Nuove regole redditi online: cos’è il DAC7 e la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate

La direttiva UE DAC7 ha inserito una maggiore tracciabilità dei redditi online attraverso una serie di obblighi per le piattaforme di vendita sul web. Scopri cosa cambia per la tua attività online come privato o partita IVA.

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Nuove regole redditi online
  • Le nuove regole sui redditi online sono entrate in vigore dal 25 marzo 2023, con l’attuazione della direttiva UE 2021/514 DAC7.
  • Le piattaforme di vendita online sono obbligate a comunicare una serie di informazioni riguardanti le attività dei venditori, privati o imprese, alle autorità fiscali del Paese Membro in cui si svolgono le operazioni.
  • In caso di mancata comunicazione e dichiarazione all’Agenzia delle Entrate, sono previste sanzioni dai 3.000€ fino a un massimo di 31.000€.

La nascita dei marketplace, attraverso cui è possibile eseguire vendite online di prodotti e servizi come impresa o privato, ha generato una serie di problematiche di tracciabilità delle operazioni del commercio elettronico e sul calcolo degli importi IVA, collegati alle attività transfrontaliere.

In questa contesto si colloca il regolamento UE DAC7 del 2021, in base al quale sono state introdotte nuove norme per i redditi online al fine di contrastare l’evasione fiscale e permettere una maggiore comunicazione tra i vari organi tributari di controllo.

Il 25 marzo 2023, il regolamento è entrato in vigore anche in Italia, prevedendo una serie di obblighi da parte delle piattaforme di vendita, con una dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.

Se hai una partita IVA per un e-commerce o sei un privato che svolge un’attività occasionale legata al commercio elettronico, devi sapere che le nuove regole comportano dei cambiamenti importanti.

Nuove regole per redditi online: normativa DAC7

Le nuove regole per i redditi online, previste dal Regolamento europeo 2021/514 DAC7 del 1° luglio 2021, sono entrate in vigore in Italia con un certo ritardo.

Infatti, era stata stabilita prima la loro applicazione dal 31 dicembre 2022, poi slittata al 25 marzo 2023, data in cui è stato pubblicato, in Gazzetta Ufficiale, il D.lgs. 32/2023, noto anche come Decreto DAC7.

La normativa europea nasce al fine di standardizzare una serie di misure riguardanti lo sviluppo di attività svolte, da privati o da imprese, su piattaforme note come Vinted, Amazon, EBay, Shopify, Airbnb e Booking, per citarne alcune.

L’intento è quello di semplificare il reperimento di dati fiscali e potenziare la comunicazione tra i diversi Paesi, per quanto riguarda le dichiarazioni IVA e gli importi fatturati, che dovranno essere dichiarati ai fini fiscali.

Tassazione redditi online

Nuove regole: cosa cambia per chi guadagna online

La normativa si riferisce principalmente ai gestori delle vendite online, un concetto con cui si identificano le piattaforme che svolgono in Italia e in Europa la funzione di intermediari (marketplace).

Infatti, queste società offrono al venditore l’utilizzo dei loro spazi virtuali al fine di esporre i prodotti da vendere, permettendo quindi l’incontro con l’utente. In alcune piattaforme si può accedere solo se hai aperto una partita IVA per un e-commerce, ad esempio Shopify e Amazon.

In altre, hai anche la facoltà di registrati come privato, per la vendita occasionale di prodotti o di servizi. L’esempio più tipico è quello di Vinted e dell’utilizzo di piattaforme come Airbnb e Booking. La problematica nasce nel momento in cui viene generato un reddito da tassare e soprattutto per ciò che riguarda l’aspetto legato all’IVA.

Infatti, le nuove regole sui redditi online hanno il fine di rendere tracciabili le attività collegate al commercio sul web. Quindi, i marketplace saranno obbligati a raccogliere, monitorare e inviare tutti i dati del venditore sia come partita IVA, sia come privato. Inoltre, se effettui vendite in un Paese UE sei tenuto a pagare l’IVA in quest’ultimo.

Per ciò che riguarda gli importi fatturati e l’IVA versata, queste informazioni saranno comunicate con una dichiarazione all’Agenzia Delle Entrate, eseguita dal singolo Paese membro attraverso il sistema di informazione previsto proprio dalla direttiva.

A cosa servono le nuove regole DAC7

Con la direttiva DAC7 si sono poste le basi per un controllo diretto sull’evasione fiscale. Infatti, le vendite online, se vengono effettuate con regalità, continuità e professionalità, richiedono l’obbligo di aprire una partita IVA.

Di conseguenza si procede a pagare l’imposta sul valore aggiunto nel Paese Membro e dichiarare il reddito imponibile generato ai fini delle aliquote fiscali.

Ben diversa è la situazione del privato che svolge un’attività di vendita occasionale, oppure di gestione di un bed and breakfast o di una casa vacanza.

Quindi, grazie al nuovo regolamento, attraverso la comunicazione all’Agenzia delle Entrate, sarà possibile individuare chi percepisce un reddito online continuato o quello occasionale, verificando se sia in regola dal punto di vista fiscale.

Quali sono i redditi online da comunicare

Tuttavia, non tutti i redditi online devono essere comunicati dai gestori. Vengono esclusi:

  • le vendite di privati o di attività inferiori alle 30 operazioni annue;
  • gli incassi annui inferiori ai 2.000€.

Invece, per tutte le partite IVA che hanno un’attività di commercio sul web e per i privati che superano gli importi o il numero delle transazioni indicate prima, il venditore dovrà comunicare una serie di dati alle autorità del Paese di appartenenza.

Le informazioni raccolte dalle piattaforme di vendita sono diverse in base a chi svolge la funzione di commercio online: persona fisica oppure un’attività d’impresa. Nella tabella seguente abbiamo riassunto quali sono i dati che devono essere trasferiti.

Partita IVA commerciale o professionalePersona fisica
Codice IVANome e cognome
Ragione socialeCodice fiscale del venditore
Numero di registrazione dell’attivitàData di nascita e residenza
Sede stabile nel Paese MembroNIF rilasciato al venditore dallo Stato UE
Indirizzo principale dell’attivitàIndirizzo principale registrato sulla piattaforma
Importo del fatturato generatoImporto del fatturato
Eventuale NIF (Numero di identificazione fiscale) rilasciato al venditore dallo Stato UENumero di transazioni generate

La piattaforma di vendita deve trasferire queste informazioni entro il 31 dicembre, con riferimento all’anno precedente. Il sistema prevede una comunicazione all’ente fiscale dello Stato Membro e per le attività che vengono svolte in Italia, direttamente con una dichiarazione all’Agenzia delle Entrate.

Per il 2023 è prevista un’eccezione, dato il ritardo di attuazione delle normativa in Italia. In questo caso la comunicazione delle piattaforme di vendita dovrà avvenire entro il 31 gennaio 2024.

DAC7 e e-commerce

Quali sono gli obblighi previsti dalle nuove regole DAC7

Gli obblighi si riferiscono a:

  • le piattaforme di vendita;
  • venditori, persone fisiche o partite IVA.

Quindi, i gestori delle piattaforme dovranno effettuare la registrazione della loro attività presso le autorità fiscali competenti di ogni singolo Paese Membro. Inoltre, saranno tenuti anche a un ruolo di monitoraggio, dovendo comunicare solo i dati di quelle attività commerciali o di privati che rientrano nei parametri indicati prima.

Dall’altro lato i venditori sono tenuti a rispettare le norme fiscali del Paese in cui viene svolta l’attività. In particolare, l’attenzione si pone sulla distinzione tra lavoro occasionale e non continuato, che non richiede partita IVA, dalle vendite strutturate, professionali e che prevedono la necessità di possedere un codice IVA.

Questa distinzione che spesso genera confusione ai fini fiscali. Per questo se hai deciso di vendere online, prima di iniziare questa attività, un valido consiglio potrebbe essere rivolgersi a un professionista, come uno studio di commercialisti al fine di valutare come regolarizzare la tua posizione fiscale.

Inoltre, come venditore avrai anche l’obbligo di comunicare le informazioni richieste dal marketplace entro i termini previsti dal nuovo regolamento. Se non adempi a questa operazione, la piattaforma sarà obbligata a effettuare fino a due solleciti. Trascorsi 60 giorni dal secondo, avrà la facoltà di bloccare il tuo account e trattenere anche l’importo generato per il mese in corso fino alla comunicazione dei dati.

Infine, sono previsti casi in cui non avrai più la possibilità di utilizzare il tuo account. Per fare un esempio, se stai svolgendo un’attività di vendita professionale e continuativa senza avere la partita IVA e quindi in violazione delle norme fiscali, non dichiarando il reddito imponibile realizzato, può esserti sospeso l’account.

Quali sono le sanzioni?

La violazione del nuovo regolamento, dal 25 marzo, prevede una serie di sanzioni. Infatti, per le piattaforme di vendita si applicherà una multa dai 3.000€ ai 31.000€, per la mancata registrazione alle autorità competenti e se non è stata effettuata la comunicazione dei dati.

Invece, un venditore che fornisce informazioni incomplete o non corrette potrà essere sottoposto a sanzioni dai 1.000€ ai 10.500€.

A questo si aggiungono eventuali pene per violazioni della normativa fiscale prevista nei singoli Paesi membri, in caso di mancato versamento di IVA e pagamento delle relative imposte sui redditi.

Nuove regole per redditi online: quali sono i vantaggi

Dal punto di vista normativo, il regolamento DAC7 ha creato un sistema più equo per tutte quelle attività collegate al commercio elettronico. Inoltre, un vantaggio è quello di aumentare la trasparenza per le vendite online, oltre a chiarire alcuni dubbi.

A questo si aggiunge la creazione di un sistema di scambio delle informazioni, che permette alle autorità fiscali di ogni Stato Membro di avere un maggior controllo sulle attività del commercio elettronico, intervenendo nel caso si verifichino delle violazioni.

Questo è un aspetto che va a avantaggio di una concorrenza leale e di un mercato in cui si vanno a scoraggiare quei soggetti che non rispettano le normative fiscali dei Paesi Membri.

Si prenda il caso di chi commette evasione fiscale, non aprendo partita IVA e senza dichiarare un reddito online. Infine, le nuove regole sulle vendite elettroniche contribuiscono a semplificare anche i processi amministrativi in Italia e in ambito Europeo.

Infatti, i venditori online potranno utilizzare i regimi opzionali OSS (One Stop Shop) e loss Italia, con riferimento alle vendite a distanza o quelle nazionali che avvengono attraverso una piattaforma elettronica.

In questo modo si riducono gli adempimenti burocratici per la dichiarazione IVA, evitando la registrazione del codice IVA per ogni Stato membro, in cui si effettuano le transazioni commerciali, ed eventuali errori.

Nuove regole reddito online – Domande frequenti

Quali sono le nuove regole per i redditi online?

Dal 25 marzo 2023 sono entrate in vigore le nuove regole per i redditi online in base alla direttiva UE 2021/514 DAC7. Scopri quali sono i cambiamenti per chi guadagna online nella nostra guida.

Cosa cambia con le nuove regole sul reddito online?

Le nuove regole per i redditi online prevedono la comunicazione, da parte delle piattaforme di vendita, di una serie di dati alle autorità competenti dei singoli Paesi Membri.

Cosa comporta la mancata dichiarazione dei redditi online all’Agenzia delle Entrate?

In caso di mancata dichiarazione all’Agenzia Delle Entrate dei dati previsti dalle nuove regole in materia di reddito online, sono applicate sanzioni dai 3.000€ fino ai 31.000€.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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