- Il significato di mettersi in proprio si riferisce a un’attività come lavoratore autonomo effettuata senza la presenza di un datore di lavoro e di un contratto da dipendente.
- Scegliere di iniziare un lavoro in autonomia prevede una serie di vantaggi, in quanto a gestione del tempo e del denaro, ma anche una serie di rischi.
- Per metterti in proprio devi realizzare un business plan, aprire partita IVA e valutare gli investimenti necessari per l’inizio e lo sviluppo dell’attività.
Autonomia, libertà di scegliere gli orari, guadagni interessanti e trasformare una passione in un lavoro sono gli aspetti che attirano sempre più persone a valutare di mettersi in proprio. Secondo l’Osservatorio delle partite IVA elaborato da Partitaiva.it, nel 2023 sono state aperte più di 492.176 nuove partite IVA, di cui il 70% da parte di lavoratori autonomi, mentre il restante per società di persone o di capitali.
Un’attività in proprio non prevede uno stipendio fisso, e questo determina una serie di rischi economici, anche se le opportunità di ottenere un guadagno interessante sono tantissime. Dovrai seguire dei passaggi precisi: programmare il tuo lavoro, aprire una partita IVA, e rispettare una serie di oneri fiscali e contributivi.
Inoltre, puoi decidere di dedicarti solo alla tua attività in proprio, oppure affiancarla a quella da dipendente. In questo caso diventa essenziale verificare la compatibilità del tuo lavoro con una partita IVA. Se stai valutando di iniziare una nuova professione o cambiare lavoro e metterti in proprio, in questa guida troverai le informazioni utili su cosa fare e i consigli per trasformare la tua passione in un lavoro autonomo.
Indice
- Cosa vuol dire mettersi in proprio
- Perché iniziare un’attività di lavoro autonomo?
- Cosa fare per mettersi in proprio
- Mettersi in proprio oggi: il business plan
- Mettersi in proprio: apertura della partita IVA
- Come mettersi in proprio e promuovere l’attività
- Mettersi in proprio con pochi soldi: è possibile?
Cosa vuol dire mettersi in proprio
Il significato del termine mettersi in proprio fa riferimento a quel complesso di lavori che puoi svolgere in perfetta autonomia e senza essere alle dipendenze di un datore di lavoro.
Non avrai uno stipendio fisso mensile e un numero di ore prefissato in cui svolgere le tue attività, ma piena capacità di gestire tempo, luogo e l’aspetto finanziario-organizzativo. Oggi, le opportunità come lavoratore autonomo sono diverse, grazie anche alla digital transformation.
Infatti, le stesse professioni canoniche come quelle di avvocati, commercialisti, architetti, medici, ingegneri, ecc. sono state influenzate alla trasformazione digitale, con nuove prospettive. Inoltre, lo sviluppo di nuovi tipi di lavori, legati al mondo digitale, ti permette, di trasformare una tua passione da una realtà occasionale a una organizzata e professionale.
Nell’universo online, in teoria, qualunque competenza può diventare una possibile fonte di guadagno. Nella pratica, per lavorare in proprio diventa essenziale valutare una serie di aspetti giuridici, fiscali e organizzativi.
Perché iniziare un’attività di lavoro autonomo?
Come ha evidenziato il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nel primo trimestre del 2023 sono state aperte circa 177.72 nuove Partite Iva, con una flessione del 6,4% rispetto agli stessi mesi dell’anno scorso. Nonostante il calo registrato, molti lavoratori dipendenti scelgono tutt’oggi di lasciare il proprio lavoro stabile per dedicarsi ad una attività in proprio.
Tra le principali motivazioni che portano a questa decisone, vi sono alcune caratteristiche delle attività in proprio:
- autonomia nell’organizzare e gestire la tua attività professionale o commerciale;
- orari flessibili che permetteranno di avere più tempo libero;
- possibilità di dedicarti a professioni stimolanti e innovative;
- guadagni interessanti in rapporto allo stipendio medio in Italia.
Tuttavia, avere piena autonomia del proprio lavoro comporta anche un lato negativo: talvolta le attività in proprio non riescono a decollare, e vanno verso la chiusura. Quindi se vuoi iniziare a lavorare in autonomia devi saperti autogestire, evitare perdite di tempo, e organizzare la tua attività nei minimi dettagli.
A questo devi aggiungere una gestione ponderata dell’aspetto economico e burocratico, ovvero mantenere una contabilità, rispettare le scadenze per il versamento delle tasse e dei contributi IVS. Infine, non hai accesso a uno stipendio fisso, e devi quindi gestire con attenzione le entrate in modo da compensare eventuali momenti in cui il flusso di cassa non risulti costante.
Cosa fare per mettersi in proprio
Non è sufficiente avere un’idea imprenditoriale per mettersi in proprio, ma per far sì che un’attività futura abbia successo è necessario seguire un percorso che si basa su alcuni step:
- valutare le proprie competenze;
- programmare la tua attività imprenditoriale redigendo il business plan;
- organizzare l’impresa dal punto di vista giuridico e fiscale;
- trovare i fondi per iniziare l’attività imprenditoriale.
Il primo aspetto è trovare un’idea per mettersi in proprio in rapporto alle tue competenze. Ad esempio, puoi valutare di aprire un’attività di consulenza. Se hai delle hard skills (competenze specifiche) nel settore digitale, potrai proporti per uno specifico lavoro: dal project manager al digital specialist, dal web designer al copywriter.
Un’altra possibilità è quella di dedicarti al settore commerciale: dall’aprire un e-commerce a un negozio reale, fino a un’attività di tabaccheria o di scommesse sportive. Qualunque sia l’idea per metterti in proprio, diventa essenziale programmare ogni aspetto della nuova attività.
Mettersi in proprio oggi: il business plan
Il business plan è un documento in cui potrai programmare, organizzare, preventivare e descrivere ogni aspetto del nuovo lavoro. Realizzarlo è indispensabile, dato che attraverso la sua compilazione avrai la possibilità di valutare obiettivamente il tuo progetto imprenditoriale: dagli investimenti necessari, alla location in cui aprire, dalla concorrenza ai probabili guadagni.
Avrai così un’idea dettagliata delle opportunità di successo della nuova attività. Nella tabella seguente abbiamo riportato sinteticamente quali sono le sezioni quasi sempre presenti in un business plan.
Sezioni | Descrizione |
Executive summary | Sintesi del tuo progetto |
Descrizione dell’azienda | Definizione della struttura imprenditoriale |
Obiettivi | Visione e mission che ti sei posto |
Analisi di mercato | Valutazione del mercato con analisi dei concorrenti |
Prodotti e servizi | Cosa offri e cosa vendi |
Piano di marketing | Programma di sponsorizzazione della tua attività |
Organizzazione dell’attività | Cosa seve per la tua attività (locali, attrezzature, collaboratori, autorizzazioni ecc.) |
Piano finanziario | Investimento necessario, spese e previsioni di entrate |
Eventuali appunti | Informazioni aggiuntive per chiarire alcuni aspetti |
Creare un documento di questo tipo è fondamentale, anche se vuoi iniziare un’attività senza soldi e richiedere un finanziamento, dato che permette di avere una completa visione delle prospettive di successo future, anche rispetto a possibili finanziatori.
Tuttavia, la sua creazione è anche un processo complesso e che richiede tempo, dato che si prevede al suo interno un numero elevato di informazioni, che dovranno essere organizzate, sviluppate e integrate.
Un eventuale errore di valutazione e di calcolo implicherebbe prospettive falsate della tua attività. Per questo, un utile consiglio è quello di farsi affiancare da un consulente competente, come un commercialista, ad esempio richiedendo una consulenza online.
Mettersi in proprio: apertura della partita IVA
L’attività di lavoro autonomo può essere effettuata:
- part-time in concomitanza con un’attività da dipendente (se previsto dal contratto);
- full time, dedicando tutte le tue risorse personali, economiche e di tempo.
In ambedue i casi si genera reddito, e come tale dovrai regolarizzare la posizione fiscale aprendo una partita IVA. Per ciò che riguarda il part-time, ti rimandiamo alla nostra guida sulla compatibilità tra partita IVA e lavoro dipendente. In questo contesto ci soffermeremo su come diventare lavoratore autonomo con partita IVA. In base alla tua idea puoi scegliere tra diverse forme giuridiche:
- professionista iscritto ad un Albo con cassa previdenziale privata;
- professionista autonomo non iscritto ad un Albo, con Gestione Separata INPS;
- ditta individuale o società;
- lavoratore autonomo occasionale.
Un’attività professionale è quella che si basa su prestazioni di natura intellettuale in uno specifico campo: legale, commerciale, finanziario, digitale, tecnico ecc… Nel caso in cui la tua idea sia di natura commerciale, prevedendo la vendita di beni e servizi, hai la possibilità di aprire una ditta individuale.
Questi due sistemi giuridici prevedono caratteristiche simili in materia di gestione contabile semplificata e soprattutto in caso di obbligazioni sottoscritte: sarai l’unico responsabile per eventuali contratti, debiti o errori legali e fiscali.
Invece, in alcuni casi per realizzare la tua idea potrebbe essere necessario il supporto di altri soci valutando una forma giuridica differente, come quella di una società di persone o di capitali. Infine, anche se puoi autonomamente aprire una partita IVA online, è consigliato il supporto di un esperto. La procedura richiede una serie di passaggi con l’inserimento di specifiche informazioni:
- scelta del codice ATECO;
- regime fiscale, tra ordinario o forfettario;
- apertura posizione contributiva.
Per questo, il consiglio più utile, onde evitare errori, è di richiedere una consulenza a uno studio di commercialisti, almeno nella fase iniziale. Chi lavora in autonomia con prestazione occasionale invece non ha la necessità di aprire una posizione IVA.
1. Regime fiscale forfettario
In questo caso è possibile accedere ad una tassazione vantaggiosa, del 15% (che scende al 5% per i primi 5 anni di attività). Per aderire al regime forfettario è necessario non avere ricavi superiori a 85.000 euro annui, non avere quote di partecipazione in società, imprese o cooperative familiari, non avere quote maggioritarie in una società di capitali con una attività con lo stesso codice Ateco della tua Partita Iva, e non ricevere reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 euro annui.
Il coefficiente di redditività, su cui vengono applicate le tasse, dipende dal codice Ateco di riferimento, cambia quindi da settore in settore. Con il regime forfettario non si applica l’IVA, e la contabilità è molto semplificata (ovvero una semplice numerazione delle fatture).
2. Regime fiscale ordinario
Un altro discorso va fatto per chi aderisce al regime fiscale ordinario. In questo caso la tassazione si applica in base agli scaglioni di reddito previsti dall’Irpef, che attualmente sono 4. Si parte da una tassazione minima del 23% ad una massima del 43%.
Con il regime ordinario è possibile scaricare dalle tasse i costi legati all’attività, e applicare specifiche detrazioni. In questo regime fiscale è presente l’IVA, ed è necessario tenere la contabilità.
Come mettersi in proprio e promuovere l’attività
Qualunque sia la tua idea, se prevede un punto vendita oppure è stata sviluppata sul web, per renderla redditizia diventa essenziale promuoverla attraverso un piano di marketing. Ovviamente la pubblicità si diversifica anche in base alla tipologia di attività.
Ad esempio, per un punto vendita reale diventa essenziale avere una location adatta, mentre per quelle che si svolgono sul web, l’aspetto determinante, per ottenere visibilità, è collocarsi ai primi posti della SERP, utilizzando le strategie di web marketing. Vediamo alcune idee utili per le diverse tipologie di attività:
- crea campagne online e offline;
- promozione tramite canali social;
- registrati a piattaforme specializzate.
Trovare clienti da libero professionista non è facile e immediato, per cui anche in questo caso è necessario avere una strategie ben precisa per procedere. Vediamo qui di seguito alcuni spunti.
1. Crea campagne online e offline
Le campagne pubblicitarie offline sono quelle che sfruttano strumenti sul territorio: insegna, volantinaggio, cartelloni pubblicitari, eventi organizzati per promuovere l’apertura. Invece, quando si parla di campagne online, ci si riferisce agli strumenti a cui avrai accesso sul web.
Ad esempio ci sono i sistemi di advertising su Facebook o attraverso Google ADS, con cui puoi sponsorizzare un tuo annuncio e portare il cliente a visitare il tuo sito professionale o commerciale.
2. Canali social
Creare un’identità sui canali social, è essenziale per farti conoscere. Infatti, come riportato da una statistica del motore di ricerca Google, oggi più del 60% delle persone consultano i network per l’acquisto dei prodotti o per risolvere un problema ricercando un professionista. Una percentuale che sale al 89% se si aggiungono anche i motori di ricerca.
Ciò significa che, se sei presente online, allora le probabilità di trovare clienti sarà elevata. Tuttavia, data la concorrenza, non sarà sufficiente semplicemente aprire un account social, ma dovrai fare attenzione ad alcuni aspetti:
- scegliere il network che riflette la tua attività;
- rivolgerti a un target di utenti preciso;
- mantenere il canale social sempre attivo;
- offrire al cliente soluzioni concrete a un problema.
3. Registrazione a piattaforme specializzate
Un’altra idea molto utile per sponsorizzare la tua attività d’impresa è quella di affidarti a piattaforme specializzate in questo settore. Ciò vale sia se hai sviluppato un lavoro in proprio, che si basa su un’attività commerciale, sia su una intellettuale.
Una volta creato un curriculum vitae moderno (per professionisti) e realizzata una presentazione della tua attività (per professionisti, artigiani e commercianti), puoi valutare quale piattaforma sia più utile per sponsorizzare la tua attività. Ad esempio, se svolgi una professione legale, puoi rivolgerti a una piattaforma come deQuo, mentre se hai uno studio medico puoi farti conoscere tramite “MioDottore”.
Mettersi in proprio con pochi soldi: è possibile?
Per iniziare un lavoro in proprio è necessario un investimento in denaro, anche se oggi i costi sono ridotti, sia per l’apertura della partita IVA, sia per ciò che concerne la gestione contabile e il pagamento delle tasse, grazie alla presenza del regime fiscale forfettario.
Tuttavia, in base alla tipologia di idea portata avanti, sarà necessario affrontare un minimo di spese: affitto del locale, lavori di ristrutturazione, allestimento di un sito, macchinari, prodotti, autorizzazioni. Nel caso in cui non sei in possesso di finanze personali o non vuoi investire i tuoi risparmi, avrai diverse opportunità di metterti in proprio senza soldi:
- trovare finanziatori esterni;
- aderire a un franchising;
- accedere a fondi per promuovere le nuove attività.
La prima soluzione è quella di rivolgerti a dei finanziatori esterni, ovvero a soggetti che possono essere interessati alla tua idea imprenditoriale, come un business angel. Ovviamente più è innovativo il tuo progetto e maggiore sono le probabilità di ottenere un supporto economico, come nel caso di startup ad alto contenuto tecnologico.
L’alternativa è quella di richiedere un prestito a una banca che preveda finanziamenti al consumo per liberi professionisti e aziende. Prendi il caso di Banca AideXa, o di una finanziaria come Compass e Younited Credit. Tuttavia, in questo caso devi considerare che ti verranno richieste delle garanzie reali.
Un’altra opportunità è quella di rivolgersi a una società di franchising: è richiesto un importo minimo, ma nettamente inferire rispetto a un investimento da fare in completa autonomia.
Infine, come nuova attività, puoi valutare di richiedere uno dei finanziamenti a fondo perduto, previsti a livello nazionale o regionale. Avrai così la possibilità di ottenere un prestito garantito dallo Stato, che dovrai restituire solo in parte con un tasso agevolato. Oggi le opportunità sono diverse. Ecco alcuni esempi;
- contributi Invitalia;
- imprenditoria giovanile;
- fondi del PNRR;
- contributi a fondo perduto delle regioni.
Molti si chiedono se sia possibile mettersi in proprio a 40 o 50 anni: la risposta è affermativa, anche se può sembrare difficoltoso, soprattutto se si rinuncia ad un lavoro stabile. Tuttavia con la giusta strategia e programmazione, e affidandosi a consulenti esperti, questo è possibile.
Mettersi in proprio – Domande frequenti
Con il concetto di “mettersi in proprio” ci si riferisce all’avviamento di un’attività che viene svolta in maniera autonoma e senza un contratto di lavoro da dipendente.
Se vuoi diventare un lavoratore autonomo è necessario seguire alcuni passaggi al fine di trasformare la tua passione in un’attività redditizia.
Sì, per una attività che genera reddito per metterti in proprio è necessario possedere la partita IVA e scegliere l’adeguata forma giuridica societaria e il regime fiscale.
Gennaro Ottaviano
Esperto di economia aziendale e gestionale