Lavorare in ospedale con partita IVA: è possibile? Conviene? Ecco cosa sapere

Sono sempre di più i medici, gli infermieri e gli Oss che decidono di lavorare in ospedale con partita IVA. Scopri come fare e se oggi conviene.

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Lavorare in ospedale con partita iva
  • Per lavorare in ospedale come libero professionista, devi avere una partita IVA come medico, infermiere oppure Oss.
  • L’apertura della partita IVA è un’operazione che puoi svolgere autonomamente online sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Dovrai scegliere il regime fiscale, aprire la posizione contributiva e sottoscrivere una polizza Rc obbligatoria.
  • Lavorare in ospedale come libero professionista può essere conveniente, data l’enorme richiesta da parte delle strutture pubbliche e private di medici, infermieri e Oss con partita IVA.

Sempre più medici e infermieri decidono di lavorare in ospedale con la partita IVA. Sono interessanti i dati emersi dal report FNOPI (Federazione Nazionale degli Ordini Delle Professioni Infermieristiche) del 14 febbraio 20241.

Oggi sono attivi circa 398.000 infermieri, di cui 279.837 sono dipendenti pubblici. Di quelli restanti oltre il 10% lavora in ospedale con partita IVA. Una situazione simile è stata riscontrata tra i medici, con una crescente percentuale che decide di dedicarsi all’attività professionale.

Una scelta spesso legata alla ricerca di una maggiore soddisfazione economica, ma anche dalla carenza di professionisti nel settore medico: oggi sono sempre di più gli ospedali che, in attesa di concorsi, richiedono il supporto di professionisti con partita IVA.

Se sei un medico, un infermiere o un Oss (Operatore Socio Sanitario), aprire partita IVA per lavorare in ospedale potrebbe essere una valida alternativa per iniziare o incrementare la tua attività professionale. Tuttavia, sono diversi gli aspetti a cui fare attenzione: dalla scelta del regime fiscale alla possibilità di combinare l’attività professionale con quella di dipendente.

Lavoro in ospedale e libera professione in Italia nel 2024

La carenza di medici e di infermieri è un dato di fatto in Italia, evidenziato anche dalla pandemia da Covid-19. Come riportato dal FNOPI2, nel nostro Paese è presente il 25% in meno di infermieri rispetto al resto dell’Europa, con un media di 6,2 per 1.000 abitanti, rispetto agli 8,2 previsti nel resto dell’UE.

La mancanza di professionisti si evidenzia anche tra i medici. Nel 2024 nei pronto soccorso mancherebbero quasi 2.000 medici, un numero che andrà a raddoppiare per il 2025, con una situazione ancora più evidente se si allarga la visuale negli altri settori: in totale per i prossimi anni si ipotizza un deficit di quasi 45.000 specialisti.

lavoro autonomo medici

In questo contesto, si evidenzia un altro dato. Sono sempre di più i medici e gli infermieri che scelgono di abbandonare il ruolo da dipendente pubblico e privato, dedicandosi alla libera professione, full time o part-time. Non stiamo parlando solo dei giovani medici o infermieri che trovano così l’occasione per iniziare a lavorare.

A scegliere l’attività professionale, vi sono anche coloro che già sono sul campo da anni, ma che non possono accedere ai concorsi, dato che non hanno una specializzazione, oppure non vogliono affrontare nuovi esami e sfide.

Tuttavia, se è vero che medici, infermieri e Oss sono dei liberi professionisti e come tali possono fornire liberamente la loro competenza alle strutture ospedaliere pubbliche e private, dall’altro lato, prima di intraprendere questa strada è importante conoscere alcuni aspetti pratici, fiscali ed economici.

Lavorare in ospedale con partita IVA: è possibile?

Come medico e infermiere puoi lavorare in ospedale come:  

  • dipendente pubblico o privato;
  • libero professionista con partita IVA.

La legge permette di svolgere l’attività di medico e infermiere in modo autonomo. Inoltre, è possibile anche combinare l’attività professionale con quella di dipendente. In particolare:

  • se hai un contratto di lavoro part-time: puoi sempre affiancare l’attività professionale a quella del lavoro in ospedale;
  • nel caso in cui hai un’attività full-time: come infermiere, medico o Oss puoi comunque svolgere l’attività al di fuori degli orari, salvo eventuali clausole inserite all’interno del contratto.

Per lavorare come libero professionista presso una struttura ospedaliera pubblica e privata, non basta semplicemente aver conseguito la laurea in medicina o il diploma infermieristico, ma devi:

  • possedere una partita IVA;
  • scegliere il regime fiscale;
  • iscriverti all’Albo professionale di riferimento;
  • aprire una posizione contributiva alla cassa professionale;
  • sottoscrivere una Rc professionale.

Come aprire la partita IVA per lavorare in ospedale

La procedura per aprire partita IVA come medico o come infermiere è simile. Oggi avviene in modo telematico utilizzando il sistema Fisconline dell’Agenzia delle Entrate. Un sistema semplice e accessibile a tutti in modo autonomo, ma che richiede l’inserimento di una serie di informazioni, attraverso cui andrai ad indentificare la tua professione, oltre a regolare l’aspetto fiscale e contributivo.

Per questo, al fine di evitare errori, può essere utile farsi affiancare, almeno all’inizio, da un consulente specializzato. Una volta inseriti i tuoi dati personali, il primo step è quello di andare ad indicare l’attività che svolgerai, inserendo il codice ATECO. Per i medici il codice varia se sei un medico generico, oppure uno specialista:

  • codice Ateco 86.21.00: medico generico;
  • codice Ateco 86.22.01: per l’attività di chirurgo;
  • codice Ateco 86.22.02: servizi di ambulatori e poliambulatori;
  • codice Ateco 86.22.03: attività di radioterapia;
  • codice Ateco 86.22.04: centri di dialisi;
  • codice Ateco 86.22.05: studi di omeopatia e di agopuntura;
  • codice Ateco 86.22.06: centri di medicina estetica;
  • codice Ateco 86.22.09: altri studi medici specialistici e poliambulatori.

Invece, per le attività infermieristiche il codice Ateco è 86.90.39: “altri servizi di assistenza sanitaria”.

Lavorare in ospedale come libero professionista: tassazione

Nel momento in cui svolgi una prestazione medica in un ospedale dovrai rilasciare fattura. Quindi, andrai a creare reddito che verrà tassato in base alla scelta del regime fiscale. Come libero professionista puoi valutare due opzioni:

  1. regime forfettario;
  2. regime ordinario.
aprire partita iva come medico infermiere

Il sistema fiscale forfettario è un regime agevolato che può essere adottato dalle nuove partite IVA professionali con un reddito annuo complessivo pari o inferiore agli 85.000€. Prevede un calcolo delle tasse in base a un flat tax unica pari al 5%, per i primi 5 anni e del 15% per quelli successivi.

Il calcolo viene effettuato sulle fatture emesse nell’arco dell’anno fiscale. Non puoi però scaricare le spese legate alla tua attività, ma ai fini del conteggio del reddito imponibile si applicherà un coefficiente di redditività specifico. Il vantaggio è che non devi pagare l’IVA, oltre a dover versare le imposte solo nel momento in cui hai emesso fattura.

Se non rientri nel regime forfettario si applica invece una tassazione in base ai nuovi scaglioni IRPEF, con il regime ordinario, partendo da un minimo del 23% per i redditi inferiori ai 28.000€, fino al 43% per quelli superiori ai 50.000€.

In questo caso hai accesso alle detrazioni e deduzioni previste per l’attività d’impresa: dalla Rc professionale alla tassa annuale per l’iscrizione all’Albo dei medici o degli infermieri, fino alle spese inerenti l’attività professionale.

Lavoro in ospedale e partita IVA: Albo professionale e contributi

Medici e infermieri sono professioni organizzate, differenziandosi da quelle non organizzate per la presenza di un Albo professionale e di una Cassa previdenziale specifica. Quindi per lavorare in ospedale devi essere regolarmente iscritto presso:

  • Albo dei medici chirurghi e odontoiatri: per i medici e gli odontoiatri;
  • Albo professionale degli infermieri (FNOPI): per gli infermieri.

Inoltre, ai fini del versamento dei contributi per la pensione di vecchiaia, dovrai registrati alla Cassa professionale di riferimento:

  • ENPAM (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici) per i medici;
  • ENPAPI (Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica) per gli infermieri.

Stipulare una Rc professionale

L’ultimo aspetto da considerare per lavorare in ospedale con partita IVA è quello di possedere una Rc professionale. È una polizza assicurativa che ti tutela da eventuali richieste di risarcimento danni, collegate alla tua attività.

Il Decreto-legge 137/2012 ha reso obbligatoria la sua presenza per tutti i 26 Albi Professionali in Italia, in cui si includono anche quello dei Medici e Odontoiatri e degli infermieri.

Lavorare in ospedale come Oss con partita IVA

Gli OSS (Operatore Socio Sanitario) sono figure professionali che spesso collaborano con gli infermieri, ma mentre questi ultimi possono effettuare trattamenti specifici e cure mediche, la competenza di un Operatore Socio Sanitario è strettamente legata alla cura quotidiana del paziente.

Queste figure si occupano del benessere fisico e mentale dei malati, offrendo un supporto nello svolgere le principali azioni quotidiane: dall’alimentazione all’igiene personale, dall’accompagnamento alle visite mediche fino alla somministrazione di farmaci.

In quanto professionista potrai lavorare presso strutture private come dipendente, oppure senza un contratto di lavoro subordinato aprendo una partita IVA come Oss. Tuttavia, la carenza di personale infermieristico ha portato diverse strutture ospedaliere pubbliche a richiedere il supporto anche degli Oss per l’assistenza ai pazienti, ampliando le opportunità professionali.

Quanto si guadagna in ospedale con partita IVA?

La principale motivazione che spinge un professionista sanitario ad aprire partita IVA è quella di avere nuove prospettive economiche. Pendiamo come esempio il reddito di un infermiere, così come riportato dal report del Sindacato Infermieri, Nursing Up. In media lo stipendio si aggira intorno ai 1.780€ mensili. Una cifra in cui si includono anche eventuali straordinari e premi.

Invece, un infermiere con partita IVA, come professionista autonomo può guadagnare in un anno anche fino a 50.000€, quasi il doppio, richiedendo fino a 120 euro all’ora.

Lo stesso discorso vale per i medici e per gli Oss. Inoltre, rientrando nel regime forfettario, anche la pressione fiscale si riduce. Infatti, sul reddito non si applicheranno le aliquote IRPEF tra il 23% e il 43%, ma una flat tax fissa del 5% e successivamente del 15%.

Ovviamente, se da un lato aprire partita IVA per lavorare in ospedale come infermiere, medico o Oss può essere conveniente, dall’altro è comunque un’attività professionale. Come tale dovrai essere imprenditore di te stesso, cercando clienti, pubblicizzando le tue competenze e investendo per continuare ad aggiornarti al fine di competere con gli altri professionisti del settore.

Lavorare in ospedale con partita IVA – Domande frequenti

È possibile lavorare in un ospedale con partita IVA?

Sì, oggi sono sempre di più i medici, infermieri e gli Oss che scelgono di lavorare in ospedale come liberi professionisti con partita IVA.

Conviene lavorare in ospedale con partita IVA?

Un infermiere con partita IVA può guadagnare anche il doppio rispetto al normale stipendio mensile da dipendente, raggiungendo i 50.000€ all’anno. Lo stesso vale per medici e Oss.

Dove può lavorare un medico con partita IVA?

Un medico con partita IVA può lavorare in un ospedale privato, presso uno studio, ma anche nelle stretture pubbliche.

  1. Report Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche, FNOPI, fnopi.it ↩︎
  2. Stato della carenza infermieristica al 2021, FNOPI, fnopi.it ↩︎
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Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

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