Malattia INPS: come viene pagata e come funziona

Il lavoratore dipendente che va in malattia viene pagato dall’INPS per tutto il periodo in cui è impossibilitato a lavorare. Leggi nella guida come funziona la retribuzione in caso di malattia e i limiti previsti.

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  • Quando un dipendente è temporaneamente incapace di lavorare, per un problema di salute, riceve comunque l’indennità di malattia riconosciuta dall’INPS.
  • L’indennità dura fino a quando il lavoratore è nuovamente disponibile a lavorare.
  • Lo stipendio riconosciuto al lavoratore dipendente durante il periodo di malattia potrebbe essere più basso rispetto alla normale paga.

Quando il dipendente di un’azienda con regolare contratto sta male e non va a lavorare, continua a percepire lo stipendio anche per i giorni in cui è indisposto. Questo perché durante il periodo di malattia l’INPS riconosce un’indennità fino al momento in cui il lavoratore non risulta idoneo a tornare operativo.

Tuttavia, lo stipendio del dipendente relativo ai giorni di malattia potrebbe risultare più basso rispetto al salario percepito normalmente. Ciò è dovuto al fatto che l’indennità riconosciuta dall’INPS varia in base alla durata della malattia.

In questa guida vedremo nel dettaglio come funziona la malattia riconosciuta dall’INPS, come viene pagata e quali sono i criteri a cui prestare attenzione.

Cos’è la malattia INPS

Logo INPS

La malattia è un’indennità a carico dell’INPS che viene riconosciuta al lavoratore dipendente. In parte è il datore di lavoro a versare il contributo di malattia per il lavoratore.

La garanzia della malattia dell’INPS inizia nel momento in cui comincia il rapporto di lavoro, e viene meno al termine del rapporto lavorativo. Si tratta, quindi, di una tutela economica di cui gode il lavoratore dipendente dal momento in cui inizia a svolgere una mansione.

L’Istituto di Previdenza chiarisce che tale indennità è riconosciuta a:

  • operai del settore industria;
  • operai e impiegati del settore terziario e servizi;
  • lavoratori dell’agricoltura;
  • apprendisti;
  • disoccupati;
  • lavoratori sospesi dal lavoro;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • lavoratori marittimi.

Invece, sono esclusi:

  • collaboratori familiari (colf e badanti);
  • impiegati dell’industria;
  • quadri (industria e artigianato);
  • dirigenti;
  • portieri;
  • lavoratori autonomi.

Come funziona la malattia INPS

L’indennità dell’INPS è riconosciuta solamente a partire dal quarto giorno di malattia, e non dal primo. Infatti, durante i primi tre giorni, detti “periodo di carenza”, l’istituto di previdenza non eroga alcuna somma. Invece, l’indennizzo rimane a carico del datore di lavoro per i primi tre giorni di malattia, in base alle regole previste dal contratto collettivo nazionale firmato.

Il compenso economico riconosciuto dall’INPS può non corrispondere allo stipendio previsto se il lavoratore avesse lavorato. Di conseguenza, la busta paga del lavoratore che va in malattia potrebbe risultare più bassa rispetto al solito.

Ciò è dovuto al fatto che la misura dell’indennità è calcolata in base a diversi fattori. I fattori che determinano l’indennità riconosciuta dall’INPS in caso di malattia sono:

  • settore di appartenenza: per ogni settore il calcolo è diverso (industria, artigianato, commercio, spettacolo o agricoltura);
  • categoria di dipendenti: sono previsti diversi trattamenti tra i vari livelli in cui si collocano i dipendenti (quadri, impiegati, operai, ecc);
  • contratto collettivo applicato: alcuni contratti possono prevedere alcune specifiche su come funziona l’indennizzo. Ad esempio possono prevedere che l’indennizzo del periodo di carenza da parte del datore di lavoro avvenga in misura piena solo per i primi due eventi durante l’anno, per poi ridursi fino ad arrivare al mancato indennizzo dal quinto evento in poi.

Malattia INPS: orari di reperibilità

Durante i giorni di malattia, il lavoratore dipendente può essere soggetto a controlli presso il domicilio indicato nel certificato. Le fasce di reperibilità per i dipendenti nel settore privato sono riportate nella certificazione di malattia, e includono sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

Questa fascia oraria cambia per i lavoratori nel settore pubblico: in questo caso la reperibilità va dalle 9 alle 13 e poi dalle 15 alle 18.

In caso di assenza ingiustificata, il lavoratore rischia sanzioni con il conseguente mancato indennizzo delle giornate di malattia per:

  • un massimo di dieci giorni di calendario, per la prima assenza alla visita di controllo non giustificata;
  • il 50% dell’indennità nel restante periodo di malattia per la seconda assenza alla visita di controllo non giustificata;
  • il totale dell’indennità per la terza assenza alla visita di controllo non giustificata.

Quanto può durare la malattia INPS

L’indennità per malattia è riconosciuta dall’INPS entro certi limiti. Infatti, è dovuta fino a un massimo di 180 giorni complessivi in un anno solare, che corrispondono quindi a sei mesi. Superato questo limite, l’Istituto di previdenza non riconosce più alcuna indennità per ulteriori giorni di malattia.

Nel calcolo dei 180 giorni, però, occorre considerare anche i periodi di carenza, e non solo quelli indennizzati dall’INPS.

Ulteriori limiti sono, inoltre, previsti per i lavoratori dipendenti a tempo determinato. Infatti, per loro il periodo massimo indennizzabile, anche detto “di comporto”, equivale all’arco di tempo lavorato negli ultimi 12 mesi.

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Di conseguenza, il lavoratore con contratto a tempo determinato che ha lavorato per 5 mesi all’interno dell’azienda, avrà un limite di copertura pari a 5 mesi, e non a sei come nel caso dei lavoratori a tempo indeterminato. Inoltre, è bene specificare che in caso di anzianità superiore ai sei mesi, ad esempio di un anno, vige ugualmente il limite dei sei mesi di indennità.

Per i lavoratori assunti da meno di un mese, invece, il periodo minimo indennizzabile dall’INPS è di un mese, anche se non è stata raggiunta tale anzianità.

Malattia INPS: il certificato

Per poter ricevere l’indennizzo, prima di tutto il lavoratore è tenuto a comunicare la malattia al proprio datore di lavoro. Per fare ciò deve utilizzare il relativo certificato di malattia. Da quel momento in poi partirà la copertura economica prevista a carico del datore di lavoro.

Il certificato di malattia deve essere trasmesso telematicamente. È facoltà del lavoratore verificare la correttezza dei dati e delle informazioni, facendo particolare attenzione ai dati anagrafici e al domicilio per la reperibilità indicati nel certificato.

Se il certificato telematico è inviato direttamente dal medico, il lavoratore è esonerato dall’obbligo di comunicazione della malattia al proprio datore di lavoro. Deve però inviare al datore comunque un’informazione: il numero di protocollo.

In caso di impossibilità di invio telematico del certificato, il lavoratore deve farsi rilasciare dal medico curante il certificato di malattia in modalità cartacea. In tal caso ha due giorni di tempo per presentare o inviare il certificato alla struttura territoriale INPS di competenza e l’attestato al proprio datore di lavoro.

Dalla busta paga è possibile visionare le voci relative all’indennità per malattia, guardando nel dettaglio le voci presenti sul cedolino. All’interno della busta paga, infatti, sono indicati i giorni di carenza non indennizzati dall’INPS e i giorni di malattia coperti dall’Istituto di previdenza.  

Quanto paga l’INPS per la malattia

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Come abbiamo anticipato, l’indennizzo riconosciuto dall’INPS potrebbe risultare inferiore rispetto al compenso pattuito con l’azienda per il periodo svolto regolarmente. Nel dettaglio, l’indennità è corrisposta ai lavoratori dipendenti nella misura del:

  • 50% della retribuzione media giornaliera, dal quarto al ventesimo giorno;
  • 66,66% dal ventunesimo al centottantesimo giorno.

Inoltre, l’indennizzo è corrisposto al lavoratore:

  • all’80% durante tutto il periodo di malattia per i dipendenti di pubblici esercizi e laboratori di pasticceria;
  • ai 2/3 della misura normalmente prevista per i disoccupati e sospesi dal lavoro;
  • ai 2/5 durante tutto il periodo di degenza ospedaliera, escluso il giorno delle dimissioni per il quale viene applicata la misura intera secondo le percentuali sopra indicate per i ricoverati senza familiari a carico.

L’indennità ai lavoratori marittimi è riconosciuta al 75% della retribuzione percepita al momento dello sbarco:

  • in caso di malattia fondamentale;
  • in caso di malattia complementare.

In caso di malattia di lavoratori marittimi in continuità di rapporto di lavoro, l’indennità sarà pari:

  • al 50% per i primi 20 giorni;
  • al 66,66% dal ventunesimo al centottantesimo giorno della retribuzione effettivamente goduta alla data di manifestazione della malattia.

Per i lavoratori dello spettacolo l’indennità di malattia è pari:

  • al 60% della retribuzione media globale giornaliera fino al ventesimo giorno di durata della malattia (incluse domeniche, festività nazionali e religiose infrasettimanali);
  • all’80% della retribuzione media globale giornaliera dal ventunesimo al centottantesimo;
  • al 40% per il lavoratore disoccupato e per i giorni non lavorativi della settimana, in caso di lavoratori che per contratto prestino la loro attività solo in alcuni giorni predeterminati nella settimana.

Malattia INPS in caso di incidente stradale

Una particolare eventualità è quella per cui il dipendente si assenta da lavoro a causa di un incidente stradale. Secondo la legge infatti i datori di lavoro hanno il diritto di recuperare dal soggetto responsabile le somme pagate al lavoratore assente a causa dell’incidente.

In questo caso il datore copre tutte le spese a lui spettanti inerenti all’assenza del lavoratore: pensiamo alla malattia, alla retribuzione, ai contributi e così via, anche se il lavoratore è assente a causa dell’incidente.

Il datore di lavoro può chiedere un risarcimento al responsabile civile dell’incidente, per la mancata prestazione lavorativa del dipendente. Il datore di lavoro può quindi rivalersi sul soggetto responsabile, ovvero sulla sua compagnia assicurativa.

Malattia INPS – Domande frequenti

Come funziona l’indennità in caso di malattia INPS?

In caso di malattia, dal terzo giorno in poi l’INPS riconosce un’indennità al lavoratore dipendente. I primi tre giorni, invece sono a carico dell’azienda in base a quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale applicato.

Come vengono pagati i giorni di malattia INPS?

I giorni di malattia vengono pagati per i primi giorni dal datore di lavoro, mentre dal quarto in poi dall’INPS. L’indennità è pari al 50% della retribuzione media globale giornaliera per i primi 20 giorni di malattia e del 66,66% oltre il 21esimo giorno di malattia.

Quali sono i limiti dell’indennità di malattia INPS?

L’INPS riconosce un’indennità da malattia solamente per 180 giorni lavorativi di malattia, che equivalgono a 6 mesi. Superato questo limite l’istituto non riconoscerà alcuna indennità al lavoratore.

Quali sono le fasce di reperibilità dei dipendenti in malattia?

I lavoratori dipendenti nel settore privato devono essere reperibili dalle ore 10 alle 12, e poi dalle 17 alle ore 19. Scopri qui come funziona l’indennità INPS.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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