Regime forfettario con limite a 100.000 euro: le ipotesi della manovra 2025

Per le partite IVA forfettarie potrebbe presto arrivare una nuova soglia massima di reddito annuo, a 100.000 euro, con la manovra 2025.

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  • Tra le ipotesi di modifica delle attuali imposte applicate sui redditi delle partite IVA, c’è anche quella di un aumento del limite massimo di ricavi per i forfettari da 85.000 a 100.000 euro.
  • La novità potrebbe essere introdotta con la Legge di Bilancio 2025 e andrebbe ad aumentare ancora una volta le possibilità di applicazione di una tassazione ridotta per le partite IVA.
  • L’iniziativa andrebbe a coinvolgere gli autonomi che aderiscono già al regime forfettario e coloro che vi rientreranno nel 2025.

In queste settimane il governo sta presentando diverse ipotesi di intervento sul sistema fiscale italiano, modifiche che verranno incluse nella prossima Legge di Bilancio. Alcune novità coinvolgono da vicino anche le partite IVA, come l’intenzione di allargare ulteriormente la platea di possibili beneficiari del regime fiscale forfettario.

Attualmente la soglia massima entro cui è possibile beneficiare della tassazione agevolata di questo strumento è fissata a 85.000 euro, che era già stata incrementata negli scorsi anni dai precedenti 65.000 euro. Dal 2025 questa cifra potrebbe nuovamente aumentare arrivando a 100.000 euro.

Al momento è possibile solamente fare delle ipotesi, in relazione alle proposte che derivano dalle diverse parti del governo, per cui per conoscere le decisioni definitive bisogna aspettare la manovra 2025. Vediamo nell’articolo cosa potrebbe presto cambiare per le partite IVA.

Partite IVA in regime forfettario: nuovo limite di 100.000 euro.

Anno di riferimentoLimite massimo
Prima del 202365.000 euro
2023-202485.000 euro
2025Ipotesi 100.000 euro

Nella tabella abbiamo indicato qual è la soglia massima di reddito annuo consentita per poter accedere al regime fiscale forfettario, che prevede per le partite IVA una tassazione agevolata al 15% (o al 5% per i primi cinque anni) al posto dell’IRPEF.

Chi supera la soglia stabilita dalla legge secondo le attuali norme è obbligato a passare al regime ordinario, anche se questo può avvenire in modi differenti in base all’effettivo ricavo, come vedremo tra poco. Questo comporta il passaggio da un sistema ad aliquota unica ad uno che prevede l’applicazione degli scaglioni IRPEF.

Secondo le recenti proposte portate avanti da alcune parti di governo, il regime agevolato potrebbe presto essere esteso a lavoratori autonomi con redditi più elevati, consentendone l’ingresso anche a chi supera 85.000 euro annuali di ricavi, arrivando al limite massimo di 100.000 euro.

Nulla cambierebbe per gli altri requisiti di accesso al regime di vantaggio, in primis la soglia massima di 20.000 euro annui di spesa per compensi legati al lavoro accessorio, lavoro dipendente o per i collaboratori.

L’obiettivo di questa proposta è quello di alleggerire ulteriormente le tasse ai lavoratori con partita IVA, consentendo l’ingresso nel regime forfettario ad un maggiore numero di professionisti. In ogni caso questa proposta per il momento rimane ancora un’ipotesi, per cui si attende di conoscere almeno la bozza della prossima manovra.

Come funziona la soglia di reddito con il regime forfettario

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Vediamo come funziona nel dettaglio il requisito reddituale stabilito attualmente per chi ha una partita IVA forfettaria, tenendo presente che se il nuovo limite verrà confermato per il 2025, dovranno cambiare anche queste regole.

Al momento chi supera 85.000 euro di ricavi deve agire in questo modo:

  • se i ricavi superano 85.000 euro ma sono inferiori a 100.000 euro è possibile rimanere nel forfettario per tutto l’anno in corso e passare all’ordinario l’anno seguente;
  • se i ricavi superano 100.000 euro è obbligatorio passare immediatamente al regime ordinario.

Il passaggio al regime ordinario quindi può avvenire in modalità differenti in base al caso specifico. Al momento chi supera la soglia per accedere al forfettario può passare all’ordinario secondo questa modalità a due vie, ma non è detto che sarà presente anche nel 2025, per cui si attendono ancora delle conferme.

Va anche ricordato che da quando la partita IVA aderisce all’ordinario deve pagare le tasse secondo le aliquote IRPEF del 2024, che potrebbero subire diverse modifiche il prossimo anno.

Si sta ipotizzando infatti, oltre ad un possibile allargamento dei beneficiari del regime forfettario, anche una tassazione differente per l’IRPEF, che potrebbe essere sempre composta da 3 scaglioni ma con aliquote diverse da quelle attuali.

Legge di Bilancio 2025: le novità per le partite IVA

L’aumento della soglia per i forfettari è una delle principali novità previste dalle ipotesi del governo, insieme alla possibilità di cambiare le aliquote IRPEF che coinvolgono, oltre a lavoratori dipendenti e pensionati, anche gli autonomi con regime ordinario.

Per le partite IVA potrebbero essere messe in campo anche altre misure, con l’obiettivo di andare verso una flat tax, ovvero una tassa piatta uguale per tutti. Un ulteriore intervento potrebbe modificare ancora le detrazioni, le deduzioni e i crediti a cui i lavoratori, sia autonomi che dipendenti, possono accedere.

In questo caso gli interventi andrebbero a semplificare l’attuale sistema intricato di agevolazioni e sostenere soprattutto le famiglie con figli a carico.

Si parla poi di ulteriori interventi a favore della pace fiscale, ovvero strumenti che permettano ai contribuenti e alle imprese di pagare i propri debiti verso il fisco o altri enti in modo agevolato, come già accaduto quest’anno con la rottamazione quater e altre misure similari.

Si parla quindi di una nuova aliquota IRPEF al 33% e di una no tax area ampliata a 12.000 euro, che consentirà un notevole alleggerimento delle tasse per chi rientra entro questo limite annuo di redditi. Nella pratica il governo dovrà trovare le risorse per intervenire con le modifiche all’attuale sistema fiscale, per cui si attende di sapere cosa verrà effettivamente introdotto.

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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