Proroga acconto imposte confermata al 16 gennaio 2025, anche con pagamento a rate

Il secondo acconto di pagamento delle tasse per le partite IVA slitta al 16 gennaio 2025 con possibilità di pagare a rate.

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  • Il 30 novembre normalmente è stabilito il termine per il pagamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite IVA, ma trattandosi di un sabato, quest’anno cadrebbe al 2 dicembre 2024.
  • Secondo recenti conferme, per chi opera con una partita IVA è a disposizione uno slittamento dei pagamenti delle tasse simile a quello dell’anno scorso, con scadenza al 16 gennaio 2025 e possibilità di rateizzare.
  • Gli autonomi con redditi fino a 170.000 euro possono pagare in 5 rate entro maggio 2025, mentre sono esclusi dalla proroga i contributi INPS.

La scadenza del pagamento del secondo acconto IRPEF rappresenta uno dei principali adempimenti da monitorare per le partite IVA con regime ordinario o per l’imposta sostitutiva del forfettario.

Normalmente il versamento delle tasse è previsto con termine al 30 novembre, ma secondo le recenti conferme slitta fino al 16 gennaio del prossimo anno. Inoltre questo pagamento potrà essere rateizzato. Il rinvio del versamento della seconda rata di acconto delle imposte per le partite IVA era stato applicato già lo scorso anno, come specificato nella circolare n.31/E del 9 novembre 20231.

Attualmente quindi chi ha percepito un reddito inferiore a 170.000 euro non è obbligato a procedere entro il 2 dicembre 2024, ma ha tempo fino al 16 gennaio 2025, con possibilità di rateizzare. I recenti interventi hanno confermato l’esclusione dei contributi previdenziali, che devono comunque essere versati entro inizio dicembre.

Secondo acconto IRPEF partite IVA: come funziona

Vediamo brevemente come funziona il secondo acconto da pagare per le partite IVA per quest’anno. Normalmente gli autonomi che aderiscono al regime agevolato pagano una flat tax, ovvero una tassa vantaggiosa del 5% per i primi 5 anni, che sale al 15% per i periodi successivi. I contribuenti in regime ordinario invece versano le tasse in base alle aliquote IRPEF variabili dal 23% al 43%.

Inoltre, devono versare i contributi all’INPS, ad una gestione specifica come la Gestione Separata, quella dedicata ad Artigiani e Commercianti o in alternativa provvedono al pagamento ad una cassa associata ad un ordine professionale.

Per questi contribuenti scade normalmente il 30 novembre il pagamento del secondo acconto delle tasse, calcolate in base all’imposta sostitutiva o all’IRPEF, ma poiché questa data cade di sabato, quest’anno l’effettivo termine sarebbe al 2 dicembre 2024.

Ricordiamo che nello stesso mese si conclude anche l’ultimo versamento rateizzato per le tasse estive e il pagamento delle marche da bollo: questa data è quindi importante per diversi adempimenti. Come accaduto lo scorso anno, il pagamento delle sole imposte può slittare al prossimo anno.

Cosa cambia per il secondo acconto delle partite IVA

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Al momento è stata confermata la possibilità di riproporre la misura presente lo scorso anno che ha permesso a diverse partite IVA di provvedere al pagamento del secondo acconto a rate e con scadenza a gennaio dell’anno successivo. Il nuovo termine viene fissato al 16 gennaio 2025. Inoltre, viene data la possibilità di chiedere una rateizzazione su questi importi.

Questa soluzione adottata lo scorso anno non era per tutti, perché il lavoratore autonomo doveva rispettare alcuni requisiti:

  • i ricavi dovevano essere inferiori a 170.000 euro (nel caso dei forfettari questo requisito è sempre soddisfatto, a causa della soglia limite per aderirvi, di 85.000 euro);
  • dovevano aver svolto attività autonoma nel 2022, ovvero la partita IVA non doveva essere nuova.

Vengono confermati gli stessi requisiti anche per l’anno in corso. Sono stati inclusi nella possibilità di slittare il secondo acconto (per ciò che riguarda le tasse) gli autonomi in quanto persone fisiche, imprenditori individuali oppure coloro che conducono un’impresa familiare non organizzata in forma societaria.

La proposta del governo sul tema vede lo slittamento al 16 gennaio 2025, con rateizzazione fino a giugno del prossimo anno per un massimo di cinque rate. Ricordiamo che, stando alle regole attuali, l’acconto si può versare a rate solamente se supera 257,52 euro.

