- Il lavoro occasionale in Italia consiste in una prestazione saltuaria e non continuativa.
- Ci sono alcuni casi in cui è vietato ricorrere al contratto di prestazione occasionale.
- È obbligatorio per legge comunicare l’attivazione di una collaborazione con questa tipologia di lavoro, tramite l’utilizzo di una piattaforma statale.
Le prestazioni occasionali in Italia sono disciplinate dal Decreto Legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito con modificazioni in Legge 21 giugno 2017, n. 96. Sono state poi fornite ulteriori indicazioni nella circolare INPS del 5 luglio 2017, n. 107.
Il lavoro occasionale autonomo è stato in seguito modificato da ulteriori disposizioni di legge, ovvero l’articolo 2-bis del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, il cosiddetto “Decreto dignità”, che ha portato a alcuni cambiamenti in particolare per le attività agricole, del turismo e degli enti locali. Ulteriori chiarimenti in materia sono stati forniti dalla circolare INPS del 17 ottobre 2018, n. 103.
Vediamo di seguito come funziona il lavoro occasionale, se esistono dei limiti di guadagno, il compenso minimo e le sanzioni previste quando non si rispettano le soglie di reddito per questo tipo di lavoro.
Indice
- Come funziona il contratto di lavoro occasionale?
- Prestazione occasionale: compensi al 75%
- Quando è vietato il lavoro occasionale
- Lavoro occasionale: le novità 2023
- Contratto di prestazione occasionale: compensi e sanzioni
- Lavoro occasionale e comunicazione preventiva all’INL
- Prestazione occasionale tramite Libretto Famiglia
Come funziona il contratto di lavoro occasionale?
Il contratto di lavoro occasionale può essere rivolto a categorie di lavoratori differenti. Si può infatti trattare di:
- lavoratori autonomi;
- imprenditori;
- imprese agricole;
- amministrazioni pubbliche;
- enti privati e locali;
- onlus e associazioni.
Per definizione, il lavoro occasionale è una prestazione lavorativa non continuativa, quindi saltuaria e sporadica, che prevede il rispetto di precisi limiti economici.
È bene sfatare subito un’informazione piuttosto diffusa sul lavoro occasionale, ma errata, ovvero quella relativa ai limiti reddituali: non ci sono soglie di fatturato che non si possono superare in un anno, ma regole sulla durata della prestazione, che sono legate proprio al concetto di occasionalità.
Prestazione occasionale: compensi al 75%
Vengono calcolati nella misura del 75% i compensi derivanti da una prestazione occasionale nel caso in cui il lavoro sia svolto da:
- titolari di pensione di vecchiaia o di pensione di invalidità;
- giovani con meno di 25 anni, i quali dovranno essere iscritti a un ciclo di studi presso un istituto scolastico di qualsiasi ordine e grado, o all’Università;
- disoccupati;
- percettori di prestazioni integrative al salario, di sostegno al reddito o del REI (Reddito di Inclusione).
I compensi derivanti da una prestazione di lavoro occasionale sono esenti dall’imposizione fiscale, non hanno ripercussioni sulla condizione di disoccupazione, mentre vengono calcolati per la determinazione del reddito legato al rilascio o al rinnovo del permesso di soggiorno.
Chi lavora con collaborazione occasionale tuttavia può emettere un documento, la ritenuta di acconto, che riporta il lavoro svolto e i compensi. Ti consigliamo la lettura dell’articolo su questo argomento: “Come funziona la ritenuta d’acconto“.
Lavoro occasionale: diritti dei prestatori
I prestatori di lavoro occasionale che siano iscritti alla Gestione separata INPS hanno diritto anche:
- all’assicurazione per invalidità;
- alla pensione di vecchiaia e alla pensione superstiti;
- all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Hanno inoltre diritto alle pause e ai riposi settimanali, al riposo giornaliero, all’applicazione delle norme relative alla tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Quando è vietato il lavoro occasionale
Ci sono alcuni casi nei quali non è possibile ricorrere alle prestazioni di lavoro occasionale. Nello specifico, sono vietate nei casi in cui:
- l’utilizzatore abbia in corso o cessato da meno di 6 mesi un rapporto di lavoro di tipo subordinato o una collaborazione coordinata e continuativa;
- gli utilizzatori abbiano alle proprie dipendenza più di 5 lavoratori subordinati a tempo indeterminato, fatta eccezione per le strutture alberghiere e ricettive le quali possono impiegare fino a 8 dipendenti che siano pensionati, giovani con meno di 25 anni, disoccupati, percettori di prestazioni integrative o di sostegno al reddito.
La prestazione occasionale inoltre, è anche vietata per:
- alcune imprese del settore agricolo, tranne che per l’impiego con una prestazione occasionale di pensionati, giovani con meno di 25 anni, disoccupati, percettori di prestazioni integrative o di sostegno al reddito;
- le imprese di edilizia o che svolgono l’attività di escavazione o lavorazione di materiale lapideo, o anche le imprese del settore delle miniere, cave e torbiere;
- il settore di esecuzione di appalti di opere o di servizi.
Lavoro occasionale: le novità 2023
Con la nuova Legge di Bilancio 2023 approvata dal Governo il 21 novembre 2022 sono state introdotte importanti novità sui limiti del lavoro occasionale.
Le principali novità sono le seguenti:
- il limite massimo di compensi erogabili in un anno alla totalità dei lavoratori impiegati da ciascun datore di lavoro passa da 5mila a 10mila euro;
- passa da 5 a 10 il numero massimo di dipendenti in particolari settori, tra cui quello dell’intrattenimento (es. discoteche e sale da ballo);
- la prestazione occasionale è consentita per le imprese agricole in via sperimentale per il 2023 e il 2024 con il limite di 45 giornate lavorative per ciascun lavoratore appartenente a specifiche categorie.
Lavoro occasionale e imprese del settore agricolo
Per il biennio 2023 e 2024 è stato introdotto un regime sperimentale con precisi obblighi amministrativi. Infatti, nel settore agricolo è consentito il lavoro occasionale, purché si rispettino le seguenti condizioni:
- il lavoratore occasionale è pensionato, disoccupato, precettore di ammortizzatori sociali o del Reddito di cittadinanza, studenti fino a 25 anni o detenuti ammessi al lavoro all’esterno, che non abbiano avuto rapporti di lavoro subordinato in agricoltura nei tre anni precedenti (esclusi i pensionati);
- la durata massima è di 12 mesi con limite di 45 giorni di lavoro effettivo;
- il datore di lavoro deve richiedere un’autodichiarazione del lavoratore in possesso dei requisiti;
- è obbligatorio per il datore di lavoro dare comunicazione al Centro per l’impiego competente;
- il compenso riconosciuto al lavoratore occasionale è esente da imposizione fiscale, non incide sullo stato di disoccupazione ed è cumulabile con ogni tipo di trattamento pensionistico.
Se il rapporto di lavoro supera i 45 giorni si trasforma automaticamente in contratto a tempo indeterminato.
Contratto di prestazione occasionale: compensi e sanzioni
Il contratto di prestazione occasionale è, come si può ben intuire, il contratto che regola una prestazione di lavoro occasionale, quindi saltuaria e che non deve superare i limiti di importo imposti dalla legge.
I compensi previsti per le prestazioni occasionali sono pari a un minimo di 9 euro all’ora, fatta eccezione per il settore agricolo, in cui la paga minima è pari all’importo della retribuzione oraria delle prestazioni di natura subordinata ai sensi della contrattazione collettiva.
Spettano all’utilizzatore i seguenti oneri:
- versamenti dei contributi alla Gestione Separata INPS, che sono pari al 33%;
- assicurazione INAIL, pari a 3,5%.
Nell’ipotesi in cui la durata del contratto superi le 280 ore in un anno civile (fatta eccezione per le Pubbliche Amministrazioni) il contratto di lavoro si trasformerà da prestazione occasionale a contratto a tempo pieno e indeterminato.
Viene applicata invece una sanzione amministrativa pecuniaria, di importo compreso tra i 500 e i 2.500 euro, nel caso in cui venga violato l’obbligo di comunicazione del contratto di prestazione occasionale o i casi in cui tale contratto non sia permesso.
Lavoro occasionale e comunicazione preventiva all’INL
Dal 21 dicembre 2021, con la legge n. 215/2021, è in vigore l’obbligo di inviare una preventiva comunicazione all’Ispettorato territoriale del lavoro (INL) qualora venga stipulato un contratto di collaborazione occasionale (ex articolo 222 c.c.).
La comunicazione dovrà essere presentata almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione occasionale e dovrà contenere:
- i dati del prestatore e il suo compenso;
- la sede dell’attività lavorativa;
- la sua durata, la tipologia e il settore;
- eventuali altre informazioni relative alla gestione del rapporto.
Dal 28 marzo è online la nuova piattaforma, la quale sostituirà la provvisoria procura di invio della comunicazione tramite email, la quale sarà attiva fino al 30 aprile 2022. La procedura prevede l’autenticazione sul portale Servizi.lavoro.gov.it e la compilazione delle sezioni disponibili cliccando su:
> Lavoro autonomo occasionale > Nuove comunicazioni.
Prestazione occasionale tramite Libretto Famiglia
È necessario distinguere tra i contratti di prestazione occasionale e le prestazioni che si svolgono tramite il Libretto Famiglia, ovvero un libretto nominativo prefinanziato per il pagamento di una prestazione occasionale che si può acquistare sulla piattaforma dedicata dell’INPS. Le prestazioni occasionali che vi rientrano sono per esempio:
- lavori domestici, tra i quali si annovera anche quello di baby-sitting;
- lavori di giardinaggio, pulizia o manutenzione;
- assistenza domiciliare ad anziani, bambini, persone malate o con disabilità;
- l’insegnamento privato supplementare;
- le attività svolte da steward negli impianti sportivi;
- servizi per l’infanzia.
Ogni Libretto Famiglia contiene titoli di pagamento con un valore nominale pari a 10 euro, che si possono utilizzare per le prestazioni che non superano un’ora. I contributi assicurativi e previdenziali saranno totalmente a carico dell’utilizzatore.
Lavoro occasionale – Domande frequenti
In termini di ore, un contratto di prestazione occasionale non dovrebbe superare le 280 ore per anno civile.
Una prestazione si definisce occasionale se non è abituale e continuativa, non è professionale e non è coordinata.
Non esiste un numero massimo di contratti di prestazione occasionale che si possono fare: l’importante è non superare i limiti di reddito fissati dalla legge. Per sapere di più, leggi qui.
Maria Saia
Copywriter freelance esperta di diritto