- In Italia appena il 21% dei lavoratori utilizza quotidianamente le AI: questo dato pone il nostro paese in netto contrasto con altri Stati del mondo, in cui tale tecnologia è più diffusa.
- Le AI sono maggiormente impiegate in ambiti già di per sé vicini al digitale, come nel settore informatico.
- Il timore che l’intelligenza artificiale sostituisca i lavoratori è ancora alto nel nostro paese.
Arrivano nuovi dati interessanti che riguardano i lavoratori italiani a proposito dell’uso dell’intelligenza artificiale: nel nostro paese appena il 21% utilizza questo strumento ogni giorno a supporto del proprio lavoro. Questa percentuale, seppur decisamente più alta rispetto a quando sono arrivate le AI, è ancora molto bassa rispetto a quella riscontrata in altri paesi del mondo.
In Italia sono ancora elevati i timori di una possibile sostituzione del lavoro delle persone con le intelligenze artificiali, per cui molti sono diffidenti riguardo questi strumenti. La diffusione delle AI va di pari passo con le necessità delle nuove generazioni di lavoratori, più concentrate sull’equilibrio tra orario di lavoro e vita privata e sul benessere rispetto alle precedenti.
Indice
In Italia le AI raggiungono il 21% dei lavoratori
Le intelligenze artificiali hanno la potenzialità di essere applicate in diversi ambiti lavorativi, risultando utili soprattutto per svolgere in breve tempo operazioni ripetitive che altrimenti richiederebbero procedure molto lunghe. Dall’arrivo di ChatGPT anche in Italia, i pareri intorno a questi strumenti sono stati contrastanti: molte imprese e lavoratori vedono di buon occhio le nuove tecnologie soprattutto nell’ottica di semplificare il lavoro.
Altri invece hanno timore di essere sostituiti del tutto dalle intelligenze artificiali, con conseguente perdita del proprio reddito. In Italia tuttavia questi strumenti sono utilizzati solo in piccola parte, ovvero i lavoratori (e le aziende) preferiscono ancora operare nei metodi più tradizionali.
Una recente ricerca, condotta da Boston Consulting Group (Bcg)1, ha rilevato diversi dati intorno alla diffusione delle AI nel mondo, in particolare sul posto di lavoro. Nella ricerca emergono anche trend italiani interessanti: i lavoratori che utilizzano ogni giorno le AI integrandole alle proprie mansioni raggiungono solo il 21% degli impiegati del paese.
Secondo l’analisi condotta su un campione di lavoratori, tra gli stati con economie emergenti, le AI si stanno diffondendo nel mondo del lavoro in modi diversi. L’Italia in questo contesto si colloca piuttosto in basso, superata da paesi europei come Spagna, Romania, Germania, Austria.
Tra i paesi extra-europei una percentuale elevata di lavoratori utilizza le AI in India, Pakistan e Cina. Questi trend rivelano come siano soprattutto paesi a basso reddito a sfruttare maggiormente le potenzialità dell’intelligenza artificiale, mentre in occidente viene ancora applicata in misura minima.
Come viene utilizzata l’AI nel mondo
Andando a vedere nel dettaglio in quale modo viene impiegata l’intelligenza artificiale nel mondo, in particolare nell’ambito lavorativo, ai primi posti vi sono operazioni di studio e ricerca, di scrittura e di amministrazione. Come detto prima, la funzione principale di questi sistemi è quella di velocizzare le azioni umane, per cui diversi ambiti possono trovare in essi dei vantaggi pratici.
Le AI infatti possono rispondere a domande di diverso tipo fornendo dettagli anche accurati, redigere testi di diversa natura, compiere operazioni matematiche e utili alla contabilità, proporre traduzioni e fornire risposte automatiche in caso di assistenza clienti.
Le stesse funzionalità delle AI possono essere usate anche in ambito privato: per sviluppare una conoscenza, per traduzioni o per creare contenuti. Un particolare utilizzo che si fa delle AI nel privato è la sperimentazione, ovvero molti decidono di testare cosa può fare effettivamente questa tecnologia ponendo domande differenti.
L’impatto delle AI nel lavoro in Italia
In Italia secondo la ricerca la maggior parte dei lavoratori intervistati è consapevole che l’avvento delle AI potrebbe impattare sul proprio lavoro: c’è chi ne è timoroso e chi invece accoglie positivamente le novità.
Una percentuale di lavoratori ridotta (meno del 10%) ha la percezione che le AI sostituiranno del tutto il proprio lavoro, per cui sarà necessario riqualificarsi per una nuova collocazione.
Il 49% dei lavoratori invece è convinto che questa nuova tecnologia avrà come conseguenza la necessità di acquisire nuove competenze per rimanere al passo con i tempi, a causa delle trasformazioni che il lavoro subirà. Nel nostro paese il 63% degli intervistati è disposto ad integrare nuove skill per seguire i cambiamenti.
Dall’altro lato della medaglia ci sono le iniziative che effettivamente le imprese decidono di mettere in campo per utilizzare in modo proficuo le AI: secondo un recente comunicato stampa dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano2, nel nostro paese sei grandi imprese su 10 hanno già attivi dei progetti che includono le AI.
Il mercato delle AI tuttavia in Italia si muove soprattutto intorno alle grandi imprese, raggiungendo in modo molto inferiore le PMI (che di contro costituiscono la maggior parte del tessuto imprenditoriale del paese). Solamente il 18% tra le piccole e medie imprese italiane infatti può confermare l’applicazione di iniziative mirate all’uso dell’AI.
Intelligenza artificiale e nuove generazioni di lavoratori
Un punto chiaro che emerge dalle ultime ricerche che riguardano le AI in Italia rileva che queste tecnologie sono apprezzate soprattutto in alcuni ambiti specifici, già vicini alla tecnologia: pensiamo all’IT e all’informatica, ma in generale a tutte le professioni digitali.
L’industria e i media seguono questo settore, collocandosi al secondo posto per uso di automatizzazioni che sfruttano le AI. C’è ancora molto da fare comunque per una diffusione più capillare di questi strumenti a livello lavorativo, soprattutto per ciò che riguarda le nuove competenze che i lavoratori devono sviluppare.
Inoltre la novità tecnologica si affianca a nuovi modelli e nuove culture del lavoro, arrivati anche in Italia soprattutto a seguito della pandemia. Le nuove generazioni di lavoratori ricercano soprattutto un maggiore equilibrio tra vita lavorativa e privata, mettendo al primo posto le aziende che offrono sistemi di welfare aziendale dedicati.
In quest’ottica le AI possono introdurre notevoli soluzioni di semplificazione e velocizzazione delle operazioni, per cui le persone possono individuare in questi strumenti un valido alleato.
- How Work Preferences Are Shifting in the Age of GenAI, Boston Consulting Group (BCG), bcg.com ↩︎
- Intelligenza artificiale, crescita record del mercato in Italia: +52%, osservatori.net ↩︎
Valeria Oggero
Giornalista