- La Legge di Bilancio 2025 è operativa e pubblicata in Gazzetta Ufficiale, con tanti interventi per lavoratori, imprese e cittadini.
- Lo stanziamento per le misure contenute nella manovra è di circa 30 miliardi di euro nel 2025, 35 miliardi nel 2026 e 40 miliardi nel 2027.
- Tra gli interventi confermati, troviamo il taglio al cuneo fiscale, la modifica alle detrazioni fiscali, un nuovo strumento per la natalità, incentivi per le imprese del Mezzogiorno e la riconferma di Quota 103.
La manovra 2025 è definitiva e vi sono contenuti molti degli interventi che sono stati in discussione gli ultimi mesi. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali1 ne comunica brevemente il contenuto, delineando tutti i punti toccati dal testo.
La Legge di Bilancio 2contiene alcune importanti conferme attese intorno a diversi provvedimenti, a partire dal taglio al cuneo fiscale che garantirà ancora un sistema IRPEF a tre aliquote. Le intenzioni del governo sono confermate anche per ciò che riguarda il ritorno dell’Ape Sociale e degli incentivi previsti per le imprese nel Mezzogiorno.
Salta invece l’estensione della web tax a tutte le imprese nel settore digitale, secondo un recente emendamento, per cui la tassa rimarrà attiva solamente per le realtà che percepiscono ricavi superiori a 750 milioni di euro.
Indice
- Legge di Bilancio 2025: il taglio del cuneo fiscale
- Imposte sul digitale e sulle plusvalenze
- Bonus mutui prima casa rifinanziato
- Manovra 2025: come cambia il lavoro
- Legge di bilancio 2025: novità per il regime forfettario
- Misure per le imprese con la Legge di Bilancio 2025
- Misure per le famiglie con la manovra 2025
- Come cambieranno le pensioni dal 2025
- Spese tracciabili: novità
Legge di Bilancio 2025: il taglio del cuneo fiscale
Un tema centrale nella manovra è quello del taglio del cuneo fiscale: il governo ha lavorato per rendere strutturale questo intervento, insieme alla conferma delle precedenti aliquote IRPEF. Con la manovra si intende riproporre la soluzione a tre scaglioni:
- 23% per redditi fino a 28.000 euro;
- 35% per redditi tra 28.000 e 50.000 euro;
- 43% per redditi superiori a 50.000 euro.
Viene confermata la no tax area attuale, ovvero del range reddituale entro cui i cittadini non sono tenuti a pagare alcuna tassa. I lavoratori dipendenti e i pensionati sono esenti dall’IRPEF se i ricavi annui sono inferiori a 8.500 euro, mentre per gli autonomi questo limite scende a 5.500 euro.
Viene anche introdotta una speciale detrazione sul lavoro dipendente per coloro che percepiscono un guadagno annuo entro i 20.000 euro, ovvero una somma che non è inserita nel reddito:
- 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
- 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
- 4,8% per redditi superiori a 15.000 euro.
Fino al ricavo annuo di 32.000 euro, la somma di riferimento è 1.000 euro, mentre fino a 40.000 euro la detrazione scende fino allo zero. Una soluzione, questa, volta a garantire detrazioni maggiori ai redditi più bassi.
Viene inoltre confermata l’IRES premiale, ovvero con doppia aliquota che garantisce una tassa al 20% per le imprese che investono e garantiscono assunzioni secondo criteri specifici.
Detrazioni fiscali: i limiti con la manovra 2025
Per ciò che riguarda la possibilità per i lavoratori dipendenti di attingere alle detrazioni fiscali sulle spese sostenute durante l’anno, con la manovra 2025 si assiste ad un sostanziale riordino delle opzioni presenti in precedenza. L’obiettivo del governo è favorire principalmente le famiglie con figli a carico.
Di fatto i nuovi limiti alle detrazioni sono stabiliti come segue:
- limite di 14.000 euro per coloro che percepiscono da 75.000 a 100.000 euro annui;
- limite di 8.000 euro per coloro che percepiscono oltre 100.000 euro annui.
Non tutti i costi rientreranno in questi limiti, per cui rimangono fuori le spese sanitarie, quelle in investimenti e startup innovative e spese sostenute per i mutui. Tutti i limiti in ogni caso sono poi ricalcolati in base ai nuclei familiari specifici.
Imposte sul digitale e sulle plusvalenze
Hanno fatto discutere le ipotesi di interventi nella direzione di incrementare alcuni tipi di imposte nel nostro paese, coinvolgendo in particolare le attività che si muovono nel settore digitale e coloro che effettuano operazioni con le criptovalute e i bitcoin.
Nel primo caso si parlava di una web tax, una vera e propria imposta intorno ai ricavi percepiti da imprese che lavorano nel settore digitale in particolari ambiti. Si attendeva una tassa al 3% estesa a tutti (senza quindi il limite attuale di almeno 750 milioni di euro di fatturato) per chi propone servizi di pubblicità online, di intermediazione o di raccolta dati.
Questo tuttavia non è stato confermato, per cui la tassa rimane, ma solamente per le aziende di grossa dimensione che hanno questo limite minimo di guadagno annuo.
Nel secondo caso ci si riferisce all’imposizione fiscale applicata sulle plusvalenze derivate dalle operazioni che coinvolgono cripto valute e bitcoin: la prima ipotesi vedeva un innalzamento dell’imposta dal 26% al 42%, ma anche in questo caso la proposta non è passata.
Ci saranno comunque alcune novità: la tassazione rimane al 26% nel 2025, ma salirà al 33% nel 2026. Viene inoltre eliminata la soglia di 2.000 euro di ricavi al di sotto della quale si poteva essere esonerati dal pagamento.
Bonus mutui prima casa rifinanziato
Viene proposto un rifinanziamento del bonus mutui prima casa, ovvero della Garanzia statale per tutti coloro che acquistano una prima abitazione tramite mutuo con una banca. Per il 2025 vengono messi a disposizione 130 milioni di euro, con ulteriori risorse fino al 2027.
La garanzia, normalmente al 50%, arriva all’80% per giovani under 36, per famiglie con un solo genitore e figli minorenni che convivono, per titolari di istituti per le case popolari e giovani coppie, con ISEE inferiore a 40.000 euro. Sale ancora al 90% per famiglie particolarmente numerose con stesso limite ISEE.
Manovra 2025: come cambia il lavoro
Un altro tema importante che la manovra affronta è quello del lavoro: abbiamo visto in primis come un taglio delle tasse potrebbe portare ad una modifica sostanziale delle buste paga dei lavoratori, ma le novità non si fermano qui.
Il governo non ha mai nascosto la volontà di intervenire a favore delle famiglie e a contrasto della crescente denatalità in Italia: a questo proposito si sono moltiplicate a dicembre 2024 le proposte per introdurre agevolazioni e detrazioni specifiche per lavoratori con figli a carico, che di contro lasciano fuori i single e le coppie senza figli.
Per i lavoratori del settore pubblico invece si confermano risorse specifiche per il rinnovo dei contratti della pubblica amministrazione. Di contro, sono previsti limiti massimi di guadagno a chi lavora ai vertici degli enti pubblici: in quelle realtà in cui sono percepiti fondi pubblici non si potranno superare 120.000 euro lordi annui. Saranno esclusi enti di rilevanza nazionale come INPS, Agenzia delle Entrate, INAIL e così via.
Legge di bilancio 2025: novità per il regime forfettario
Per i lavoratori dipendenti che intendono aderire al regime forfettario, il requisito di 30.000 euro massimi di reddito da lavoro subordinato viene elevato a 35.000 euro.
Inoltre tutti coloro che si iscrivono all’INPS in una delle gestioni autonome artigiani e commercianti con redditi di impresa, possono chiedere una riduzione dei contributi al 50% e questo intervento coinvolge anche i forfettari.
Non sale invece la soglia massima di ricavi per il regime forfettario prevista già per il 2024, che rimane anche per l’anno in corso a 85.000 euro.
Misure per le imprese con la Legge di Bilancio 2025
Per le imprese vengono confermati alcuni importanti incentivi, soprattutto per il Mezzogiorno del paese. Saranno incentrati soprattutto sull’occupazione di giovani e donne, anche per il periodo 2026-2027.
Le misure previste per la ZES (Zona Economica Speciale) torneranno nel 2025, con una decontribuzione per le imprese situate nei territori più svantaggiati e incentivi all’autoimpiego soprattutto in settori che trainano la transizione digitale ed ecologica.
Il governo conferma i fringe benefit per tutti coloro che ne hanno diritto, con soglia di 1.000 euro per tutti e 2.000 euro per chi ha figli a carico. Per il periodo 2025-2027 si conferma anche una tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività corrisposti dalle imprese ai lavoratori.
Per le auto aziendali vengono introdotte delle novità in termini di tassazione: si applicherà un’aliquota al 50% per i veicoli diesel o benzina, al 20% per i mezzi ibridi e al 15% per quelli elettrici.
Il governo ha deciso inoltre per un forte taglio che riguarda il Fondo Automotive, che mette a rischio di fatto gli incentivi auto. Si parla di 4,6 miliardi di euro in meno da destinare ai cittadini che intendono acquistare auto elettriche o ibride. Verrà meno quindi una grossa fetta di bonus statali per questo settore.
Misure per le famiglie con la manovra 2025
Il governo si è focalizzato soprattutto su diverse soluzioni per sostenere la natalità in Italia, anche attraverso sostegni che in parte sono già stati prorogati al prossimo anno per favorire le assunzioni di lavoratrici donne.
Vengono confermati i potenziamenti ai congedi parentali e il bonus asilo nido, per cui si va ad escludere la misura dell’Assegno Unico dal conteggio dell’ISEE famigliare. Si conferma il congedo parentale all’80% dello stipendio per un periodo di tre mesi, entro il compimento di 6 anni del figlio e si confermano le decontribuzioni per le lavoratrici madri.
Un nuovo sostegno per le famiglie è la Carta per i nuovi nati, che prevede l’erogazione di 1.000 euro ai genitori che hanno un ISEE inferiore a 40.000 euro. Anche la Carta Dedicata a Te vedrà una riconferma per il 2025, con 500 milioni di euro di risorse.
L’Assegno Unico vedrà un ritorno il prossimo anno: il sostegno al momento è distribuito a una parte importante dei cittadini, come rileva un recente comunicato stampa INPS3: nei primi sei mesi dell’anno l’ente ha erogato 9,9 miliardi di euro a 9,8 milioni di figli, per un totale di 6,2 milioni di nuclei familiari. Un aiuto così importante non sparirà.
Come cambieranno le pensioni dal 2025
Sul tema delle pensioni il governo ha confermato le misure attuali, ma la riforma di cui si parla da diversi anni tarda ad arrivare.
Torna nel 2025 l’Ape Sociale, misura dedicata alle categorie di lavoratori più svantaggiate, sono confermate anche Opzione Donna e Quota 103 come principali opzioni agevolative per particolari categorie di lavoratori.
Un’ipotesi che si è fatta strada nelle scorse settimane è quella di intervenire accantonando in modo automatico il TFR dei lavoratori dipendenti (almeno per il 25%) direttamente in un Fondo Pensione, con l’obiettivo di favorire il raggiungimento dei requisiti contributivi per accedere alla futura pensione. Questo intervento tuttavia non è stato confermato.
Si prevede invece l’introduzione di una misura che garantisca una premialità per coloro che, pur potendo accedere alla pensione, scelgono di continuare a lavorare. Fa discutere invece l’aumento di appena tre euro disposto con la manovra sulle pensioni minime, il cui importo arriva a 617,9 euro.
Spese tracciabili: novità
Con la manovra, la possibilità di dedurre i costi per vitto e alloggio, viaggio e trasporto che le imprese rimborsano ai propri lavoratori, è data solamente tramite pagamenti tracciabili.
Questo è valido anche per il costo di viaggi in taxi o veicoli a noleggio con conducente. Non sarà quindi possibile dedurre le spese se queste verranno sostenute in contanti.
- Legge di Bilancio 2025: le misure per lavoratori, imprese e famiglie, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Governo Italiano, lavoro.gov.it ↩︎
- Legge 30 dicembre 2024, n. 207, Gazzetta Ufficiale, gazzettaufficiale.it ↩︎
- Comunicato Stampa INPS, “Assegno unico per 10 milioni di figli“, 13 agosto 2024, inps.it ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista