- Un recente report della CGIA di Mestre evidenzia un dato rilevante sull’apertura di nuove imprese in Italia: sono per lo più gli imprenditori stranieri a fare questa scelta.
- Negli ultimi 10 anni è aumentata la presenza di imprese aperte da stranieri, con un incremento del 29,5%, mentre sono scese del 4,7% quelle avviate da titolari italiani.
- Ad investire in nuove attività nel nostro paese sono spesso persone dall’estero, un dato che evidenzia quanto gli italiani sempre più frequentemente rinunciano ad avviare aziende di qualsivoglia tipologia.
Il tessuto economico italiano è composto per lo più da piccole e medie imprese, ma un dato rilevante evidenziato recentemente dalla CGIA di Mestre riguarda la nazionalità degli imprenditori. La maggior parte delle attività che sono state avviate negli ultimi 10 anni è condotta da cittadini provenienti dall’estero, mentre è in rapido calo il numero di nuove imprese avviate da italiani.
Questo trend evidenzia uno spaccato in cui sempre più spesso cittadini stranieri vedono nell’Italia un paese adatto ad avviare attività remunerative, mentre al contrario gli italiani sono sempre meno interessati all’autoimprenditorialità. Le imprese condotte da cittadini dall’estero sono l’11,5% del totale in Italia.
Gli imprenditori stranieri si trovano specialmente in alcuni settori: nel commercio e nell’edilizia sono rispettivamente al 15,2% e al 20,6% del totale. Anche la ristorazione conta numeri elevati.
Indice
Imprenditori stranieri in Italia: i numeri
Il recente report della CGIA di Mestre1 ci offre uno scenario dettagliato del numero di imprenditori stranieri che nell’ultimo decennio ha deciso di avviare un’attività economica nel nostro paese, con un confronto schiacciante rispetto al numero di italiani.
Dal 2013 al 2023 si contano 133.734 imprese in più guidate da cittadini nati all’estero, contro alla discesa di quelle aperte dagli italiani (-222.241). Numeri importanti che rilevano come la presenza di cittadini stranieri nel paese stia facendo la differenza anche a livello economico e imprenditoriale.
Ad una prima occhiata, è facile pensare che gli italiani non vogliano più fare impresa nel paese e le cause possono essere molteplici: dalla tassazione elevata alla precarietà di chi lavora con una partita IVA. Ma i fattori che influenzano questi dati sono molteplici.
Ad esempio possiamo evidenziare come alla radice possa influire un incremento generale della popolazione di origine straniera oggi residente in Italia, mentre al contrario un elevato numero di italiani (soprattutto giovani) si sposta verso l’estero.
Alcuni dati recenti Istat2 hanno rilevato una crescita esponenziale della popolazione residente straniera, con un +166.000 nel 2024 rispetto al 2023. Si parla di 5 milioni e 308.000 persone a gennaio 2024, tenendo anche presente che sul totale incide la grossa fetta di cittadini giunti dall’Ucraina (circa 63.000). Di contro la demografia italiana presenta scenari allarmanti, a partire dalla diffusa denatalità.
Imprenditori stranieri: i settori
Vediamo nello specifico quali sono i settori maggiormente scelti dagli imprenditori arrivati dall’estero per aprire una nuova attività. Spiccano, come chiarito dalla CGIA, i seguenti ambiti:
- commercio: 195.000 imprenditori stranieri;
- edilizia: 165.000 imprenditori stranieri;
- turismo e ristorazione: 50.210 imprenditori stranieri.
A questi settori seguono quello della manifattura, il noleggio e i servizi alle imprese, altre attività di servizi, agricoltura, trasporto e magazzinaggio, fino ad arrivare alle attività professionali.
Qual è il paese di origine degli imprenditori stranieri
Gli imprenditori che vengono dall’estero e decidono di aprire un’attività in Italia spesso optano per l’autonomia perché la ritengono una scelta migliore rispetto al lavoro dipendente. Il paese di origine è frequentemente la Romania, ma anche la Cina, il Marocco e l’Albania.
Non è raro in una grande città, ma anche in Comuni più piccoli, trovare negozi, ristoranti o imprese edili condotte da cittadini di origine straniera, che portano la propria cultura e offrono i propri servizi ad un pubblico italiano. Qui di seguito abbiamo indicato la classifica dei primi 10 paesi da cui proviene il maggior numero di imprenditori stranieri immigrati in Italia in riferimento al 2023.
Posizione | Paese | Numero imprenditori immigrati |
1 | Romania | 78.258 |
2 | Cina | 78.114 |
3 | Marocco | 66.386 |
4 | Albania | 61.586 |
5 | Bangladesh | 36.945 |
6 | Svizzera | 36.161 |
7 | Germania | 34.676 |
8 | Egitto | 31.204 |
9 | Pakistan | 25.904 |
10 | Francia | 21.172 |
Successivamente in classifica troviamo anche Nigeria, Senegal, Tunisia, Moldavia e India. In misura minore Gran Bretagna, Ucraina, Brasile, USA e Argentina.
Per ciò che riguarda l’aumento percentuale del numero di imprenditori stranieri in Italia dal 2013 al 2023, registrano incrementi maggiori i cittadini della Moldavia (+127,0%) e del Pakistan (+107,0), dato che rileva l’attenzione crescente per questi stranieri verso l’imprenditorialità nel nostro paese.
In termini assoluti, in questi 10 anni gli imprenditori stranieri immigrati si sono concentrati con nuove attività soprattutto a Napoli, Brindisi e Taranto, mentre all’opposto hanno diminuito la propria presenza imprenditoriale a Macerata, Palermo ed Ancona.
Perché gli imprenditori stranieri scelgono l’Italia
Quali sono le motivazioni che spingono cittadini stranieri ad avviare un’impresa in Italia oggi? Se da un lato gli italiani risultano più timorosi verso l’incertezza, la precarietà e la forte imposizione fiscale, non sembra così per coloro che vengono dall’estero.
In linea generale i cittadini stranieri sono più motivati al rischio rispetto agli italiani, per cui si rileva un tratto distintivo dei migranti, come segnalato dal Censis. Molto spesso preferiscono avviare un’attività piuttosto che lavorare come dipendente. Si parla quindi di una progressiva etnicizzazione, per cui i cittadini dall’estero decidono di portare nel nostro paese un prodotto o un servizio fortemente caratteristico del paese di origine.
Pensiamo ad esempio alla ristorazione, che in Italia è trainata non solo dalla cucina tipica mediterranea o regionale, ma anche da diverse tradizioni culturali provenienti da altri Stati. Intorno alla crescita del numero di imprenditori stranieri in Italia va anche evidenziato un dato positivo che riguarda proprio l’integrazione all’interno della penisola.
Di contro, un fattore negativo è quello che riguarda da vicino gli italiani, che sempre più spesso decidono di rinunciare all’apertura di una partita IVA e in generale di un’attività economica, prediligendo il lavoro dipendente o scegliendo di emigrare all’estero.
- “Ad aprire le imprese sono rimasti solo gli stranieri. O quasi“, CGIA Mestre, 2 novembre 2024, cgiamestre.com ↩︎
- Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente, anni 2022-2023, Istat, istat.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista