- Dal 1° settembre 2022 si torna allo smart working classico, ovvero finisce quello emergenziale;
- Scatta l’obbligo di sottoscrivere un accordo individuale tra l’azienda e il lavoratore;
- Rimarrà comunque la procedura semplificata per effettuare le comunicazioni di rito.
Viene messa la parola fine allo smart working, almeno a quello emergenziale. Dal 1° settembre 2022 datori di lavoro e dipendenti dovranno abituarsi alle regole ordinarie.
Questo significa, in altre parole, che tornerà ad essere protagonista l’accordo individuale: con la fine di agosto arriva anche lo stop a tutte le semplificazioni, che erano state introdotte con il Decreto Rilancio e che erano state pensate appositamente per i lavoratori del settore privato.
Il Decreto Aiuti bis non ha introdotto alcuna proroga dello smart working, almeno in base alle regole emergenziali alle quali eravamo stati abituati nel corso degli ultimi due anni. A tutti gli effetti, le ultime novità erano state introdotte con il Decreto Semplificazioni, grazie al quale erano state confermate delle modalità più semplici per quanto riguarda le comunicazioni da parte dell’azienda.
Indice
Smart working: cosa cambia dal 1° settembre 2022
Quale sarà la novità più importante per lo smart working dal prossimo 1° settembre 2022? Imprese e dipendenti dovranno tornare all’accordo individuale. A prevedere l’ultima proroga del lavoro agile semplificato era stato il Decreto Legge n. 24/2022, che all’interno dell’articolo 10 aveva previsto che fino al 31 agosto 2022 potessero rimanere in vigore le regole introdotte dall’articolo 90 del Decreto Legge n. 34 del 19 maggio 2020.
Grazie a questa serie di norme, le imprese avevano la possibilità di sfruttare lo smart working anche quando non c’erano degli accordi individuali: era sufficiente effettuare una comunicazione semplificata al Ministero del Lavoro.
In molti si aspettavano che il Decreto Aiuti bis rinnovasse queste disposizioni, anche perché, in un certo senso, si inserivano in una lunga serie di provvedimenti emergenziali che sono stati introdotti dal 2020, proprio per rimediare alle criticità emerse mentre c’era la pandemia.
Cosa cambia per imprese e lavoratori
Che cosa significa tutto questo per aziende e lavoratori? In primo luogo sarà necessario, per poter usufruire dello smart working, un accordo individuale, che si dovrà basare sulle disposizioni previste dagli articoli 19 e 21 della Legge 81/2017 e dovrà tener conto dei contratti collettivi.
Sarà, inoltre necessario tenere in considerazione anche le novità che sono state introdotte dal protocollo, che è stato sottoscritto dalle parti sociali e dal Ministero del Lavoro, con il quale sono state delineate le linee guida che aziende e lavoratori dovranno rispettare nella definizione dell’accordo. Tra l’altro questo dovrà definire:
- quanto dura l’accordo, che potrà essere a tempo indeterminato o a termine;
- con quale alternanza il dipendente potrà lavorare all’esterno o all’interno dei locali aziendali;
- quali luoghi debbano essere esclusi per lo svolgimento dell’attività lavorativa al di fuori dei locali aziendali;
- come dovrà essere eseguita la prestazione lavorativa al di fuori dell’azienda, prestando attenzione alle forme di esercizio del potere direttivo del datore di lavoro e alle condotte che potrebbero, eventualmente, far scattare delle sanzioni disciplinari;
- quali siano gli strumenti di lavoro;
- definire i tempi di riposo del lavoratore e definire come viene assicurata la disconnessione;
- modi e mezzi attraverso i quali viene controllata la prestazione lavorativa all’esterno dei locali aziendali, rispettando, comunque, la privacy e lo Statuto dei lavoratori;
- definire e concordare le attività formative necessarie perché il lavoratore svolga i propri compiti in smart working;
- definire le modalità con le quali vengono esercitati i diritti sindacali.
Questi, in estrema sintesi, risultano essere i punti salienti che dovranno caratterizzare tutti i nuovi accordi per il lavoro da casa, che dovranno essere sottoscritti a partire dal prossimo 1° settembre 2022.
Smart working: si attende un nuovo decreto attuativo
Anche se dal 1° settembre 2022 si torna alla normalità, non si perderanno completamente ed interamente le semplificazioni a cui siamo stati abituati fino ad oggi. Il lavoro da remoto vedrà un’importante novità che debutterà proprio nel corso dei prossimi giorni, introdotta in sede di conversione del Decreto n. 73/2022.
La procedura semplificata di comunicazione è stata resa strutturale grazie all’articolo 41 bis. Non ci sarà più l’obbligo in capo alle aziende di comunicare l’accordo individuale al Ministero del Lavoro, anche se rimane valido l’obbligo di stipula dell’accordo.
Le aziende saranno tenute ad inviare i dati dei dipendenti che sono in smart working. Dovrà essere comunicata la data di inizio e quella di fine del lavoro agile. Le stesse informazioni dovranno essere messe a disposizione dell’Inail.
Cosa succede se non si effettua la comunicazione?
Nel caso in cui le aziende non dovessero comunicare i nominativi dei lavoratori in smart working, è prevista una sanzione amministrativa che oscilla da 100 a 500 euro, per ogni dipendente coinvolto.
Non ci sono particolari novità, invece, per quanto riguarda gli adempimenti che sono in capo al datore di lavoro. L’accordo individuale dovrà essere stipulato in ogni caso, anche se non deve essere effettuata il deposito telematico.
Novità smart working – Domande frequenti
Dal 1° settembre 2022 sarà obbligatorio che azienda e lavoratore sottoscrivano un accordo individuale per regolamentare il lavoro agile.
Il Decreto 73/2022 ha reso strutturale la procedura semplificata di comunicazione. Le aziende non dovranno più comunicare l’accordo individuale al Ministero del Lavoro, ma saranno tenute a sottoscriverlo.
Nel caso in cui si dovessero dimenticare di farlo, rischiano una sanzione che oscilla da un minimo di 100 ad un massimo di 500 euro, secondo le nuove regole sullo smart working.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista