- L’accelerazione del processo penale telematico in Italia rappresenta un importante passo avanti nella modernizzazione del sistema giudiziario.
- Tuttavia, la situazione critica degli uffici dei giudici di pace evidenzia la necessità di affrontare le sfide organizzative e di risorse legate all’implementazione di nuove tecnologie.
- Risulta fondamentale garantire che gli uffici dispongano di supporti informatici adeguati e che il personale venga formato in modo appropriato per utilizzare i nuovi sistemi telematici.
Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto passi significativi nell’implementazione di soluzioni tecnologiche per semplificare e accelerare il sistema giudiziario.
Uno dei più recenti sviluppi in questo ambito è rappresentato dall’introduzione del processo penale telematico, che consente agli avvocati di produrre atti e documenti in modalità digitale attraverso il portale deposito atti penali (Pdp).
Questo cambiamento è stato introdotto attraverso il decreto del Ministero della Giustizia del 4 luglio 2023, noto come “Portale deposito atti penali Pdp”. Purtroppo, l’esito delle prime sperimentazioni ha dimostrato che non tutto sta andando nel verso giusto.
Indice
L’ampliamento del catalogo degli atti telematici
Il decreto ministeriale del 4 luglio 2023, che definisce le specifiche del portale deposito atti penali Pdp, stabilisce che a partire dal 20 luglio di quest’anno, i difensori avranno l’obbligo di depositare online ben 103 atti presso gli uffici della procura della Repubblica, presso il Tribunale, della procura europea, della procura generale presso la Corte d’appello, del giudice di pace, del Tribunale e della Corte d’appello.
Il catalogo degli atti che possono essere effettuati esclusivamente online comprende una vasta gamma di documenti e richieste legali, tra cui:
- la ricusazione del giudice;
- la nomina del difensore di fiducia;
- la costituzione di parte civile;
- la procura speciale;
- la nomina del consulente tecnico di parte;
- la querela (con rinuncia e remissione);
- la richiesta di restituzione delle cose sequestrate;
- la domanda di riparazione per ingiusta detenzione;
- l’istanza di ammissione al gratuito patrocinio;
- l’istanza di liquidazione dell’onorario;
- la richiesta di incidente probatorio;
- il ricorso per cassazione dell’imputato;
- il ricorso, sempre di legittimità, contro le ordinanze in materia di misure cautelari reali, come ad esempio il sequestro preventivo.
Da segnalare sono anche gli atti previsti dalle norme introdotte dalla riforma Cartabia del processo penale. Ad esempio, l’art. 415 ter del Codice di Procedura Penale riconosce diritti e facoltà all’indagato e alla persona offesa in caso di inosservanza dei termini per la conclusione delle indagini preliminari.
Pertanto, le richieste al giudice di ordinare l’assunzione delle determinazioni sull’azione penale, anche a seguito del deposito degli atti di indagine, devono essere effettuate tramite il portale deposito atti penali Pdp.
Allo stesso modo, l’art. 464 ter.1 del Codice di Procedura Penale prevede la sospensione del procedimento con messa alla prova su proposta del pubblico ministero nel corso delle indagini preliminari.
Anche in questo caso, le memorie della persona offesa sulla proposta di probazione e l’accettazione dell’offerta di messa alla prova devono essere presentate in forma telematica.
Il processo di deposito telematico degli atti
Il processo di deposito telematico degli atti deve essere eseguito attraverso i sistemi ministeriali, seguendo le modalità stabilite dal provvedimento del direttore generale per i sistemi informativi automatizzati.
Affinché il deposito venga considerato tempestivo, deve essere effettuato entro le ore 24 del giorno di scadenza. Al momento del deposito, viene rilasciata una ricevuta di accettazione da parte dei sistemi ministeriali, confermando l’avvenuta produzione degli atti in modalità telematica.
Processo penale telematico, le criticità
Gli uffici dei giudici di pace in Italia stanno tuttavia affrontando una serie di sfide a causa dell’implementazione del processo penale telematico. Lo ha dimostrato, a fine giugno, la sospensione della procedura telematica, passando al cartaceo, al Tribunale di Brescia.
Si legge in una circolare del presidente del Tribunale di Brescia, Vittorio Masia:
“Dato atto che sono state rilevate oggettive problematiche relative all’utilizzo del Processo civile telematico, da parte delle cancellerie e dei giudici di pace e che alcuni giudici non sono ancora in possesso dei supporti informatici necessari e della firma digitale, tanto che è risultato impossibile per l’ufficio ricevere tutti gli atti depositati in via telematica, provvedere al deposito dei verbali e celebrare le udienze civili… si autorizza il personale e i giudici di pace a depositare in forma cartacea provvedimenti e verbali.”
La riforma Cartabia ha introdotto un aumento delle competenze per valore assegnate ai giudici di pace, passando da cinque a 10 mila euro per le cause generiche e fino a 25 mila euro per gli incidenti stradali.
Nonostante l’aumento delle competenze, le risorse assegnate agli uffici dei giudici di pace non sono state adeguate, creando uno squilibrio tra il carico di lavoro e le risorse disponibili.
Prima della riforma, i giudici di pace affrontavano circa il 25% delle cause civili, ma con l’aumento delle competenze, questa percentuale è salita al 40%.
Attualmente, gli uffici dei giudici di pace operano con un numero limitato di magistrati, spesso inferiore rispetto alla pianta organica prevista. In alcuni casi, gli uffici dei giudici di pace sono gravati da un solo assistente giudiziario per gestire i casi penali.
Questa carenza di personale e risorse ha un impatto diretto sulla gestione dei procedimenti, rallentando l’emissione dei provvedimenti e causando ritardi nella pubblicazione delle decisioni che devono essere impugnate davanti al tribunale.
La situazione si aggrava ulteriormente con la necessità di formazione adeguata e supporti informatici. Gli uffici dei giudici di pace lamentano una mancanza di formazione sufficiente e scarsa, spesso erogata in modalità remota e con scarsa efficacia.
Ciò ha reso difficile per il personale degli uffici adattarsi alle nuove procedure e utilizzare correttamente i sistemi telematici. Inoltre, la mancanza di supporti informatici adeguati ha impedito agli uffici dei giudici di pace di svolgere in modo efficiente il deposito telematico degli atti richiesti dalla riforma.
L’impatto sull’accesso alla giustizia civile minore
La situazione critica negli uffici dei giudici di pace, in relazione al caso del Tribunale di Brescia, ha un impatto significativo sull’accesso alla giustizia civile minore, che riguarda operazioni più semplici. Gli uffici dei giudici di pace gestiscono una serie di questioni che riguardano la quotidianità della maggior parte dei cittadini, come multe, sanzioni e riscossione crediti.
Tuttavia, i ritardi nella gestione dei procedimenti e nell’emissione dei provvedimenti hanno portato a un accesso limitato alla giustizia civile minore. Ad esempio, le fissazioni delle udienze possono richiedere fino a nove mesi anziché i tre o quattro mesi precedenti all’introduzione del processo penale telematico.
Questa situazione rappresenta un quadro insostenibile per gli uffici dei giudici di pace e richiede un intervento tempestivo. L’Ordine degli avvocati si sta adoperando per affrontare la situazione, proponendo diverse iniziative per risolvere i problemi emersi.
L’Ordine degli avvocati ha già intrapreso azioni per affrontare la situazione, ma è necessario un impegno collettivo da parte di tutte le parti interessate, compreso il coinvolgimento della politica, per affrontare e risolvere queste criticità.
Processo penale telematico – Domande frequenti
Il processo penale telematico entra in vigore il 20 luglio. Scopri qui di cosa si tratta.
Si andranno a depositare telematicamente 103 atti penali, tra cui la ricusazione del giudice, la nomina del difensore di fiducia, la costituzione di parte civile e altri.
L’accesso al fascicolo documentale TIAP Document@ tramite il servizio di consultazione remota è disponibile ai professionisti legali iscritti come avvocati nel Registro degli Indirizzi Elettronici (ReGindE).
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it