- Il 46% dei giovani europei di età compresa tra i 15 e i 30 anni sta prendendo in considerazione l’idea di avviare un lavoro autonomo, ma solo pochi si sono effettivamente attivati per farlo.
- I principali ostacoli che frenano le iniziative dei giovani sono la mancanza di risorse, i potenziali rischi connessi all’attività autonoma e la mancanza di conoscenze e competenze necessarie.
- L’attività in proprio attira moltissimi giovani soprattutto per la possibilità di gestire il lavoro in autonomia, godere di maggiore libertà e di uno stipendio più gratificante.
Il mercato del lavoro è in continua evoluzione: mentre il “posto fisso” inizia a perdere il suo fascino, tra i giovani si fa strada l’idea di avviare un’attività autonoma per inseguire i propri sogni e le proprie passioni.
Questa nuova tendenza si deve in particolare al maggior accesso alle informazioni e soprattutto al crescente spirito imprenditoriale dei giovani: sempre più spesso, infatti, emergono figure quali startupper, influencer, streamer e content creator specializzati in progetti innovativi e digitali. Poter gestire autonomamente la propria attività, fissare i propri orari e impegni e godere di maggiore libertà sono aspetti fondamentali per i ragazzi.
Non mancano gli ostacoli e le difficoltà, i costi e le tasse da sostenere per l’apertura di una partita IVA: per questi motivi, sono ancora pochi i giovani che hanno concretizzato il sogno di avviare un’attività in proprio.
Indice
I giovani europei sognano il lavoro autonomo
Quasi 1 giovane su 2 sogna di intraprendere un’attività autonoma, ma solo pochi in Europa hanno effettivamente avviato un lavoro autonomo. Il 46% dei ragazzi di età compresa tra i 15 e i 30 anni spera di avviare un’attività in proprio che non riguardi solamente l’aspetto commerciale, ma anche altre professioni emerse negli ultimi anni (content creator, influencer, imprenditore digitale, ecc).
Sono questi i dati della ricerca “Imprenditoria Sociale e Giovani1” pubblicata dalla Commissione Europea e realizzata sui dati relativi a ottobre 2022.
Nonostante ci sia l’interesse verso l’attività in proprio, solo il 9% dei giovani intervistati ha confermato di aver già avviato tale attività, mentre il 14% sta prendendo informazioni e provvedimenti necessari per realizzare i propri obiettivi professionali.
In Italia, secondo gli ultimi dati dell’ISTAT, il numero di occupati ad agosto 2024 rispetto all’anno precedente è aumentato di 494mila unità, delle quali 123mila sono lavoratori autonomi (+2,4%).
A frenare gli entusiasmi, nella maggior parte dei casi, sono le risorse (insufficienti) a disposizione unitamente ai potenziali rischi connessi all’attività autonoma. Anche le scarse conoscenze e competenze del mondo imprenditoriale, costituiscono un ostacolo all’avvio dell’attività: solo 1 giovane su 3 ha familiarità con il concetto di imprenditoria sociale.
I settori preferiti per l’avvio di attività in proprio
Il lavoro autonomo non comprende soltanto attività imprenditoriali o commerciali: infatti, i giovani che hanno manifestato interesse per l’avvio di attività in proprio si sono concentrati anche su altri settori produttivi che sono emersi in particolare negli ultimi anni con lo sviluppo del digitale.
I settori dell’Information Tecnology (IT), il mondo del web, i siti di e-commerce e i social media la fanno da padroni, considerando che negli ultimi anni sono aumentati i cosiddetti “imprenditori digitali“, gli influencer, i content creator e tutti quei professionisti che operano interamente sul web.
Anche l’arte, il design e la cultura sono degli ambiti particolarmente apprezzati dai giovani che sognano di costruire una carriera autonoma; così come i settori di commercio, retail, intrattenimento e turismo.
Perché il lavoro autonomo attira i giovani
Nonostante il lavoro autonomo risulti attraente per moltissimi giovani rispetto al cosiddetto “posto fisso” tanto desiderato in passato, il 55% degli intervistati continua a preferire il lavoro dipendente. In particolare, i giovani ritengono particolarmente importante che un datore di lavoro abbia definito obiettivi sociali (75%) o ambientali (73%) per l’azienda. Altrettanto importante è il coinvolgimento dei lavoratori nei processi decisionali (78%).
L’attività in proprio attrae i giovani per diversi motivi, principalmente legati a tre sfere principali:
- la libertà;
- la flessibilità;
- le prospettive economiche.
La motivazione principale che spinge i giovani a sognare il lavoro autonomo riguarda la possibilità di essere a capo di sé stessi (44%) e poter quindi prendere decisioni in autonomia e soprattutto senza dover rendere conto a un superiore. Altrettanto allettante è la possibilità di gestire il proprio lavoro senza vincoli geografici o fisici (36%): perciò la possibilità lavorare da qualsiasi parte del mondo e seguendo l’orario più adatto alle proprie esigenze.
Un altro fattore da prendere in considerazione per capire la preferenza dei giovani per le attività in proprio riguarda le prospettive economiche (28%) e l’idea che il profitto o il successo della propria attività dipenda esclusivamente dalle proprie competenze e conoscenze.
Professioni del futuro e tendenze del mercato
Le professioni del futuro, però, non si limitano solo alla sfera imprenditoriale, ma comprendono anche una serie di attività che i giovani potrebbero decidere di svolgere in proprio, aprendo una partita IVA.
Lo sviluppo tecnologico e l’avvento dell’intelligenza artificiale stanno modificando profondamente il mercato del lavoro e al contempo stanno facendo emergere nuove professioni caratterizzate da maggiore flessibilità, sostenibilità ambientale e innovazione. Anche le aziende, per rimanere al passo con il progresso, hanno adottato nuove strategie per l’organizzazione del lavoro.
Sempre più spesso, infatti, le imprese hanno limato il concetto di “ufficio” e hanno concesso maggiore libertà ai propri dipendenti concedendo la possibilità di lavorare da remoto.
Si sono quindi sviluppate nuove figure professionali, come individuato da una ricerca Edenred Italia, come il Remote Work Facilitator: questa figura si occupa della coordinazione delle risorse umane, degli spazi e delle tecnologie necessarie per garantire la produttività anche a distanza.
Per quanto riguarda la sostenibilità e il benessere lavorativo, una nuova figura professionale emersa negli ultimi anni è quella del Welfare Manager, responsabile della pianificazione strategica degli interventi di welfare aziendale. Mentre per la protezione dei dati personali sono state introdotte le figure del Data Protection Officer e dell’Analista di dati biometrici.
- Social entrepreneurship and youth, European Union, europa.eu ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor