Secondo lavoro con partita Iva: normativa, limiti e idee per autonomi e dipendenti

Lavoratori autonomi e dipendenti possono svolgere un secondo lavoro con partita Iva per arrotondare lo stipendio: scopriamo la normativa, le regole e alcune idee.

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  • Oltre all’attività principale, lavoratori autonomi e dipendenti possono svolgere un secondo lavoro con partita Iva rispettando precisi limiti e normative.
  • I titolari di partita Iva possono essere impegnati in due attività contemporaneamente purché sia specificato il codice Ateco di ciascuna di esse.
  • I dipendenti pubblici e privati possono avere un secondo lavoro autonomo nel rispetto del patto di non concorrenza e a precise condizioni.

Svolgere un secondo lavoro con partita Iva potrebbe essere una soluzione ideale per le persone che sono alla ricerca di altre opportunità lavorative per arrotondare lo stipendio.

La domanda che ci si pone in queste situazioni riguarda i limiti e la normativa per avere un’attività parallela a quella principale, che sia dipendente o autonoma.

I lavoratori dipendenti che hanno intenzione di iniziare un secondo lavoro con partita Iva sono sottoposti a limiti e regole diverse a seconda del settore in cui operano (pubblico o privato), così come diverse sono le normative per gli autonomi che hanno intenzione di svolgere un doppio lavoro con partita Iva.

Anche il pagamento di tasse e contributi potrebbe variare nelle diverse casistiche. Scopriamo come avviare un secondo lavoro con partita Iva: quando è possibile per dipendenti e autonomi, quali sono le regole e alcune idee per iniziare una nuova attività.

Secondo lavoro: quando aprire la partita Iva

Si può svolgere un secondo lavoro con partita Iva? La risposta è affermativa, sia per i lavoratori dipendenti sia per quelli autonomi, ma solo rispettando alcune regole.

Non è sempre obbligatorio aprire la partita Iva per avere un secondo lavoro: al di là dei compensi percepiti, l’obbligo scatta nel momento in cui l’attività risulta continuativa e regolare nel tempo. Dobbiamo quindi distinguere due tipologie di attività:

  • lavoro occasionale, in cui non è obbligatorio aprire una partita Iva ma è sufficiente emettere la ricevuta di prestazione occasionale;
  • lavoro con partita Iva, quando l’attività diventa regolare e continuativa nel tempo e necessita di una regolamentazione diversa.

Nel secondo caso, possiamo descrivere due diverse condizioni: quella di un lavoratore autonomo che svolge una doppia attività con la stessa partita Iva, oppure quella di un dipendente (pubblico o privato) che intende avere un secondo lavoro con partita Iva. I due casi sono regolamentati in modo diverso e prevedono normative burocratiche e fiscali differenti.

Secondo lavoro con partita Iva: quali sono le regole

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Un lavoratore autonomo può essere impegnato in più di un’attività con la stessa partita Iva, purché siano indicati i Codici Ateco di riferimento di ciascuna attività: si possono avere fino a sei lavori diversi con la stessa partita Iva, secondo i limiti previsti dalla legge.

Aggiungere un codice Ateco alla tua partita Iva non ha alcun costo, ma eventuali spese aggiuntive potrebbero riguardare l’iscrizione della nuova attività alla Camera di Commercio, oppure una variazione all’iscrizione o quelle previste per il commercialista.

Secondo l’art. 36 del DPR 633/72, inoltre, i soggetti che hanno più di un’attività con la stessa partita Iva sono tenuti ad applicare “un’imposta unica per tutte le attività con riferimento al volume d’affari complessivo“. Per determinare l’IVA, quindi, occorrerà sommare il fatturato di ciascuna attività.

La contabilità separata, invece, si applica solo in determinati casi:

  • esercizio contemporaneo di attività di impresa e lavoro autonomo;
  • commercio al minuto con il metodo della ventilazione;
  • attività agricole;
  • attività di spettacolo con detrazione dell’IVA forfettaria.

Secondo lavoro autonomo: regime fiscale e tasse

Per quanto riguarda il regime fiscale da adottare, puoi aderire al forfettario solo se rispetti i limiti di reddito previsti dalla legge: se hai due attività con la stessa partita Iva, dovrai considerare il limite totale generato.

Per determinare il reddito complessivo su cui calcolare le tasse, quindi, devi:

  • sommare il fatturato delle diverse attività (se appartengono allo stesso settore) e applicare il coefficiente di redditività;
  • applicare a ciascuna attività il coefficiente di redditività corrispondente, se appartengono a settori diversi.

Lavoro autonomo e doppia contribuzione: quando è prevista

Se svolgi due attività con la stessa partita Iva non devi versare una doppia contribuzione, ma devi semplicemente iscriverti alla gestione previdenziale dell’attività prevalente.

Se invece hai un’attività imprenditoriale che prevede l’iscrizione alla Gestione INPS artigiani e commercianti e una libera professione che prevede l’iscrizione alla Gestione separata INPS, dovrai versare la doppia contribuzione.

Secondo lavoro con partita Iva per dipendenti: quando è possibile

Una situazione diversa riguarda i lavoratori dipendenti che hanno intenzione di arrotondare lo stipendio con un secondo lavoro con partita Iva: tutto questo è possibile sia per il settore pubblico sia per quello privato, ma con regole e limiti differenti.

Partita Iva e lavoro dipendente possono coesistere tra loro a precise condizioni e per comprendere come procedere in questa situazione devi tenere presenti alcune considerazioni:

  • se vuoi svolgere un’attività continuativa e professionale devi aprire la partita Iva, altrimenti puoi limitarti a un’attività occasionale in ritenuta d’acconto;
  • devi rispettare gli obblighi previsti dal tuo contratto di lavoro, come per esempio il patto di non concorrenza;
  • devi considerare le regole relative al settore in cui operi, pubblico o privato.

1. Partita Iva e lavoro dipendente nel settore privato

Nel settore privato la normativa sul lavoro dipendente e la possibilità di aprire la partita Iva per un secondo lavoro è più permissiva: le due attività possono coesistere nel rispetto dei limiti legislativi e purché non risultino fattori di concorrenza con l’azienda per cui si presta lavoro.

Per avviare un’attività in proprio, il lavoratore dipendente del settore privato deve rispettare delle precise condizioni:

  1. rispettare il patto di non concorrenza, ovvero non essere in contrasto con l’attività dell’azienda per la quale lavora come dipendente, pena la possibilità di licenziamento;
  2. l’attività in proprio deve svolgersi al di fuori dell’orario di lavoro dipendente e nel rispetto delle soglie massime di ore lavorate settimanalmente, ovvero le 48 ore standard.

Qualora l’attività in proprio richieda l’apertura della partita Iva, inoltre, puoi aderire al regime forfettario mentre lavori come dipendente solo se rispetti il limite di reddito con RAL annua non superiore a 30.000 euro. Se hai superato questo limite devi aderire al regime ordinario.

La contribuzione per l’attività in proprio come libero professionista deve essere versata alla Gestione Separata INPS (o alle casse private, se previste) e viene cumulata con i contributi versati dal datore di lavoro per il rapporto subordinato.

Nel caso di un’attività commerciale, invece, non è richiesta l’iscrizione alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti se il reddito da lavoro dipendente risulta prevalente rispetto a quello autonomo e nel caso vi sia un contratto a tempo indeterminato e full time.

2. Partita Iva e lavoro dipendente nel settore pubblico

Nel settore pubblico la normativa è più restrittiva per quanto riguarda la coesistenza di lavoro dipendente e partita Iva: come previsto dal contratto, infatti, chi ha un impiego full time nel settore pubblico non può svolgere una seconda attività.

I dipendenti pubblici con impiego part-time, invece, possono affiancare al rapporto subordinato un secondo lavoro autonomo seguendo le stesse regole previste per il settore privato e comunicando tempestivamente l’intenzione di avviare un’attività autonoma al proprio datore di lavoro. Una volta verificato che non vi siano impedimenti contrattuali, è possibile avviare l’attività nel rispetto del patto di non concorrenza.

Un’altra deroga riguarda le attività coerenti con l’impiego pubblico, per le quali è possibile affiancare un lavoro autonomo: per esempio, gli insegnanti e docenti con cattedra part-time nelle scuole pubbliche possono impartire ripetizioni private agli studenti aprendo una partita Iva.

Come scegliere un secondo lavoro con partita Iva: idee e consigli

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Esistono delle professioni da svolgere in autonomia comodamente da casa o nel tempo libero e che permettono di ottenere compensi aggiuntivi ogni mese, per esempio:

  • vendere prodotti con e-commerce, aprendo una ditta individuale e creando un sito web nel quale inserire prodotti fisici o digitali;
  • scrittura o grafica freelance, impiegando il tuo tempo libero nella creazione di contenuti o prodotti digitali per agenzie, siti web, giornali, ecc;
  • ripetizioni o insegnamento a domicilio, ideale per i docenti con cattedra part-time alla ricerca di un secondo impiego;
  • guida turistica, se ami raccontare e descrivere le bellezze del territorio dove abiti ai turisti.

Per avere un secondo lavoro nella legalità dovrai limitare questa attività al di fuori dell’orario di lavoro dipendente se operi nel settore pubblico o privato oppure organizzare l’attività nel tempo libero se sei un libero professionista.

Secondo lavoro con partita Iva – Domande frequenti

Quanti lavori si possono fare con la partita Iva?

Puoi svolgere un massimo di sei lavori diversi perché ogni partita Iva può avere fino a sei Codici Ateco differenti. Oltre a questo, puoi anche avere un lavoro come dipendente e nel frattempo essere titolare di Partita Iva, rispettando i limiti e le norme di legge.

Chi ha due attività con partita Iva deve pagare doppi contributi INPS?

Quando si svolge contemporaneamente un’attività imprenditoriale e una libera professione senza una propria cassa di appartenenza, sarà necessario il versamento della doppia contribuzione.

Chi ha la partita Iva può essere assunto come dipendente?

Anche i titolari di partita Iva possono essere assunti come dipendenti, continuando allo stesso tempo la propria attività professionale e tenendo conto della compatibilità tra le due attività.

Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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