- Il potenziale delle AI sta cambiando il modo in cui le imprese generano profitto e sta creando un vantaggio competitivo per chi investe nella tecnologia.
- Possiamo distinguere due tipologie di approccio all’AI: gli osservatori, che si limitano a guardare e gli utilizzatori, che investono per trarre vantaggio e profitto.
- Il 2024 potrebbe essere l’anno di svolta nell’utilizzo dell’AI all’interno delle imprese: i dirigenti che decidono di non investire rischiano di restare indietro.
L’intelligenza artificiale (AI) è entrata nella nostra quotidianità ormai da tempo e ha assunto un ruolo centrale anche per le imprese: basti pensare a come gli algoritmi sono in grado di prevedere le nostre ricerche sul web, oppure come i siti di e-commerce riescono a sfruttare le nostre preferenze di acquisto per consigliarci prodotti da valutare in futuro. E questi sono solo alcuni esempi.
Se il 2023 è stato l’anno che ha segnato la svolta sull’intelligenza artificiale, con il lancio di Chat GPT e altri software che utilizzano l’AI, il 2024 potrebbe essere invece un anno cruciale per l’introduzione e l’implementazione dell’AI nel mondo delle imprese.
Un’indagine recente di BCG ha rivelato che il futuro delle aziende potrebbe dipendere seriamente dalle opportunità e dalle potenzialità offerte dall’AI: gli imprenditori che non investono in questa tecnologia, quindi, rischiano di rimanere indietro.
Indice
L’AI per le imprese: tutti i dati
Per comprendere l’importanza che ha l’AI per le imprese al giorno d’oggi, la BCG1 è andata a intervistare 1.400 dirigenti aziendali interrogandoli sulle possibili modalità utili per implementare i processi di intelligenza artificiale all’interno delle aziende.
Alcuni dati che balzano all’occhio riguardano proprio la percezione dell’importanza dell’AI all’interno del processo aziendale:
- il 71% degli imprenditori ha affermato di voler aumentare gli investimenti tecnologici nel 2024, mentre l’85% degli intervistati ha affermato di voler aumentare gli investimenti nell’AI;
- la quasi totalità dei dirigenti aziendali (89%) considera l’intelligenza artificiale come una delle priorità tecnologiche dell’anno nuovo;
- per più della metà degli intervistati (54%) l’utilizzo dell’intelligenza artificiale all’interno dei processi aziendali comporterà una riduzione dei costi di produzione nel 2024.
Nonostante lo slancio e l’intenzione di migliorare i processi produttivi alla luce della nuova tecnologia, c’è però una buona fetta di dirigenti aziendali (il 66%) che considera ancora insoddisfacenti i progressi fatti in questo senso. Solo il 6% degli imprenditori, infine, ha provato a migliorare le proprie competenze sull’intelligenza artificiale.
Imprese e AI: molte aziende sono rimaste indietro
I dirigenti che hanno espresso insoddisfazioni negli investimenti in nuove tecnologie e nell’AI hanno evidenziato alcuni punti deboli e sfide che si pongono davanti a loro: tra questi, la carenza di personale specializzato in questa tecnologia, priorità di investimento poco chiare, oppure la mancanza di una strategia efficace.
Nonostante siano stati fatti notevoli passi avanti sullo sviluppo di nuove piattaforme che utilizzano e sfruttano l’intelligenza artificiale, secondo la maggior parte degli intervistati serviranno almeno altri due anni per poter raggiungere obiettivi precisi.
Imprese e AI: l’applicazione
Fatte le dovute premesse, possiamo distinguere due tipologie diverse di imprenditori che si affacciano alle numerose potenzialità dell’AI con approcci differenti:
- da un lato ci sono gli osservatori (la maggioranza degli intervistati), cioè coloro che concentrano i loro sforzi su piccoli progetti e attendono che l’AI s sviluppi e maturi nel tempo prima di investire in nuove tecnologie;
- dall’altro lato ci sono i così detti “vincitori” (una minoranza degli intervistati), ovvero coloro che si adoperano per implementare tecniche e processi produttivi sfruttando le potenzialità dell’AI.
Questa seconda categoria di soggetti, i vincitori, riusciranno con tutta probabilità a trarre vantaggio da questo periodo di sperimentazioni e probabilmente risulteranno ben più avanti di coloro che hanno preferito attendere prima di investire nella nuova tecnologia.
Imprenditori che investono nell’AI
L’analisi di BCG arriva a definire anche quali sono le cinque caratteristiche dei “vincitori”, ovvero coloro che riusciranno a trarre vantaggio dall’introduzione dell’AI all’interno dei processi aziendali, senza rischiare di rimanere indietro:
- investono nella produttività e nella crescita dei ricavi per generare nuovi flussi di entrate e per favorire la crescita;
- migliorano le proprie competenze, andando a formare i membri del team affinché riescano a utilizzare questa nuova tecnologia;
- prestano attenzione ai costi di utilizzo dell’AI, sebbene solo il 19% degli intervistati ritiene siano la principale preoccupazione;
- costruiscono relazioni strategiche, per creare un sistema di reti e relazioni tra aziende che possa spingere verso un obiettivo comune;
- implementano i principi dell’AI responsabile (RAI), senza sottovalutare i rischi e le minacce connessi all’utilizzo di questa nuova tecnologia.
Il potenziale delle AI per le imprese e le prospettive future
Guardando al futuro, quindi, non resta che affermare che le imprese che eviteranno di investire nell’AI rischieranno di restare indietro rispetto alle concorrenti.
Se inizialmente l’intelligenza artificiale era utilizzata esclusivamente da ingegneri ed esperti del settore, ad oggi questa tecnologia è disponibile per tutti gli imprenditori che abbiano voglia di sperimentare, investire e sfruttare il potenziale di questo strumento.
Il potenziale dell’AI per il 2024 e per gli anni a venire potrebbe sfociare in diverse direzioni:
- nelle attività quotidiane arrivando ad aumentare la produzione dal 10% al 20%;
- agire sui punti critici per migliorare l’efficacia e l’efficienza dal 30% al 50%;
- creare nuovi modelli di business per consolidare un vantaggio competitivo nel lungo periodo.
L’Intelligenza Artificiale nelle imprese italiane
Diamo infine uno sguardo alla situazione italiana: a che punto siamo con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e quante aziende hanno cercato di migliorare i processi produttivi alla luce delle potenzialità offerte da questa tecnologia?
Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano2, il mercato delle soluzioni e dei servizi AI ha raggiunto il valore di 500 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 32% rispetto all’anno precedente.
In Italia, almeno 6 aziende su 10 (pari al 61%) hanno avviato almeno un progetto utile per implementare questa tecnologia e portare l’AI all’interno del processo aziendale. Il 41%, invece, ne ha avviato più di uno.
Se guardiamo i dati relativi all’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle PMI, invece, solo il 15% di queste aziende ha avviato almeno un progetto, mentre nel 2021 la percentuale era di appena del 6%.
Imprese AI – domande frequenti
Secondo le definizioni più accreditate, l’intelligenza artificiale (AI) è la tecnologia che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana attraverso la creazione e l’applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico.
Molte aziende utilizzano l’intelligenza artificiale già da tempo: per esempio, per per fornire suggerimenti di acquisto in base alle preferenze, oppure per effettuare delle ricerche correlate ad argomenti di interesse nel tempo o ancora per monitorare altri comportamenti degli utenti sul web.
Ci sono oltre 115 milioni di aziende che attualmente utilizzano l’intelligenza artificiale (dati aggiornati al 2023), mentre quasi la metà di queste (il 42%) sta esplorando il possibile utilizzo dell’AI all’interno dei processi aziendali. Scopri qui tutti i dati.
- “From Potential to Profit with GenAI, BCG AI Radar“, 12 gennaio 2024, bcg.com ↩︎
- “Il mercato dell’Intelligenza Artificiale in Italia: un anno da record“, Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, blog.osservatori.net ↩︎
Laura Pellegrini
Giornalista e content editor