Libero Professionista o impresa individuale: cosa cambia?

La scelta tra libero professionista e ditta individuale è determinante per disporre dell’inquadramento più giusto per la propria attività di business. Leggi qui quali sono le differenze nell’apertura della Partita IVA, l’aspetto fiscale e quello contributivo in entrambi i casi.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Ditta individuale o libero professionista
  • L’inquadramento tra libero professionista e ditta individuale prevede una serie di differenze dal punto di vista legislativo.
  • Per aprire la Partita IVA è possibile procedere sul sito dell’Agenzia delle Entrate, tramite FiscoOnline, oppure utilizzare il sistema ComUnica.
  • Dal punto di vista contributivo vi sono ampie differenze tra aprire una Partita IVA personale o come impresa individuale.

Libero professionista o ditta individuale? È un quesito che ti stai ponendo se hai intenzione di aprire una Partita IVA e dedicarti a un’attività di lavoro autonomo. Spesso ci si confonde, dato che ambedue questi inquadramenti fanno riferimento a un singolo individuo che svolge un’attività in proprio.

Se però si osservano più da vicino, sono due forme che hanno delle precise differenze, sia per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, sia per quello contabile e contributivo. Non sempre scegliere è facile, ed è necessario avere un’idea chiara di quali sono le differenze.

Nel nostro articolo troverai tutte le informazioni necessarie per valutare la forma più adatta alla tua attività di impresa, con le differenze e tutte le singole caratteristiche.

Libero professionista o ditta individuale: cosa cambia

Per capire come scegliere, iniziamo dagli aspetti di base. Quando svolgi una attività come libero professionista o ditta individuale, rientri in quella categoria che viene definita come lavoro autonomo.  L’art 2222 del Codice Civile stabilisce quali sono le caratteristiche, definendo come autonomi quei soggetti che svolgono in maniera indipendente la propria impresaprogettando, organizzando e realizzando ogni attività.

Ditta individuale o libero professionista

Quindi non sarà presente un rapporto di dipendenza con un datore di lavoro, e si percepirà un guadagno in rapporto alla tipologia di attività, bene o servizio che viene prestato. Questo comporta una serie di adempimenti, dal punto di vista burocratico, e il versamento in modo autonomo dei contributi e delle tasse. Questo aspetto non è da sottovalutare nella scelta.

L’attività inoltre può essere effettuata saltuariamente, e quindi senza organizzazione, e prenderà il nome di lavoro occasionale. Invece se vuoi creare un tuo business, strutturatoorganizzato e continuativo, con la produzione di un surplus economico, allora avrai la necessità di aprire la Partita Iva, e di scegliere tra lavoro autonomo professionale o ditta individuale.

Cos’è una attività di impresa

Prendendo come riferimento il Codice Civile, l’attività d’impresa viene definita come quella che viene svolta in maniera organizzata e che prevede la produzione e lo scambio di beni e servizi. I requisiti che la caratterizzano sono:

  • esercizio professionale;
  • organizzazione;
  • scambio di beni e servizi.

Soffermiamoci un attimo su questi aspetti. Il concetto di professionalità fa riferimento a come deve essere svolta l’attività d’impresa. Si richiede che questa sia la principale fonte di reddito e venga eseguita in maniera continuata.

Inoltre, è prevista una specifica organizzazione. Per esempio, se apri un e-commerce, sarà necessaria una struttura d’impresa che preveda fornitori, l’invio dei prodotti, e almeno un sito per la vendita. Tutti elementi che nel caso di una vendita online occasionale, tra privati, non sono richiesti. Infine, l’attività dovrà prevedere lo scambio di beni e servizi e quindi avere finalità commerciali, con uno scopo di lucro.

Dove si colloca la ditta individuale? L’art 2082 del Codice Civile stabilisce che se svolgi l’attività di impresa insieme ad altri soggetti si parlerà di società, mentre se l’esegui da solo, allora è una ditta individuale. Questa potrà essere:

  • artigianale, quando si svolge un’attività manuale come nel caso di parrucchieri, estetisti, elettricisti e fabbri;
  • commerciale, quando esegui un compito finalizzato allo scambio di beni e servizi. Fanno parte di questa categoria le attività di negoziante, agente di commercio e grossista. 

Un ultimo aspetto da considerare è che, in questa forma giuridica, sarai tu l’unico responsabile e lavoratore.

Chi è il libero professionista

Veniamo alla definizione di libero professionista indicata dall’art 2229 del Codice Civile. In base a quanto stabilito rientrerai in questa categoria di lavoro autonomo se la tua attività prevede l’utilizzo di una prestazione intellettuale.

Libero professionista

In questa categoria vengono inglobate quelle figure come gli avvocati, i medici, dentisti e gli ingegneri. Inoltre, saranno inserite anche le nuove attività nate con l’evoluzione digitale come: copywriterweb manager, consulente di marketing e così via.

Il Codice Civile precisa anche che alcune di queste professioni dovranno essere svolte previa iscrizione a un albo apposito. Ecco quali sono le caratteristiche che individuano il lavoro di un professionista:

  • attività intellettuale;
  • l’organizzazione del lavoro è affidata al professionista;
  • non vi sono vincoli di subordinazione.
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Libero professionista o ditta individuale: le differenze

Come puoi notare dalle definizioni che ti abbiamo dato, la prima differenza tra libero professionista o ditta individuale è connessa alla finalità del lavoro. Questa distinzione è importante, dato che se vuoi svolgere un’attività che prevede la vendita di bene i servizi come quello dell’agente di commercio, dovrai aprire una ditta individuale.

Lo stesso vale per l’artigiano. Invece, se il tuo lavoro si baserà sull’aspetto intellettuale dovrai scegliere, come forma di inquadramento, quella del libero professionista. Le differenze vi sono anche per altri aspetti. Ecco cosa dovrai considerare:

  • apertura partita IVA e costi;
  • aspetti fiscali;
  • aspetti contributivi.

Prima di vedere questi aspetti, riassumiamo nella tabella seguente le caratteristiche che distinguono una ditta individuale da un libero professionista.

Ditta individualeLibero professionista
Attività professionalePrestazione intellettuale
OrganizzataNon vi è necessariamente una organizzazione e si fonda sul lavoro del professionista
Finalizzata alla vendita e all’acquisto di beniNon vi sono vincoli di subordinazione
Può prevedere un’attività manuale (artigianale) 
Può essere una prestazione legata allo scambio commerciale 

Partita Iva per professionisti

L’apertura della Partita IVA è il primo passo se vuoi svolgere un’attività professionale o quella d’impresa. Infatti, questo è l’unico modo per poter eseguire un lavoro in maniera continuata e organizzata e rispettando la normativa vigente.

L’altro aspetto che accomuna la ditta individuale con il libero professionista è che potrai aprire la Partita IVA online. A questo punto però le similitudini si fermano. Infatti, se vuoi operare come libero professionista gli step da seguire sono:

  • registrazione al sistema FiscoOnline presso l’Agenzia delle Entrate;
  • compilazione del modulo AA9 per le persone fisiche;
  • scelta del codice ATECO;
  • valutazione della tipologia di regime fiscale;
  • indicazione del regime tributario;
  • invio del modulo.

Se sei un professionista, nel giro di 24 ore riceverai il codice di attribuzione di Partita IVA. Una procedura semplice, ma che nasconde una serie di valutazioni tecniche, soprattutto dal punto di vista fiscale e quello contributivo. Per questo ti consigliamo, onde evitare di commettere errori, di farti affiancare da un professionista con uno studio di commercialisti.

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Partita Iva per ditta individuale

Per la ditta individuale l’iter burocratico è molto diverso, dato che sarà necessario creare una società anche se è composta da un unico imprenditore. Vediamo come fare.

In primo luogo, non potrai compiere questa operazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ma dovrai utilizzare la procedura ComUnica. Attraverso questo sistema potrai effettuare tutti i passaggi necessari per aprire la Partita IVA e la tua ditta individuale. Infatti, attraverso ComUnica avrai la possibilità di:

  • aprire Partita IVA e scegliere il codice ATECO
  • effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese;
  • iscriverti alla gestione Previdenziale di riferimento;
  • scegliere il regime di tassazione;
  • comunicare la SCIA per iniziare a svolgere l’attività.

Infine, le tempistiche per una ditta individuale sono piuttosto lunghe, dato che si dovrà attendere la conferma dell’iscrizione della ditta in Camera di Commercio. Si tratta di qualcosa che richiede dai 10 ai 15 giorni lavorativi. Anche l’investimento inziale prevede una differenza tra le due forme di attività. Infatti, aprire Partita IVA come libero professionista è un’operazione per lo più gratuita.

Ditta individuale

L’unica spesa è collegata all’assistenza di un consulente. Invece, per la ditta individuale dovrai pagare l’iscrizione dei diritti camerali a cui si aggiunte l’imposta di registro. In linea di massima la spesa si aggira sui 300€.

Libero professionista o ditta individuale: tasse

Sia con la procedura presso FiscoOnline, sia per quella che viene svolta su ComUnica, quando apri la Partita IVA, dovrai scegliere il regime fiscale. Infatti, per legge, ogni attività che produce reddito è soggetta a tassazione, la quale varierà in base alla tipologia di business che viene svolto.

Su questa aspetto tra libero professionista e ditta individuale non vi sono differenze. Ambedue i sistemi permettono di aderire al regime forfettario se rientrano in queste caratteristiche:

  • attività di nuova formazione;
  • inquadramento come ditta individuale o Partita IVA personale;
  • fatturazione inferiore ai 65.000€;
  • I pagamenti per eventuali collaboratori non devono superare 20.000 euro annui.

Il regime forfettario comporta diversi vantaggi. In primo luogo, la tua attività sarà esente IVA, e quindi quando dovrai fatturare, non ti sarà richiesto di inserire l’imponibile, ma dovrai solo aggiungere una marca da bollo.

Altro aspetto da considerare riguarda l’ambito contabile. Ti basterà emettere le fatture in numero crescente entro l’anno, senza necessità di registrarle sui libri contabili. Inoltre, dal punto di vista di tassazione, non dovrai pagare contributi IRAP o IRPEF. Affronterai un’unica aliquota che per i primi 5 anni è pari al 5%, mentre per i successivi sarà del 15%. Infine, la tassazione si applica solo sul fatturato realmente eseguito.

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Libero professionista o ditta individuale: i contributi

Ben diversa è la situazione dal punto di vista contributivo. In questo caso la scelta tra libero professionista e ditta individuale comporta una differenza sostanziale sia a livello di:

  • tipologia di casse previdenziali;
  • versamento delle somme a titolo contributivo.

Iniziamo dai liberi professionisti. Dovrai fare una distinzione tra:

  • attività iscritte all’albo;
  • attività per cui non è previsto un albo.

Nel primo caso si incorporano tutti quei lavori intellettuali che hanno un loro albo di registrazione, come medici, dentisti, psicologici, architetti, ingegneri, geometri, avvocati e così via. In questo caso sono previste delle casse previdenziali specifiche per ogni attività e i contributi dovranno essere versati al loro interno in base a quanto previsto da ogni albo.

Invece, se fai parte della seconda categoria, ovvero quei professionisti che non prevedono un albo di registrazione, come le nuove professioni digitali, in questo caso i contributi verranno versati nella Gestione Serpata INPS con un’aliquota pari al 25,72%.

Contributi ditta individuale per artigiani e commercianti

Nel caso in particolare delle attività come artigiani o commercianti, non si avrà l’iscrizione alla Gestione Separata, ma si prevede il versamento direttamente alla Gestione Commercianti e Artigiani dell’INPS. Questa è una differenza sostanziale, dato che le ditte individuali sono obbligate a un versamento annuo minimo.

Ciò significa che il pagamento dei contributi non verrà calcolato sul reddito che hai generato, ma se rientri sotto i 16.243,00€, dovrai versare un contributo fisso annuale pari a circa 3.900€. Nel momento in cui superi questa soglia, si aggiunge anche una percentuale sul reddito intorno al 24%.

Tieni in considerazione che queste cifre e queste percentuali possono cambiare di anno in anno. In ogni caso anche per i contributi puoi appoggiarti ad uno studio di commercialisti che ti sapranno indirizzare.

Libero professionista o ditta individuale – Domande frequenti

Chi sono i liberi professionisti?

Vengono definiti come liberi professionisti tutti coloro che svolgono un’attività intellettuale in piena autonomia. Ecco come avviare una attività come libero professionista.

Cos’è una ditta individuale?

La ditta individuale è una forma di impresa che prevede un unico titolare, ovvero l’imprenditore, il quale sarà il responsabile e promotore della sua attività.

Che differenza c’è tra libero professionista e ditta individuale?

Il libero professionista svolge attività intellettuale, e dovrà aprire solo una Partita IVA, mentre nel caso di una ditta individuale verrà richiesta anche l’iscrizione al Registro delle Imprese.

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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 21 Giugno 2022
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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