Premi di risultato trasformati in contributi per il fondo pensione: come funziona la tassazione

I premi di risultato possono essere corrisposti al fondo pensione sotto forma di contributi: ecco i chiarimenti sulla tassazione applicata.

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  • I premi di risultato sono somme aggiuntive corrisposte dal datore di lavoro ai dipendenti in concomitanza con il raggiungimento di determinati traguardi in termini di produttività, qualità o efficienza.
  • I fondi pensione permettono ai lavoratori di versare una somma di contributi destinati alla pensione in aggiunta rispetto a quelli obbligatori per legge.
  • Secondo le recenti conferme dell’Agenzia delle Entrate, i premi di risultato possono essere trasformati in contributi destinati ad un fondo pensione, con esonero dalle tasse e con la comunicazione entro la fine dell’anno successivo all’erogazione.

I dipendenti possono ricevere ogni anno, insieme allo stipendio mensile, la tredicesima e in alcuni casi la quattordicesima, ma anche alcune somme aggiuntive sotto forma di premi di risultato. Si tratta di importi corrisposti in concomitanza con il raggiungimento di obiettivi importanti per l’azienda, ovvero miglioramenti nella produttività, nell’efficienza o nella qualità di un servizio o prodotto.

Non tutti sanno che questi premi di risultato possono essere trasferiti direttamente ai fondi pensione complementari, ovvero sotto forma di contributi validi per la pensione. I fondi complementari assicurano infatti un importo da aggiungere a quello accantonato dal sistema pubblico INPS.

In questi casi i lavoratori possono avere accesso ad alcune importanti agevolazioni di tipo fiscale, ma anche gli stessi datori di lavoro. Facciamo chiarezza in questo articolo sul funzionamento di queste somme e su come accantonarle.

Come funzionano i premi di produzione: la tassazione

Andiamo con ordine e vediamo come funzionano i premi di risultato (o premi di produzione): si tratta di strumenti spesso utilizzati dalle aziende per motivare i lavoratori a migliorare la qualità e l’efficienza del proprio lavoro, raggiungendo determinati obiettivi.

Il datore di lavoro garantisce quindi una somma di denaro in più, rispetto allo stipendio mensile, che può essere accreditata in busta paga oppure sotto forma di welfare aziendale. Questi premi in diversi casi sono previsti dal CCNL, i Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro, mentre in altri casi vengono disposti su decisione dell’azienda o del reparto adibito alla gestione del personale.

I premi di produzione sono soggetti ad una tassazione particolare e possono essere destinati solamente ai dipendenti che percepiscono un reddito da lavoro subordinato annuo inferiore a 80.000 euro. La tassazione applicata generalmente ai premi di risultato è del 10% sotto i 3.000 euro annui, ovvero consiste in un’imposta sostitutiva rispetto all’IRPEF.

Tuttavia le ultime decisioni fiscali, incluse nella Legge di Bilancio 2024, hanno abbassato ulteriormente le tasse riferite a queste somme, al 5%, sia per l’anno 2023 che per il 2024. Infine va ricordato che queste cifre non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore.

Premi di produzione sottoforma di contributi per i fondi pensione

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I premi di produzione consistono in somme in denaro che possono essere corrisposte direttamente nella busta paga del lavoratore, ma queste cifre possono anche essere convertite in strumenti di diverso tipo che rientrano nel welfare aziendale per il lavoratore. Il premio di risultato infatti può essere convertito in benefit di tipo assistenziale, sanitario, buoni pasto, copertura per spese universitarie e così via.

Un aspetto importante è quello fiscale: se questi strumenti rientrano nei così detti fringe benefit, è possibile ottenere l’esenzione totale dalle imposte entro questi limiti:

  • 1.000 euro per i lavoratori dipendenti;
  • 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico.

In questi casi quindi scattano le regole che sono già state stabilite in merito ai fringe benefit dal governo, con l’agevolazione particolare per i dipendenti con figli. I premi di risultato però possono anche essere convertiti in contributi da destinare ai fondi pensione.

Un ulteriore vantaggio fiscale è riservato nel caso di conversione dei premi di risultato in contributi validi per la pensione (su fondi complementari, ovvero aggiuntivi rispetto alle casse INPS). In questi casi si accede al totale esonero dalle tasse, perché queste cifre non formano reddito da assoggettare all’IRPEF.

Fondi pensione e premi di risultato: il parere dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate è intervenuta recentemente a chiarire ogni aspetto che riguarda la tassazione sulle somme da destinare ai fondi pensione complementari, con la Risposta ad interpello n.154/20241.

Il contribuente in questo caso chiede delucidazioni sulla non applicabilità della tassazione sui premi di risultato trasformati in contributi per il fondo pensione, né in un momento iniziale, né quando la somma viene percepita.

Inoltre, trattandosi di una somma versata dal datore di lavoro direttamente al fondo, ci si chiede se sia sufficiente la Certificazione Unica, per cui in questi casi il lavoratore potrebbe essere esonerato dalla comunicazione.

L’Agenzia delle Entrate risponde ai quesiti citando le norme attuali. Secondo la Legge di Bilancio 2017, le somme versate al fondo pensionistico non formano reddito e non sono tassate:

“Ai fini dell’applicazione del comma 184, non concorrono a formare il reddito di lavoro dipendente, né sono
soggetti all’imposta sostitutiva disciplinata dai commi da 182 a 191: i contributi alle forme pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, e quelli ai sottoconti italiani di prodotti pensionistici individuali paneuropei (PEPP) di cui al regolamento (UE) 2019/1238, versati, per scelta del lavoratore, in sostituzione, in tutto o in parte, delle somme di cui al comma 182, anche se eccedenti i limiti indicati.”

Questo chiarimento della recente risposta ad interpello è importante non solamente per i lavoratori dipendenti, ma anche per i datori di lavoro, che si occupano di versare le somme dei premi di risultato ai fondi pensionistici. Sul primo quesito quindi la risposta è affermativa: non si applica alcuna tassazione su queste cifre.

Sull’obbligo della comunicazione degli importi però l’Agenzia delle Entrate specifica che vi è un preciso adempimento da rispettare: le informazioni sulla tipologia di contributo devono essere trasmesse dal contribuente al fondo pensione entro il 31 dicembre dell’anno successivo al versamento della cifra, indicando sia i contributi che non sono dedotti sia quelli che sostituiscono i premi di risultato.

  1. Risposta n.154/2024, Agenzia delle Entrate ↩︎

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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