- Con l’arrivo della Legge di Bilancio 2025 si prospettano alcuni cambiamenti anche intorno alle pensioni, nonostante una vera e propria riforma su questo tema sia ancora lontana.
- Il prossimo anno cambieranno alcuni requisiti per l’accesso alla pensione in anticipo, che diventeranno più stringenti e sarà necessario applicare il calcolo contributivo per tutti.
- Il governo ha ipotizzato in un primo momento l’applicazione di Quota 41 per tutti, ma l’alternativa più probabile è una riconferma di Quota 103.
Nel 2025 cambieranno anche i requisiti per accedere alla pensione anticipata, secondo quanto traspare dalle anticipazioni della prossima Legge di Bilancio. Il fulcro delle modifiche sta nel cambiamento dei requisiti per poter uscire dal lavoro in anticipo e accedere alla pensione, con il metodo contributivo che potrebbe essere definitivamente applicato per tutti.
Si potrà quindi accedere alla pensione a 62, 63 oppure 64 anni secondo specifiche opzioni, che saranno tuttavia riservate ad una ristretta platea di beneficiari. Rimane aperta l’incognita di un’estensione a tutti di Quota 41, che potrebbe essere invece sostituita da un ritorno di Quota 103.
Il governo intende muoversi per sostenere alcune categorie svantaggiate, tra cui chi svolge lavori usuranti e le lavoratrici madri, per cui con molta probabilità verranno riconfermate l’Ape Sociale e Opzione Donna.
Indice
Nuovi requisiti per la pensione anticipata
Le diverse parti politiche stanno avanzando proposte specifiche per garantire l’accesso alla pensione in anticipo secondo diverse possibilità, tuttavia si prevede l’applicazione di requisiti più stringenti. In Italia l’età pensionabile è di 67 anni, soglia che è destinata a spostarsi ancora in avanti per le generazioni future.
Il governo intende alleggerire la spesa per le pensioni, non andando ad intaccare la Legge Fornero: per questo motivo è da escludere una completa revisione del sistema, mentre con molta probabilità verranno proposte modifiche ai requisiti per accedere alla pensione in anticipo.
Sulle pensioni anticipate potrebbero essere applicati requisiti con calcolo totalmente contributivo, superando il sistema misto previsto per chi ha iniziato a versate contributi prima del 1995. Saranno quindi questi contribuenti a percepire il maggiore svantaggio da questa modifica, per cui si parla anche di una riduzione degli importi.
Nel 2025 si potrà accedere quindi alla pensione a 64 anni di età, con il versamento di contributi per almeno 20 anni, anche se il primo accantonamento deve essersi verificato prima del 1995. La pensione anticipata contributiva quindi sarà disponibile solamente se vengono rispettate le condizioni minime sugli importi:
- 3 volte l’assegno sociale per lavoratori uomini e donne senza figli;
- 2,8 volte l’assegno sociale per lavoratrici donne con un figlio;
- 2,6 volte l’assegno sociale per le lavoratrici donne con due o più figli.
Le intenzioni del governo sono quelle di riconfermare l’attuale pensione di vecchiaia, supportando soprattutto le lavoratrici madri, ma di prediligere il calcolo contributivo.
Quota 103 e Quota 41
Alcune opzioni di accesso alla pensione in anticipo potrebbero essere riconfermate per il prossimo anno. Si parla di Quota 41 e Quota 103. Le parti politiche hanno inizialmente avanzato l’ipotesi di estendere Quota 41 a tutti, ovvero garantire la pensione a chi ha versato almeno 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica.
Attualmente la misura è accessibile solamente a determinate categorie di lavoratori:
- i caregivers;
- i lavoratori precoci;
- i disoccupati;
- gli invalidi civili almeno al 74%;
- coloro che svolgono mansioni usuranti.
L’ipotesi di cui si è parlato molto nelle scorse settimane di estendere questo tipo di pensione a tutti, al momento sembra poco probabile, date le ingenti risorse necessarie per la sua realizzazione.
L’altra ipotesi è quella di rinnovare ancora per il 2025 Quota 103, con 41 anni di contributi versati e a 62 anni di età. Attualmente è vietato cumulare redditi da lavoro autonomo o dipendente aderendo a questa opzione, con unica esclusione del lavoro occasionale.
Questa soluzione potrebbe tornare il prossimo anno con le medesime caratteristiche, soprattutto se Quota 42 non verrà confermata per tutti, come invece si ipotizzava inizialmente. Al momento non vi è ancora nulla di definitivo, per cui si attende la manovra 2025 che verrà stilata entro fine anno.
Ape Sociale e Opzione Donna
Si prevede il ritorno per il 2025 delle misure che sostengono le categorie di lavoratori più svantaggiate, ovvero l’Ape Sociale per chi svolge lavori usuranti e Opzione Donna. Con questa misura si può accedere alla pensione a 63 anni e 5 mesi di età, avendo versato almeno 30 anni di contributi (che sale a 36 per alcune categorie).
Questa possibilità ogni anno viene applicata in via straordinaria, tuttavia fin dal suo ingresso è sempre stata prorogata all’anno successivo, per cui è molto probabile che, senza una riforma delle pensioni strutturale, possa tornare anche nel 2025. La misura prevede un’erogazione in denaro fino al raggiungimento dei 67 anni del requisito standard per accedere alla pensione ordinaria.
L’altra misura, Opzione Donna, potrebbe essere riconfermata per il 2025 con gli attuali requisiti, ovvero con 61 anni di età anagrafica, ridotti fino a due anni ulteriori in base al numero di figli e con anzianità contributiva di almeno 35 anni.
Questa possibilità al momento è limitata a specifiche categorie di lavoratrici, ovvero a coloro che si occupano di una persona disabile oppure in situazione di invalidità civile dal 74% oppure in caso di licenziamento presso un’azienda in crisi. Si attende di conoscere i dettagli del funzionamento della misura anche per il prossimo anno.
Pensione anticipata per il personale ATA
Un approfondimento necessario è quello che riguarda il personale ATA, che secondo le attuali regole potranno accedere alla pensione anticipata all’età di 58 anni, dopo aver versato 35 anni di contributi. Questo è possibile per chi rispetta i requisiti per tale opzione entro il 31 dicembre 2025.
Pensione anticipata: i tempi di attesa
Con la manovra 2025 potrebbero anche cambiare i tempi di attesa per l’accesso alla pensione anticipata: al momento da quando si smette di lavorare a quando si riceve l’indennità mensile trascorrono per norma tre mesi, mentre questo periodo potrebbe aumentare il prossimo anno.
Si prevede una finestra temporale più lunga, fino a 7 mesi, che di fatto si traduce in uno svantaggio non da poco per i lavoratori che accedono a questo tipo di misura. Di contro, si ipotizzano nuovi incentivi per chi intende continuare a lavorare durante il pensionamento.
Valeria Oggero
Giornalista