- I dipendenti lasciano spesso i loro posti di lavoro a causa di condizioni inadeguate, stipendi stagnanti e mancanza di opportunità di carriera, un fenomeno amplificato dalla pandemia e noto come “le Grandi Dimissioni“.
- La retention dei dipendenti, incentrata sulla valorizzazione e la soddisfazione dei lavoratori, è fondamentale per contrastare l’elevato turnover.
- Implementare fringe benefits allineati alle esigenze dei dipendenti, come piani sanitari integrativi e flessibilità lavorativa, può migliorare significativamente la retention e ridurre i costi aziendali legati al turnover.
Questa è una domanda che coinvolge i datori di lavoro di tutto il mondo: “perché i dipendenti migliori se ne vanno?”. Nonostante molti se lo chiedano, solo una minoranza prende iniziative concrete per contrastare un fenomeno tanto diffuso da aver guadagnato un nome specifico: “le grandi dimissioni“.
La risposta risiede nella retention, un approccio strategico di fidelizzazione che abbraccia una serie di misure finalizzate a creare un ambiente lavorativo ottimale per i dipendenti, rispondendo alle loro esigenze e tenendo in considerazione i loro bisogni in un rapporto bilaterale e costruttivo.
Attraverso queste azioni, i lavoratori si sentono più valorizzati e soddisfatti, riducendo così la probabilità di lasciare l’azienda alla ricerca di alternative più allettanti. Esploriamo in modo approfondito le implicazioni di questa strategia.
Indice
Grandi dimissioni e retention dei dipendenti
Il fenomeno delle “grande dimissioni” anche conosciuto come il big quit o il great reshuffle, è un trend iniziato negli Stati Uniti in concomitanza con la pandemia da COVID-19.
I dipendenti hanno abbandonato i loro posti di lavoro in massa, lamentando condizioni inadeguate e stipendi stagnanti in relazione al costo della vita, salito vertiginosamente a causa dell’inflazione, derivante dal crack economico causato dalla pandemia.
Tra i fattori principali che hanno contribuito alla nascita del great resignation troviamo però anche:
- opportunità di carriera limitate;
- responsabili o colleghi ostili;
- mancanza di benefit;
- orari di lavoro estenuanti e non sostenibili a lungo termine;
- nessuna opportunità di mediazione in ambito di smart working dopo la fine della pandemia.
Alcuni economisti hanno descritto il great resignation come una specie di sciopero generalizzato e non coordinato, volto a lanciare un messaggio ben preciso ai datori di lavoro: i dipendenti non sono più disposti a stare a determinate condizioni pur di portare a casa lo stipendio.
Obiettivo delle iniziative di retention dei dipendenti
La retention dei dipendenti è una strategia fondamentale per le organizzazioni che mirano a mantenere in azienda i propri talenti, assicurando così la sostenibilità delle attività a lungo termine.
Un elevato turnover del personale riflette infatti spesso problemi più profondi: bassa motivazione, mancanza di chiarezza nel percorso di carriera, insufficiente riconoscimento, relazioni problematiche tra dipendenti e manager, che contribuiscono ad una scarsa soddisfazione lavorativa complessiva, che spesso spinge i dipendenti a cercare nuove opportunità.
Contrariamente a quanto comunemente si crede, la retribuzione non è infatti il fattore principale nel turnover. Oggi infatti ci sono nuove esigenze, più specifiche.
Quanto costa il turnover a un’azienda
Dal punto di vista aziendale, ridurre il turnover dei dipendenti è un obiettivo primario, poiché ciò permette di abbattere i costi di formazione e reclutamento, nonché di preservare i veri talenti capaci di mantenere uno standard e far crescere l’azienda.
Diversi studi hanno evidenziato che i costi diretti di sostituzione di un dipendente possono essere piuttosto elevati rispetto al suo stipendio annuo, ma la spesa complessiva può raggiungere il 90-200% quando si tratta di talenti. I costi includono:
- la selezione dei candidati;
- la formazione dei nuovi assunti;
- i cosiddetti “errori del principiante”.
Come aumentare la retention dei dipendenti
Aumentare la retention dei dipendenti è una sfida complessa che richiede un approccio olistico, adattato alla cultura aziendale e alle esigenze specifiche dei lavoratori. In questo contesto, esistono diverse strategie di welfare aziendale che possono essere implementate per migliorare il retention rate di un’azienda.
Innanzitutto, è fondamentale creare un ambiente lavorativo positivo e inclusivo. Questo implica non solo garantire un luogo di lavoro sicuro e accogliente, ma anche promuovere una cultura aziendale basata sul rispetto reciproco, sulla collaborazione e sul riconoscimento delle diversità.
Un ambiente lavorativo positivo contribuisce alla soddisfazione dei dipendenti e, di conseguenza, alla loro volontà di rimanere in azienda. Un altro aspetto cruciale è rappresentato dalle opportunità di crescita professionale e personale offerte ai dipendenti.