Casi di esclusione dallo slittamento del pagamento

Vediamo brevemente quali sono stati i casi di esclusione dallo slittamento dei termini applicati lo scorso anno. Si trattava di tutte quelle partite IVA aperte nell’ultimo anno, ovvero che non avevano percepito ricavi nel 2022, i non titolari di partita IVA o coloro che avevano una posizione che superava 170.000 euro di ricavi annui.

Sono stati anche esclusi lo scorso anno i soggetti che hanno costituito una società, ovvero diversi dalle persone fisiche. Va evidenziato anche un altro aspetto cruciale per un lavoratore autonomo: dallo slittamento erano state escluse le somme relative ai contributi da versare all’INPS, per cui la misura ha riguardato solamente le imposte.

Anche per il pagamento del secondo acconto di quest’anno varranno le stesse regole, a meno che il governo non intervenga nuovamente con delle modifiche.

Contributi INPS esclusi dallo slittamento del secondo acconto

Oltre alle tasse dovute con la flat tax, i lavoratori autonomi con una partita IVA versano ogni anno anche i contributi previdenziali e assistenziali all’INPS: pensiamo ad esempio a chi aderisce alla Gestione Separata. In questi casi la percentuale da applicare sui ricavi è maggiore rispetto a quella prevista per le tasse.

Si può quindi dire che non è raro che un lavoratore versi una somma maggiore per i contributi rispetto a quella dovuta per le tasse, soprattutto con regime forfettario. Per fare un esempio, i contributi INPS per la Gestione Separata sono calcolati con una percentuale del 26,07%, molto superiore a quella disposta per le tasse dei forfettari.

Questi contributi vengono versati dai lavoratori autonomi insieme alle tasse, quindi la scadenza è generalmente stabilita al 30 novembre. Fatte queste premesse, è chiaro che lo slittamento del secondo acconto per i forfettari, che riguarda solo le tasse, lo scorso anno lasciava fuori gli importi più consistenti che i forfettari versano allo stato.

Nonostante diverse proposte di includere anche i contributi nello slittamento, questi vengono esclusi dallo slittamento e della rateizzazione, per cui le partite IVA devono comunque versare queste somme entro il 2 dicembre 2024 o seguendo le specifiche scadenze della cassa previdenziale di riferimento.

Concordato preventivo biennale e partite IVA forfettarie

Un altro aspetto da non sottovalutare riguarda le modifiche alle imposte introdotte dal concordato preventivo biennale per i forfettari. Questo strumento, che permette un accordo con il fisco su una quota fissa di imposte da pagare nell’arco di due anni, è stato rivolto esclusivamente ai soggetti ISA e ai forfettari.

Questi ultimi, se hanno aderito alla misura, pagheranno le tasse in base alla proposta presentata dall’Agenzia delle Entrate, in relazione ai redditi percepiti negli ultimi anni. Nel caso di una partita IVA forfettaria che entro il 31 ottobre ha aderito al concordato, se questa ha superato il reddito accordato con il fisco, le imposte da pagare sulle somme in più saranno:

  • del 3% per le partite IVA forfettarie nei primi 5 anni;
  • del 10% per le partite IVA forfettarie dopo i primi 5 anni di attività.

Secondo acconto forfettari – Domande frequenti

Come funziona il secondo acconto per i forfettari?

I forfettari normalmente versano il secondo acconto, che comprende la flat tax e i contributi, entro il 30 novembre. Una recente proposta confermata dal governo prevede lo slittamento a gennaio 2025.

Qual è il codice tributo per il secondo acconto dei forfettari?

Per il versamento del secondo acconto dei forfettari si utilizza il codice tributo 1791: “Imposta sostitutiva sul regime forfetario – Acconto seconda rata o in unica soluzione”.

Quando slitta il pagamento del secondo acconto per le partite IVA?

Questo pagamento slitta al 16 gennaio 2025, anche con versamento rateizzato in 5 quote mensili. Ne sono esclusi i contributi previdenziali.

Quali sono i requisiti delle partite IVA per slittare il secondo acconto al 2024?

I contribuenti devono aver percepito ricavi nel corso dell’anno, ovvero non devono aver aperto la partita IVA nel 2024. Inoltre è prevista una soglia di guadagno massima di 170.000 euro.

  1. Circolare n.31/E del 9 novembre 2023, agenziaentrate.gov.it ↩︎
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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