- A partire dal 2024 la Cassa forense apporterà importanti modifiche in seguito all’approvazione del nuovo regolamento da parte del Comitato dei delegati.
- Dal 2024 il coefficiente di rendimento passerà dall’1,40% all’1,30% e si passerà al sistema contributivo.
- Per i neoiscritti alla Cassa forense, il contributo soggettivo minimo scenderà dagli attuali 3.000 euro circa a 2.200 euro e l’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo passerà al 16% nel 2024 e al 17% nel 2026.
Nel mese di novembre 2022 sono arrivate importanti novità per gli avvocati e la Cassa forense, che verranno applicate a partire dal 2024.
L’ente ha reso noto che il Comitato dei delegati ha approvato il nuovo regolamento della Cassa forense che apporterà alcune modifiche al vigente regolamento.
Si tratta di novità che andranno ad incidere sulla previdenza dei professionisti avvocati, per cui si assiste ad una variazione che modifica sostanzialmente il vecchio sistema retributivo con un nuovo sistema contributivo. Ma vediamo tutti i dettagli.
Indice
Contenuto della riforma della Cassa forense
È stata approvata la cosiddetta Riforma della previdenza forense. Infatti, è stato deliberato un nuovo regolamento dal Comitato dei Delegati di Cassa Forense che modifica il sistema pensionistico dell’Avvocatura.
Queste modifiche sono volte a rendere più sostenibile finanziariamente il sistema pensionistico degli avvocati e affrontare la mutata demografia della professione.
Le modifiche riguardano principalmente tre aspetti:
- passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo;
- riduzione dei contributi soggettivi minimi e agevolazioni per i neoiscritti;
- innalzamento dell’aliquota della quota modulare e del contributo soggettivo per pensionati ancora in attività.
La principale novità riguarda il passaggio della Cassa forense, che avverrà gradualmente, dal sistema retributivo al sistema contributivo.
Inoltre, le ulteriori modifiche sono volte a rendere più agevole l’iscrizione alla Cassa forense per i professionisti che hanno appena iniziato la professione. Infatti, è noto che spesso i professionisti più giovani hanno redditi inferiori a professionisti con maggiore esperienza.
Di conseguenza, la Cassa ha provveduto per ridurre i contributi soggettivi minimi e offrire agevolazioni ai neoiscritti alla Cassa.
Modifiche al sistema pensionistico degli avvocati
Ad oggi il sistema pensionistico della Cassa forense è di tipo retributivo. Di conseguenza, le pensioni sono costituite da una quota base, che viene calcolata con il sistema retributivo, e una quota “modulare” o volontaria calcolata con il sistema contributivo.
L’importo medio viene, poi, moltiplicato con il coefficiente dell’1,40% per ogni anno di effettiva iscrizione e contribuzione.
Con l’approvazione delle modifiche al regolamento si effettuerà, a partire dal 2024, un graduale passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo.
Questa decisione si è resa necessaria per affrontare alle nuove esigenze e alle previsioni che sono emerse dall’ultimo bilancio tecnico attuariale a 30 anni. Infatti, il sistema retributivo ad oggi, nel lungo periodo, con grande probabilità finirebbe con il portare a problemi di sostenibilità finanziaria del sistema, soprattutto a causa della nuova demografia della professione.
Tuttavia, si precisa che si manterrà il sistema retributivo per gli avvocati già iscritti con almeno 18 anni di anzianità al 31 dicembre 2023, ma il coefficiente di rendimento scenderà dall’1,40% all’1,30% a partire dal 2024.
Per gli iscritti alla Cassa forense con meno di 18 anni di anzianità a fine 2023, la pensione degli avvocati si calcolerà, invece, con il sistema retributivo fino al 2023 e con sistema contributivo dal 2024. Invece, per gli avvocati che si iscriveranno a partire dal 2024, verrà applicato interamente il calcolo contributivo.
Di conseguenza, per gli avvocati con anzianità inferiore a 18 anni al 31/12/2023 verrà applicato il sistema di calcolo “misto”, ossia al contributivo pro-rata (retributivo per gli anni che precedono l’entrata in vigore della riforma e contributivo per gli anni successivi).
Per gli avvocati con anzianità superiore a 18 anni si mantiene il sistema retributivo con una riduzione del coefficiente di rendimento per gli anni successivi all’entrata in vigore della riforma.
Non sono state modificate le regole per l’accesso alla pensione di vecchiaia, vecchiaia anticipata e anzianità, ma dal 2024 i tre istituti saranno riunificati nella pensione di vecchiaia con calcolo contributivo e requisiti di accesso più favorevoli.
Novità per i neoiscritti alla Cassa forense
Dopo essere diventato avvocato, i primi anni di attività sono spesso i più difficili da un punto di vista finanziario, e pagare i contributi previdenziali e le imposte legate alla Partita Iva può pesare parecchio.
Per questo la Cassa forense ha introdotto delle importanti novità per agevolare i neoiscritti alla Cassa forense.
La prima novità riguarda l’aliquota per il calcolo del contributo soggettivo. Questa, infatti, passerà al 16% nel 2024 e successivamente, nel 2026, al 17%. Tuttavia, il contributo soggettivo minimo sarà ridotto, dagli attuali 3.000 euro circa, a 2.200 euro.
Questa novità porterebbe, secondo i calcoli effettuati dalla Cassa forense, a una riduzione dei contributi dovuti fino a un reddito di 17.324 euro.
Una seconda novità importante riguarda, poi, l’esenzione del contributo minimo nei primi quattro anni di iscrizione, contributo che poi sarà dimezzato dal quinto all’ottavo anno, con la possibilità di versare ugualmente i minimi previsti.
Ciò significa che per i neoiscritti per i primi quattro anni è prevista una contribuzione soggettiva direttamente proporzionale al reddito professionale prodotto, senza l’obbligo di versare il contributo minimo. Invece, dal quinto anno il minimo soggettivo sarà ridotto al 50%, ossia a 1.100 euro.
Resta, invece, la possibilità di integrare su base volontaria, entro i primi 12 anni di iscrizione, i minimali che non sono stati versati.
Aumento della quota pensione degli avvocati
La terza grande novità introdotta dalla Cassa forense a partire dal 2024 riguarda la quota modulare. Questa quota oggi contribuisce con un’aliquota tra l’1 e il 10% del reddito professionale netto a fini Irpef.
La quota potrà essere innalzata fino al 15% per avere in futuro un importo di pensione più elevato.
In più, aumenterà dal 7,5% al 10% il contributo soggettivo a carico dei pensionati che decidono di continuare l’attività, in modo tale da consentire loro di ricevere aumenti periodici dell’assegno oltre alle finalità di solidarietà.
Nei casi di maternità, adozione e paternità, in sede di pensionamento è riconosciuta un’ulteriore agevolazione: il riconoscimento del coefficiente di trasformazione aumentato di un anno rispetto all’effettiva età anagrafica. Ciò comporta un aumento delle pensioni di vecchiaia calcolate con il sistema contributivo.
Recupero crediti dei professionisti: le novità
Per i professionisti avvocati, recentemente il disegno di legge con prima firma Alberto Balboni, ha presentato una proposta per ciò che riguarda il recupero dei crediti. L’obiettivo è snellire ancora le procedure, diminuendo i costi per la giustizia.
Il recupero dei crediti dei professionisti potrebbe quindi presto essere equiparato a quello in essere per i lavoratori dipendenti. Il provvedimento specifica quali sono gli obiettivi finali:
“Estendere le esenzioni dal pagamento delle spese processuali e le riduzioni delle medesime spese previste per le controversie di lavoro alle procedure di recupero del credito relativo a compensi professionali.”
Lavoro autonomo e dipendente vengono così equiparati, garantendo le medesime tutele in termini di costi. La presidente del Movimento forense Elisa Demma ha ricevuto con positività la proposta, che mette sullo stesso piano il lavoro subordinato con quello autonomo.
Riforma della previdenza forense – Domande frequenti
A partire dal 2024 per gli iscritti con anzianità inferiore a 18 anni ci sarà un passaggio graduale dal sistema retributivo al sistema contributivo. Si applicherà unicamente il sistema contributivo per i professionisti che si iscrivono dopo il 2024.
Il contributo soggettivo minimo passerà dagli attuali 3.000 euro a 2.200 euro, e per i primi quattro anni è prevista una contribuzione soggettiva direttamente proporzionale al reddito prodotto, senza l’obbligo di versare il contributo minimo. Ecco tutti i dettagli.
La quota pensione sarà innalzata fino al 15% e permetterà di ottenere una pensione più elevata. Inoltre, il contributo soggettivo dei pensionati che continuano con la professione passerà dal 7,5% al 10%. Qui puoi trovare tutte le modifiche dell’ultima riforma.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale