmo il diritto a 127,12 euro di detrazioni.
Per calcolare qual è il netto orario, ipotizzando un mese da 20 giorni lavorativi, otteniamo 12,05 euro orari netti (per una giornata di 8 ore di lavoro e a tempo indeterminato). Abbiamo effettuato questo calcolo senza tenere conto di eventuali bonus e agevolazioni possibili.
Stipendio orario medio per età
Viene rilevato che all’aumentare dell’età, corrisponde anche un incremento della paga per il lavoratore. I dati infatti dimostrano come ancora una volta a percepire i guadagni più bassi siano proprio i giovani, che si trovano in una fascia di età dai 15 ai 29 anni.
Per fare un esempio concreto, nelle attività manifatturiere sono state riscontrate, sempre in riferimento al 20222, le seguenti paghe orarie lorde:
- lavoratori maschi dai 15 ai 29 anni: 11,30 euro;
- lavoratori maschi dai 30 ai 49 anni: 14,00 euro;
- lavoratori maschi con più di 50 anni: 15,25 euro.
Ci sono settori in cui le differenze sono particolarmente marcate, come quello dell’informazione e della comunicazione, ma anche le attività finanziarie e di assicurazione e le attività scientifiche o tecniche. Il contesto del lavoro giovanile in Italia è storicamente attraversato da non poche difficoltà: dai contratti precari all’utilizzo indiscriminato di stage e tirocini, fino alla difficoltà stessa di essere assunti a tempo indeterminato.
Le conseguenze di queste dinamiche sono sotto gli occhi di tutti: una denatalità accentuata spesso collegata a motivi economici, un calo nell’apertura di mutui con gli istituti bancari per acquistare una prima casa, la difficoltà dei giovani nell’uscire dall’abitazione di famiglia. A questo proposito, l’età media per il raggiungimento dell’indipendenza nel nostro paese di attesta sui 30 anni, contro i 26,4 anni di media europea.
Costo del lavoro: quanto pesa alle imprese
Un conto è la cifra che effettivamente il lavoratore riceve per ogni ora svolta, al netto di imposte e contributi, un conto invece è ciò che l’azienda paga per il proprio dipendente. Riprendendo il calcolo fatto prima, per il lavoratore assunto a tempo indeterminato che percepisce 12,05 euro netti all’ora, all’impresa mensilmente costerà ben 3.893,21 euro complessivi.
Da qui è facile immaginare come mai molte aziende, soprattutto di piccole dimensioni, scelgono di avvalersi di collaborazioni esterne a partita IVA, lavoratori in stage o tirocinio o preferiscono contratti di lavoro a tempo determinato (purtroppo talvolta procedendo ai limiti della legalità). Il costo del lavoro a livello orario in Italia è particolarmente elevato, anche se lo mettiamo a confronto con altri paesi europei.

Come si può vedere dal grafico proposto da Eurostat per il 20233, per ogni ora svolta dal lavoratore, un’azienda in Europa paga tra 9,30 e 53,9 euro all’ora complessivi. In Italia il costo orario è passato dai 25,20 euro del 2008 ai 29,8 euro del 2023. Ci superano paesi come Finlandia, Svezia, Germania e Francia, mentre registrano costi minori ad esempio Spagna, Portogallo, Grecia e Romania.
Quello che è chiaro da questi dati è la forte differenza tra il costo sostenuto dall’impresa per ogni ora svolta da un dipendente rispetto al guadagno netto effettivo del lavoratore. Nel nostro paese infatti, c’è un gap di ben 17,75 euro. Incidono qui, oltre a tasse e contributi, quote per straordinari, scatti di anzianità, l’eventuale quattordicesima, contributi INAIL o indennità aggiuntive.
Salario minimo orario in Italia: perché è assente
Quello del salario minimo per l’Italia è un tema molto dibattuto, soprattutto perché nella maggioranza dei paesi europei questo è presente, mentre nel nostro è ancora assente. Si tratta di una cifra minima al di sotto della quale l’azienda non può scendere nel pagare il proprio dipendente, calcolata a livello orario.
Se prima abbiamo visto che i dipendenti in Italia percepiscono una media di 12,05 euro netti (in riferimento agli uomini) va tenuto presente che in moltissime situazioni questo importo è molto più basso, attestandosi anche sui 7 o 8 euro all’ora. Senza contare tutte le situazioni di lavoro nero dove questo può scendere ancora oppure in cui il pagamento avviene al di fuori di confini legali.
L’attribuzione di un compenso equo è uno dei diritti previsti dalla nostra costituzione, ma purtroppo non sempre viene rispettato. Il salario minimo è una soluzione, per molte parti politiche, a queste problematiche, adottato a livello nazionale dalla maggior parte degli Stati europei. Non esiste oggi un salario minimo uguale in tutto il continente, per cui ogni paese ha delle regole specifiche.
Per l’Italia sono state avanzate diverse proposte, rimaste tali, come quella di fissare una quota minima di 9 euro. Al suo posto sono stati potenziati diversi CCNL, i contratti collettivi nazionali del lavoro che stabiliscono con precisione qual è la paga oraria, settimanale o mensile per i lavoratori in base ai diversi settori di appartenenza.
Periodicamente questa tematica viene riproposta dalle parti politiche, ma un vero e proprio salario minimo non ha mai visto la luce in Italia e uno dei motivi è proprio legato alla presenza della contrattazione collettiva.
Stipendio orario medio nel pubblico impiego
Per calcolare lo stipendio netto orario nel lavoro pubblico, bisogna prima di tutto conoscere la RAL annuale del dipendente. Chi lavora nel pubblico può infatti ricoprire ruoli e svolgere mansioni piuttosto diversificate: vi rientrano coloro che sono impiegati nella scuola, nelle pubbliche amministrazioni, presso i Comuni e così via.
Mediamente la retribuzione annua è di 35.141 euro lordi4, da cui è possibile fare un rapido calcolo per ottenere l’importo netto orario. Il risultato è di 12,30 euro netti all’ora, ma anche in questo caso non abbiamo tenuto conto di eventuali benefit aggiuntivi, bonus e detrazioni spettanti.
Guadagno orario medio: come funziona per le partite IVA
Per calcolare il guadagno netto all’ora di una partita IVA, i calcoli sono più complessi, perché ad incidere sono diversi fattori o aspetti:
- il regime fiscale scelto, che può essere forfettario o ordinario;
- le retribuzioni medie per il settore in caso di professionisti autonomi;
- la zona e il tipo di clienti a cui la partita IVA si rivolge;
- i contributi da versare, in base alla cassa previdenziale specifica;
- le spese per forniture e altri materiali;
- eventuale tassazione aggiuntiva come IRAP, IRES o l’IVA;
- eventuali costi per canoni di locazione degli spazi;
- l’andamento dell’attività in un dato periodo.
I guadagni di una partita IVA sono altamente variabili, per cui generalmente si opera creando un listino prezzi iniziale (in base ai prodotti venduti o ai servizi proposti) tenendo conto anche di quali saranno le spese totali da sostenere, tra tasse, contributi, eventuali stipendi ai propri dipendenti o collaboratori, forniture, canoni di locazione, il costo del commercialista e così via.
Anche in questo caso ad ogni modo, per ottenere il netto percepito, bisogna sottrarre dalla cifra tutte le spese, includendo tasse e contributi. Si consiglia in questo senso il supporto di un commercialista esperto.
Stipendio orario medio – Domande frequenti
I giovani lavoratori in Italia guadagnano meno rispetto ai colleghi con più esperienza. Ad esempio nelle attività manifatturiere percepiscono circa 11,30 euro lordi all’ora, contro alla media generale di 16,8 euro.
Lo stipendio orario netto dipende dalla tipologia di mansione svolta, dal settore e dal livello di inquadramento. Mediamente un uomo percepisce circa 12,05 euro netti, cifra che spesso è inferiore per le donne e per i giovani.
Per calcolare lo stipendio netto dal lordo bisogna conoscere la RAL, ovvero la retribuzione annua lorda, e sottrarre tasse e contributi, applicando delle divisioni per il numero di mesi, giorni e ore svolti.
Un lavoratore che percepisce 9 euro lordi all’ora deve sottrarre tasse e contributi per conoscere il netto. In questo caso è di circa 7 euro orari.
- La struttura delle retribuzioni in Italia, 20 gennaio 2025, Istat, istat.it ↩︎
- Retribuzioni orarie dei dipendenti del settore privato, Istat, dati.istat.it ↩︎
- Hourly labour costs, Eurostat, ec.europa.eu ↩︎
- Osservatorio sui lavoratori pubblici, INPS, servizi2.inps.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista