Cos’è un libero professionista: esempi e come si diventa

Per diventare libero professionista è necessario svolgere alcune pratiche burocratiche, come aprire una partita Iva e iscriversi ad una gestione previdenziale. Ecco come fare passo a passo.

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Come diventare libero professionista
  • Il libero professionista per poter lavorare in modo continuativo deve necessariamente aprire una Partita iva, si tratta di un obbligo di legge.
  • Un libero professionista è un lavoratore autonomo che presta una attività di tipo intellettuale, ricevendo un compenso.
  • Un libero professionista nella gestione del proprio lavoro deve tenere presenti diversi aspetti: dalla gestione del lavoro all’organizzazione, dalla ricerca dei clienti al marketing alla contabilità.

Un libero professionista è un lavoratore che svolge una determinata attività in modo completamente autonomo. Per dare una definizione del tipo di lavoro che svolge, il libero professionista è colui che presta una attività di tipo intellettuale, diversa da un’attività di impresa, ricevendo un compenso.

Mentre l’attività di impresa prevede generalmente la costituzione di una società, che può essere condotta a livello familiare, da un socio unico o da più soci, il libero professionista è colui che lavora in modo indipendente, e a livello fiscale utilizza la propria Partita Iva.

Diventare libero professionista comporta tutta una serie di obblighi, di tipo fiscale e burocratico, ma anche diverse responsabilità, collegate al tipo di lavoro svolto. I liberi professionisti possono essere iscritti ad un Albo ufficiale oppure non esserlo, e si devono occupare anche di gestire aspetti legati alla contabilità e al marketing.

Vediamo in questa guida nello specifico cosa fa un libero professionista, come diventarlo, e quali sono i diversi aspetti da considerare, sia a livello burocratico che organizzativo.

Chi è il libero professionista

Come anticipato, il libero professionista è colui che svolge un tipo di attività in autonomia, ovvero non lavora per un’azienda o altri soggetti, ma in modo individuale. Questo soggetto non ha un datore di lavoro a cui fare riferimento, ma offre un determinato servizio, in genere di tipo intellettuale, a più committenti.

Si può anche parlare di professioni di tipo liberale, con o senza Ordine professionale. Molti professionisti di questo tipo possono lavorare nel proprio settore esclusivamente in autonomia, ovvero per svolgere quel tipo di attività è necessario che provvedano ad aprire una Partita Iva.

Per fare qualche esempio, tra i liberi professionisti rientrano: medici, avvocati, commercialisti, giornalisti, che hanno in questi casi un proprio Albo di riferimento. Tuttavia è possibile lavorare come libero professionista anche senza Albo.

Per fare qualche esempio, rientrano qui i copywriter, oppure gli informatici autonomi, oppure grafici pubblicitari, o i consulenti in diversi ambiti. In tutti i casi, per lavorare in questo modo è necessario versare le tasse allo stato in autonomia, in quanto è assente un sostituto di imposta come il datore di lavoro, e inoltre vanno versati periodicamente i contributi a fini pensionistici.

Per svolgere tutte le procedure burocratiche iniziali, e per versare correttamente gli importi dovuti allo stato o all’INPS, è utile affidarsi ad un commercialista esperto.

Tieni invece presente che se intendi lavorare in modo autonomo, ma occasionalmente, per esempio per arrotondare lo stipendio, puoi lavorare senza Partita Iva, entro i limiti previsti dalla legge, e applicando la ritenuta di acconto.

Libero professionista o lavoratore autonomo intellettuale: differenza

Per entrare un po’ più nel dettaglio, bisogna tenere presente che è possibile fare una distinzione tra libero professionista e lavoratore autonomo. In gergo generale questi due concetti possono indicare la stessa cosa, tuttavia possiamo prendere in considerazione le seguenti differenze, per fare una precisazione:

  • lavoratore autonomo intellettuale: si tratta di un lavoratore con Partita Iva che lavora in modo indipendente, ma non ha una cassa previdenziale specifica di riferimento o un Albo, per cui a livello di contributi si iscrive alla Gestione Separata INPS. Pensiamo ad esempio a consulenti a vario titolo, grafici, insegnanti, ecc.;
  • libero professionista: come anticipato, svolge prevalentemente un tipo di lavoro intellettuale, ha un proprio Albo di riferimento a cui iscriversi, e generalmente anche una cassa previdenziale apposita differente dall’INPS. Rientrano qui ad esempio commercialisti, medici, giornalisti, avvocati.

Questa differenza concettuale porta poi come conseguenza alcune distinzioni a livello burocratico, o nello svolgimento stesso dell’attività. Va considerato che in entrambi i casi i liberi professionisti offrono servizi, ovvero non si occupano di offrire beni, come farebbe invece un’impresa o una ditta.

Libero professionista o ditta individuale

Un’altra distinzione da fare riguarda il libero professionista e la ditta individuale. Le normative italiane prevedono che un’attività di impresa possa essere condotta anche da un unico soggetto, che non rientra tuttavia nella categoria dei liberi professionisti.

Le ditte individuali solitamente sono gestite da un soggetto che non propone servizi di tipo intellettuale, ma beni o altri tipi di servizi. Le ditte individuali si distinguono dall’attività di un libero professionista per le seguenti caratteristiche:

  • l’attività solitamente è di tipo artigianale o commerciale;
  • il lavoro si basa su attività manuali o sulla rivendita di beni e servizi;
  • devono iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della provincia a cui appartengono;
  • possono costituire anche imprese a conduzione familiare;
  • fanno riferimento ad un unico titolare, l’imprenditore, che ha la responsabilità dell’attività.

Commercianti e artigiani possono costituire una ditta individuale, seguendo particolari adempimenti fiscali e contabili. Per ciò che riguarda il versamento dei contributi, questi imprenditori possono accedere ad una particolare Gestione INPS.

Per ciò che riguarda i liberi professionisti, la scelta del regime fiscale e contabile implica anche specifiche regole e limiti di guadagno, come nel caso del regime fiscale forfettario.

Libero professionista obblighi

Quali sono gli obblighi di un libero professionista

Un libero professionista è un lavoratore autonomo, pertanto deve rispettare alcuni adempimenti di legge per poter svolgere la propria attività in modo individuale. Vediamo qui quali sono i principali adempimenti da seguire:

  • apertura di una Partita Iva;
  • scelta del codice Ateco, o dei codici Ateco in base al settore in cui si lavora;
  • scelta del regime fiscale e contabile;
  • registrazione all’ente previdenziale;
  • eventuale iscrizione ad un Albo.

Oltre a questi aspetti burocratici, lavorare come libero professionista comporta anche la scelta del commercialista, un esperto che possa affiancare il lavoratore negli aspetti contabili e fiscali, ricordare le scadenze dei pagamenti e gestire gli adempimenti obbligatori per legge.

Come vedremo tra poco, il libero professionista non avendo un datore di lavoro deve preoccuparsi in prima persona di individuare i clienti per cui lavorare, anche tramite la promozione, con diversi strumenti come la pubblicità e il web marketing.

Aprire la Partita Iva

L’apertura della Partita Iva in Italia è prevista sia per i professionisti autonomi che nel caso in cui si desideri avviare una attività di impresa o una ditta individuale. La Partita Iva è formata da una sequenza di 11 numeri che ufficializza il lavoro del professionista.

Si tratta quindi di una cifra importante da conoscere, e da aggiungere ogni qual volta si invia una fattura ad un cliente. Per aprire una Partita Iva si può procedere tramite commercialista, ovvero affidandosi ad uno studio, oppure ad un commercialista online, oppure procedere in autonomia. Per farlo si utilizza il Modello AA9/7, nel caso di professionista autonomo.

Il documento può essere inviato all’Agenzia delle Entrate tramie PEC oppure presentandosi di persona presso uno degli uffici. L’apertura è piuttosto veloce, ovvero possono essere necessarie qualche ora o in alternativa qualche giorno.

I liberi professionisti non devono iscriversi al Registro delle Imprese, tuttavia devono poi scegliere il codice Ateco e il regime fiscale da adottare. Infine, è necessario aprire una posizione INPS apposita, oppure iscriversi ad una cassa specifica.

Scegliere il codice Ateco

La scelta del codice Ateco è importante per determinare qual è l’ambito in cui lavora il professionista. Questa scelta si deve fare nella fase di apertura della Partita Iva, tuttavia è possibile scegliere più di un solo codice per ogni posizione Iva.

Questo significa che un lavoratore autonomo può anche decidere di aprire la propria Partita Iva con un codice Ateco specifico, per poi aggiungerne altri in un momento successivo. Per scegliere il codice Ateco giusto è possibile richiedere informazioni all’Agenzia delle Entrate, o in alternativa al proprio commercialista.

Se vuoi avere informazioni dettagliate su quali sono i principali codici Ateco tra cui scegliere, puoi visitare questa pagina sui codici Ateco, in cui puoi trovare diversi codici a cui fare riferimento.

Una Partita Iva non può essere aperta senza almeno un codice Ateco, perché questo numero serve anche per determinare qual è l’imposizione fiscale, ovvero qual è la base imponibile su cui verranno calcolate le tasse da pagare, in base al settore specifico in cui si muove il libero professionista.

Come diventare libero professionista

Regime fiscale e contabile

Per chi lavora come professionista autonomo è altrettanto importante informarsi sul regime fiscale o contabile da adottare. Da questa scelta viene determinata l’applicazione delle imposte, e quel che riguarda la contabilità da seguire.

In Italia è possibile scegliere tra diversi regimi fiscali:

Il regime fiscale più adatto per un libero professionista al momento è il regime fiscale forfettario, perché prevede una flat tax, ovvero una tassa con aliquota unica, al 15%, che scende al 5% per i primi 5 anni di lavoro.

Questo regime fiscale è particolarmente adatto per un professionista perché la tassazione risulta essere piuttosto bassa, a cui il lavoratore deve poi aggiungere le spese per i contributi.

Uno dei requisiti per accedere a questo tipo di regime fiscale è avere un reddito annuo inferiore a 65.000 euro, per cui facilmente è possibile per un professionista autonomo rispettare questa regola.

Per ciò che riguarda invece le collaborazioni, va tenuto presente che questo lavoratore, con regime forfettario, non può superare la soglia di 20.000 euro annui di somme destinate al pagamento dei collaboratori.

Con questo tipo di regime fiscale non si applicano l’Iva né l’Irpef, al contrario del regile fiscale ordinario o semplificato. Tuttavia non è possibile, per chi lavora con questo tipo di Partita Iva, scaricare alcun costo derivato dall’attività.

Dal punto di vista contabile, il regime forfettario propone una gestione piuttosto semplice, per cui gli unici obblighi sono quelli della numerazione e conservazione delle fatture.

La fatturazione elettronica invece è obbligatoria per quasi tutti i lavoratori autonomi, mentre con il regime fiscale forfettario questo obbligo sussiste solo se l’anno precedente si è superato il reddito di 25.000 euro.

Registrazione all’ente previdenziale

Una volta svolti i passi precedenti, ogni libero professionista deve registrarsi ad un ente previdenziale. Può trattarsi dell’ente previdenziale specifico legato alla professione, o in alternativa all’INPS, nel caso in cui il professionista lavori senza essere iscritto ad un Albo specifico.

Riportiamo nella tabella seguente alcune delle casse previdenziali principali a cui possono fare riferimento i liberi professionisti.

Libero professionistaEnte previdenziale
Dottori CommercialistiCNPADC
GiornalistiINPGI
AvvocatiCassa Forense
FarmacistiENPAF
NotaiCassa Nazionale del Notariato
PsicologiENPAP
GeometriCIPAG
Consulenti del lavoroENPACL
BiologiENPAB
MediciENPAM
VeterinariENPAV

In generale i professionisti autonomi sono iscritti ad un Albo della professione, e di conseguenza ad una cassa previdenziale, come quelle viste sopra, diversa dall’INPS. In questi casi, ogni cassa previdenziale ha specifiche regole, e i contributi vengono versati con precise modalità.

Tuttavia è possibile, anche per chi lavora con una Partita Iva ma non è iscritto ad alcun Albo, ottenere un’iscrizione ad un ente previdenziale, attraverso la Gestione Separata INPS, a cui versare in autonomia i contributi, in relazione alla base imponibile prevista con il Codice Ateco.

Iscrizione ad un Albo

Come anticipato, i liberi professionisti possono iscriversi ad un Albo specifico, in base alla professione svolta. Ogni Albo ha specifici compiti, ovvero quelli di controllare la modalità di accesso alla professione, l’aggiornamento tramite formazione dei suoi iscritti, eventuale tesserino, oltre al rispetto di quelle che sono le regole deontologiche della professione.

L’iscrizione ad un Albo è necessaria per svolgere alcune tipologie di professioni, mentre in altri casi non è obbligatoria. Inoltre molti Albi prevedono determinati requisiti per l’accesso, tra cui l’eventuale esame di stato. La professione svolta dal libero professionista viene così regolamentata.

Ecco un elenco di alcuni Albi professionali presenti in Italia:

  • architetti;
  • avvocati;
  • biologi;
  • chimici;
  • infermieri;
  • medici;
  • odontoiatri;
  • periti agrari;
  • psicologi;
  • giornalisti;
  • commercialisti.

In alcuni casi per iscriversi ad un Albo è necessario svolgere un periodo di praticantato, o rispettare alcuni requisiti legati alla formazione. Inoltre, in base alla Regione di residenza, alcuni requisiti e caratteristiche possono variare. Se decidi di avviare una professione autonoma, il consiglio è quello di informarti il più possibile su come funziona l’Albo nella tua zona.

Libero professionista pro e contro

Lavorare come professionista autonomo: pro e contro

Lavorare come professionista autonomo con una Partita Iva può avere dei vantaggi come degli svantaggi. Uno dei vantaggi principali di questa modalità di lavoro, a differenza del lavoro come dipendente, è la maggiore libertà di gestione e organizzazione, da valutare sulla base del tipo di professione svolta.

Un libero professionista infatti lavora per diversi committenti, non rispondendo ad un’unica azienda. Un altro vantaggio è il possibile guadagno: non c’è infatti un limite fisso al guadagno che un lavoratore autonomo può ricavare, a differenza di quanto accade per i lavoratori dipendenti.

Inoltre, un lavoratore autonomo può organizzare il proprio lavoro in tempi e modalità piuttosto flessibili, sempre sulla base della professione svolta e delle richieste dei propri clienti.

Tuttavia, analizzando anche gli svantaggi, va considerato che un professionista autonomo non ha uno stipendio fisso, e le proprie entrate economiche dipendono da diversi fattori, come:

  • la paga oraria, o in base al servizio, concordata con i clienti;
  • la quantità di clienti;
  • il tipo di servizio erogato;
  • il periodo e il mercato di riferimento.

Queste sono solamente alcune delle variabili da considerare se si vuole lavorare in autonomia, a cui si aggiungono anche i costi per svolgere la professione.

A differenza di una impresa, sicuramente un professionista autonomo può risparmiare su diversi costi, tuttavia dovrà accantonare delle somme di denaro per il pagamento delle tasse e dei contributi all’ente previdenziale, oltre a sostenere alcuni costi per la propria attività.

La flessibilità quindi può essere sia un vantaggio che uno svantaggio, a seconda dei punti di vista. Un professionista autonomo, a differenza di un lavoratore dipendente, deve occuparsi in prima persona, anche tramite la collaborazione di un commercialista, di pagare la propria cassa previdenziale, e versare le tasse.

Libero professionista e lavoro in smart working

Molti liberi professionisti oggi scelgono di lavorare in smart working, ovvero da remoto, collegandosi alla rete internet tramite il proprio computer. Tenedo presente che per molte professioni questo non è possibile, tuttavia alcuni settori si sposano bene con questa modalità di lavoro.

Lavorare in smart working ha alcuni vantaggi, tra cui quello di risparmiare sul costo dell’affitto di un ufficio, o su costi di trasporto. Tuttavia anche in questo caso il libero professionista deve organizzarsi nel modo più efficace per svolgere al meglio la propria attività.

Ad oggi si possono trovare moltissimi professionisti che lavorano proprio grazie al web. Per fare qualche esempio, si può trattare di professionisti legati al settore digitale, come grafici, informatici, copywriter, consulenti, insegnanti, ma anche altre professioni si stanno via via digitalizzando, lasciando uno spazio anche per lavorare online.

Libero professionista smart working

Liberi professionisti: come trovare clienti

Per lavorare al meglio come libero professionista e trovare clienti, è necessario prima di tutto farsi conoscere, in modo da individuare nuovi lavori da svolgere. Inizialmente questo step può sembrare piuttosto ostico per chi non è abituato a lavorare in autonomia.

Chi vuole avviare una professione autonoma, in base al settore, può prendere in considerazione alcuni accorgimenti per promuoversi al meglio, anche sul web. Se sei interessato a saperne di più, ti invitiamo a leggere la seguente guida sugli strumenti di web marketing per professionisti.

Tieni poi presente che, oltre alla promozione sul web, per svolgere una attività come libero professionista è anche necessario sviluppare una buona reputazione, generare un passaparola positivo, e infine aggiornarsi costantemente.

Per farlo, è possibile seguire corsi mirati oppure seguire la formazione proposta dagli Albi delle professioni specifiche, in modo da poter offrire un servizio ai clienti sempre più completo.

Come diventare libero professionista – Domande frequenti

Come si diventa liberi professionisti?

A livello burocratico è necessario aprire una Partita Iva, per ufficializzare il lavoro autonomo e versare le tasse. In base alla professione, è poi necessario scegliere un codice Ateco e iscriversi ad una gestione previdenziale. Ecco cosa sapere per diventare libero professionista.

Diventare libero professionista: è possibile in smart working?

Sì, alcune professioni si sposano bene con il lavoro in autonomia. Ecco qualche spunto per diventare libero professionista lavorando in smart working.

Come aprire una partita Iva come libero professionista?

Per aprire una partita Iva come libero professionista puoi procedere in autonomia, oppure rivolgerti ad un commercialista.

Autore
Foto dell'autore

Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

2 commenti su “Cos’è un libero professionista: esempi e come si diventa”

  1. Buona sera,

    Vorrei fare libero professionista Consulente Turistico con una attivita’ online, codice Ateco 799019 per iniziare.

    Vorrei sapere se devo essere iscritto da qualche parte come in un albo, opure ente previdenziale, opure camera di commercio?

    Grazie mille
    Mirko Sose

    Rispondi
    • Buongiorno,
      la consulenza turistica è diversa dall’attività di guida o accompagnatore turistico, che richiedono una specifica competenza e iscrizione ad albi o elenchi. In linea di principio sembrerebbe una situazione in cui non è necessaria l’iscrizione in camera di commercio e, invece, obbligatoria, l’iscrizione alla gestione separata inps. Il caso è specifico e si dovrebbe approfondire con un commercialista.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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