- L’utilizzo dell’Intelligenza artificiale (AI) può mettere a rischio lavori e professioni di diverso tipo, che nel tempo possono essere automatizzate.
- Ad essere maggiormente a rischio oggi sono le professioni intellettuali, come quelle di contabili, avvocati, tecnici bancari, notai, magistrati e così via.
- Per difendersi dall’evoluzione di ChatGPT e dalle AI diventa essenziale formarsi su queste nuove tecnologie, in modo da impiegarle come supporto al proprio lavoro.
L’evoluzione dei sistemi basati su un’intelligenza artificiale, come ChatGPT, continua a essere impressionante. Oggi questi strumenti possono eseguire operazioni complesse come lo sviluppo di codice, la stesura di testi, traduzioni in tempo reale e la creazione di musiche o immagini.
Strumenti come i chatbot sviluppati sulle AI hanno potenzialità enormi, con delle implicazioni dirette sul lavoro delle persone. Molte professioni potrebbero quindi essere a rischio, in termini di sostituzione del lavoro umano con quello delle nuove tecnologie.
Secondo un recente studio Censis Confcooperative, ad essere maggiormente esposte al rischio sono tutte quelle professioni intellettuali che si possono in qualche modo automatizzare con l’intervento delle AI, come quelle di avvocati, notai, magistrati e contabili. Ma vediamo quali sono i lavori più a rischio e come fronteggiare questa eventualità.
Indice
Intelligenza artificiale: le professioni a rischio

Se da un lato i robot e i sistemi basati sull’intelligenza artificiale sono considerati indispensabili dalle aziende per l’evoluzione digitale, dall’altro la minaccia nei confronti dei lavoratori sembra essere più che reale.
Guardando all’Italia, l’intelligenza artificiale contribuirà, secondo le previsioni1, a far crescere il PIL fino a 38 miliardi, con un +1,8%, ma molti lavoratori rischieranno il proprio posto di lavoro oppure vedranno l’integrazione sempre più massiccia delle nuove tecnologie.
Si parla di 6 milioni di lavoratori a rischio licenziamento e di 9 milioni che vedranno integrata l’AI nelle mansioni di tutti i giorni. La situazione potrebbe presto essere critica per molti italiani, con la progressiva adozione delle tecnologie per lo svolgimento di attività che prima erano gestite interamente dalle persone.
Dopo un inizio a rilento, anche in Italia si riscontra un boom delle AI nel mercato del lavoro, soprattutto grazie alle più recenti versioni di ChatGPT, ma anche alla nascita di nuove AI mirate all’esecuzione di determinati compiti.
Quali sono i lavori più esposti alle AI nel 2025
Nella tabella abbiamo inserito quelli che oggi sono i lavori più esposti all’evoluzione delle AI secondo il Censis, con una classifica che parte dalle professioni più esposte.
Posizione in classifica | Alta esposizione in complementarità | Alto rischio di sostituzione |
1 | Direttori e dirigenti della finanza ed amministrazione | Matematico |
2 | Direttori e dirigenti dell’organizzazione, gestione delle risorse umane e delle relazioni industriali | Contabile |
3 | Notai | Tecnici della gestione finanziaria |
4 | Avvocati | Tecnici statistici |
5 | Esperti legali in enti pubblici | Esperti in calligrafia |
6 | Magistrati | Economi e tesorieri |
7 | Specialisti in sistemi economici | Periti, valutatori di rischio e liquidatori |
8 | Psicologi clinici e psicoterapeuti | Tecnici del lavoro bancario |
9 | Archeologi | Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private |
10 | Specialisti in discipline religiose | Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese pubbliche |
Le professioni che saranno maggiormente esposte al rischio di sostituzione risultano oggi quelle legate alla contabilità e alla gestione dirigenziale, anche se in linea generale sono coinvolte tutte le professioni di tipo intellettuale, con aumento dell’esposizione man mano che sale il grado di istruzione del professionista.
Saranno quindi principalmente i lavoratori (autonomi o dipendenti) maggiormente istruiti e specializzati a veder integrare le AI nel proprio lavoro, per cui in alcuni casi queste sarebbero in grado di sostituire le mansioni svolte dalle persone, soprattutto se sono automatizzabili.
Le AI possono essere importanti risorse per le aziende e per i professionisti, ma allo stesso tempo il rischio di essere completamente sostituiti è reale e desta non poche preoccupazioni, anche in Italia dove la diffusione è stata più lenta e progressiva. Ma vediamo in quali altri ambiti le intelligenze artificiali possono supportare il lavoro dell’uomo, anche senza sostituirlo del tutto.
1. Attività legate alla tecnologia
L’AI si sposa molto bene con le attività digitali, ovvero con tutte quelle mansioni in cui si prevede l’utilizzo di codice o l’analisi dei dati. Ad esempio trovano ampio impiego nella programmazione di software e computer, ovvero affiancando professionisti come:
- programmatori;
- sviluppatori web;
- analisti dati;
- ingegneri di software.
Il processo di codifica di programmazione e di elaborazione di software prevede una serie di calcoli e di impostazioni che rientrano perfettamente nelle capacità odierne delle intelligenze artificiali.
2. Attività di marketing
Una delle caratteristiche dell’intelligenza artificiale è la capacità di elaborare milioni di dati e informazioni al secondo. Per questo tra le attività in cui possono essere impiegate vi sono quelle di marketing. Gli operatori di call center e gli analisti di dati sono lavoratori generalmente molto interessati dallo sviluppo delle AI.
Infatti, se oggi i chatbot vengono utilizzati come forma di assistenza al customer service, nel giro dei prossimi anni, grazie anche alla capacità di riprodurre una conversazione umana, potranno svolgere sempre di più le mansioni di un operatore fisico.
Una situazione simile si prospetta anche agli analisti di mercato e agli addetti all’inserimento di dati. Le AI già da adesso sono programmate per estrarre informazioni da diverse fonti e analizzarle, riducendo quindi sia le attività di ricerca, sia quelle di immissione dei dati. Inoltre, sono anche capaci di fare report precisi sull’andamento di una campagna pubblicitaria, suggerendo modifiche e integrazioni.
3. Attività legate allo sport

Attività che si ripetono e che seguono schemi predeterminati sono destinate ad una maggiore esposizione all’automazione. Tra queste si inglobano anche quelle professioni legate al mondo del fitness e del benessere. Tra le professioni che vi rientrano troviamo:
- allenatori sportivi;
- coach e scout;
- mental coach;
- personal trainer;
- terapisti specializzati nelle discipline olistiche (non mediche).
Il settore del benessere è stato soggetto all’evoluzione digitale negli ultimi anni e dall’arrivo della pandemia sono aumentate le interazioni via web. Oggi le AI possono creare schede e programmi di allenamento partendo dai dati forniti da un utente, in modo veloce e soprattutto con un costo ridotto.
4. Attività nel settore finanziario
L’intelligenza artificiale è già applicata in alcuni settori della finanza, permettendo un investimento automatizzato. Ad esempio, la presenza di sistemi di trading automatico suggeriscono una forte implicazione delle AI nel mondo finanziario.
L’intelligenza artificiale può identificare in modo quasi immediato le tendenze del mercato, esaminando in breve tempo un numero elevato di dati ed indicando a un cliente il possibile andamento del suo portafoglio. Questa è una soluzione che già oggi viene adottata da diverse società d’investimenti, anche se ancora adesso è affiancata dalla presenza di consulenti esperti.
Nei prossimi anni l’utilizzo delle AI sarà sempre più preponderante in ambito finanziario, anche se dovrà comunque essere supervisionato da esperti.
5. Grafica e design
In materia di creatività sono contrastanti i giudizi degli esperti sulla capacità di ChatGPT o delle AI per la sostituzione dell’attività dell’uomo. L’esistenza di applicazioni in grado di realizzare in pochi secondi delle immagini, come DALL-E 3, può e generare preoccupazione per le professioni grafiche e di design.
Tuttavia, le cose non sono così semplici. Ad esempio, le potenzialità delle AI potrebbero non essere un pericolo per queste professioni, ma anzi un supporto importante soprattutto perché semplificano il lavoro.
6. Formazione e insegnamento

ChatGPT è oggi utilizzata anche per rispondere alle domande e, da alcuni studenti, per formarsi. Ma l’AI potrebbe diventare un vero e proprio insegnante virtuale? Entro il 2030 potrebbe svolgere questo ruolo, rendendo quella degli insegnanti un’attività a rischio.
Va considerato che oggi ChatGPT ha già le capacità per insegnare. Ma, anche in questo caso, la maggioranza degli esperti valuta che le AI non potranno sostituire del tutto il ruolo di un professore, ma eventualmente evolverlo.
8. Giornalismo e media
Negli ultimi anni si è parlato molto del rischio delle AI per le attività collegate ai media tradizionali e online: giornalismo, scrittura per il web, pubblicità, creazione di contenuti, stesura di libri e realizzazioni di sceneggiature.
Ad oggi la redazione di un articolo potrebbe essere svolta in modo più veloce ed efficiente da una AI rispetto a un essere umano. Ma sono anche stati riscontrati diversi errori in questo senso, fatti proprio dalle AI.
Alcuni media comunque stanno già valutando di applicare le AI e lo stesso vale per il mondo del cinema. In ogni caso, un lavoro di creazione di un contenuto, in qualunque forma, digitale o letteraria, non potrà essere mai automatizzato del tutto.
Intelligenza artificiale e lavoratori a rischio: come difendersi
L’interazione delle tecnologie legate alle AI con il mondo del lavoro è inevitabile. Infatti, si prevede che per i prossimi anni l’utilizzo di ChatGPT e di software di intelligenza artificiale aumenterà notevolmente, soprattutto affiancandosi alla digitalizzazione già in atto.
Il confronto macchina e intelligenza umana si sposterà nell’ambito delle competenze. Per evitare di perdere il lavoro per colpa delle AI verranno richieste sempre più specializzazioni tecnologiche, ma anche competenze a livello relazionale, creatività, capacità di analisi e di elaborare informazioni complesse.
Inoltre, diventerà fondamentale avere conoscenze di nozioni di informatica di base, ma anche più specialistiche, oltre a quelle manuali. La prospettiva ideale è quella di una progressiva integrazione delle AI, senza sostituzione vera e propria del lavoro dell’uomo.
Imprese e AI in Europa: il confronto
Va ribadito che la diffusione delle AI nel mondo delle imprese in Italia è arrivata molto a rilento rispetto al resto del mondo e a diversi paesi europei. I principali utilizzatori di queste nuove tecnologie sono Stati Uniti e Cina, mentre l’Europa segue lentamente questa evoluzione.
Andando a vedere un confronto tra Italia e altri paesi europei, possiamo chiaramente notare come il nostro paese tutt’ora si trovi indietro, per diffusione delle AI sul lavoro, rispetto a nazioni come la Germania o la Francia, anche se, come delineato dall’Osservatorio del Politecnico di Milano2, già dal 2022 si è registrato un boom del mercato italiano dell’AI, con un un giro d’affari da 500 milioni di euro.
Il Censis ha elaborato un chiaro spaccato delle differenze ancora marcate tra il nostro paese e alcune nazioni europee dove l’AI è più diffusa, che riportiamo in tabella, indicando la percentuale di imprese che utilizzano l’AI. Anche se i dati rilevano una crescita progressiva in tutto il continente, per l’Italia la percentuale di aziende che usano questa tecnologia è ancora molto bassa rispetto alla media UE.
2021 | 2023 | 2024 | |
Germania | 10,6% | 11,6% | 19,7% |
Spagna | 7,7% | 9,2% | 11,3% |
Francia | 6,7% | 5,9% | 9,91% |
Italia | 6,2% | 5,0% | 8,2% |
Unione Europea | 7,6% | 8,0% | 13,5% |
- Intelligenza artificiale e persone: chi servirà chi?, Confcooperative, confcooperative.it ↩︎
- Boom del mercato italiano dell’Intelligenza Artificiale: 500 milioni di euro, +32%, Osservatorio Politecnico di Milano, osservatori.net ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista