- Guadagnare 1500€ al mese con Partita IVA può sembrare un traguardo facilmente raggiungibile, ma bisogna conoscere a fondo tutte le variabili e le implicazioni a seconda del regime fiscale adottato.
- In regime forfettario, si è soggetti a una tassazione più semplice e con percentuali ridotte; tuttavia, bisogna considerare variabili come il coefficiente di redditività e i contributi previdenziali.
- In regime ordinario, la tassazione è più elevata e variabile, ma offre la possibilità di detraibilità delle spese; i contributi previdenziali possono variare notevolmente e, per raggiungere un reddito netto di 1.500 euro, si dovrà generalmente incassare una somma maggiore rispetto al regime forfettario.
Guadagnare un netto di 1.500 euro al mese quando si è titolari di una Partita IVA può sembrare un obiettivo semplice a prima vista. Tuttavia, quando si entra nel dettaglio delle obbligazioni fiscali e contributive, il quadro diventa notevolmente più complesso.
In Italia, esistono principalmente due regimi fiscali che un libero professionista o un imprenditore può adottare:
- il regime forfettario;
- il regime ordinario.
Ogni regime ha le proprie regole, tassazione e contributi da versare, rendendo essenziale una comprensione approfondita per poter calcolare con precisione l’incassato necessario per raggiungere il reddito netto desiderato.
Guadagnare 1500 euro in regime forfettario
Il regime forfettario è spesso la scelta prediletta da molti giovani professionisti e imprenditori, principalmente per la sua semplificazione dei calcoli fiscali e per le tasse ridotte.
Tuttavia, come si traduce questa scelta in termini concreti quando si punta a un reddito netto di 1.500 euro al mese? Vediamo quali parametri vanno considerati.
1. Calcolo delle tasse
Partendo dal nostro obiettivo di 1.500 euro netti al mese, il primo passo è determinare quanto bisogna effettivamente incassare per raggiungere questa cifra. In regime forfettario, si è soggetti a un’imposta sostitutiva:
- del 15% per chi ha già un’attività;
- del 5% per i nuovi imprenditori nei primi cinque anni.
2. Coefficiente di redditività
Un altro elemento da considerare nel regime forfettario è il coefficiente di redditività. Questo valore percentuale varia in base al tipo di attività e incide sulla determinazione dell’imponibile.
Per esempio, se si è un copywriter con un coefficiente del 78%, l’imponibile sarà il 78% dell’incassato totale. Il calcolo dell’imposta sostitutiva avverrà su questa base ridotta, favorendo ulteriormente il contribuente.
3. Contributi previdenziali
Non bisogna dimenticare i contributi previdenziali: per il 2023, se si è iscritti alla Gestione Separata INPS, i contributi ammontano al 26,23% dell’imponibile. Questi contributi, dunque, andranno sottratti dall’incassato prima di arrivare al netto.
Per chi lavora con regime fiscale forfettario, questa è una spesa da non sottovalutare: anche se non è previsto un minimo in quota fissa annuale, si tratta comunque di somme da accantonare.
4. Esempio di calcolo
Se prendiamo l’esempio di un copywriter che ha appena avviato la propria attività, possiamo calcolare che, per guadagnare 1500€, dovrà incassarne almeno 1983€. Ecco come abbiamo fatto il calcolo:
- prima di tutto, abbiamo calcolato i contributi INPS sul netto, che ammontano a 405.73€;
- dopodiché, ci siamo dedicati all’imposta sostitutiva, ovvero 77,34€;
- abbiamo quindi ottenuto un importo lordo di 1983,09€, a cui andranno sottratti 483,07€ per le tasse.
Guadagnare 1500 euro in regime ordinario
Il regime ordinario è l’opzione che molti professionisti ed imprenditori scelgono quando la loro attività supera certi limiti di fatturato o quando è necessaria la detraibilità delle spese. Ma come si configura questo regime se l’obiettivo è un reddito netto di 1.500 euro al mese?
Una stima generale, che non tiene conto però delle molteplici variabili in gioco, parla di una cifra poco inferiore al doppio del guadagno netto, quindi sui 2.800€ al mese. Tuttavia, qui il calcolo non è così semplice.
1. Calcolo delle tasse
Se si opera in regime ordinario, la tassazione è progressiva e si applica secondo gli scaglioni dell’IRPEF, con percentuali che vanno dal 23% al 43%. Pertanto, il calcolo dell’incassato necessario per raggiungere i 1.500 euro netti diventa più complesso e, generalmente, richiede una somma maggiore rispetto al regime forfettario. Ecco la tabella degli scaglioni IRPEF utile a calcolare il reddito imponibile.
Reddito imponibile | Scaglione IRPEF |
fino a 15.000€ | 23% |
da 15.001€ a 28.000€ | 25% |
da 28.001€ a € 50.000€ | 35% |
redditi superiori a 50.000€ | 43% |
2. Detrazione delle spese
Un vantaggio del regime ordinario è la possibilità di accedere alla detraibilità delle spese sostenute per l’attività. Questo potrebbe compensare parzialmente la tassazione più alta.
L’incassato annuale sarà ridotto dalle spese sostenute, e l’IRPEF si applicherà su questa base imponibile ridotta. Una Partita Iva con regime ordinario infatti può scaricare da questa tassa diverse spese per l’attività.
3. Contributi previdenziali
In regime ordinario, i contributi previdenziali possono variare notevolmente a seconda della cassa previdenziale a cui si è iscritti.
- se fai parte di una cassa previdenziale privata, le tue obbligazioni contributive saranno dettate dalle linee guida specifiche disponibili sul sito della cassa stessa;
- nel caso tu sia iscritto alla Gestione Separata INPS, è bene sapere che la percentuale contributiva viene aggiornata annualmente; per l’anno 2023, essa ammonta al 26,23% dell’imponibile;
- per coloro che sono iscritti alle gestioni INPS degli artigiani o dei commercianti, la struttura contributiva è bifasica: per l’anno in corso, i contributi fissi sono di 4.292,42€ per i commercianti e di 4.208,4€ per gli artigiani, a prescindere dal totale degli incassi. In aggiunta, i contributi variabili vengono applicati su una base imponibile che eccede i 17.504€: per i commercianti, questa percentuale è del 24,48%, mentre per gli artigiani è del 24%.
Guadagnare 1500€ al mese con Partita IVA – Domande frequenti
La differenza fondamentale è nel sistema di tassazione. Nel regime forfettario, la tassazione è semplificata con un’imposta sostitutiva che può variare dal 5% al 15%, mentre nel regime ordinario, la tassazione è progressiva secondo gli scaglioni IRPEF, con percentuali che vanno dal 23% al 43%.
I contributi previdenziali riducono l’importo che un libero professionista o imprenditore incassa effettivamente. Per il 2023, la percentuale dei contributi previdenziali è del 26,23% dell’imponibile sia nel regime forfettario che in quello ordinario (se si è iscritti alla Gestione Separata INPS). Questi contributi devono essere sottratti dall’incassato per calcolare il reddito netto.
No, la detraibilità delle spese è un vantaggio specifico del regime ordinario. Nel regime forfettario, non è possibile detrarre le spese sostenute per l’attività, ma in compenso, la tassazione è generalmente più favorevole e semplificata. Scopri qui quanto fatturare per guadagnare 1.500 euro netti.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it