- La riforma fiscale del governo Meloni introdurrà diverse novità per chi ha una Partita Iva.
- La riforma ha come obiettivo principale quello di snellire l’attuale sistema fiscale italiano, e per farlo andrà a semplificare anche alcune tasse pagate da autonomi e imprese.
- La principale novità per le Partite Iva riguarda l’Irpef, che sarà modificata in un sistema a tre aliquote.
La riforma fiscale prevista per il 2023 è di ampia portata, ovvero coinvolgerà diverse tasse e norme fiscali presenti attualmente in Italia, modificando le imposte che vengono applicate sui redditi di lavoratori autonomi, dipendenti e imprese, ma anche altri aspetti.
L’obiettivo principale è quello di snellire l’attuale sistema di tassazione, attraverso diversi provvedimenti che vanno nella direzione di un’imposizione unica, la così detta flat tax, soprattutto per le Partite Iva, ma che presto potrà essere estesa anche ai dipendenti.
Tra le misure previste dalla riforma, molte coinvolgono da vicino i lavoratori autonomi, in particolare coloro che lavorano con regime fiscale ordinario, ma anche PMI e imprese in generale. Vediamo cosa cambierà per le Partite Iva se la riforma sarà approvata con le attuali proposte.
Indice
Riforma fiscale e Irpef a tre aliquote
La prima importante novità che riguarda da vicino le Partite Iva, ma anche lavoratori dipendenti e pensionati, è la riduzione delle attuali quattro aliquote Irpef in tre scaglioni. L’obiettivo finale della riforma è quello di arrivare ad una flat tax estesa a tutti, ovvero una tassazione fissa unica per tutti i redditi.
Si tratta di un obiettivo di grande portata, che potrebbe segnare un cambiamento non indifferente per ciò che riguarda una delle principali tasse sui redditi in Italia. L’Irpef infatti attualmente viene pagata dai seguenti soggetti:
- lavoratori dipendenti;
- lavoratori autonomi (ad eccezione di coloro con regime fiscale forfettario);
- chi percepisce redditi da capitale;
- chi percepisce redditi fondiari;
- chi percepisce redditi diversi, redditi di impresa;
- pensionati.
Al momento quindi è facile intuire come l’Irpef sia una delle principali tasse pagate in Italia. I cambiamenti che riguardano questa tassa vanno nella direzione graduale di adottare una flat tax per tutti, per cui l’Irpef passerà da 4 a 3 aliquote.
L’obiettivo finale quindi è quello di estendere la flat tax, per lavoratori autonomi, ma anche dipendenti, entro cinque anni.
Irpef: cosa cambia per le Partite Iva con la riforma fiscale
Ma cosa vuol dire questo, in particolare per le Partite Iva? Semplificazione e riduzione della pressione fiscale sono gli obiettivi previsti anche per gli autonomi, che potranno accedere ad un sistema di aliquote che andrà ad avvantaggiare soprattutto il ceto medio, ovvero coloro che attualmente si trovano nelle due aliquote centrali.
Tuttavia va ricordato che le Partite Iva nell’ultimo periodo hanno visto anche allargare le possibilità di accesso al regime fiscale forfettario, per cui è già prevista una aliquota fissa, al 15%, molto vantaggiosa. Con la Legge di Bilancio 2023 infatti si è passati da un limite massimo di 65.000 euro a 85.000 euro di ricavi per poter usufruire del regime di vantaggio.
Questo vuol dire che già attualmente un grande numero di Partite Iva può beneficiare di un regime di tassazione agevolato, ma anche per le Partite Iva ordinarie e le PMI con la riforma fiscale ci saranno importanti novità, in termini di snellimento delle imposte. Tuttavia si attende l’approvazione della riforma per vedere gli effetti di questi cambiamenti.
Riforma fiscale 2023: revisione di Ires e Irap
Un altro punto importante, che riguarda soprattutto le imprese, è quello a proposito di Ires e Irap: anche queste imposte, a carico delle società, verranno riviste dalla riforma fiscale. Si ipotizza un graduale accantonamento dell’Irap, e l’arrivo di una doppia imposta Ires.
Su questa tassa infatti si ipotizza che verranno introdotte due aliquote, e la più bassa andrà a beneficio delle imprese che scelgono di assumere nuovo personale, specialmente se rientra in categorie svantaggiate, o di portare avanti investimenti per l’innovazione.
La revisione di queste due tasse andrà di fatto a ridurre la pressione fiscale sulle imprese, e a beneficiarne saranno soprattutto le società.
IVA: cosa cambierà con la riforma fiscale
Al centro della riforma fiscale c’è anche l’Imposta sul Valore Aggiunto, l’IVA. A questo proposito il governo vuole procedere allineando la tassa a quelle europee, e apportando semplificazione anche in questo caso. Questa tassa potrebbe essere modificata con una riduzione delle aliquote attualmente applicate.
Uno degli obiettivi è quello di allineare le aliquote per beni simili, poiché attualmente diversi prodotti hanno un’IVA al 22%, altri al 10%, altri al 5% o al 4%. Inoltre, si intende ridurre a zero l’aliquota IVA per alcuni specifici prodotti, su beni considerati essenziali.
Di conseguenza potrebbero cambiare anche le caratteristiche del gruppo IVA, che attualmente permette ai gruppi societari che aderiscono a questa opzione di escludere ai fini IVA le cessioni di beni e prestazioni di servizi tra società del gruppo e di accedere ad altre agevolazioni.
Riforma fiscale e cartelle esattoriali: novità per le Partite Iva
La riforma fiscale andrà a modificare anche diversi aspetti della riscossione dei debiti, e si ipotizza la scomparsa delle cartelle esattoriali vere e proprie. Ogni ente potrà quindi provvedere in autonomia a notificare, con atti esecutivi, i debiti ai contribuenti e alle imprese.
Tuttavia verranno meno anche alcuni strumenti di controllo, in particolare gli Indici Sintetici di Affidabilità, gli ISA. Il fisco quindi non valuterà più l’affidabilità delle imprese nel seguire gli adempimenti fiscali con questo strumento: questo provvedimento può voler dire che almeno 2 milioni di Partite Iva saranno esentate dall’obbligo di compilazione dei modelli ISA.
Verranno invece potenziati i meccanismi di concordato preventivo biennale tra imprese e fisco, per garantire, con la certezza di pagamento di una certa quota di imposta, l’esonero da ulteriori controlli per un periodo di due anni.
Riduzione degli adempimenti fiscali e semplificazione sono gli obiettivi anche delle modifiche che coinvolgeranno il sistema di controlli e di riscossione dei debiti. Si parla anche di una riduzione delle sanzioni per quelle imprese che collaborano nel saldare i propri debiti.
Riforma fiscale 2023, Partite Iva – Domande frequenti
Si ipotizza uno snellimento e una semplificazione delle tasse, con riduzione della pressione fiscale anche per le Partite Iva. Ecco tutti i provvedimenti previsti.
L’Irpef sarà ridotta ad un sistema a tre aliquote, per lavoratori dipendenti, pensionati e Partite Iva.
Verranno modificate alcune tasse: ci sarà una riduzione del numero delle aliquote Irpef, una revisione dell’IVA, accantonamento dell’Irap e l’Ires avrà due aliquote.
Valeria Oggero
Giornalista