- Non si fermano le proteste del settore agricolo in Europa, arrivando anche in Italia.
- Gli agricoltori europei manifestano contro le politiche green adottate dall’Europa per salvaguardare l’ambiente, che mettono in difficoltà un intero settore.
- Al centro delle proteste ci sono anche i rincari dei prezzi che hanno coinvolto materie prime e bollette dell’energia, oltre alla tassazione imposta dai singoli paesi.
Le proteste degli agricoltori hanno coinvolto nelle ultime settimane diversi paesi europei: da Berlino a Parigi, fino ad arrivare in Italia, si moltiplicano le manifestazioni e i cortei formati da file di trattori che invadono le città.
Tutto è partito dalla Germania già a dicembre 2023, con un intero settore che ha iniziato a esprimere dissenso contro il governo, in particolar modo in relazione al taglio ai sussidi e all’aumento delle tasse per i lavoratori dell’agricoltura.
Successivamente le manifestazioni hanno coinvolto anche la Francia, contro diversi provvedimenti a discapito del settore in questo delicato periodo di crisi. Da una settimana circa le proteste degli agricoltori sono arrivate anche nel nostro paese: cerchiamo di fare chiarezza su quali sono le ragioni di queste manifestazioni.
Indice
Proteste degli agricoltori: la situazione in Europa
Come anticipato, i primi a protestare sono stati i tedeschi, che già a dicembre si sono mossi per dichiarare il proprio dissenso verso le decisioni del governo in merito alla manovra finanziaria. Inizialmente almeno 10.000 agricoltori si sono trovati a Berlino bloccando le strade principali con trattori e mezzi agricoli, manifestando contro i tagli del governo.
Al centro della questione vi sono diversi problemi riscontrati dal settore. Una prima criticità è il taglio delle agevolazioni presenti sull’acquisto del diesel da parte degli agricoltori, ma non è tutto. L’economia tedesca che ruota intorno a questo settore è infatti costellata da sussidi, che corrispondono ad un’ingente spesa pubblica per lo Stato tedesco.
Molti di questi sussidi, come quello sul diesel, sono considerati dannosi a livello ambientale, oltre a comportare uscite economiche importanti per le casse statali. In quest’ottica, il governo si è trovato a fare delle scelte, soprattutto di fronte ad un buco di bilancio individuato rispetto all’anno precedente.
I tagli non hanno tuttavia trovato l’approvazione del settore agricolo, che è sceso in piazza chiedendo attenzione per un’economia messa a dura prova da guadagni in calo. Si manifesta quindi anche per la disomogenea distribuzione dei sussidi da parte dell’Europa, oltre che sulle nuove norme ambientali sempre più restrittive per le imprese di questo settore.
Il movimento di protesta si è diffuso a macchia d’olio anche in altri paesi europei, a cominciare dalla Francia: in questo caso il governo, che aveva intrapreso decisioni similari a quelle tedesche, ha poi ritrattato su diversi punti, tuttavia la mobilitazione non si è arrestata.
La capitale è stata quindi invasa dagli agricoltori, con diversi blocchi stradali anche sulle autostrade. Medesime motivazioni hanno spinto le proteste fino a Bruxelles, Polonia, Romania, Grecia, arrivando anche in Italia.
Le proteste degli agricoltori in Italia
Nel nostro paese le manifestazioni si sono concretizzate in un periodo successivo rispetto a quelle iniziate in UE e continuano da circa una settimana. Il settore agricolo è in difficoltà anche in Italia, con criticità simili a quelle riscontrate all’estero.
Cominciando dalla Sicilia, i cortei di trattori continuano a muoversi per bloccare le principali strade e autostrade: dal centro di Viterbo, fino a Bologna, Verona, Foggia, Udine, Crotone, con i cortei che prevedono di arrivare anche a Roma.
La manifestazione sta diventando sempre più nazionale, raggiungendo anche Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio, contro il caro prezzi che sta mettendo in ginocchio l’intero settore agricolo. Anche in Italia si chiede al governo o all’Europa una maggiore attenzione verso le condizioni in cui si trova l’agricoltura. Ma vediamo quali sono le maggiori criticità per le imprese agricole in Italia.
Il Made in Italy a rischio
Al centro delle proteste in Italia ci sono in un primo piano le decisioni dell’UE, che starebbero mettendo a rischio il Made in Italy nel paese e nel mondo. In particolare, le nuove proposte di promuovere la carne sintetica (bloccata dal governo italiano) e la farina di insetti metterebbero a rischio l’alimentazione tipica italiana e il commercio mondiale.
La Commissione Europea ha infatti recentemente approvato1 l’immissione nel continente di prodotti alimentari a base di insetti, come la farina di grilli. La decisione è stata presa soprattutto per ampliare la scelta di prodotti più sostenibili per l’ambiente per l’alimentazione umana, con valutazione positiva da parte dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Gli stessi obiettivi di sostenibilità sono perseguiti dalla proposta di portare avanti la vendita in Europa della carne sintetica, ovvero prodotta in laboratorio. Il governo italiano ha subito vietato questo alimento, ma anche altri paesi UE hanno detto no.
Questo tipo di prodotto, purché sostenibile a livello ambientale, potrebbe infatti danneggiare pesantemente la produzione alimentare tradizionale di tutta Europa.
L’aumento dei costi per il settore agricolo
Le proteste continuano anche per le conseguenze critiche dell’inflazione su questo settore. Le imprese agricole infatti fanno fatica a sostenere i costi, sempre più alti, per la produzione, mentre i ricavi non bastano a sopperire alle spese.
Dal prezzo del gasolio al costo di concime, macchinari e prodotti fitosanitari, i recenti aumenti causati dalla crisi economica non hanno risparmiato le imprese agricole.
Il settore da un lato porta avanti l’innovazione tecnologica, con investimenti ingenti sostenuti anche da diversi contributi pubblici e europei, dall’altro lato si è trovato a pagare cifre sempre maggiori per l’energia elettrica, l’acqua e per le materie prime.
Per le imprese ottenere ricavi sufficienti a coprire queste spese è sempre più difficile, a fronte di una tassazione sempre più preponderante. Il settore agricolo si trova anche di fronte alla carenza di personale specializzato e al problema della svendita dei terreni.
L’agricoltura in Europa: dati 2023
Politiche italiane ed europee non attente al settore, l’aumento generale dei prezzi e le tasse troppo alte hanno portato gli agricoltori ad una protesta generalizzata. L’Istat2 ha rilevato alcuni dati specifici che mettono in risalto la crisi dell’agricoltura in Italia, che si riscontra anche a livello europeo.
Anche se, come si vede dal grafico, il nostro paese si trova tra i primi posti per produzione agricola in UE, nel 2023 si è registrato un calo, del -1,4%, soprattutto per ciò che riguarda alcune specifiche produzioni tipiche italiane, in termini di volumi:
- vino: -9,5%;
- patate: -6,8%;
- frutta: -5,3%;
- olio d’oliva: -5%.
La produzione è in crescita invece per ciò che riguarda le coltivazioni industriali, cereali e ortaggi. Anche in UE si registra un calo generale, intorno all’1% in termini di volume. Il clima è uno dei fattori che maggiormente ha penalizzato l’agricoltura nel 2023, anche se l’instabilità dei mercati e in particolare delle materie prime e dell’energia ha contribuito ad appesantire il settore.
La PAC europea al centro delle proteste
Le politiche europee per l’agricoltura sono al centro delle proteste: la PAC, ovvero la Politica Agricola Comune che coinvolge tutti gli stati membri UE è coinvolta da una programmazione green, ovvero a tutela dell’ambiente, che metterebbe in difficoltà il funzionamento dell’intero settore. Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.
La PAC, presente dal 1962, non è altro che un’intesa tra l’Europa e gli agricoltori del continente. Questo tipo di politica ha come obiettivo quello di sostenere i coltivatori, proporre strumenti di tutela e monitorare gli andamenti del clima. Negli ultimi anni l’ambiente è diventato sempre più centrale, con un’ottica di difesa dei territori.
L’Europa ha individuato alcuni dati importanti che mostrano anche la situazione economica del settore, a partire dai redditi: anche se la produzione alimentare è importantissima per tutti gli stati, il reddito degli operatori agricoli è più basso del 40% rispetto agli altri settori dell’economia. Insieme a monitorare questo fattore, vi è la necessità di tutelare ambiente e territori, promuovendo un’agricoltura sostenibile.
La PAC quindi interviene generalmente per sostenere il reddito di questi operatori, per portare avanti progetti di sviluppo e di tutela del territorio. In relazione con il Green Deal europeo3, dal 2023 va a finanziare almeno con il 30% delle risorse misure in una direzione green, a discapito dei sussidi per il settore.
Anche se per ogni paese in cui stanno avvenendo le proteste, queste si svolgono con particolari motivazioni, anche legate alle scelte dei singoli governi, lo sfondo comune è da rilevare proprio nelle scelte europee che vanno a discapito dei sostegni economici all’agricoltura.
La riduzione drastica dell’utilizzo dei pesticidi e la spinta a mettere a riposo i terreni per tutelare la biodiversità sono alcune delle norme pratiche che stanno mettendo in difficoltà gli agricoltori. In particolare, viene chiesto agli operatori agricoli di liberare alcune zone per il ripristino di interi habitat, a discapito della produzione.
Obiettivi per l’agricoltura in Italia
Se da un punto di vista ambientale queste decisioni possono essere appoggiate, per ciò che riguarda l’economia del settore agricolo le cose sono diverse: gli obiettivi europei sono infatti difficili da raggiungere e implicano un dispendio economico non indifferente.
Abbiamo selezionato qui alcuni degli obiettivi previsti per i prossimi anni per l’Italia, in base alle disposizioni PAC e ai diversi indicatori di risultato. Tra gli obiettivi italiani troviamo quelli che più in generale riguardano la modernizzazione delle imprese agricole, in particolare per ciò che riguarda la tecnologia e la digitalizzazione.
Troviamo poi diverse indicazioni per ciò che riguarda l’ambiente: dalla necessità di adattamento ai cambiamenti climatici alla riduzione delle emissioni inquinanti, dall’utilizzo dell’energia rinnovabile al miglioramento della qualità dell’aria, dall’uso sostenibile dell’acqua fino alla riduzione dell’impiego dei pesticidi.
Si tratta di obiettivi di grande importanza per l’ambiente e per la tutela della salute dei cittadini, che prevedono anche l’introduzione di progetti specifici come l’inclusione sociale e il miglioramento delle condizioni degli animali. Si parla quindi di necessità di grande valore, ma che hanno bisogno di investimenti non indifferenti.
Proteste agricoltori in Italia – Domande frequenti
Le proteste degli agricoltori iniziate in Europa sono arrivate anche in Italia: le motivazioni riguardano l’aumento dei costi per le imprese agricole a fronte di guadagni in diminuzione, ma anche le politiche agricole europee.
Le manifestazioni sono cominciate a dicembre 2023 in Germania, arrivando oggi anche in Italia. Ecco la panoramica delle cause per cui si protesta.
La PAC è la Politica Agricola Comune, che rappresenta gli obiettivi e gli strumenti per gli agricoltori europei per sostenere il settore e affrontare le sfide ambientali e climatiche.
- “Piccoli insetti – Grande impatto, l’UE autorizza gli insetti come cibo“, European Commission, ec.europa.eu ↩︎
- “Italia e UE: il clima penalizza i risultati economici dell’agricoltura“, istat.it ↩︎
- A greener and fairer cap, European Commission, agriculture.ec.europa.eu ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista