Pensione integrativa: come funziona nel 2025, quanto costa e quanto versare al mese

Sono in crescita gli iscritti ad un servizio di pensione integrativa, a conferma dei vantaggi di questa forma di pensione volontaria. Scopri come funziona e come aderirvi.

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pensione integrativa
  • La pensione integrativa è una forma di risparmio che si affianca alla pensione ordinaria, con il fine di garantire un futuro tenore di vita alto.
  • Si basa sul principio di capitalizzazione, dato che il denaro versato sarà utilizzato per aprire una posizione in un fondo pensione, ottenendo così dei rendimenti in base alla sua composizione.
  • Puoi effettuare una simulazione online e successivamente aprire un fondo pensione presso una banca, una SIM, una compagnia assicurativa o una SGR, a qualunque età o con diversi anni di contributi versati.

Secondo gli ultimi dati INPS1, le pensioni di vecchiaia erogate in Italia hanno un importo medio di 1.468,59 euro, con forti variazioni tra Nord e Sud del paese. In questo contesto può essere utile attingere ad altre forme di risparmio gestito, sicure e con garanzie come la pensione integrativa.

Questo è un sistema che contribuisce a colmare quel gap previdenziale che si è instaurato nel sistema pensionistico italiano negli ultimi 30 anni, garantendo risorse economiche tali per affrontare un tenore di vita adeguato.

Si tratta di una forma di previdenza integrativa flessibile e volontaria che ha trovato un forte riscontro da parte di dipendenti, lavoratori autonomi e professionisti. Infatti, l’ultimo report della Commissione Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip)2 ha evidenziato come, nel 2023, le sottoscrizioni di pensioni integrative sono cresciute del 4%, rispetto all’anno precedente, con 9.610 milioni di iscritti.

Questi dati riflettono i diversi vantaggi che puoi ottenere. Di seguito avrai le informazioni complete su come funziona la pensione integrativa, le caratteristiche e come sottoscriverla.

Cos’è la pensione integrativa

La pensione integrativa, o definita anche come previdenza complementare, è una tipologia di strumento di risparmio che si aggiunge alla pensione ordinaria. Infatti, come dipendente o professionista con partita IVA, ogni anno devi versare i contributi IVS che andranno a formare la tua futura pensione. A questi si andranno ad aggiungere quelli della previdenza complementare.

Il fine è di permetterti di ottenere un importo pensionistico complessivo maggiore, attraverso cui garantirti un tenore di vita migliore nel momento in cui termini la tua carriera.

Il sistema pensionistico italiano si fonda sul principio della ripartizione, in base al quale le pensioni di oggi vengono pagate con i contributi delle nuove generazioni. Tuttavia, questo sistema richiede che vi sia una continua presenza di lavoratori che versino denaro nei fondi pensionistici.

Cosa vuol dire pensione integrativa

La necessità di integrare gli importi contributivi è nata con l’invecchiamento della popolazione, che ha determinato un minor importo di versamenti pensionistici negli anni. A questo si deve aggiunge la riforma Dini, con la Legge 8 Agosto del 1995 n. 335, che ha determinato il passaggio dal calcolo retributivo a quello contributivo.

In base al nuovo sistema, l’ammontare della pensione non viene determinata in percentuale alla media degli anni dello stipendio di lavoro, ma solo in rapporto all’ammontare dei contributi versati.

Ciò implica un importo pensionistico odierno più basso rispetto al passato con una media tra -20% e il -34%. In questo contesto si colloca la pensione integrativa, con la possibilità di garantire un valore maggiore al futuro assegno previdenziale.

Come funziona la previdenza complementare

Le caratteristiche di una pensione integrativa sono:

  • volontarietà;
  • capitalizzazione;
  • flessibilità.

Rispetto alla pensione di vecchiaia o a quella anticipata ordinaria, che sono obbligatorie per tutti i lavoratori privati e pubblici, qualunque sia la fonte di reddito, quella integrativa è opzionale. Il cittadino può valutare se aprirla oppure no.

Il sistema prevede un versamento periodico ripartito in base a un piano pensionistico concordato con un ente, una banca o una compagnia assicurativa. Tuttavia, il sistema si basa sul meccanismo di capitalizzazione, con un investimento del tuo denaro su un fondo pensione di previdenza integrativa.

In questo modo otterrai un rendimento variabile, collegato alla tipologia di asset presente nel fondo e a cui si aggiunge un rendimento garantito per il versamento del capitale. La combinazione di questi due elementi permette di accrescere il valore complessivo dei contributi versati, con un netto vantaggio economico rispetto ad altre forme di risparmio, come i PAC.

È quindi un sistema per risparmiare e creare una pensione aggiuntiva flessibile. In ogni momento è possibile riscattare l’importo versato, come nel caso in cui ci si trovi senza lavoro oppure in una situazione di difficoltà economica.

Si può anche richiedere un anticipo di versamento del capitale e modificare l’importo della rata da versare in base alle proprie esigenze. Infine, c’è l’opportunità di scegliere di cambiare il fondo pensionistico in base alle diverse tipologie presenti.

A chi si rivolge il piano pensionistico integrativo

Il piano pensionistico integrativo può essere utile se ci si trova nelle seguenti condizioni:

  • se si è dipendete pubblico o privato diventa indispensabile per integrare la pensione di base;
  • come lavoratore autonomo o libero professionista, perché ci sarà una somma aggiuntiva a quella versata nelle Casse Previdenziali degli Albi professionali o nella Gestione Separata INPS, attraverso cui condurre un tenore di vita più elevato;
  • in quanto lavoratore con altro contratto, come quello a progetto o occasionale, è possibile integrare in modo adeguato i contributi IVS;
  • dal punto di vista patrimoniale è possibile far incrementare i risparmi con dovute garanzie e ottenere dei vantaggi fiscali;
  • può essere un valido sistema per affrontare spese per i soggetti fiscalmente a carico, come i figli o per una futura attività imprenditoriale quando si accede alla pensione.

Quanto costa una pensione volontaria

Costi del piano pensionistico

Verificare i costi di un fondo pensione è importante per l’incidenza che si determinerà negli anni. Ad esempio, se hai una spesa pari all’1% dell’importo versato, dopo 15 anni di contributi volontari, avrai il 15% in meno di valore economico retribuito. In questo contesto devi considerare tre diverse tipologie di costi:

  1. diretti: sono quelli per l’adesione al fondo e per la percentuale prevista per i versamenti (dove presente);
  2. indiretti: fanno riferimento alla gestione e alla tassazione;
  3. eventuali: sono quelli che si verificano nel momento in cui decidi di effettuare un’operazione straordinaria come un trasferimento, un cambio di fondo o del piano di versamento.

L’insieme delle spese del fondo devono essere presenti nell’apposita “nota informativa”, allegata al piano pensionistico integrativo, nella sezione “scheda dei costi”.

Quali sono le tipologie di fondi pensione

I fondi pensione si distinguono in base alla tipologia di accesso, in:

  • fondi aperti: l’adesione può essere fatta da chiunque voglia integrare la propria pensione con un sistema previdenziale aggiuntivo;
  • fondi chiusi: sono quei fondi a cui si può accedere se si rientra in una specifica categoria professionale, ad esempio avvocati, medici, commercialisti, geometri ecc.;
  • PIP (Piani Individuali Pensionistici): sono tipologie di fondi creati esclusivamente da compagnie assicurative e che permettono di integrare la pensione.

Invece, dal punto di vista della loro composizione puoi distinguere tra fondi:

  • obbligazionario: prevedono la prevalenza di titoli di stato o privati, offrendo rendimenti medi, grazie anche agli elevati tassi degli ultimi mesi, e una maggiore garanzia di un aumento del capitale;
  • azionario: i principali asset del fondo sono le azioni, con rendimenti più alti, ma anche con un maggiore rischio per gli investimenti;
  • misto: si prevede un equilibrio tra azioni e obbligazioni;
  • garantito: sono tra i fondi che offrono interessi più limitati, ma con la garanzia di ottenere comunque la restituzione del capitale.

Quando viene erogata la pensione integrativa

Salvo nel caso di una richiesta di un anticipo della pensione integrativa, definita come R.I.T.A., quest’ultima potrà essere erogata nel momento in cui si raggiungono i requisiti previsti, dal punto di vista contributivo o di età, per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata. Le modalità di somministrazione sono diverse:

  • rendita vitalizia: sarà previsto un versamento mensile;
  • versamento capitale: verrà versato dal fondo pensionistico integrativo l’intera somma, applicabile solo per importi limitati;
  • sistema misto: si prevede un acconto del 50% massimo del capitale e il restante verrà suddiviso in rendita vitalizia.

L’eventuale pensione rimanente, in caso di decesso dell’avente diritto, prevede il trasferimento dell’importo ai suoi eredi.

Quanto versare di pensione integrativa al mese

Quanto versare nella pensione integrativa

È possibile aprire una pensione integrativa con 100 euro al mese? Rispondiamo subito in modo affermativo, così come è possibile versare anche una somma pari a 50€ in su. Infatti, tra le caratteristiche del sistema previdenziale aggiuntivo vi è proprio la flessibilità e la possibilità di personalizzare l’importo che in totale si va a ricevere una volta conclusa la carriera lavorativa.

Ovviamente il principio è quello che più alta è la somma versata, maggiore sarà il rendimento dell’investimento e l’importo che si può ottenere come pensione integrativa. In questo, è possibile utilizzare i pratici simulatori online forniti da banche, società specializzate, assicurazioni o siti di comparazione.

Basterà inserire i dati personali, fiscali e contributivi e scegliere a quale fondo aderire, tra quello obbligazionario, azionario o garantito. A questo punto si ha subito accesso alla schermata con il calcolo ipotetico degli interessi sul capitale e l’importo che si otterrà nel momento in cui si raggiungeranno l’età o il numero di contributi richiesto per andare in pensione.

Previdenza complementare: esempio

Un esempio può essere utile per comprendere quali sono i possibili vantaggi di un sistema integrativo, rispetto a quello tradizionale. Immagina un lavoratore dipendente privato con le seguenti caratteristiche:

  • età: 45 anni;
  • reddito annuo: 45.000€;
  • anni di contributi versati: 15.

Potrà andare in pensione nel 2044, a 66 anni e 3 mesi. In base al reddito di lavoro netto, pari a 2.418€ mensili, riceve una pensione che sarà pari a 1.796€, con un gap rispetto all’ultimo stipendio medio percepito di 600€.

In questo caso si può colmare questa differenza aprendo una posizione previdenziale aggiuntiva, versando un minimo di 100€ al mese. In linea di massima, questo importo permetterà di raggiungere una somma variabile di pensione integrativa mensile dai 650€  ai 1.500€, in base alla tipologia di fondo che va a scegliere.

Quando aprire una pensione integrativa

La pensione integrativa è uno strumento di risparmio utile per tutte le categorie di lavoratori, dal dipendente al professionista. In particolare, si può valutare agli inizi della carriera, dato che c’è così l’opportunità di ridurre le rate di versamento mensile ottenendo negli anni un rendimento sul capitale crescente.

Può essere anche utile per chi ha compiuto 50 anni e si trova quasi a metà o vicino alla conclusione della sua carriera lavorativa. Infatti, l’importo versato, grazie al sistema di capitalizzazione, potrà essere una valida aggiunta economica all’assegno pensionistico.

Tuttavia, oggi sono sempre di più i lavoratori che decidono di rivolgersi al sistema previdenziale complementare anche per alcune peculiari caratteristiche e per i vantaggi fiscali. Ecco quali sono gli aspetti da considerare:

  1. sicurezza e intoccabilità;
  2. tassazione e deducibilità;
  3. anticipare la pensione con il R.I.T.A;
  4. maturazione del TFR.

1. Sicurezza e intoccabilità

Il primo vantaggio è quello di prevedere un’elevata sicurezza sulla gestione dei fondi pensione. Infatti, vi è una costante vigilanza da parte della COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione), grazie alla quale c’è la sicurezza che il denaro versato sarà impiegato solo ed esclusivamente per incrementare la futura pensione. Inoltre, l’importo versato non è soggetto a:

  • pignoramento;
  • sequestro;
  • non rientra nell’ammontare di un eventuale fallimento.

Infine, in caso di decesso del titolare del fondo, quanto rimasto su di esso rientrerà in pieno diritto di successione degli eredi con una completa esenzione dalle tasse successorie.

2. Tassazione e deducibilità

Tassazione pensione integrativa

Dal punto di vista fiscale c’è un vantaggio, dato che ai fini del calcolo del reddito imponibile per gli scaglioni IRPEF è attiva una deducibilità dei contributi versati sul fondo fino a un massimo di 5.164,57€.

Inoltre, dal punto di vista fiscale, eventuali plusvalenze (capital gain) ottenute dagli investimenti del fondo pensionistico, non sono soggette a normale tassazione, con una percentuale del 26%, ma a un’aliquota agevolata pari al 20%.

A questo si aggiunge che nel momento in cui viene erogata la pensione integrativa si prevede una tassazione che varia dal 15% al 9% in base al numero di anni di versamenti contributivi. Un netto vantaggio rispetto all’applicazione dei normali scaglioni IRPEF che oscillano tra il 23% e il 43%.

3. Possibilità di anticipare la pensione: R.I.T.A

Tra i vantaggi di aderire a un fondo pensione non vi è solo quella di integrare l’importo previdenziale futuro, ma anche la possibilità di attingere al R.I.T.A.

L’acronimo identifica la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, ovvero la possibilità di ottenere un’erogazione di un importo periodico dal fondo pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile.

Con questo sistema si viene incontro a:

  • soggetti che perdono il lavoro;
  • situazioni di invalidità;
  • persone che hanno necessità di avere un supporto economico in particolari momenti della vita.

Per richiedere il R.I.T.A. sono necessari alcuni requisiti:

  • perdita del lavoro o presenza di problematiche finanziarie;
  • anzianità contributiva di minimo 20 anni;
  • prossimità alla pensione di vecchiaia nei prossimi 5 anni;
  • presenza di un’adesione a un fondo complementare.

Infine, il R.I.T.A. potrà essere richiesto anche dai lavoratori disoccupati da più di 24 mesi e a cui mancano non più di 10 anni dalla pensione di vecchiaia.

4. Maturazione del TFR

Tra i vantaggi di aprire una posizione previdenziale integrativa, vi può essere anche quella della maturazione del TFR. Si può scegliere di investirlo in un fondo pensione in modo da ottenere un suo incremento nel tempo, rispetto a lasciarlo in azienda.

Inoltre, nel momento in si raggiungono i requisiti per la pensione, la tempistica di pagamento del Trattamento di Fine Rapporto è nettamente più veloce.

Qual è la migliore pensione integrativa

Per aprire un fondo pensione ci si può rivolgere a:

  • un istituto bancario;
  • SGR (Società di Gestione e Risparmio);
  • SIM (Società di Intermediazione Immobiliare);
  • compagnia di assicurazioni;
  • Poste Italiane.

Oggi, le offerte sono diverse e ognuna con una serie di caratteristiche peculiari. Tra le soluzioni puoi valutare di affidarti alla pensione integrativa di Poste italiane attraverso il PIP Postaprevidenza Valore, completamente personalizzabile.

Basterà inserire la data di nascita, il numero di anni di contributi già versati e il reddito, per avere una simulazione di quanto versare e dell’ammontare che si raggiunge una volta in pensione.

Un’altra valida opportunità di sottoscrivere un piano pensionistico integrativo è quella offerta da alcuni istituti di credito come Intesa Sanpaolo e Fineco. Ad esempio,  questa banca retail ha creato nella sezione investimenti un reparto specifico, il Core Pension con diverse soluzioni.

Ci si può rivolgere anche a società specializzate nel risparmio gestito, come MoneyFarm, che prevede un sistema semplificato e supportato da una AI e un algoritmo al fine di aiutare a scegliere la soluzione più adatta alle esigenze.

Infine, altra opzione è quella di rivolgersi a un’assicurazione che preveda tra i diversi servizi anche quello della creazione di un fondo pensione.

Pensione anticipata – Domande frequenti

Come funziona una pensione integrativa?

La pensione integrativa è un sistema di risparmio che permette di versare un importo di capitale, che verrà investito in appositi fondi pensione e andrà ad integrare il futuro assegno pensionistico.

Quanto versare per avere una pensione integrativa?

Attraverso i pratici simulatori per la pensione integrativa puoi valutare qual è l’importo utile. In linea di massima puoi versare anche un minimo di 50€ o 100€, al mese.

La pensione integrativa a 50 anni conviene?

Generalmente conviene aprirla il prima possibile, ma anche a 50 anni in previsione della pensione.

Qual è la pensione integrativa migliore?

Dipende da cosa si sta cercando: bisogna valutare accuratamente la propria situazione, valutare la propensione al rischio e capire quale servizio si addice maggiormente al caso specifico.

  1. Comunicato stampa INPS, 27 marzo 2024, inps.it ↩︎
  2. La previdenza complementare, principali dati statistici, dicembre 2023, COVIP, covip.it ↩︎

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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