Partita IVA da insegnante: codice Ateco, regime fiscale, contributi e tassazione

Gli insegnanti possono impartire lezioni private agli studenti in qualità di liberi professionisti con partita IVA. Ecco la normativa, il Codice Ateco e il regime fiscale a cui aderire.

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  • Un insegnante che impartisce lezioni in maniera abituale e continuativa come freelance deve aprire la partita IVA per regolarizzare la propria posizione lavorativa.
  • Il codice Ateco associato alla partita IVA varia in relazione all’attività svolta dall’insegnante: per impartire lezioni private si utilizza il codice 96.09.09 in riferimento ad altre attività e servizi alla persona.
  • Le tasse da versare variano in relazione al regime fiscale di appartenenza, mentre i contributi sono da pagare alla gestione separata INPS in base al reddito conseguito.

Un docente che ha ottenuto l’abilitazione all’insegnamento può decidere di impartire lezioni private a pagamento e svolgere il proprio lavoro in qualità di libero professionista. Se questa attività diventa abituale e continuativa, il freelance dovrà aprire la partita IVA e regolarizzare la propria posizione, mentre se è saltuaria non è necessario aprirne una.

Svolgere un secondo lavoro con partita IVA è una pratica diffusa, perché permette di arrotondare lo stipendio e ottenere un compenso aggiuntivo a fine mese. Al contempo, impartire lezioni o ripetizioni online è un’attività che chiunque può svolgere anche dalla propria abitazione. Ma non è sempre chiaro come regolarizzare la posizione fiscale e contributiva per non incorrere in sanzioni.

Come aprire partita IVA da insegnante

Chi ha intenzione di aprire partita IVA come insegnante si può affidare a un commercialista che possa svolgere la pratica, oppure compilare in autonomia il modulo AA9/12, che rappresenta una dichiarazione di inizio attività, per poi presentarlo direttamente all’Agenzia delle entrate.

All’interno di questo modulo vanno inseriti dei dati e alcune informazioni fondamentali:

  • i dati personali (nome e cognome, data di nascita, residenza, codice fiscale, ecc);
  • i recapiti (indirizzo e-mail, numero di telefono, PEC);
  • il codice Ateco che identifica il tipo di attività da svolgere;
  • il regime fiscale a cui aderire.

Una volta compilato in tutte le sue parti, il modulo può essere recapitato all’Agenzia delle entrate secondo diverse modalità:

  • online tramite il servizio di “comunicazione unica” messo a disposizione dalla Camera di Commercio;
  • tramite raccomandata con ricevuta di ritorno (allegando una copia del documento di identità);
  • di persona presso uno degli uffici dell’Agenzia delle entrate. 

Che si parli di un freelance o di un dipendente con cattedra part-time che ha intenzione di impartire lezioni in maniera abituale, bisogna conoscere la normativa per non incorrere in sanzioni.

Partita IVA o prestazione occasionale?

insegnante privato partita iva

Come specificato dall’Agenzia delle entrate, in risposta all’interpello n 63 dell’8 marzo 20241, gli insegnanti part-time titolari di una cattedra, che impartiscono lezioni private o ripetizioni agli studenti, sono sottoposti all’obbligo di apertura della partita IVA, con conseguente emissione della fattura elettronica ai propri clienti.

Gli insegnanti possono scegliere di aderire al regime forfettario oppure al regime speciale per le lezioni private2 istituito con la legge di bilancio 2019.

Se l’attività svolta ha invece un carattere saltuario, è possibile optare per la prestazione occasionale: ad esempio, se la lezione avviene dopo la scuola saltuariamente, se è previsto un singolo intervento in corsi di formazione o un’eventuale consulenza straordinaria. Superando la soglia dei 5.000 euro annui, invece, è richiesta l’iscrizione alla gestione separata INPS.

Codice Ateco insegnante: quale scegliere

Il codice Ateco da associare alla partita IVA di un insegnante può variare in relazione all’attività svolta dal docente e alla materia oggetto di insegnamento (ripetizioni private, attività sportiva, lingue straniere, ecc).

Di conseguenza, anche il coefficiente di redditività (su cui verranno calcolate le tasse) sarà diverso in base alla scelta effettuata.

Partita IVA InsegnanteCodice AtecoDescrizioneCoefficiente di redditività
Insegnante privato96.09.09 Altre attività di servizi per la persona nca67%
Ripetizioni e doposcuola85.59.90 Altri servizi di istruzione nca78%
Insegnante di sport85.51.00Corsi sportivi e ricreativi78%
Insegnante di lingua straniera85.59.30Scuole e corsi di lingua78%

Regime fiscale per insegnanti e tassazione

La scelta del regime fiscale per un insegnante è fondamentale, in quanto andrà a determinare l’ammontare delle tasse da versare per lo svolgimento della propria attività. Le alternative tra cui scegliere sono due: il regime forfettario e quello semplificato.

Se il libero professionista consegue compensi non superiori a 85.000 euro all’anno, la scelta più conveniente è aderire al regime forfettario. I vantaggi di questa soluzione sono notevoli: per esempio, si paga un’imposta sostitutiva unica con aliquota al 5% per i primi cinque anni di attività e al 15% dal sesto anno in poi. Inoltre, il regime forfettario garantisce:

  • esenzione IVA in fattura;
  • gestione della contabilità più semplice;
  • esonero studi di settore e ISA;
  • esonero ritenute di acconto.

Il regime semplificato, invece, prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva IRPEF del 15% sui compensi che derivano dall’attività di lezioni private e ripetizioni, con obbligo di fatturazione in regime di esenzione.

INPS e contributi per insegnante con partita IVA

Gli insegnanti privati che possiedono la partita IVA sono tenuti a versare i contributi alla gestione separata INPS, secondo le aliquote fissate dall’ente. Per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti non iscritti ad altre forme previdenziali, l’aliquota 2025 è pari al 26,07%.

Le scadenze da rispettare per il versamento dei contributi sono due:

  • il 30 giugno per i contributi dell’anno precedente e quelli in acconto dell’anno in corso;
  • il 30 novembre per il versamento del secondo acconto.

I dipendenti statali che impartiscono lezioni o ripetizioni private come secondo lavoro non sono tenuti a iscriversi alla gestione separata, in quanto già titolari di un’altra posizione previdenziale. Verseranno i contributi in modo proporzionale.

Come diventare insegnante: titolo di studio e abilitazione

Il percorso da seguire per diventare un insegnante è diverso a seconda della materia che si intende insegnare e alla tipologia di impiego che si vuole raggiungere. In linea generale, un docente deve aver conseguito una laurea di vecchio ordinamento oppure una laurea magistrale. Gli insegnanti di sostegno, invece, devono ottenere anche la specializzazione.

Solo per alcuni insegnamenti è sufficiente il possesso di uno specifico diploma:

  • il diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002 per la scuola dell’infanzia e primaria;
  • il diploma che da accesso ai posti per Insegnanti Tecnico Pratici (ITP), almeno fino al 31 dicembre 2025.

Tra i requisiti di accesso ai concorsi pubblici, a partire dal 2025, è richiesta l’abilitazione al ruolo di insegnante. Per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, l’abilitazione si può acquisire con la laurea in Scienze della formazione primaria, mentre per la scuola secondaria occorre seguire i corsi da 60 CFU/CFA disciplinati dal DPCM del 4 agosto 2023.

Partita IVA insegnante – Domande frequenti

Chi fa l’insegnante può avere un secondo lavoro?

Nel caso di impiego part-time il docente può svolgere un’altra attività lavorativa e professionale, subordinata o autonoma. Bisogna sottolineare, però, che l’insegnante pubblico può svolgere una libera professione, ma non può esercitare un’attività commerciale o industriale.

Qual è il codice Ateco per dare lezioni private?

Il codice Ateco che devi scegliere per dare lezioni o ripetizioni private è il 96.09.09: “Altre attività di servizi per la persona nca”. Per iniziare questa attività, però, devi aprire la partita IVA come libero professionista.

Come dichiarare le lezioni private senza la partita IVA?

I docenti di ruolo nella scuola pubblica hanno la possibilità di dare lezioni private o insegnare online senza partita IVA entro certi limiti. Per dichiarare i compensi è sufficiente inserire i compensi percepiti per le lezioni private nella dichiarazione dei redditi, nel quadro “altri redditi” del Modello 730.

  1. Risposta n. 63/2024, Agenzia delle Entrate, agenziaentrate.gov.it ↩︎
  2. Imposta sostitutiva sui compensi delle ripetizioni e lezioni private, Agenzia delle Entrate, agenziaentrate.gov.it ↩︎
Autore
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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