- Il procuratore sportivo è quel professionista che si occupa di rappresentare gli atleti e le figure del mondo sportivo alla ricerca di opportunità professionali, negoziando i contratti.
- Lo stipendio di un procuratore sportivo dipende principalmente dall’ambito in cui lavora e dalla sua anzianità. Il guadagno, quindi, può andare dai 40.000 euro fino a superare i 300.000 euro annui.
- Per diventare procuratore sportivo è obbligatorio svolgere un esame del CONI che serve a verificare l’effettiva conoscenza delle normative sportive, del diritto del lavoro e della contrattualistica.
Quella del procuratore sportivo è una figura professionale nel mondo sportivo molto interessante. Infatti, non solo si muove all’interno di un ambiente esclusivo e pieno di grandi eccellenze, ma in più ha anche la possibilità di ottenere ottimi guadagni. Ma di cosa si occupa nella pratica e, soprattutto, come si diventa procuratori sportivi?
Questa figura professionale ha il compito di rappresentare gli atleti e di curare i loro interessi, soprattutto da un punto di vista economico. Infatti, ha l’obiettivo di valutare le migliori opportunità lavorative e di gestire la fase della contrattazione.
Per lavorare in questo ambito non c’è un percorso prefissato che si può intraprendere, dato che non esiste una formazione universitaria specifica per questa carriera.
Indice
Cosa fa il procuratore sportivo
Il procuratore sportivo, anche noto come agente sportivo, è quella figura professionale che si occupa di rappresentare gli atleti e curare i loro interessi da un punto di vista professionale e economico.
Può rappresentare, oltre agli atleti, anche allenatori e altre figure legate al mondo dello sport. Tra le mansioni principali del procuratore sportivo ci sono:
- negoziare contratti quanto più favorevoli per i suoi clienti;
- individuare le migliori opportunità professionali per i suoi assistiti.
Naturalmente queste sono solamente alcune delle mansioni di cui si occupa un agente sportivo; infatti, si tratta di un lavoro complesso e ricco di sfaccettature. Il professionista si muove nel mondo dello sport e deve essere a conoscenza del diritto del lavoro, della contrattazione e tanto altro ancora.
Un procuratore sportivo deve occuparsi, per conto dei suoi assistiti, della gestione commerciale e fiscale oltre che dei diritti di immagine del suo cliente. In più, ha il compito di agire su procura come manager nella gestione degli aspetti contrattuali.
Lo stipendio del procuratore sportivo
Il guadagno e quindi lo stipendio del procuratore sportivo dipendono da numerose variabili. Prima di tutto molto è influenzato dal settore sportivo in cui sceglie di lavorare. A questo si somma anche l’anzianità del professionista.
Vediamo quale può essere una media plausibile di guadagno: un procuratore sportivo all’inizio della sua carriera può percepire intorno ai 40.000 euro, somma che aumenta con l’esperienza.
I procuratori con più esperienza e che lavorano nei settori più ricchi, come ad esempio nel mondo del calcio, arrivano a guadagnare anche oltre i 300.000 euro l’anno. In genere, il compenso del procuratore sportivo dipende dall’ingaggio del suo assistito.
Procuratore sportivo: requisiti
Intraprendere questa carriera richiede un’approfondita conoscenza delle materie economiche, giuridiche e, naturalmente, sapersi muovere nel settore sportivo per riuscire ad ottenere le migliori opportunità per i propri assistiti.
Tuttavia, per diventare procuratore sportivo non è obbligatorio seguire un percorso formativo prestabilito e, inoltre, non è necessario aver conseguito una laurea. Ciò nonostante, è fortemente consigliato seguire un percorso universitario in management sportivo, economia o giurisprudenza.
Per diventare procuratore sportivo il requisito principale è quello di essere iscritti al Registro nazionale degli agenti sportivi presso il CONI.
L’iscrizione a tale registro è subordinata al superamento di un esame che valuta la preparazione del candidato sulle materie economiche e giuridiche. Infatti, mediante detto test il CONI valuta l’effettiva conoscenza delle normative sportive, del diritto del lavoro e della contrattualistica dell’aspirante agente sportivo.
Una volta iscritto al Registro del CONI, il professionista collabora con studi legali e tributari specializzati per gestire gli aspetti finanziari e legali relativi ai contratti e ai guadagni dei suoi assistiti. L’iscrizione al Registro richiede il pagamento di un’imposta di bollo annuale di 250 euro.
Per diventare agente sportivo di un soggetto, che sia atleta, allenatore o un’altra figura del mondo dello sport, il professionista stipula il contratto di mandato con il suo cliente. Attraverso la firma di questo documento ottiene il potere di rappresentanza del suo assistito. In questo modo il procuratore si potrà sostituire al suo cliente in modo da tutelarne al meglio gli interessi.
Come funziona l’esame del CONI
Come abbiamo visto, per poter diventare un agente sportivo a tutti gli effetti bisogna superare un esame presso il Comitato Olimpico Nazionale Italiano. In genere, l’esame si tiene una volta l’anno ed è preceduto da un bando pubblico consultabile sul sito del CONI.
L’esame è strutturato in due parti1:
- una prova generale che si svolge presso il CONI;
- una prova speciale che si svolge presso le Federazioni sportive nazionali professionistiche.
La prova generale consiste in un esame scritto con 30 domande a risposta multipla. L’esame è composto generalmente da:
- 15 domande sul diritto dello sport;
- 10 domande sul diritto privato;
- 5 domande sul diritto amministrativo.
La durata della prova prova è di 20 minuti. La prova speciale, svolta in forma orale, invece consiste in tre domande su tre argomenti diversi. Nonostante non siano obbligatori, durante l’anno si svolgono dei corsi di formazione per affrontare i test.
Per poter partecipare ai bandi di esame, i requisiti richiesti per i candidati sono i seguenti:
- essere cittadino italiano, di uno Stato membro dell’Unione Europea o con regolare permesso di soggiorno;
- godere dei diritti civili e non essere stato dichiarato interdetto, inabilitato, fallito o soggetto a procedura di liquidazione giudiziale;
- essere in possesso del diploma di istruzione secondaria di secondo grado o di titolo equivalente;
- non avere riportato condanne per delitti non colposi negli ultimi cinque anni;
- non avere riportato condanne per il reato di frode sportiva;
- non avere riportato sanzioni per violazione di Norme Sportive Antidoping del CONI o di disposizioni del Codice Mondiale Antidoping WADA negli ultimi cinque anni;
- non avere riportato sanzioni disciplinari per illecito sportivo;
- avere svolto un tirocinio di almeno sei mesi presso un agente sportivo;
- risultare in regola con il pagamento dei diritti di segreteria.
Procuratore sportivo: la partita IVA
Per un procuratore sportivo è obbligatorio aprire la partita IVA? La risposta è no. Infatti, i procuratori sportivi possono decidere di lavorare come dipendenti presso agenzie specializzate, oppure, in alternativa, darsi alla libera professione. Solamente in quest’ultimo caso il procuratore sportivo dovrà aprire la partita IVA.
In caso di apertura della posizione IVA, il codice ATECO del procuratore sportivo da utilizzare è il seguente:
Codice ATECO 74.90.94: “Agenzie ed agenti o procuratori per lo spettacolo e lo sport”.
Questo codice va inserito nel modello AA9/7. I procuratori sportivi autonomi devono, inoltre, iscriversi alla Gestione Commercianti dell’INPS per versare i contributi previdenziali.
Gli agenti sportivi con redditi inferiori a 85.000 possono aderire al regime forfettario per pagare annualmente un’imposta sostitutiva, o flat tax, del 15% sul reddito imponibile (5% per i primi cinque anni se si rispettano i requisiti). Per il calcolo del reddito imponibile si fa riferimento al coefficiente di redditività corrispondente al codice ATECO.
In questo caso, il coefficiente di redditività del codice ATECO 74.90.94 è del 78%. Ciò significa che il calcolo delle imposte e dei contributi previdenziali di effettua sul 78% del totale dei ricavi conseguiti durante l’anno.
Procuratore sportivo – Domande frequenti
Il procuratore sportivo è una figura professionale che si occupa di curare gli interessi economici e professionali dei suoi assistiti, individuando le opportunità lavorative migliori e verificando gli aspetti contrattuali.
Per diventare procuratore sportivo non è obbligatorio conseguire una laurea o seguire un particolare percorso di studi. Tuttavia, il principale requisito è quello di superare l’esame del CONI per iscriversi al Registro nazionale degli agenti sportivi.
Il guadagno di un procuratore sportivo dipende dall’esperienza e dal settore in cui lavora. Lo stipendio di un procuratore alle prime armi può essere di 40.000 euro annui, mentre un procuratore sportivo con più esperienza può arrivare a guadagnare anche 300.000 euro annui.
Non è obbligatorio aprire la partita IVA per lavorare come procuratore sportivo. La partita IVA è necessaria solamente per gli agenti sportivi che svolgono la libera professione. In tal caso il codice ATECO è il 74.90.94: “agenzie ed agenti o procuratori per lo spettacolo e lo sport”.
Il procuratore sportivo non deve necessariamente possedere una laurea, tuttavia è consigliato seguire una formazione specifica. Inoltre è necessario rispettare i requisiti che abbiamo individuato qui.
Non esiste un percorso formativo standard per svolgere questa professione e non è obbligatorio aver conseguito una laurea per iniziare. Bisogna invece sostenere un esame al CONI.
- Registro Nazionale Agenti Sportivi, agentisportivi.coni.it ↩︎
Ilenia Albanese
Esperta di finanza personale e lavoro digitale