- Sono circa 115 le scadenze fiscali che famiglie e imprese devono rispettare nel mese di giugno, con una media di quattro scadenze al giorno.
- A causa della grande quantità di adempimenti fiscali previsti, è stata fatta una richiesta di proroga delle scadenze fiscali di una ventina di giorni.
- I commercialisti hanno richiesto la proroga dei versamenti IVA in modo da studiare e applicare al meglio le novità introdotte dal decreto sui correttivi ISA del 16 maggio.
Nel mese di giugno c’è una media di quattro adempimenti fiscali al giorno, che famiglie e imprese sono tenute a rispettare. Stiamo parlando di un totale di ben 115 adempimenti.
Spesso sono gestiti da dottori commercialisti, che si ritrovano anche alle prese con lo studio e le applicazioni delle novità introdotte dal decreto sui correttivi ISA, pubblicato il 16 maggio dopo la firma avvenuta il 28 aprile.
Proprio per questi motivi, i commercialisti italiani hanno avanzato la richiesta di proroga delle scadenze fiscali a luglio 2023. Viene richiesto di prorogare alcuni adempimenti, tra cui i versamenti dell’IVA, di una ventina di giorni, in modo da avere più tempo per assolvere a tutti gli obblighi previsti e applicare le ultime novità entrate in vigore.
L’ipotesi di una proroga tuttavia potrebbe essere a rischio: il problema che potrebbe impedire lo slittamento riguarda i conti pubblici.
Indice
Scadenze fiscali di giugno: la richiesta dei commercialisti
Come abbiamo già detto, per il mese in corso sono previsti ben 115 adempimenti che gravano sia su famiglie che sulle imprese.
Proprio per questo si sente parlare di un ingorgo fiscale. In questo mese, infatti, ci sono gli adempimenti fiscali delle imprese, ma anche gli adempimenti relativi alle denunce dei redditi, oltre al canone TV ed altri adempimenti richiesti dal Fisco.
Più nel dettaglio, gli adempimenti previsti sono:
- 50 scadenze: imposta sostitutiva, IVA, ritenute, Tobin Tax, imposta intrattenimenti, ecc. da liquidare entro il 16 giugno;
- 55 versamenti: Irpef, addizionali, cedolare secca, ritenute, IVA, Ires, Irap, imposte sostitutive, ecc.;
- 4 dichiarazioni: Irpef, sostitutive, Intra, ecc.;
- 4 comunicazioni: contratti di locazione, informazioni finanziarie a fini fiscali tra stati UE, ecc.;
- 1 istanza canone Tv entro il 30 giugno.
Tra le scadenze fiscali di giugno vi è anche il termine ultimo per poter richiedere l’accesso alla misura della rottamazione quater introdotta dal governo per il pagamento agevolato dei debiti.
Giugno è il mese in cui si richiede uno sforzo eccessivo anche ai commercialisti, che devono fare uno sprint per riuscire a incastrare tutti gli adempimenti.
Infatti, questo mese coincide con la fine del semestre e del secondo trimestre dell’anno, in cui spesso cadono diverse scadenze periodiche. A questo, poi, bisogna aggiungere le ulteriori novità introdotte dalla normativa fiscale.
Proroga scadenze fiscali a luglio 2023: le ipotesi
Oltre ai numerosi adempimenti fiscali, i commercialisti si ritrovano alle prese con lo studio delle novità introdotte dalla normativa fiscale. Infatti, solamente il 16 maggio è stato approvato il decreto sui correttivi ISA, firmato il 30 aprile.
Il poco tempo a disposizione non ha dato la possibilità, ai dottori commercialisti, di studiare a dovere le novità introdotte nel caso di conferma della scadenza del 30 giugno.
In più, un’altra problematica che rende necessario lo slittamento delle scadenze è la necessità di comprendere il funzionamento del software “Il tuo Isa”, la cui prima versione è stata rilasciata dall’Agenzia delle Entrate solamente il 28 aprile.
Mentre le scadenze sono sempre più vicine, i dottori commercialisti hanno avanzato una richiesta di proroga delle scadenze fiscali a luglio 2023. Si tratterebbe, quindi, di uno slittamento di circa 20 giorni (feriali).
In particolare, i commercialisti chiedono la possibilità di prorogare i versamenti IVA. La richiesta sarebbe, quindi, quella di posticipare la scadenza dei versamenti IVA dal 20 giugno al 20 luglio 2023.
Tale richiesta, elaborata dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti, è stata inviata al Governo. Intanto, il consigliere nazionale tesoriere con delega alla fiscalità, Salvatore Regalbuto, ha annunciato che è già in corso una interlocuzione sia con il ministero dell’Economia che con l’Agenzia delle Entrate.
Questo è un segnale incoraggiante per i commercialisti, ma ci sono ancora alcune criticità a cui il Consiglio, il ministero e l’Agenzia delle Entrate devono porre rimedio.
Lo slittamento delle scadenze arriverebbe anche in funzione della ripresa degli adempimenti al termine della pausa delle prime settimane del mese di agosto. In questo modo le partite Iva a regime forfettario e i soggetti Isa avrebbero tempo di procedere con il versamento fino al 21 agosto, poiché il 20 agosto cade di domenica, aggiungendo però la maggiorazione dello 0,40 per cento all’importo dovuto.
Le criticità dello slittamento delle scadenze
La richiesta avanzata dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti in realtà coinvolge oltre 4,5 milioni di Partite Iva, tra cui rientrano quelle che ricadono nelle norme delle pagelle fiscali, sia quelle che ricadono nel regime forfettario, oltre alle Partite Iva rimaste nei vecchi regimi dei minimi.
Ma non mancano le difficoltà di tale misura. Le criticità riguardano sia un aspetto prettamente formale, sia quello contabile. Infatti, lo slittamento di luglio comporterebbe anche la necessità di adottare un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), oltre al via libera della Segreteria.
Occorre, inoltre, considerare il fatto che la scadenza del 20 luglio porterebbe ad un ulteriore slittamento, al 21 agosto, (il 20 agosto è domenica) del versamento con la maggiorazione dello 0,40% per le Partite Iva che effettuano il pagamento oltre la scadenza.
Tuttavia, la richiesta del Consiglio nazionale dei commercialisti è appoggiata anche dai sindacati di categoria, tra cui Ungdcec, Unico, Unagraco, Sic, Fiddoc, Andoc, Anc, Aidc e Adc. Questi hanno presentato una piattaforma comune ai parlamentari delle forze di maggioranza e di opposizione per sostenere la richiesta, nel rispetto dello Statuto del contribuente.
Lo slittamento richiesto dai commercialisti è a rischio
Come già accaduto in precedenza, nonostante le richieste di proroga alle scadenze fiscali, questa potrebbe non arrivare, e la motivazione sarebbe legata principalmente ai conti pubblici. La richiesta è stata inviata dai commercialisti a Maurizio Leo, per avere almeno un mese di tempo in più per gli adempimenti.
Per il momento non sono arrivate conferme sullo slittamento, per cui le scadenze potrebbero rimanere confermate al 30 giugno 2023, con l’opzione di slittarle al 30 luglio solamente con il pagamento di una mora dello 0,40%.
Va anche considerato che l’accumulo delle scadenze fiscali di giugno non è l’unico che si prospetta: anche i mesi di ottobre e novembre 2023 saranno ricchi di obblighi e adempimenti, per cui un ulteriore slittamento potrebbe peggiorare la gestione di tutte le operazioni.
Proroga scadenze fiscali a luglio 2023 – Domande frequenti
Per il mese di giugno il Fisco ha previsto ben 115 adempimenti, che famiglie e imprese devono rispettare, tra cui i versamenti IVA. Ci sono anche numerose scadenze di pagamenti previsti per il 16 giugno, fino al 30 giugno.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti ha richiesto al governo la proroga di alcune scadenze fiscali a luglio 2023, tra cui i versamenti IVA, da posticipare al 20 luglio, con uno slittamento di circa 20 giorni. Scopri qui tutte le ipotesi.
La richiesta avanzata dal Consiglio dei commercialisti è giustificata non solo dall’elevato numero di adempimenti previsti per giugno, ma anche per avere più tempo per studiare le novità introdotte dalla normativa fiscale e dal decreto sui correttivi ISA.
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale