Piattaforme digitali: la Corte Europea dichiara incompatibili alcune norme italiane

La Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha bocciato l'applicabilità delle norme italiane su fornitori digitali con sede all'estero.

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  • Le norme intorno alle piattaforme digitali in Europa sono in continua evoluzione, soprattutto per ciò che riguarda la sicurezza dei dati e la tutela della privacy dei cittadini.
  • Recentemente la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato incompatibili con le norme europee alcune indicazioni dettate dai regolamenti italiani intorno alle piattaforme web.
  • Di fatto la Corte specifica che uno stato UE non può stabilire regole che limitano fornitori che hanno sede in altri stati europei.

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è recentemente intervenuta in merito ad alcuni obblighi che l’Italia ha stabilito a carico di fornitori di servizi digitali per aumentare la trasparenza degli stessi. All’interno del Comunicato Stampa n. 89/24 del 30 maggio 20241, la Corte ha specificato che un stato membro UE non può stabilire dei regolamenti per soggetti che hanno sede in altri paesi del continente.

Di fatto questo intervento fa riferimento ad alcune norme italiane attivate tra il 2020 e il 2021 che obbligano i fornitori di servizi web a muoversi entro certi parametri, comunicando in modo trasparente all’AGCOM la propria situazione economica.

Questi regolamenti nazionali coinvolgono piattaforme note come Airbnb, Expedia, Google, Amazon e
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, molto utilizzate dai cittadini di tutta Europa. Le stesse norme tuttavia non possono avere un’applicazione estesa a realtà che hanno sede al di fuori dell’Italia, se non sono in linea con quelle europee.

Le norme nazionali sulle piattaforme digitali

L’Italia negli ultimi anni si è resa particolarmente attenta alla trasparenza degli operatori di servizi digitali con un’attenzione particolare all’economia che ruota intorno i più noti siti web. Piattaforme di prenotazione online come Airbnb sono diventate sempre più di uso comune, smuovendo un grande business internazionale e anche italiano.

Al centro dell’intervento della Corte Europea vi sono alcuni regolamenti introdotti dall’Italia su queste piattaforme, che vanno ad aggiungere, rispetto alle norme europee, delle regole specifiche di trasparenza. L’obiettivo è quello di tutelare da un lato i cittadini e limitare fenomeni di evasione fiscale dall’altro.

Nella pratica, questi fornitori sono obbligati in Italia a effettuare un’iscrizione all’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, inviando periodicamente dati specifici sulla situazione economica, procedendo anche al versamento di un contributo in denaro. Dato che si tratta di obblighi di legge, il mancato rispetto di queste norme comporta l’applicazione di pesanti sanzioni per i colossi del web.

Queste regole applicate nel settore del commercio elettronico sono molto più stringenti rispetto a quelle che sussistono in linea generale in Europa o in altri paesi specifici.

La Corte Europea boccia le norme italiane

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Le società coinvolte dagli obblighi italiani hanno dimostrato come queste regole non possano essere applicate, se le stesse hanno sede in paesi diversi dall’Italia. Questo violerebbe infatti le norme europee.

A questo punto l’intervento della Corte di Giustizia dell’Unione Europea va a confermare quanto dichiarato dai fornitori di servizi digitali: il nostro paese non può imporre a queste società obblighi aggiuntivi rispetto a quelli previsti in UE, tenuto conto che le regole fiscali e amministrative sono stabilite dai paesi in cui queste hanno sede.

Bisogna tenere presente che le sedi delle più grandi società digitali presenti oggi sono in America oppure in Irlanda e in Lussemburgo, dove non solo la tassazione è differente da quella italiana, ma anche i regolamenti intorno agli obblighi di dichiarazione sono diversi.

La Corte quindi boccia l’applicabilità delle norme italiane per i fornitori che hanno sede in altri paesi UE, precisando che è compito dello Stato europeo di origine della società stabilire i regolamenti specifici da applicare.

La Corte Europea interviene sugli ordini online

Intorno all’utilizzo delle piattaforme online, soprattutto quelle che prevedono la vendita digitale di beni o servizi, negli ultimi anni si sono moltiplicate le sentenze. La Corte Europea ad esempio è intervenuta di recente anche sulla questione degli ordini online e di come l’utente deve essere informato sui pagamenti.

Con la sentenza C-400/22 del 30 maggio 2024 viene chiarito che il consumatore, quando invia il proprio ordine online per acquistare un prodotto o un servizio, deve essere informato e accetti espressamente l’obbligo del pagamento. Questo deve essere sempre applicato, anche quando sono previsti altri passaggi intermedi.

Con questa dichiarazione la Corte Europea vuole ribadire le regole che tutelano il consumatore da acquisti non autorizzati: l’utente che naviga presso un sito di vendita online deve sempre essere informato del fatto che inoltrando una richiesta di acquisto, questa in automatico si traduce in un pagamento.

Ne deriva che il professionista che sta vendendo il prodotto, se il consumatore non è informato a dovere, non può poi pretendere il pagamento dello stesso, da cui l’utente è svincolato.

Questa indicazione è stata fornita a seguito di una vicenda avvenuta in Germania che ha coinvolto il canone mensile di un appartamento, il cui pagamento aggiuntivo non era stato comunicato in modo trasparente nel portale online. La regola della comunicazione trasparente è applicabile in tutta Europa.

  1. Comunicato Stampa n. 89/24 del 30 maggio 2024, Corte di Giustizia dell’Unione Europea ↩︎
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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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