- L’implementazione di un sistema POS nelle attività commerciali in Italia è una scelta obbligata, corroborata dalle ultime norme che impongono l’accettazione dei pagamenti elettronici di qualsiasi importo.
- La struttura tariffaria può variare da un fornitore all’altro. In Italia, il costo medio per le commissioni è dello 0,7% per transazione, ma esistono diverse offerte, con commissioni fisse, a percentuale o con modelli combinati.
- Alcuni fornitori offrono POS senza commissioni sulle transazioni, applicando altre tariffe come costi mensili o annuali fissi. Sono da considerare anche i POS collegati agli istituti bancari.
Con l’entrata in vigore delle norme che impongono a esercenti e professionisti non solo di munirsi di POS, ma anche di accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo, la gestione efficace delle transazioni è divenuta un elemento cruciale per qualsiasi attività commerciale.
Tra le molteplici opzioni a disposizione, può però diventare difficile orientarsi, e una domanda sorge spontanea: “Quanto mi costerà implementare un sistema POS nel mio esercizio commerciale?“
Analizziamo i diversi fattori che contribuiscono al costo totale di un POS, dai costi hardware e software a quelli legati alle transazioni e al servizio clienti, soffermandoci sulle varie opzioni disponibili a seconda delle esigenze.
Indice
Quanto costa acquistare un POS
POS | Costo di attivazione |
POS Android™ PAX A920 Pro | 0€ (noleggio) + bollo 16€ |
POS Android PAX A910 Axerve | €100 + bollo da 16€ |
SumUp Air | €39 + bollo da 16€ |
SumUp Solo | €79 + bollo da 16€ |
SumUp 3G | €129 + bollo da 16€ |
SmartPOS MINI Nexi | €179 + bollo da 16€ |
MobilePos Nexi | €29 + bollo da 16€ |
SmartPOS CASSA Nexi | €59 + bollo da 16€ |
SmartPOS Nexi | €29 + bollo da 16€ |
myPOS Go 2 | €39 + bollo da 16€ |
myPOS Go Combo | €189 + bollo da 16€ |
myPOS Carbon | €219 + bollo da 16€ |
myPOS Pro | €249 + bollo da 16€ |
Quanto costa un POS? Cosa valutare
Dare una risposta certa a una domanda di questo tipo è una sfida, data la varietà di fattori che influenzano il costo complessivo.
Tuttavia è possibile fare una panoramica dei vari elementi che vanno a comporre i costi di un POS e dei relativi prezzi medi dove possibile, che possono poi variare da fornitore a fornitore. Per valutare una specifica offerta, bisogna considerare alcuni parametri specifici.
1. Prezzo di acquisto
Il primo costo che un esercente affronta è solitamente legato all’acquisto del dispositivo POS. I prezzi possono variare notevolmente a seconda del tipo di dispositivo, sia esso mobile o fisso.
Ad oggi diversi fornitori offrono POS con funzionalità differenti, alcuni dotati di moderna tecnologia per accettare pagamenti in diverse forme. Il POS mobile è anche attualmente uno dei più gettonati da alcune tipologie di attività, in particolare quelle legate alla ristorazione.
2. Installazione e attivazione
L’installazione di un POS può comportare costi aggiuntivi, specialmente se richiede l’intervento di un tecnico specializzato.
Inoltre, i tempi di attesa per l’installazione possono variare e raggiungere fino a 20 giorni. Alcuni fornitori richiedono un costo una tantum per l’attivazione del servizio, che può raggiungere fino a 100€.
3. Canone o comodato d’uso
Per i POS più tradizionali, vi è spesso un canone mensile o annuale che va dai 10€ ai 50€, oltre a eventuali costi di attivazione. La scelta di un servizio POS a canone mensile è collegata anche al comodato d’uso, per cui l’esercente paga una certa somma periodicamente.
4. Commissioni
Le commissioni costituiscono una parte importante del costo da considerare per l’utilizzo di un POS. Queste dipendono dal fornitore scelto, e possono variare in base alle percentuali stabilite nello specifico.
Le commissioni spesso sono un punto critico per le attività che utilizzano un POS, per questo è necessario valutare in modo preciso quali sono le esigenze dell’esercente, e confrontare le varie proposte degli operatori.
5. Recesso e costi aggiuntivi
Alcuni fornitori applicano una commissione aggiuntiva in base al circuito della carta utilizzata per il pagamento. Questi costi possono variare, soprattutto quando si tratta di carte internazionali.
Alle volte è inoltre richiesta l’apertura di un conto aziendale dedicato, con relativi costi di gestione e apertura. Se si utilizza un conto dedicato, di conseguenza potrebbero esserci costi associati ai bonifici e ai prelievi effettuati.
Nel caso in cui si decida di terminare il contratto prima della scadenza, infine, alcune aziende applicano una penale che può arrivare fino a 200€.
6. Assicurazione
Nel caso di dispositivi in noleggio o comodato d’uso, l’esercente è responsabile per eventuali furti o smarrimenti, e potrebbe essere richiesta un’assicurazione a copertura dei rischi. Anche questa spesa comporta un esborso da considerare, nel complesso dei costi per il POS.
Quanto costa un POS per ogni transazione
Una delle voci di spesa più importanti quando si parla di sistemi POS è rappresentata dai costi di transazione, ovvero gli importi che il provider del POS preleva su ciascuna transazione effettuata attraverso il sistema.
Queste commissioni possono sommarsi rapidamente e avere un impatto significativo sul margine di profitto del vostro esercizio commerciale.
Il costo medio per le commissioni imposto agli esercenti dai maggiori fornitori tradizionali in Italia è dello 0,7% per ogni transazione. Tuttavia, se si omette la grande distribuzione organizzata, che gode di tariffe più favorevoli, questa percentuale sale a circa l’1%.
Esistono tuttavia diverse strutture tariffarie che possono essere applicate, tra cui:
- commissioni fisse: una tassa fissa per ciascuna transazione, indipendentemente dall’importo della vendita;
- commissioni percentuali: una percentuale dell’importo totale della transazione;
- modello combinato: una combinazione di una tariffa fissa e una percentuale sull’importo della transazione.
Ogni modello ha i suoi pro e contro, e la scelta dipenderà da vari fattori come: il volume delle vendite, l’importo medio per transazione e le specifiche esigenze di ciascun business. È fondamentale leggere attentamente il contratto e comprendere tutti i dettagli relativi alle commissioni per evitare spiacevoli sorprese in futuro.
Alcune piattaforme, ad esempio, offrono sconti su volumi elevati o hanno tariffe differenziate in base al tipo di carta di pagamento utilizzata (ad esempio, carte di credito premium potrebbero avere commissioni più elevate).
È sempre consigliabile fare una comparazione dettagliata tra diversi fornitori per trovare la soluzione più economica che soddisfi le vostre esigenze, senza sacrificare funzionalità e affidabilità.
I POS senza commissioni
Un modello di business che sta guadagnando sempre più terreno nel mercato dei POS è quello dei sistemi senza commissioni sulle transazioni. In questo modo, l’azienda fornitrice del POS non preleva alcun costo aggiuntivo su ciascuna vendita effettuata attraverso il dispositivo.
Questo potrebbe sembrare allettante a prima vista, soprattutto per i piccoli rivenditori che desiderano minimizzare i costi operativi.
Tuttavia, è fondamentale comprendere che la mancanza di commissioni non significa assenza totale di costi. Solitamente, i fornitori che offrono POS senza commissioni compensano con altre tariffe, come costi mensili o annuali fissi, o tariffe per servizi aggiuntivi come il supporto tecnico o l’accesso a funzionalità avanzate.
Un POS senza commissioni potrebbe quindi essere la soluzione per alcune tipologie di business, ma è essenziale analizzare l’intero pacchetto offerto, per assicurarsi che soddisfi le esigenze specifiche del proprio modello di business.
Quanto costa un POS collegato alla banca
Un’altra proposta che merita considerazione è quella dei POS offerti direttamente dagli istituti bancari, dispositivi che sono spesso associati a un conto corrente aziendale e che possono venire proposti come parte di un pacchetto di servizi. Esistono diverse implicazioni da considerare in questo caso.
1. Integrazioni con i servizi bancari
Uno dei vantaggi è l’integrazione semplificata con altri servizi bancari, come conti correnti, linee di credito e gestione delle transazioni.
Questo può rendere più agevole la tenuta della contabilità e la gestione finanziaria. In questo modo l’esercente può rivolgersi ad un unico fornitore per diversi servizi utili all’attività.
2. Costi
In genere, i costi associati a un POS bancario possono essere inclusi nel canone mensile del conto corrente aziendale, ma è fondamentale leggere attentamente il contratto per comprendere tutte le voci di spesa, che possono includere canoni fissi, costi di attivazione e commissioni sulle transazioni.
In generale questa scelta può comportare un certo risparmio, specialmente se gli istituti offrono specifiche offerte per le imprese.
3. Flessibilità contrattuale
I contratti con le banche potrebbero risultare meno flessibili rispetto a quelli con fornitori indipendenti. Ciò significa che potrebbero esserci costi di recesso o periodi minimi di permanenza da considerare. Anche questi aspetti vanno analizzati nel dettaglio, per non incorrere in situazioni poco chiare.
4. Assistenza clienti
Essendo legato a un istituto bancario, il supporto al cliente è spesso strutturato e affidabile, ma può essere meno specializzato sul fronte tecnologico rispetto a fornitori dedicati unicamente ai servizi di POS.
Anche su questi punto bisogna fare attenzione al servizio che si sceglie: in alcuni casi l’assistenza potrebbe essere offerta solamente tramite web, in altri casi sono presenti uffici fisici.
5. Offerte personalizzate
Alcune banche offrono pacchetti personalizzati o sconti per clienti di lungo termine, il che può risultare vantaggioso in una prospettiva a medio-lungo termine. In particolare, ad oggi è possibile individuare diversi pacchetti di servizi dedicati esclusivamente alle imprese e alle Partite Iva.
Vantaggi del POS con istituto bancario
Optare per un POS collegato a un istituto bancario può essere una scelta strategica che offre diversi vantaggi, soprattutto in termini di integrazione con altri servizi bancari. Tuttavia, è cruciale esaminare attentamente i termini contrattuali e i costi associati per determinare se questa opzione sia la più adatta alle esigenze specifiche del proprio business.
Ad esempio, Unicredit offre due opzioni per l’acquisizione di un POS:
- Promo POS: con un costo di installazione di 39,90€, ha un canone mensile di 5,90€ per commissioni dello 0,49% sul transato PagoBANCOMAT e BANCOMAT Pay, e 0,84% per Acquiring Diretto Carte Consumer EU;
- Promo Mobile POS: con un costo di installazione a 39,90€, ha un canone mensile azzerato però con commissioni dell’1,55%
L’offerta di Banca Sella, invece, non comprende alcun costo di installazione né canone mensile di noleggio, ma integra comunque una commissione di 0,95% su transato con circuiti PagoBancomat, Visa e Mastercard intra EEA.
Quanto costa un POS – Domande frequenti
Con l’entrata in vigore delle nuove normative, è obbligatorio per esercenti e professionisti munirsi di un POS e accettare pagamenti elettronici di qualsiasi importo. La mancata conformità a queste norme può portare a sanzioni.
Il modello di POS con commissione più vantaggioso dipende da vari fattori, come il volume delle vendite e l’importo medio per transazione. Alcuni modelli di commissione includono tasse fisse per transazione, commissioni percentuali sull’importo totale o una combinazione dei due.
Un POS collegato a un istituto bancario può offrire diversi vantaggi, come l’integrazione con altri servizi bancari, il che può semplificare la gestione finanziaria. Tuttavia, i costi associati potrebbero essere più alti e i contratti meno flessibili.
L’esercente sostiene dei costi per accettare i pagamenti con carta: dal prezzo del dispositivo POS, fino al canone e alle commissioni mensili. Scopri qui tutti i prezzi.
Ad oggi ci sono diverse offerte per POS con commissioni basse, dedicate alle imprese e agli esercenti. Leggi qui il confronto tra i costi.
Per le attività di impresa esistono diversi tipi di POS, da quelli fissi a quelli mobili: questi ultimi sono particolarmente indicati per il settore turistico e della ristorazione.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it