- Il peso del fattore economico e di quello demografico schiaccia l’iniziativa imprenditoriale dei giovani under 35 in Italia.
- Il nostro paese ha registrato una perdita di 42 aziende giovanili al giorno, per dieci anni.
- I settori più ambiti tra i giovani sono legati al digitale, all’innovazione e alla sostenibilità.
Unioncamere-Infocamere pubblica il bilancio di questi ultimi dieci anni1, per quanto riguarda le imprese giovanili in Italia. L’analisi mostra come per dieci anni il paese abbia perso 42 aziende al giorno, per un totale di 153 mila attività (-24% in valore percentuale).
Il calo ha travolto quasi tutti i settori economici e diverse sono le cause alla base del fenomeno. L’impresa giovanile in Italia è organizzata secondo una precisa mappa settoriale, frutto di una trasformazione orientata all’innovazione e alla sostenibilità. Ecco chi sono e a cosa puntano i giovani che oggi scelgono di fare impresa in Italia.
Indice
Le imprese under 35 diminuiscono, soprattutto nel sud Italia
Si delinea un quadro di natalità e mortalità delle imprese under 35 in Italia che, se da una parte mette in evidenza una vera e propria ritirata dei giovani dal mondo imprenditoriale, dall’altra fotografa una mappa settoriale ricomposta e sensibilmente trasformata.

L’analisi stima che il totale di imprese giovanili odierne sia pari a 486 mila unità, rispetto alle 640 mila di 10 anni fa. Dal 2014 al 2024 (questo l’arco temporale preso in esame), la crisi che ha attraversato l’imprenditoria giovanile ha senza dubbio ristretto il perimetro di azione di questi professionisti, restituendo però una composizione settoriale differente rispetto a com’era un decennio fa.
Ad essere in calo oggi sono i settori tradizionali, ma soprattutto le attività ubicate nel Mezzogiorno d’Italia. Molise, Abruzzo e Calabria sono le tre regioni che hanno subito le perdite più consistenti, rispettivamente del 35,6%, 35,2% e 34,4%.
Regioni come la Sicilia e la Puglia, pur dovendo registrare una contrazione (rispettivamente -28,6% e -32% di imprese giovanili), mantengono un valore assoluto elevato. Si tratta infatti di una presenza di imprenditori under 35 che rimane significativa: quasi 43 mila in Sicilia e 34 mila in Puglia.
Giovani imprenditori in Italia: settori emergenti e in calo

Se è vero che la crescita rilevata in alcuni settori non arriva lontanamente a compensare l’emorragia avvenuta in altri, è interessante intercettare quelli che saranno i trend di domani e i settori di maggior interesse per gli under 35.
1. Trend in crescita
A registrare un trend in crescita nel mercato dell’imprenditoria giovanile, ci sono l’ambito digitale, i servizi alle imprese e l’agricoltura. Quest’ultima infatti non ha subito abbandoni di massa da parte dei giovani e anzi si mantiene stabile nel suo appeal (+0,06%).
I servizi alle imprese registrano un aumento del 3,5%, all’incirca 2 mila imprese giovanili in più in questo ultimo decennio, confermando dunque di rappresentare un’opportunità lavorativa concreta per gli under 35.
Innovazione tecnologica e sostenibilità sono le spinte imprenditoriali più rilevanti nel mercato del lavoro giovanile, ormai in piena trasformazione digitale.
2. I settori inflazionati
I settori da cui invece i giovani “fuggono” sono:
- industria, con le attività manifatturiere che hanno visto una riduzione del 35,9%, 14 mila imprese in meno;
- commercio, dove sono 66 mila le imprese giovanili scomparse, registrando un calo del 36,2%;
- costruzioni, con una perdita di quasi 40 mila attività, pari a una contrazione del 38,7%;
- l’artigianato, solitamente un settore attrattivo per i giovani, con oltre 47 mila imprese in meno, segnando dunque una contrazione del 28,1%.
Scende anche l’imprenditoria femminile under 35, che vede una contrazione del 24,5% corrispondente alla perdita di 43 mila attività “in rosa”. In calo anche gli affari per i giovani imprenditori stranieri, che chiudono 35 mila unità operative, per una perdita percentuale pari al 27,4%.
In calo le imprese giovanili in Italia: cause e soluzioni
Alle basi del fenomeno registrato e appena presentato, ci sono cause responsabili diverse tra loro. Se è vero che la crisi economica gioca un ruolo importante nel determinare la chiusura di molte di queste attività, non si può prescindere dal tenere in considerazione un fattore fisiologico in Italia, che è quello demografico.
É ben evidente infatti come, nell’arco di questi 10 anni presi come lasso temporale di riferimento per il report, molti imprenditori abbiano superato l’età anagrafica dei 35 anni. La “scomparsa” dell’impresa dall’elenco di quelle giovanili è dunque da ricondurre a questo motivo e ciò non implica necessariamente che l’attività abbia chiuso i battenti.
A onor del vero però, c’è da aggiungere che l’inverno demografico nel nostro paese è un dato oggettivo e proprio l’invecchiamento della popolazione non assicura il ricambio generazionale, in modo adeguato e costante.
I giovani impegnati in questo contesto economico, aspiranti imprenditori, puntano su attività dove il valore aggiunto è la tecnologia e le loro competenze rappresentano il vero fattore distintivo e competitivo di queste imprese.
Conoscere questi dati e leggerli in quest’ottica significa riconoscere la necessità di politiche mirate sia a favorire la fase di startup di tante idee in fase embrionale, sia a facilitare l’accesso al credito di questi imprenditori in erba.
L’auspicio infine è di vedere questi giovani under 35 sempre più supportati nella crescita e nel loro sviluppo professionale e personale, acquisendo le competenze oggi indispensabili per lavorare in settori così competitivi e in continua evoluzione.
- Giovani imprenditori in ritirata: in 10 anni, 153mila attività in meno (-24%), Unioncamere, unioncamere.gov.it ↩︎
Natalia Piemontese
Giornalista