- L’Europa vuole fronteggiare l’emergenza gas e energia elettrica con un vero e proprio Piano Energia.
- Il progetto è quello di affrancarsi completamente dal gas russo.
- I Paesi Membri dovranno predisporre quindi un piano specifico per risparmiare energia.
L’Europa scende in campo con un vero e proprio Piano Energia, il cui scopo è quello di fronteggiare la crisi del gas. Verranno stanziati immediatamente qualcosa come 140 miliardi di euro, che dovranno servire anche a finanziare le fonti alternative. Questo è quanto emerge dal discorso tenuto da Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione europea, sullo Stato dell’Unione.
Ma da dove arriveranno questi fondi? Il progetto è quello di fissare un tetto ai ricavi delle aziende che stanno producendo elettricità. In questo modo dovrebbero arrivare direttamente nelle casse dell’Unione europea 140 miliardi di euro, che saranno utilizzati per sostenere gli Stati Membri dai contraccolpi diretti del caro energia. Secondo quanto ha illustrato la stessa Von der Leyen dovrebbero esserci:
- un sussidio alle aziende petrolifere;
- price cap al prezzo del gas.
A questi due risultati si dovrebbe arrivare trovando un accordo bilaterale con i diversi fornitori. Il programma della Von der Leyen dovrebbe portare anche alla creazione di una banca dell’idrogeno e ad un Raw Material Act per le terre rare.
Indice
Piano Energia europeo: i punti salienti
Sostanzialmente è stato redatto un vero e proprio Piano Energia europeo per affrontare l’emergenza economica causata dall’aumento del gas, determinata dalla guerra in Ucraina e dalla crisi del gas russo.
Ursula Von der Leyen ha sottolineato come a livello europeo sia stato trovato un accordo per lo stoccaggio in comune del gas: in questo momento si è arrivati all’84%, superando l’obiettivo che era stato fissato.
L’Europa, inoltre, ha provveduto a diversificare gli approvvigionamenti, scegliendo alcuni fornitori affidabili e abbandonando la Russia. Grazie a questa sorta di nuovo Piano Energia sono stati stretti degli accordi con gli Stati Uniti, la Norvegia e l’Algeria.
L’Europa sta diventando sempre di più indipendente dalla Russia: fino allo scorso anno il gas russo costituiva almeno il 40% delle importazioni. Oggi, questa percentuale è scesa al 9%, prendendo in considerazione il gas via gasdotto.
Scatta l’obbligo del risparmio energetico
La necessità di un vero e proprio Piano Energia è determinata dal fatto che, oltre agli evidenti problemi di approvvigionamento, ci sono delle tensioni sul mercato. Il prezzo del gas è aumentato di dieci volte, andando ad impattare direttamente sulle bollette dei cittadini, ma soprattutto su quelle delle aziende più energivore.
Le imprese europee sono state in grado di rispondere all’emergenza: emblematico è l’esempio dei ceramifici del Centro Italia, nei quali gli operai si sono trovati d’accordo nello spostare i turni al mattino presto, in modo da riuscire a beneficiare delle tariffe più basse per l’energia.
Secondo la Von der Leyen, l’Unione Europea dovrebbe prendere esempio direttamente dai suoi cittadini. Viene introdotto, in questo modo, il tema delle nuove regole sul risparmio, che ogni Paese membro sarà tenuto ad applicare.
Dovrà essere ridotta la domanda nelle ore di punta, anche se per il momento non si è entrati nei dettagli quella quantificazione, anche se si era parlato di ridurre i consumi del 5%. Nel caso in cui si riuscisse ad impostare un decisivo risparmio energetico, questo farebbe durare di più le scorte ed abbasserebbe i prezzi.
Piano energia: il prezzo del gas
Il Piano Energia predisposto dall’Unione Europea aveva dei punti molto attesi. Nel corso del proprio discorso, la Von der Leyen si è anche soffermata sul price cap al prezzo del gas: per il momento è stato rinviato tutto a fine mese.
Sostanzialmente si sta aspettando che i vari partner dell’Unione Europea riescano a trovare un accordo. L’ipotesi che starebbe circolando è quella di un price cap generalizzato e che, quindi, non sia limitato unicamente al metano russo.
Il progetto è quello di elaborare, coordinandosi con tutti gli Stati membri, alcune misure che riescano a tenere conto delle varie relazioni che sono state sottoscritte con i fornitori, partendo da quelli al momento meno affidabili come la Russia, fino a ai partner più fidati come ad esempio la Norvegia.
Piano energia Unione Europea: le misure immediate
Fino a questo momento sono stati delineati i progetti e le ipotesi da realizzarsi nel corso delle prossime settimane. Mente si attende una decisione definitiva sul tetto del prezzo del gas, l’Unione Europea ha introdotto alcune misure di riequilibrio del mercato:
- tetto massimo per le entrate delle imprese che producono energia elettrica a basso costo. Per intenderci, è la misura da 140 miliardi di euro;
- l’erogazione di un contributo per le compagnie che operano nel settore del gas, del petrolio e del carbone.
Particolare attenzione viene prestata a quelle che sono considerate come le strategie di risparmio immediato. Queste devono necessariamente essere inserite in un piano energetico di più vasta portata.
Come esempio, in questo caso, viene citata la Danimarca, che nel corso degli anni ‘70 non si era unicamente limitata a rispondere alla crisi del petrolio, ma aveva messo in campo un piano di investimento in energie alternative. La Von der Leyen ha spiegato che:
quando è scoppiata la crisi petrolifera, la Danimarca ha iniziato a investire massicciamente nell’energia eolica. Ha gettato le basi della sua leadership mondiale nel settore e ha creato decine di migliaia di nuovi posti di lavoro.
Il piano di risparmio energetico italiano
Il Piano Energia dell’Italia prevede una maggiore differenziazione dal gas russo. A questo si aggiungeranno dei veri e propri risparmi energetici ed una svolta green. Parlando, invece, delle svolte immediate, si prevede la ripresa della produzione di gas dai siti già esistenti.
Roberto Cingolani, Ministro italiano della Transizione Ecologica, ritiene che si possa arrivare a produrre qualcosa come 5-6 miliardi di metri cubi di gas annui nei prossimi anni. L’impatto ambientale sarà pressoché nullo, perché quello che produciamo in più lo si riconduce alle importazioni.
Per il momento il tessuto imprenditoriale italiano è investito dalla necessità di risparmiare sull’energia e sul gas, e in queste ore sta arrivando l’approvazione del Decreto Aiuti bis per ciò che riguarda l’estensione degli attuali benefici per le aziende, come il credito di imposta, anche per il terzo trimestre 2022.
Piano Energia UE – domande frequenti
Una delle voci che andrà ad impattare maggiormente sarà quella legata ai risparmi energetici. Si punta a ridurre del 5% i consumi di gas. Ecco come, nell’articolo.
Il Ministro Cingolani ha spiegato che il nostro paese punta a riprendere la produzione di gas, arrivando a produrne 5-6 miliardi di metri cubi all’anno.
Questa è una delle ipotesi allo studio dell’Unione Europea. Per il momento è stato rinviato tutto a fine settembre in attesa di un accordo tra i paesi membri.
Pierpaolo Molinengo
Giornalista