- La microimpresa è un’attività imprenditoriale di piccole dimensioni che impiega meno di 10 dipendenti.
- Tra i requisiti di una microimpresa ci sono anche specifici limiti di fatturato e di bilancio, oltre all’impossibilità di emettere titoli sui mercati.
- Per costituire una microimpresa non basta solo aprire una partita Iva: sono numerosi gli adempimenti necessari per avviare l’attività.
Le microimprese sono delle realtà imprenditoriali che si caratterizzano per determinati requisiti, tra i quali un numero di dipendenti inferiore a 10 e un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro. Spesso vengono confuse con le piccole imprese, ma le differenze tra le due sono piuttosto marcate.
Secondo dati recenti Istat1, in Italia operano quasi 4 milioni di microimprese. Possiamo quindi affermare che sono il vero motore dell’economia italiana e rappresentano il 94,8% delle imprese nazionali.
Conoscere la definizione, i requisiti e i limiti di una microimpresa è importante per capire come funzionano queste attività imprenditoriali e per scoprire quali sono le differenze tra una microimpresa, una piccola impresa e una media impresa.
Indice
Che cos’è una microimpresa: la definizione
Il Decreto Ministeriale del 18 aprile 20052, che ha recepito la direttiva dell’Unione Europea n. 2003/361/CE, definisce la microimpresa come “un’attività imprenditoriale che occupa meno di 10 dipendenti e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di euro”.
Da questa definizione possiamo trarre le condizioni che permettono di riconoscere una microimpresa, secondo le norme europee:
- avere meno di 10 dipendenti occupati;
- conseguire un fatturato o un totale di bilancio inferiore a 2 milioni di euro.
Una microimpresa è quindi un’attività di piccole dimensioni rispetto a piccole e medie imprese, ma soprattutto è una società che non emette titoli sui mercati regolamentati.
Quali sono i requisiti di una microimpresa
Secondo la normativa italiana, ovvero l’articolo 2435-ter del Codice civile, una microimpresa, sia nel primo esercizio sia nei due successivi e consecutivi, non deve superare due dei seguenti limiti:
- totale attivo stato patrimoniale non superiore a 175.000 euro;
- media dipendenti occupati durante l’esercizio non superiore a 5;
- ricavi di vendite e prestazioni non superiori a 350.000 euro.
I requisiti relativi al numero di dipendenti e totale del fatturato, oppure al numero di dipendente e al totale del bilancio, sono cumulativi e devono sussistere entrambi; mentre è prevista l’alternatività tra i requisiti di fatturato e bilancio.
Microimpresa o piccola impresa: le differenze
Nel Decreto Ministeriale del 2005, in cui è contenuta la definizione di microimpresa, sono specificate anche delle importanti differenze che distinguono questa società dalle piccole e medie imprese. In particolare, a variare sono:
- il numero di dipendenti, che comprende i lavoratori assunti a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell’impresa e legati da forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza;
- il fatturato annuo, considerando la voce A.1 del conto economico;
- il bilancio complessivo, cioè il totale dell’attivo patrimoniale.
Sulla base di questi fattori possiamo elencare le differenze tra la microimpresa, la piccola impresa e la media impresa.
Tipologia di impresa | Dipendenti | Fatturato | Bilancio |
Microimpresa | meno di 10 | non superiore a 2 milioni | non superiore a 2milioni |
Piccola impresa | meno di 50 | non superiore a 10 milioni | non superiore a 10 milioni |
Media impresa | meno di 250 | non superiore a 50 milioni | non superiore a 43 milioni |
Tipologie di microimpresa
Oltre alle dimensioni, però, si possono distinguere altre due tipologie di microimpresa in base alla loro struttura e costituzione:
- la microimpresa autonoma;
- la microimpresa associata.
La microimpresa autonoma è totalmente indipendente e non è legata ad alcuna altra società né per quote di partecipazione né per soci. L’unica eccezione riguarda la partecipazione ad altre società entro il 25% delle azioni o, eventualmente, il diritto di voto.
Superata tale soglia di parla invece di microimpresa associata, ovvero un’impresa che stabilisce delle associazioni economiche con altre imprese, detenendo più del 25% delle azioni o eventualmente il diritto di voto nel limite del 50%.
Infine, esiste anche la microimpresa collegata che detiene la maggioranza dei diritti di voto, ovvero può esercitare un’influenza dominante nelle scelte di altre imprese.
Come avviare una microimpresa: partita Iva e adempimenti
Una volta comprese le diverse tipologie di microimprese, le caratteristiche, i limiti e i riferimenti normativi, non ci resta che spiegare come avviare un’attività di questa tipologia.
Secondo la definizione della Commissione Europea, una microimpresa può essere gestita da una ditta individuale, da un professionista che ha scelto il regime forfettario o da una SRL, SNC, SAS: la scelta del regime fiscale e della natura giuridica dell’impresa, però, è determinante nella richiesta di eventuali agevolazioni.
La prima cosa da fare per avviare una microimpresa, quindi, è aprire una partita Iva utilizzando il codice Ateco di riferimento per la propria tipologia di attività. Occorre poi effettuare l’iscrizione presso la Camera di Commercio, richiedere e ottenere la SCIA per l’avvio dell’attività, se necessaria, e scegliere il regime fiscale a cui aderire (forfettario oppure ordinario).
Infine, è utile richiedere informazioni relativamente al pagamento dei contributi previdenziali presso la cassa previdenziale di riferimento. Per tutti gli step è consigliato l’appoggio di un commercialista.
Microimpresa – Domande frequenti
Si definisce microimpresa un’attività imprenditoriale che occupa meno di 10 dipendenti e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio non superiori a 2 milioni di euro.
Sono considerate microimprese le attività che possiedono meno di 10 dipendenti, conseguono un fatturato annuo non superiore a 2 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
Secondo i dati del MIMIT, le microimprese rappresentano il 94,9% del totale in Italia: in esse si concentrano il 47,7% degli addetti e il 33,8% del valore aggiunto.
- Report Imprese, Istat, istat.it ↩︎
- Decreto del 18/04/2005 – Min. Attività Produttive, Documentazione Economica e Finanziaria, MEF, def.finanze.it ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor