- L’OCSE vuole eliminare i forfettari, ovvero il regime speciale che prevede imposte agevolate per le partite Iva in Italia, perché privo di progressività ed equità.
- Il regime forfettario, secondo l’OCSE, contrasta con la progressività dell’aliquota applicata al reddito dei lavoratori dipendenti.
- Il sistema fiscale italiano, partendo da aliquote molto alte, va a gravare sul ceto medio favorendo i contribuenti con redditi più alti o più bassi e in generale pesa maggiormente sul lavoro che sul patrimonio.
Con la pubblicazione dell’Economic Outlook 20241, l’OCSE ha “bacchettato” l’Italia, puntando il dito contro il regime forfettario italiano e accusandolo di mancanza di equità e progressività, soprattutto rispetto alla tassazione che viene applicata sul reddito dei lavoratori dipendenti.
In un’ottima di crescita e per alleggerire la pressione sul bilancio fiscale italiano, l’Organizzazione ha elencato alcune possibili modifiche da apportare al sistema fiscale italiano nel corso dei prossimi anni: tra queste, anche la revisione del Superbonus, che dovrebbe rispecchiare il modello francese.
L’obiettivo principale resta la lotta all’evasione fiscale, ma anche la riduzione delle spese fiscali e la limitazione di questi regimi speciali con imposte forfettarie. Scopriamo i motivi per cui l’OCSE vuole eliminare il regime forfettario e cosa farà l’Italia in tal senso.
Indice
Perché l’OCSE vuole eliminare i forfettari
La crescita dell’Italia sta rallentando: questo è un segnale che ha evidenziato l’OCSE nel suo Economic Outlook 2024, nel quale ha avanzato l’idea di eliminare, o quantomeno ridurre, i regimi forfettari. Il documento, che viene pubblicato ogni anno dall’organizzazione, definisce una serie di interventi che l’Italia potrebbe attuare per alleggerire la pressione sul debito pubblico e favorire la crescita nei prossimi anni.
Tra gli obiettivi che l’OCSE ha fissato per favorire la crescita italiana ci sono:
- la lotta all’evasione fiscale, con la promozione dei pagamenti digitali e la limitazione all’utilizzo del contante;
- la limitazione dell’erosione della base imponibile dell’imposta sul reddito;
- la riduzione delle spese fiscali (detrazioni e deduzioni);
- la limitazione dei regimi forfettari con imposte “speciali”.
In merito al primo punto, la lotta all’evasione, nella Legge di Bilancio 2024 è stato confermato il limite all’utilizzo dei contanti a 5.000 euro (precedentemente era 1.000 euro): l’OCSE invita a rivedere la norma che “appare controproducente”.
Ma a destare maggiori preoccupazioni intorno a questa pubblicazione sarebbe l’idea di eliminare il regime forfettario per le Partite Iva e tutti quei regimi fiscali agevolati (come la flat tax al 15%) che vanno a erodere la progressività delle imposte.
Riforma fiscale e mancanza di progressività
La riforma fiscale viene, in un certo senso, promossa dall’OCSE, in quanto “mira a ridurre l’onere della tassazione sul lavoro” ed è sostanzialmente in linea con le indicazioni fornite dall’organizzazione negli anni precedenti.
Sotto accusa sono finite invece tutte le riforme governative che mirano al passaggio o all’introduzione di imposte forfettarie per le partite Iva e i professionisti: queste ultime, più vantaggiose per i contribuenti, rischiano di ridurre il gettito di entrata nelle casse statali.
Anche per questo motivo, come sottolinea l’organizzazione, in pochissimi Paesi sono in vigore regimi forfettari come quello italiano, che va a minare la caratteristica di progressività delle imposte.
OCSE, regime forfettario sotto accusa per mancanza di equità
L’accusa dell’OCSE contro il regime forfettario e le imposte semplificate per le partite iva non è però una novità: infatti, già da alcuni anni l’OCSE si era espressa contro il regime forfettario italiano, bacchettandolo per la sua “mancanza di progressività ed equità”.
Nel 2021 era stato il direttore del centro di politica fiscale dell’OCSE, Pascal Saint-Amans, a puntare il dito contro la tassa piatta al 15% per compensi fino a 65.000 euro.
Il problema, aveva proseguito il direttore, riguarderebbe proprio la mancanza di progressività che invece si può riscontrare facilmente nell’aliquota al 41% che viene applicata ai lavoratori dipendenti. A ciò era stato aggiunto anche un cuneo fiscale troppo elevato, che porterebbe al disincentivo all’occupazione.
Un’altra questione evidenziata da Saint-Amans riguardava la pressione fiscale, che risultava, nel 2021, troppo elevata sui ceti medi, mentre i contribuenti con redditi più bassi o più alti tenderebbero a beneficiarne.
Che cosa deve fare l’Italia
Anche nell’Economic Outlook 2024, l’OCSE è andata a sottolineare i possibili rischi per i Paesi in cui sono in vigore regimi di imposizione forfettaria sul reddito, come l’Italia: tali regimi andrebbero a gravare sui lavoratori appartenenti al ceto medio, mentre chi detiene redditi più alti o più bassi potrebbe giovarne.
Le indicazioni dell’organizzazione, quindi, invitano l’Italia a limitare questi regimi speciali di imposte forfettarie e puntare invece sulla maggiore tassazione del patrimonio (ovvero case ed eredità) per alleggerire la pressione fiscale sul lavoro.
L’OCSE vuole eliminare i forfettari – Domande frequenti
Il regime forfettario è un particolare regime fiscale per le partite IVA che esercitano attività di impresa, arte o professione in forma individuale: in vigore dal 2016, queste regime permette di fruire di alcune semplificazioni fiscali e contabili.
Le partite Iva che hanno aderito al regime forfettario godono di numerosi vantaggi: per esempio, la tassazione ridotta, la gestione dell’IVA, l’esclusione dagli indici sintetici di affidabilità, la gestione di fatture e contabilità semplificata. Ecco perché l’Ocse propone l’eliminazione di questo regime fiscale.
L’Economic Outlook 2024 è un documento pubblicato dall’OCSE che evidenzia l’elenco dei possibili interventi sul fronte fiscale che potrebbero aiutare ad alleggerire le pressioni sul bilancio pubblico italiano e favorire la crescita.
- Studi economici dell’OCSE, Italia 2024, www.oecd-ilibrary.org ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor