- Le PMI e le startup innovative oggi hanno bisogno di talenti che siano dotati di hard e soft skill, ma soprattutto di capacità digitali.
- Le competenze più richieste oggi dalle aziende comprendono le hard skills, le soft skills e, soprattutto, le E-skills, o competenze digitali.
- Per sviluppare nuove competenze digitali, il governo ha predisposto un Piano Operativo per la Strategia Nazionale delle Competenze Digitali da realizzare entro il 2025.
Le aziende che assumono nuovo personale, soprattutto le startup e le PMI innovative, sono alla costante ricerca di candidati che abbiano hard e soft skill che rispecchiano i valori aziendali. Tra queste assumono una sempre maggiore importanza quelle del settore digitale, anche note come E-skills, o digital skills.
Oggi infatti sono sempre più richieste le competenze digitali, e nel 2030 nove lavori su dieci richiederanno competenze digitali avanzate.
Oggi in Italia un dato contrastante rileva che la metà della popolazione non ha acquisito le capacità digitali di base. Ma quali sono le competenze più richieste da startup e PMI innovative? Se da una parte chi si inserisce nel mondo del lavoro deve sviluppare delle nuove skills, dall’altra anche le PMI e le startup innovative devono saper attrarre nuovi talenti.
In questo articolo approfondiremo non solo il tema delle competenze digitali necessarie per mantenersi competitivi sul mercato del lavoro, ma anche quali sono gli aspetti che i candidati ricercano in un’azienda.
Indice
Startup e PMI innovative: le competenze più richieste
Oggi le aziende, e non solo le PMI e le startup innovative, richiedono sempre più competenze specifiche. Queste possono essere suddivise in:
- hard skills, o competenze tecniche;
- soft skills, o competenze trasversali;
- e-skills, o competenze digitali.
Vediamo nel dettaglio quali sono oggi le più richieste.
1. Hard skills
Le hard skills sono competenze tecniche che le persone acquisiscono mediante lo studio, la formazione scolastica, universitaria, o ancora attraverso corsi specialistici.
Tra le principali hard skills richieste dalle aziende in cerca di nuovi talenti ci sono:
- conoscenza di almeno una lingua straniera;
- competenze informatiche e di software;
- conoscenze date da una laurea, o certificati specifici;
- tecniche di dattilografia e creazione del testo.
2. Soft skills
Le soft skills sono le competenze trasversali, vale a dire abilità non tecniche, ma fondamentali nell’ambiente lavorativo. A differenza delle hard skills, le soft skills non si acquisiscono studiando o seguendo corsi, ma attraverso la personalità e le esperienze.
Tra le soft skills più richieste oggi dalle aziende ci sono:
- problem solving;
- decision making;
- saper lavorare in team;
- creatività e immaginazione;
- adattabilità;
- leadership;
- etica del lavoro.
3. E-Skills
Oggi, oltre alle competenze tecniche e trasversali, acquisiscono sempre una maggiore importanza le E-skills, o competenze digitali.
Le competenze digitali possono essere tantissime, e a diversi livelli. Infatti, l’AgID, Agenzia per l’Italia Digitale, ha classificato le E-skills in tre livelli:
- competenze digitali di base: rappresentano le basi dell’alfabetizzazione digitale;
- competenze specialistiche: comprendono le conoscenze richieste nel settore ICT (Information and Communication Technologies);
- competenze di e-leadership: comprende le conoscenze necessarie per utilizzare le tecnologie digitali e introdurre innovazioni digitali.
Le competenze digitali più richieste dalle aziende sono le seguenti:
- digital marketing;
- analisi dei dati;
- comunicazione e tecniche SEO;
- linguaggio di programmazione;
- social media;
- gestione e sviluppo software e app;
- web design;
- grafica.
Come sviluppare competenze digitali
I lavoratori, o coloro che si affacciano al mondo del lavoro, hanno diverse opportunità per sviluppare le competenze digitali.
Ad oggi, infatti, ci sono molti modi per sviluppare le competenze digitali, e tra i modi più efficaci c’è proprio l’istruzione. Oggi le scuole e le università stanno investendo sempre più nelle competenze digitali, e per questo offrono corsi e programmi di formazione.
Sono, inoltre, disponibili tantissime risorse online, come corsi online gratuiti o a pagamento. In più, molte organizzazioni offrono programmi di alfabetizzazione digitale e formazione professionale.
Anche le istituzioni hanno il loro ruolo nello sviluppo di competenze digitali. Infatti, è stato elaborato un Piano Operativo che punta all’incremento delle competenze digitali tra la popolazione italiana.
Il Piano Operativo per lo sviluppo di competenze digitali in Italia
Per sviluppare le nuove competenze richieste dal mercato del lavoro, il governo italiano ha elaborato un Piano Operativo per la Strategia Nazionale delle Competenze Digitali, da realizzare entro il 2025. Questo ha l’obiettivo di ridurre la differenza con altri Paesi europei più avanzati.
L’obiettivo del Piano Operativo è, prima di tutto, quello di innalzare al 70% la quota di popolazione con competenze digitali di base. Ciò porterebbe ad un aumento di oltre 13 milioni di cittadini con competenze digitali di base rispetto al 2019. Altro obiettivo è quello di azzerare il divario di genere.
Il Piano si propone anche di raddoppiare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate e di triplicare il numero dei laureati in ICT, quadruplicando al contempo quelli di sesso femminile.
Altro obiettivo è quello di raddoppiare il numero di imprese italiane che utilizza i big data e aumentare del 50% la percentuale di piccole e medie imprese che utilizzano specialisti ICT. Entro il 2025 lo Stato si propone di quintuplicare la percentuale di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici.
Infine, il Piano punta a portare ai livelli dei Paesi europei più avanzati l’utilizzo di Internet anche nelle fasce meno giovani della popolazione. Di conseguenza, lo scopo è quello di formare figure sempre più professionali e adeguate ai nuovi bisogni della Pubblica Amministrazione e del mercato del lavoro.
Startup e PMI innovative: come attrarre nuovi talenti
Se da una parte i candidati devono rimanere sempre aggiornati sulle competenze più richieste dalle aziende e formarsi per acquisirne di nuove, dall’altra anche le aziende devono offrire condizioni lavorative tali da attrarre nuovi talenti.
Quindi, startup e PMI innovative devono comprendere quali sono le esigenze e le aspirazioni dei lavoratori talentuosi e offrire loro le migliori condizioni.
Oggi con le evoluzioni dei modelli di Machine Learning e Intelligenza Artificiale, le PMI e le startup si trovano alle prese con una crescente richiesta di personale preparato. Infatti, l’AI non può (almeno non ancora) sostituire i lavoratori, che devono comunque essere professionali e preparati.
In Italia una delle criticità che caratterizza il mondo del lavoro è che spesso le eccellenze preferiscono il mercato del lavoro europeo o del tutto fuori dal continente. Ma allora qual è, allora, la strategia che dovrebbero seguire le organizzazioni per conquistare i giovani talenti del digitale?
Cosa cercano i giovani talenti
Dopo la pandemia sempre più lavoratori hanno deciso di lasciare una posizione lavorativa scomoda per trovare soluzioni migliori e cambiare lavoro. Questo fenomeno non tende ad arrestarsi, perciò anche le aziende cercano di adattarsi ai cambiamenti e venire incontro alle nuove esigenze.
Soprattutto per le PMI e le startup innovative, che sono sempre alla ricerca di giovani talenti, offrire buone opportunità lavorative è essenziale per non lasciarsi sfuggire degli ottimi lavoratori.
Sempre più lavoratori preferiscono scegliere una posizione lavorativa che offra reali opportunità di crescita professionale. Questo può riguardare sia aumenti in busta paga, ma anche aggiornamenti sulle competenze professionali.
I lavoratori di oggi, inoltre, cercano posizioni lavorative per cui il numero di ore di lavoro svolto sia tale da consentirgli di avere il tempo necessario da dedicare alla propria vita privata. È quel che viene definito oggi un buon work life balance, ossia un lavoro che garantisca un equilibrio tra la vita privata e il lavoro.
Acquisisce sempre maggiore importanza l’aspetto psicologico dei lavoratori, che ritengono un ottimo plus il fatto che l’azienda offra anche un sostegno psicologico gratuito o attività di team building.
Infine, di notevole importanza sono l’ambiente di lavoro e il rapporto con i colleghi. Offrire un ambiente di lavoro rilassato, con il giusto livello di competitività, e con un buon team working è fondamentale per i lavoratori.
In conclusione, per attrarre giovani talenti PMI e startup innovative dovrebbero puntare a:
- fornire garanzie di crescita e spazio per eventuali “scatti” di carriera;
- prevedere aumenti in busta paga e premi produzione;
- offrire politiche di Welfare aziendale, corsi di formazione e flessibilità oraria.
Molto apprezzata dai giovani talenti è anche la formazione finanziata con cui l’azienda, la Regione o lo Stato mettono a disposizione dei fondi destinati alla formazione del personale.
Startup e PMI innovative – Domande frequenti
Le startup e le PMI innovative ricercano sempre più figure professionali con competenze nei settori di marketing digitale, sviluppo software, progettazione di siti web, analisi dei dati e sviluppo di app.
Le soft skills sono competenze trasversali, e le più richieste dalle aziende oggi sono: decision making, problem-solving, digital business analysis e digital design and data visualization.
Il governo italiano ha elaborato un Piano Operativo per la Strategia Nazionale delle Competenze Digitali che mira a ridurre il gap digitale con altri Paesi europei più avanzati, come Francia e Germania. Scopri di più qui.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale