- Quando l’IVA sugli acquisti supera quella relativa alle vendite, si genera un credito IVA di cui si può chiedere il rimborso.
- Il processo di rimborso IVA inizia con la presentazione della dichiarazione IVA annuale e richiede, in alcuni casi, garanzie specifiche o il rispetto di determinati requisiti.
- Esistono limiti d’importo e condizioni per la richiesta di rimborso, variando a seconda dell’ammontare del credito IVA, con requisiti aggiuntivi per importi superiori a 30.000 euro.
Durante l’esercizio di un’attività imprenditoriale, può verificarsi la situazione in cui l’IVA sugli acquisti superi quella relativa alle vendite, generando così un credito IVA, che può essere oggetto di richiesta di rimborso o utilizzato in compensazione.
Le ragioni dietro a un credito IVA maggiore rispetto alla tassa dovuta sulle vendite sono variegate e optare per la richiesta di rimborso può rappresentare talvolta una scelta vantaggiosa rispetto alla mera compensazione del credito.
È importante tuttavia considerare le normative che regolano il processo di rimborso dell’IVA, inclusi i criteri e le procedure per inoltrare la domanda, oltre ai dettagli relativi agli importi e ai tempi di rimborso.
Indice
Come funziona il rimborso IVA
Il rimborso IVA è un meccanismo attraverso il quale le imprese possono recuperare l’eccedenza di IVA che hanno accumulato.
Il processo inizia con la presentazione della dichiarazione IVA annuale, in cui l’impresa indica l’importo del credito IVA da cui emerge l’eccedenza. Se l’importo supera determinate soglie, può essere necessario fornire garanzie o rispettare specifici requisiti per la richiesta di rimborso.
Una volta inoltrata la domanda, l’amministrazione fiscale è tenuta a eseguire il rimborso entro un termine stabilito dalla normativa, che solitamente è di tre mesi dalla presentazione della dichiarazione.
Se il rimborso viene approvato, sugli importi rimborsati verranno calcolati degli interessi, a partire da una data specifica dopo la presentazione della dichiarazione fino al momento del rimborso effettivo, al fine di compensare l’impresa per il periodo di tempo in cui è stata privata dell’utilizzo di quei fondi.
Come chiedere il rimborso IVA
Nell’eventualità che la richiesta di rimborso dell’IVA venga effettuata su base annuale, il percorso procedurale implica l’inserimento accurato di dati e informazioni nei quadri VX e VR della normale dichiarazione IVA, specificatamente predisposti per gestire tali richieste.
D’altra parte, nel caso in cui la richiesta di rimborso dell’IVA debba avvenire con una periodicità trimestrale, è richiesto l’utilizzo del modello IVA TR, strumento specifico predisposto per facilitare la presentazione delle richieste di rimborso che avvengono con una frequenza più elevata rispetto a quella annuale.
Secondo il comma 1 dell’articolo 38-bis del dpr 633/1972, il rimborso dell’IVA deve essere eseguito entro tre mesi dalla presentazione della dichiarazione annuale. Inoltre, sugli importi rimborsati vengono applicati interessi al tasso del 2% annuo a partire dal novantesimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione.
Per quanto riguarda la garanzia sul rimborso IVA, essa è prevista per una durata di tre anni dall’esecuzione del rimborso o fino al termine ultimo per l’accertamento fiscale, se questo è più breve.
Rimborso IVA: requisiti
Il processo di rimborso IVA per il 2024 fa riferimento agli articoli 30 e 38 bis del dpr 633/1972, che si allineano alle direttive comunitarie attualmente rappresentate dalla 112/2006 e categorizza i requisiti necessari per la richiesta di rimborso in due gruppi principali: requisiti oggettivi e soggettivi.
Per quanto riguarda i requisiti oggettivi, l’elemento chiave è l’ammontare del credito IVA: il rimborso può essere chiesto solo se tale importo è almeno uguale a 2.582,28 euro.
Per crediti compresi tra 2.582,28 euro e 30.000,00 euro, la domanda di rimborso può essere presentata senza restrizioni specifiche. Per importi superiori a 30.000,00 euro, è necessaria l’aggiunta del visto di conformità e, in alcuni casi, la presentazione di ulteriori garanzie.
I requisiti soggettivi, d’altra parte, includono una varietà di condizioni che l’impresa deve soddisfare, come:
- l’esercizio prevalente di attività con operazioni tassate a un’aliquota inferiore rispetto a quella applicabile agli acquisti e importazioni;
- l’effettuazione di operazioni non imponibili per un valore che supera il 25% del totale delle operazioni;
- l’importazione di beni ammortizzabili e servizi per ricerca e sviluppo;
- la prevalenza di operazioni esenti da IVA.
Inoltre, è possibile richiedere il rimborso IVA anche in assenza dei casi specificati, a patto che dalle dichiarazioni dei due anni precedenti emergano eccedenze a favore del contribuente.
Credito IVA e visto di conformità
Per i rimborsi IVA che superano i 30.000 euro, è necessario allegare alla dichiarazione o istanza una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, secondo l’articolo 47 del dpr 445/2000, che deve attestare il non superamento di determinate condizioni relative al patrimonio del contribuente e alle operazioni aziendali effettuate, come:
- la stabilità del patrimonio netto e degli immobili rispetto all’ultimo periodo d’imposta, con una diminuzione non superiore al 40% e l’assenza di cessazione o riduzione significativa dell’attività imprenditoriale;
- per le società di capitali non quotate, l’assenza di vendite di azioni o quote per un valore superiore al 50% del capitale sociale nell’anno precedente la richiesta;
- l’adempimento nei confronti dei versamenti dei contributi previdenziali e assicurativi.
Nel caso in cui non sussistano le condizioni, sarà necessaria una garanzia. Le forme accettate di garanzia includono cauzioni in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, fideiussioni bancarie o commerciali che offrano solide garanzie di solvibilità, o polizze fideiussorie assicurative.
Esistono disposizioni particolari per alcune categorie di imprese:
- le PMI, come definite dal DM 18 aprile 2005, possono usufruire di garanzie fornite da consorzi o cooperative di garanzia collettiva fidi, a condizione che siano iscritte nell’albo previsto dall’articolo 106 del decreto legislativo 385/1993;
- i gruppi di società con un patrimonio netto superiore a 250 milioni di euro, secondo il bilancio consolidato, possono garantire il rimborso tramite l’assunzione diretta dell’obbligazione di restituzione da parte della società capogruppo o controllante, che comprende la restituzione integrale dell’importo rimborsato e degli interessi. In caso di prevista cessione di partecipazioni in società controllate o collegate, la società capogruppo deve notificare preventivamente l’Amministrazione finanziaria.
Rimborso IVA e altre garanzie
Il rimborso IVA per il 2024 prevede delle norme specifiche per la prestazione della garanzia in casi particolari, delineati dall’articolo 38-bis, comma 4, del d.p.r. 633/1972, principalmente in ambito di rimborsi IVA di importo superiore a 30.000 euro e includono diverse situazioni in cui è richiesta una garanzia supplementare. Facciamo qui di seguito qualche esempio.
1. Imprese di recente costituzione
Le richieste di rimborso presentate da soggetti passivi che hanno avviato un’attività d’impresa da meno di due anni, escludendo le imprese start-up innovative indicate nell’articolo 25 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, necessitano della prestazione di una garanzia. Questa disposizione mira a mitigare i rischi associati alle imprese meno consolidate.
2. Precedenti avvisi di accertamento o rettifica
Nel caso di soggetti passivi ai quali, nei due anni precedenti la richiesta di rimborso, sono stati notificati avvisi di accertamento o di rettifica con una differenza significativa tra gli importi accertati e quelli dichiarati, la garanzia è richiesta secondo una scala proporzionale:
- 10% per importi dichiarati fino a 150.000 euro;
- 5% per importi tra 150.000 euro e 1.500.000 euro;
- 1% (o comunque 150.000 euro) per importi superiori a 1.500.000 euro.
3. Mancanza di visto di conformità
Se il soggetto passivo, nelle situazioni previste dal comma 3, inoltra la richiesta di rimborso senza il visto di conformità o senza la sottoscrizione alternativa oppure omette di presentare la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, è necessaria una garanzia.
4. Rimborso in caso di cessazione dell’attività
Le richieste di rimborso relative all’eccedenza detraibile al momento della cessazione dell’attività imprenditoriale richiedono anch’esse la prestazione di una garanzia.
Questo approccio intende assicurare che i rimborsi IVA in fase di chiusura aziendale siano gestiti con cautela, tenendo conto della situazione finanziaria del soggetto cessante.
Rimborso IVA – Domande frequenti
È possibile chiedere il rimborso IVA quando si verifica un credito IVA, ovvero l’IVA sugli acquisti supera quella sulle vendite. La richiesta può essere presentata annualmente o trimestralmente, a seconda delle esigenze dell’impresa, purché l’importo del credito superi le soglie stabilite dalla normativa vigente.
Per ottenere il rimborso IVA, l’impresa deve inoltrare una dichiarazione IVA annuale o trimestrale, indicando l’importo del credito IVA e rispettando eventuali requisiti specifici, come la presentazione di garanzie per importi superiori a determinate soglie. La domanda deve essere completata con accuratezza, inserendo i dati nei quadri VX e VR per la periodicità annuale o utilizzando il modello IVA TR per quella trimestrale.
Hanno diritto al rimborso dell’IVA le imprese che registrano un credito IVA, a condizione che soddisfino i requisiti oggettivi e soggettivi stabiliti dalla normativa, tra cui l’ammontare minimo del credito e specifiche condizioni operative dell’impresa. Anche le PMI e i gruppi di società possono accedere al rimborso, rispettando le disposizioni particolari previste per loro.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it