- Chi non ha mai lavorato né versato i contributi obbligatori, può accedere alla pensione senza contributi al raggiungimento dell’età minima.
- Esistono diverse opzioni di pensionamento per i lavoratori senza contributi: la più nota è l’assegno sociale, che prevede precisi limiti reddituali.
- Anche i lavoratori che hanno versato pochi anni di contributi (5, 10 o 15 anni) hanno diritto alla pensione se rispettano precisi requisiti.
L’età pensionabile in Italia è fissata a 67 anni, ma per lasciare il lavoro occorre soddisfare anche un ulteriore requisito: generalmente, sono richiesti almeno 20 anni di contributi obbligatori per poter andare in pensione.
Ogni finestra di uscita prevede requisiti anagrafici e contributivi diversi, a seconda della categoria di lavoratori ai quali fa riferimento. Esistono opzioni di pensionamento anticipato, quote rosa o finestre di uscita per lavori usuranti. In certi casi, i requisiti di pensionamento non vengono mai raggiunti, per vari motivi.
Come si può andare in pensione senza aver versato i contributi obbligatori? Il nostro ordinamento prevede alcune opzioni anche per coloro che non hanno mai lavorato, oppure coloro che hanno versato un numero minimo di contributi, insufficiente per accedere a qualsiasi finestra di uscita.
Indice
Come funziona la pensione senza contributi
L’accesso alla pensione, secondo il nostro ordinamento, è subordinato alla soddisfazione di requisiti anagrafici e contributivi: ma cosa accade se una persona non ha mai lavorato e vuole andare in pensione senza contributi?
Esistono delle situazioni particolari nelle quali il lavoratore ha versato un numero di contributi troppo basso per accedere alla pensione, oppure non ha lavorato sufficientemente nel corso degli anni per maturare il diritto alla pensione. Fortunatamente, esistono delle opzioni di pensionamento anche per questi soggetti.
I lavoratori che sognano di andare in pensione senza contributi o con il versamento dei contributi minimi, possono accedere a una di queste finestre:
- l’assegno sociale;
- la pensione per le casalinghe;
- la pensione di vecchiaia contributiva;
- la Legge Dini e la Legge Amato.
Tutte le opzioni, comunque, prevedono requisiti stringenti a livello economico e sociale ed erogano assegni pensionistici con importi particolarmente ridotti. Esistono poi altre leggi che consentono di accedere alla pensione anche con pochi contributi versati.
L’assegno sociale, chiamato anche pensione sociale, spetta a tutti quei lavoratori che non hanno versato i contributi minimi obbligatori per accedere alla pensione (almeno 20 nel migliore dei casi) e dunque necessitano di una via alternativa per lasciare il lavoro.
Questa opzione di pensionamento è accessibile anche a coloro che non hanno versato alcun contributo. Per andare in pensione senza contributi sfruttando l’assegno sociale, però, occorre aver compiuto almeno 67 anni di età e soddisfare una serie di requisiti economici, reddituali e sociali.
L’assegno viene concesso in misura piena solo al di sotto di una determinata soglia di reddito, oppure in misura ridotta per i coniugi con un reddito minimo.
I requisiti per ricevere l’assegno sociale
Per accedere alla pensione senza contributi, ovvero l’assegno sociale, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- aver compiuto almeno 67 anni di età;
- possedere la cittadinanza italiana o di un paese dell’UE, essere iscritto all’anagrafe comunale o essere cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo;
- avere la residenza stabile e continuativa in Italia per almeno 10 anni;
- trovarsi in stato di bisogno economico, ovvero non superare la soglia di reddito determinata annualmente.
L’assegno sociale viene erogato per 13 mensilità a parità di alcune condizioni:
- in misura piena per chi è senza reddito e non è coniugato;
- in misura ridotta per i cittadini coniugati con reddito fino a 13.894 euro annui;
- in misura ridotta per i cittadini non coniugati con reddito personale annuo fino a 6.947 euro.
Pensione per le casalinghe senza contributi: come funziona
A differenza dell’assegno sociale, la pensione per le casalinghe è una finestra di uscita riservata a coloro che risultano iscritti al rispettivo Fondo INPS e che hanno versato periodicamente le somme dovute pur non essendo titolari di alcun rapporto di lavoro.
L’accesso al fondo per le casalinghe è riservato ai cittadini che non percepiscono pensione o altri redditi da lavoro e che si occupano della cura di uno o più componenti del nucleo familiare. Possono iscriversi al Fondo e ricevere la pensione, quindi:
- i caregiver familiari, sia uomini che donne;
- le casalinghe e i casalinghi, sia uomini che donne;
- chiunque si occupi della cura dei componenti del proprio nucleo familiare;
- i lavoratori part-time, che non avrebbero la possibilità di versare i contributi minimi per l’accesso alla pensione.
L’iscrizione al Fondo INPS si può effettuare online, ma richiede il versamento periodico di contributi previdenziali volontari, a partire da un minimo di 26 euro al mese, ovvero circa 310 euro l’anno per ottenere un anno di contribuzione. Per accedere alla pensione occorre aver versato almeno 5 anni di contributi.
Chiaramente, a fronte di un versamento maggiore per ciascuna annualità, corrisponderà una pensione futura di importo più elevato.
Pensione di vecchiaia contributiva
Se un lavoratore ha versato pochi anni di contributi (meno di cinque) può accedere alla cosiddetta pensione di vecchiaia contributiva. Questa finestra è riservata a coloro che non hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995 e sono iscritti a casse previdenziali gestite da INPS.
Grazie alla pensione di vecchiaia contributiva, questi soggetti possono lasciare il lavoro a 71 anni di età e con appena cinque anni di contributi versati integralmente entro il 1995.
Le leggi Dini e Amato per chi ha pochi contributi
Un’ulteriore opzione di pensionamento per coloro che hanno versato pochi contributi obbligatori, inferiori al minimo per l’accesso alla pensione di vecchiaia, è la legge Dini.
Accedere alla pensione, secondo questa legge, è possibile anche per chi ha versato da un minimo di 15 a un massimo di 18 anni di contributi, dei quali almeno uno pagato prima del 1996 e almeno cinque dopo il 1996.
La legge Amato (decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503) e la successiva circolare INPS n. 16/2013, prevedono invece tre ulteriori opzioni di pensionamento per coloro che hanno versato meno di 15 anni di contributi obbligatori:
- la prima riguarda i lavoratori che hanno versato integralmente i contributi in un momento precedente al 31 dicembre 1992 e che risultano iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti o alle gestioni speciali INPS dei lavoratori autonomi;
- la seconda riguarda i lavoratori che hanno ricevuto l’autorizzazione al versamento di contributi volontari prima del 26 dicembre 1992;
- la terza, invece, riguarda i lavoratori con almeno 25 anni di anzianità assicurativa, ovvero coloro che hanno pagato almeno un contributo 25 anni prima della data di presentazione della domanda di pensione.
Pensione senza contributi – Domande frequenti
Anche se non hai mai lavorato e non hai mai versato i contributi obbligatori, puoi accedere alla pensione grazie all’assegno sociale. L’importo per il 2024 è pari a 534,41 euro per 13 mensilità.
La pensione sociale per le donne e gli uomini senza contributi e con i requisiti reddituali previsti ammonta a circa 534 euro al mese e viene erogata per 13 mensilità. Spetta anche in assenza di contributi, ma solo alle donne e agli uomini con un reddito al di sotto della soglia massima consentita.
Per ottenere l’assegno sociale occorre avere un reddito inferiore a 6.947,33 euro annui, elevati a 13.894,66 euro se il soggetto è coniugato. Chi non possiede nessun reddito riceve l’intero assegno.
Se non hai mai versato contributi puoi accedere alla pensione sociale, tuttavia gli importi sono molto più bassi rispetto a quelli di un normale trattamento pensionistico. Pe il 2024 si parla di 534,41 euro per 13 mensilità.
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor