- I contributi INPS sono per molti l’adempimento fiscale più oneroso e le partite IVA li versano in autonomia.
- Esistono alcune casistiche in cui una partita IVA non è tenuta a versare i contributi INPS, ma sono molto limitate.
- In ogni caso, è necessario negoziare con l’INPS un possibile esonero contributivo se si rispettano tutti i requisiti.
Per molte categorie di lavoratori autonomi i contributi INPS rappresentano spesso l’adempimento fiscale obbligatorio più gravoso, specialmente quando l’ammontare rimane invariato a prescindere dal regime fiscale scelto. I contributi INPS sono gli stessi quindi anche nel forfettario.
La rigidità del sistema contributivo porta dunque molti a interrogarsi sulla possibilità di operare con partita IVA senza dover sostenere questo costo, domanda legittima che trova risposta in alcune rare eccezioni previste dalla normativa.
Si tratta però di casistiche limitate, per cui gli autonomi sono tenuti a rispettare rigidi requisiti poco negoziabili. In questo articolo approfondiremo proprio queste circostanze, in cui è possibile ottenere l’esonero contributivo, con un focus specifico su tutti gli elementi che concorrono all’esenzione.
Indice
Partita IVA e lavoro dipendente
Partiamo dalla casistica più comune in cui è possibile ottenere l’esonero contributivo, ovvero quella che riguarda i lavoratori dipendenti full time che aprono una partita IVA per svolgere un’attività secondaria, solitamente connessa a piccoli progetti imprenditoriali o commerciali non destinati a figurare come reddito primario.
L’esonero, qui, si basa sul fatto che il lavoratore dipendente con partita IVA è già effettivamente soggetto alla contribuzione obbligatoria prevista dal suo impiego principale, interamente a carico del datore di lavoro. Anche qui, però, ci sono delle condizioni da rispettare.
Il contratto di lavoro dipendente dovrà innanzitutto essere a tempo pieno, con un orario settimanale conforme ai parametri definiti dalla normativa per il full time, generalmente compreso tra le 38 e le 40 ore settimanali, come previsto dal CCNL di riferimento.
Naturalmente esistono delle eccezioni: se l’orario settimanale è di poco inferiore alla soglia minima, è possibile negoziare con l’INPS per ottenere ugualmente l’esonero contributivo.
Attenzione però: non tutte le tipologie di attività autonome possono beneficiarne. Altro requisito fondamentale riguarda infatti la natura dell’attività svolta, che dovrà rientrare tra quelle di tipo:
- commerciale;
- artigianale;
- ascrivibile alla Gestione IVS Artigiani e Commercianti.
Il che esclude dunque i professionisti, che dovranno invece obbligatoriamente effettuare l’iscrizione alle casse previdenziali di categoria o alla Gestione Separata INPS.
Partite IVA con accordi esteri
Un’altra opzione molto meno comune, ma comunque prevista dalla normativa, riguarda i lavoratori autonomi che rientrano in Italia dopo aver maturato contributi previdenziali all’estero. In alcuni casi, grazie a specifici accordi bilaterali tra l’Italia e altri Paesi, è possibile evitare il versamento dei contributi INPS per continuare a contribuire al sistema previdenziale del Paese estero.
È una possibilità che però si applica principalmente ai professionisti e lavoratori autonomi che, dopo aver lavorato all’estero per un periodo prolungato, decidono di aprire una partita IVA in Italia pur mantenendo il legame contributivo con il sistema previdenziale straniero.
Qui, gli accordi bilaterali stipulati tra l’Italia e il paese di riferimento definiscono le modalità e i requisiti per poter usufruire della deroga, che possono includere la continuità della contribuzione nel Paese estero o una copertura temporanea senza obblighi verso l’INPS.
Per verificare se un determinato Paese ha stipulato un accordo previdenziale con l’Italia, è necessario consultare la lista ufficiale disponibile sul sito dell’INPS.
Una volta verificata la sussistenza di tutti i requisiti, sarà possibile avviare una negoziazione con l’INPS e con l’ente previdenziale del paese estero di riferimento.
Professionisti senza Albo e Gestione Separata INPS
Ultima categoria che può beneficiare, in determinate circostanze, dell’assenza di obblighi contributivi INPS è quella dei professionisti senza albo. Parliamo dunque di lavoratori non iscritti a un ordine professionale con relativa cassa previdenziale, pensiamo agli esperti di marketing, social media manager, fotografi etc., e che sono dunque tenuti a versare i contributi alla Gestione Separata INPS in base al reddito prodotto.
A differenza di artigiani e commercianti, che hanno un contributo fisso annuale da versare a prescindere dal reddito prodotto, i professionisti senza Albo seguono invece il principio di proporzionalità in ambito di contribuzione e sono tenuti a versare solo una percentuale variabile sui ricavi effettivamente conseguiti.
Va da sé dunque che se il reddito dichiarato in un determinato anno fiscale è pari a zero, non vi è alcun obbligo di versamento dei contributi.
Il che non esime però il lavoratore autonomo dal presentare la dichiarazione dei redditi, che servirà ad attestare l’assenza di ricavi durante l’anno. Non è una situazione ideale, ma è una delle poche che permette l’esonero contributivo INPS.
Come richiedere l’esenzione dai contributi INPS
Per i professionisti senza Albo, l’assenza di obblighi contributivi viene gestita automaticamente in base al reddito dichiarato. Ma nelle altre casistiche, sarà necessario invece presentare documentazione puntuale e completa.
I lavoratori dipendenti che intendono avviare un’attività autonoma secondaria dovranno dunque inviare una comunicazione all’INPS, accompagnata da una dichiarazione che attesti la natura secondaria dell’attività autonoma. Per farlo, sarà necessario utilizzare la pratica ComUnica in concomitanza con l’apertura della partita IVA e motivare la mancata iscrizione alla Gestione Artigiani o Commercianti.
Per i lavoratori che intendono avvalersi di accordi previdenziali internazionali, il processo richiede una comunicazione preliminare sia all’INPS che all’ente previdenziale estero, con la presentazione di documenti che certifichino l’attività lavorativa e la copertura previdenziale all’estero.
Ogni richiesta viene valutata caso per caso e, in alcune circostanze, la decisione finale può variare a seconda dell’interpretazione degli uffici territoriali.
Francesca Di Feo
Redattrice Partitaiva.it