L’investimento nella formazione e nello sviluppo delle competenze non solo aumenta il valore dei dipendenti per l’azienda, ma contribuisce anche a far sentire il personale più valorizzato e parte integrante dell’organizzazione. Questo può includere la partecipazione a corsi di formazione, workshop, o anche la possibilità di coprire nuove responsabilità e ruoli.
La comunicazione trasparente e costante tra la direzione e i dipendenti è altrettanto importante: i lavoratori devono sentirsi ascoltati e capiti, con la possibilità di esprimere le proprie opinioni e ricevere feedback costruttivi. Una comunicazione efficace aiuta a creare un senso di fiducia e apertura, fondamentale per costruire relazioni lavorative durature.
L’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata è un altro fattore chiave. Fornire flessibilità in termini di orari di lavoro, telelavoro e permessi può aiutare i dipendenti a gestire meglio gli impegni personali e lavorativi, aumentando così la loro soddisfazione e riducendo il rischio di burnout.
Ultimi fattori, ma non sicuramente per importanza, la retribuzione e i benefici offerti dall’azienda. Assicurarsi che i dipendenti siano remunerati in modo equo e competitivo è sicuramente essenziale. Tuttavia, oltre al salario, è importante considerare anche altri tipi di benefici. Vediamo nel dettaglio quali.
I fringe benefits per migliorare la retention dei dipendenti
I fringe benefits, ovvero quei benefici aggiuntivi al salario base, hanno una grossa influenza sul benessere e la soddisfazione professionale dei lavoratori.
Per implementare con successo questa strategia, è fondamentale che i benefit proposti siano allineati con le esigenze e i desideri dei dipendenti. Il che richiede una comprensione approfondita dei bisogni del proprio personale, che può essere ottenuta attraverso sondaggi, incontri e feedback continui.
Ad esempio, per alcuni dipendenti potrebbe essere più importante un piano sanitario integrativo, mentre per altri potrebbero essere più apprezzati benefit legati alla flessibilità lavorativa o al work-life balance, come orari flessibili o la possibilità di lavoro da remoto.
Una volta identificate le esigenze dei dipendenti, l’azienda può proporre una gamma di fringe benefits che riflettano queste preferenze. La varietà e la personalizzazione dei benefit possono infatti giocare un ruolo cruciale: non tutti i lavoratori sono motivati dalle stesse ricompense.
Alcuni potrebbero preferire benefici legati alla salute e al benessere, come abbonamenti a palestre o programmi di wellness aziendale, mentre altri potrebbero trovare maggiore valore in benefit educativi, come corsi di formazione o borse di studio.
Ad ogni modo, i dipendenti dovrebbero sempre essere ben informati su quali benefit sono disponibili e su come possono accedervi.
Un altro aspetto da considerare è la flessibilità nel pacchetto di benefit offerto. Le esigenze dei dipendenti possono cambiare nel tempo, quindi è importante rivedere e aggiornare periodicamente l’offerta per assicurarsi che rimanga pertinente e attraente.
Dopo aver attuato una strategia di retention tramite fringe benefits, è però essenziale misurarne l’efficacia, tramite analisi periodiche dei tassi di turnover, sondaggi sulla soddisfazione dei lavoratori e feedback diretti, che forniranno preziose informazioni ai datori di lavoro su quali benefit sono più apprezzati e quali potrebbero necessitare di modifiche.
Retention dei dipendenti – Domande frequenti
“Le grandi dimissioni” si riferiscono al fenomeno osservato inizialmente negli Stati Uniti durante la pandemia di COVID-19, dove un numero elevato di dipendenti ha lasciato volontariamente il proprio lavoro. Le cause principali includono la ricerca di migliori condizioni lavorative, salari adeguati al costo della vita e maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.
La retention dei dipendenti si focalizza sul mantenimento del personale attraverso la valorizzazione e soddisfazione dei lavoratori. Questo approccio include la creazione di un ambiente di lavoro positivo, opportunità di crescita professionale, comunicazione trasparente e un equilibrato work-life balance, che contribuiscono a ridurre il desiderio dei dipendenti di cercare nuove opportunità lavorative.
I fringe benefits, come piani sanitari integrativi e flessibilità lavorativa, giocano un ruolo cruciale nella retention dei dipendenti. Quando i benefit sono allineati con le esigenze e i desideri dei lavoratori, contribuiscono a migliorare il loro benessere e soddisfazione professionale. Ciò porta a una minore propensione a lasciare l’azienda, riducendo così i costi legati al turnover del personale.
Il tasso di retention misura quali sono le iniziative messe in moto dalle aziende per trattenere i propri dipendenti al loro interno: ecco qualche esempio.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it